tag:blogger.com,1999:blog-88136512380485451052024-02-01T19:12:24.461-08:00I ROMANZIEsercitazione di scrittura nella forma del romanzo, preferibilmente storico.Igino Piuttihttp://www.blogger.com/profile/01324847284356227709noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-8813651238048545105.post-24643276791239177312017-04-13T12:37:00.001-07:002017-04-13T12:37:37.321-07:00Buona Pasqua<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="270" src="https://www.youtube.com/embed/UrvWnOqC07g" width="480"></iframe>Igino Piuttihttp://www.blogger.com/profile/01324847284356227709noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8813651238048545105.post-19273266570345961082017-04-08T02:06:00.000-07:002017-04-08T02:06:16.197-07:00Io, figlio di Dio.<br />
<div class="MsoNormal" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> </span><img height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkUZrnHnTuSHqrCM68nBnK1KL0IOwzCscwy3BUD6JqrALVCTkRsrAb_Xl1afYG0qK7XjPjBdWiCqXxndshbDSLNzeBm9Qogx0NOLWW39a6kTrd6Ruik6MUcQYls-lCi_ZNbnem-azCy24/h120/img406.jpg" width="224" /></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Palatino Linotype", serif;"><span style="font-size: 11pt;"> (pubblicato originariamente con lo pseudonimo di </span><b><span style="font-size: large;">Diver Dalce)</span></b></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 16.0pt;"> Igino Piutti<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> </span><b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 24.0pt;">Io, figlio di
Dio.</span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 24.0pt;"> </span></b><span style="font-family: "Palatino Linotype", serif;"> <i><span style="font-size: large;"> </span></i></span><span style="font-family: "Palatino Linotype", serif;"><i><span style="font-size: large;">Il Vangelo di un laico.</span></i></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> </span><span style="font-family: "Palatino Linotype", serif; font-size: 11pt;"> </span><span style="font-family: "Palatino Linotype", serif; font-size: 11pt;"> </span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoBodyTextIndent" style="margin-left: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><i><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">INTRODUZIONE<o:p></o:p></span></i></b></div>
<div class="MsoBodyTextIndent" style="margin-left: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyTextIndent" style="margin-left: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Perché
la religione?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Per vivere non serve la religione! L’uomo del
duemila sta trovando tutte le risposte possibili ai perché della vita, ai
perché dei fenomeni che lo circondano, ai perché dei sentimenti che si agitano
dentro di lui. Non c’è più alcun motivo, per cui ci si debba dare delle
risposte, risalendo al mistero d’una
esistenza esterna all’uomo, che consentirebbe di spiegare ciò che nell’uomo è
inspiegabile.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Non c’è più bisogno di pensare nè a Vulcano
che scaglia i fulmini, nè ad Eros che trafigge con le frecce. Come i campi
elettrici dell’atmosfera spiegano i fulmini, così possono essere spiegati in
termini di attrazione o repulsione tra neuroni, nell’ambito di particolari
campi elettrici attivi nella mente
dell’uomo, l’amore e l’odio tra le persone. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> In effetti in alcuni momenti di difficoltà,
farebbe comodo poter pensare a qualcuno che, se pregato, può intervenire in
aiuto. Per comodità allora si può anche
lasciare che il sentimento si aggrappi a questa finzione, si può cedere al mito
ed alla poesia. La ragione dell’uomo del
duemila, sa però che si tratta soltanto
d’una finzione. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> L’idea del sole che ruota attorno alla terra
dà luogo alla poesia del giorno, del suo alternarsi con la notte, del suo
disperdersi nel tramonto, per riemergere nei bagliori dell’aurora. Perché non
viverla, questa poesia, pur sapendo che la verità è quella della terra, che
gira attorno al sole?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Si potrebbe concludere che, per vivere, la
religione può essere considerata al massimo una soluzione di comodo, ma, per
non morire, la religione e’ indispensabile.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Ed al desiderio di non morire, anche l’uomo
del duemila, non ha saputo trovare risposte. Tutte le spiegazioni
si fermano di fronte alla morte. Da una catena originaria di dna, si è
sviluppato un corpo con meccanismi d’una complessità e d’una perfezione
assoluta. Ma ad un tratto, il tutto si inceppa, per autodistruggersi in un
putridume, che deve essere nascosto nel profondo della terra, o arso con il
fuoco.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Che senso ha tutto questo? <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Se questo è l’uomo, se questo è il destino
d’ognuno di noi, che senso ha tuttavia costruire la finzione d’un destino
diverso? Che senso ha, soprattutto, sacrificare quello che ci è dato a vivere,
rincorrendo la fantasia d’una vita diversa, che si aprirebbe per noi dopo la
morte e che deve essere conquistata rinunciando ai piaceri, seppure momentanei,
di questa vita?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Nessuno! Evidentemente! Ma prima di metterla
da parte, questa idea di un’altra vita,
forse è il caso di verificare se debba essere ricondotta soltanto a
frutto d’immaginazione poetica, a pura fantasia. o se, invece, quantomeno possa
essere una ipotesi che vale la pena di tenere in considerazione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> La prima difficoltà ad immaginare una vita
eterna per l’uomo, nasce dal fatto che, per riconoscere questa possibilità, è
necessario ammettere che ci sia qualcosa
nell’uomo, capace di durare in eterno. Devo poter pensare ad un uomo fatto di anima e corpo, d’una realtà
materiale e d’una spirituale. Solo così è possibile ipotizzare che, al venire
meno del corpo, possa sopravvivere lo spirito.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Cartesio aveva immaginato che nell’uomo
coesistessero una res extensa, il corpo materiale, ed una res cogitans, la
mente, immateriale. Diventava quindi conseguente, pensare che la parte
immateriale, potesse avere una vita oltre la morte della materia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma l’uomo del duemila sa che la mente non è
immateriale. Anche i sentimenti, che sembrerebbero riconducibili ad un piano
diverso da quello fisico, in effetti non sono che il risultato di processi
chimico-fisici, che interessano l’apparato neurologico del suo corpo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Di scoperta in scoperta, l’uomo è andato
togliendo dal suo corpo ogni alone di mistero. S’è sbriciolato il fascino d’uno spirito, costretto a convivere in un
corpo che gli va stretto, e che rompe le catene, nell’anelito dell’eternità. A
forza di scavare, la scienza ha riportato alla luce un corpo nel quale tutto è
spiegato, o spiegabile, e, nel quale, soprattutto, tutto è riconducibile
all’interno della fisicità e della materia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Una
conoscenza che si risolve nella scienza, senza aver bisogno della filosofia, e
tantomeno della metafisica.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma perché proprio da questo percorso
all’infinito della scienza, che scopre ogni giorno una verità più profonda, che
supera quella precedente, non dovrebbe essere possibile riportarsi all’idea
dell’infinito? Avendo scoperto che l’esistenza dell’uomo si sviluppa da una
catena di dna, perché, ad esempio, si dovrebbe escludere che il risultato
dell’esistenza sia riconducibile ad un’altra nuova catena di dna? Una catena
immateriale, virtuale, con le informazioni che esistono, senza la necessità di
alcun supporto. Un software, un programma,
costruito attraverso infiniti input, raccolti attraverso il corpo, ma
capace di ripetersi all’infinito, pur avendo perso, con la morte del corpo, le
linee di programma sulle quali è stato costruito.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Da una catena invisibile, infinitesimale di
dna, si è sviluppato il mio corpo. Quella catena aveva tutte le informazioni
necessarie per costruire ogni elemento del mio essere, e su quelle informazioni mi sono sviluppato. Il mio
essere si è poi confrontato con l’ambiente e con la realtà storica nella quale
è stato collocato ad esistere. Le informazioni che gli sono venute dall’esterno,
hanno modificato le informazioni originarie. Alla fine della mia esperienza
umana, sono quindi riconducibile ad una catena d’informazioni diverse, da
quelle iniziali. In questo nuovo sistema d’informazioni, c’è tutto il mio
essere, maturato nell’esperienza del mondo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Nel momento della mia morte fisica, la mia
esistenza, racchiusa in questo nuovo codice d’informazioni, si riflette in una
dimensione metafisica, riproducendosi in
questa, e continuando ad esistere, pur in mancanza della sorgente iniziale
delle informazioni.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Come se un’immagine, riflettendosi in uno specchio, nella
dimensione riflessa, potesse continuare a vivere, di vita propria,
indipendentemente dall’oggetto che l’ha generata. Così, potrei immaginare che, con il mio ultimo respiro, il tutto di me,
rinchiuso nel codice del mio esistere, si rifletta nello specchio
dell’infinito, per continuare a vivere nella dimensione dell’eternità, pur
essendo venuta meno la sorgente del mio
corpo, che, sviluppato il codice, si
autodistrugge, nella dimensione del finito.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> La scienza non deve dimostrarmi che è
possibile. Alla scienza io chiedo soltanto di dirmi che non si può escludere,
che sul piano logico, può essere
ammesso. Se così fosse, vorrei chiedere allora alla filosofia e soprattutto
alla religione, di aiutarmi a immaginare ed a ricostruire questa prospettiva.
Ricostruire l’idea d’un superuomo che si riconosce tale, non scoprendo che Dio è morto, ma, al contrario scoprendosi
destinato ad una vita, nella stessa esistenza eterna di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyTextIndent" style="margin-left: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Assumendo che la scienza possa ammettere, sul
piano teorico, la possibilità d’una vita oltre il corpo, vorrei provare a
ripercorrere il Vangelo, per vedere come mi viene presentata questa
prospettiva, appunto, sul piano della religione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyTextIndent" style="margin-left: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyTextIndent" style="margin-left: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Perché
il Vangelo?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Dal momento che sono nato e vissuto in un
ambiente cattolico, il Vangelo è il libro nel quale dovrei trovare le risposte
alle domande che riguardano il senso della mia vita. Se fossi nato in Cina o in India o in Arabia,
prenderei in mano altri libri per cercare le stesse risposte.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Con questo, desidero chiarire già in premessa che non ritengo il
Vangelo l’unico libro nel quale si possano trovare le risposte che cerco, ma
quello nel quale dovrei trovarle più
facilmente. Dovrebbe essere il libro nel quale il percorso verso la verità, e’
ricostruito in termini più vicini alla mia mentalità, alla mia cultura di
occidentale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Almeno in questo momento, il Vangelo non è
l’unico libro, anche se non è da escludere che lo possa diventare. Come in questi due millenni è diventato anche
il libro di tanti popoli dell’Africa e dell’America, in seguito potrebbe
diventare il libro di tutti i popoli della terra.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Per ora, prendo atto che ci sono altre strade
per le quali altri popoli trovano delle risposte ai loro quesiti esistenziali,
strade indicate da Buddha o da Maometto e non da Cristo. Prendo atto anche che
molti occidentali, non appagati dalle soluzioni
del Vangelo, sono riusciti a trovare risposte, che hanno considerato più
esaurienti, nei libri degli altri popoli, e che ci sono tanti nuovi
predicatori, nelle cui parole molta gente ha trovato, o creduto di trovare, le
risposte cercate.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Personalmente ritengo non sia il caso di
andare alla ricerca di soluzioni diverse, prima di aver cercato nel libro, nel
quale e’ più logico si trovi la risposta più adatta al mio modo di ragionare e
di sentire.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Io voglio partire dall’assunto che il Vangelo
è il libro della fede nella quale sono
vissuto, che sento mio, come mio sento l’ambiente nel quale sono nato e
cresciuto. Non mi pongo, almeno per il momento, l’obiettivo di verificare se
sia veramente il Vangelo il libro che meglio risponde alle domande, che vengono
dal profondo dell’esistenza dell’uomo in generale. Do per acquisito che lo sia,
e per questo mi ripropongo di
rivisitarlo, alla ricerca delle chiavi di risposta alle mie domande.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Perché’ il
Vangelo di Giovanni?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Avvicinandosi al Vangelo, sorge subito il
problema di quale versione scegliere. Ci sono le quattro versioni ammesse dalla
Chiesa, e tante altre cosiddette apocrife. Versioni spesso tra loro
contrastanti. Per questo la prima considerazione alla quale arriva, chi si
accinge a leggere il Vangelo, è che, in effetti, il Vangelo non esiste. Il
problema delle diverse versioni, ha fatto sorgere in questi quasi duemila anni
di storia dei Vangeli, una letteratura al riguardo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Molti studiosi sono arrivati alla conclusione
che non esistendo un’unica storia di Cristo, debba essere negata la stessa
esistenza storica del Cristo. La storia
del Cristo sarebbe stata quindi una sorta di favola nata nelle prime comunità
dei cristiani, trascritta poi in vari modi da vari evangelisti. Ma anche su
questi problemi non vuol entrare, almeno per il momento, la mia riflessione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Do per acquisito che ci siano quattro versioni
autentiche, quelle ammesse dalla Chiesa, e quindi chiamate canoniche. Di queste
versioni tre sono simili e per questo sono chiamate sinottiche, la quarta, si differenzia, perché racconta fatti che le
altre non raccontano, tralasciando invece alcuni fatti riportati in tutte e tre
le versioni sinottiche. Anche il
problema delle diversità, spesso anche profonde, delle versioni canoniche, ha
suscitato un’infinita letteratura, ma, almeno per il momento non voglio pormi
neppure questo problema. Per non essere costretto a fare confronti tra le
versioni, scelgo come libro di testo una delle versioni, la quarta, quella
appunto di Giovanni.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> E’ la testimonianza del discepolo prediletto
di Cristo, quello che nell’ultima cena ha posato la testa sulla sua spalla,
come lui stesso vuole sottolineare, chiudendo il suo racconto. Ma ciò che più
importa ai fini della mia riflessione, è che si tratta della testimonianza,
meno preoccupata di riportare i fatti, e più attenta invece a riportare quel
che Cristo ha detto, sulla sua essenza e sulla sua missione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Volendo quindi, non tanto ricostruire la
storia di Cristo, quanto ricostruire e dare un significato alla mia storia,
attraverso le parole di Cristo, e volendo scegliere, (anche per non essere
costretto a fare il confronto tra le versioni), la scelta non poteva cadere che
sul Vangelo di Giovanni.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Perché’ io?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Perché mi sono messo su questa non facile
strada di una libera riflessione sul Vangelo? Non perché più preparato d’altri,
o più competente o più sensibile. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Io, come ognuno di noi, da uomo comune e non
da esperto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Perché tutti, a mio avviso, dovrebbero porsi
su questa strada, sulla strada della ricerca del senso della propria vita, per
poter poi fare le cose che hanno senso e rinunciare a quelle che non ne hanno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Io, forse perché ho un percorso culturale e di
vita più originale di altri. Un percorso che mi fa sentire più pregnante il
bisogno di dare un senso alla vita. Io, comunque, come tanti altri che si
pongono il problema di dare un senso al vuoto della propria esistenza. Io che,
come tanti altri, mi chiedo se il vuoto che sento, sia un vuoto che riguarda la
mia esistenza individuale, o se invece riguarda l’esistenza in se’: il vuoto
dell’esistenza dell’uomo, capace di pensare l’infinito e di lasciarsi
travolgere dall’incombere del finito e del quotidiano. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> In effetti, quale senso può avere una vita
che, per quanto venga vissuta intensamente, resta, in ogni modo, un breve
respiro di tempo, prima della morte eterna e del nulla?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> O c’è invece una vita eterna? Appunto! Questo
e’ il problema.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Quando mi ponevo queste domande da ragazzo, mi
dicevano che avrei dovuto trovare la risposta nel mistero della fede, nel
mistero della incarnazione, nel mistero della resurrezione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> «Ma come si può trovare la risposta in un
mistero?»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> «Cercala nella preghiera!»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> «Ma come si può pregare senza credere?»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 6.0pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> «Prega e crederai!»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyTextIndent2" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 6.0pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Non
riuscivo a capire come avrei potuto pregare, senza credere. Non riuscivo a
capire, come si possa concepire che Dio sia diventato uomo, non per parlare agli uomini, in modo
che questi lo possano comprendere, ma
per portare loro delle risposte
enigmatiche e dei misteri.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Non riuscivo a capire allora e non riesco a
capire ancora!...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Per questo voglio riflettere, non per
ricercare verità assolute, ma solo appunti e spunti, interpretazioni possibili,
e quindi credibili, che mi consentano di aprire la strada del credere. Vorrei
poter credere per sperare, e non sperare per credere, vorrei credere per
pregare e non pregare per credere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">E la Chiesa?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Da cristiano, non posso non chiedermi cosa può
pensare la Chiesa della mia riflessione sul Vangelo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> La Chiesa, infatti, s’é riservata l’esclusiva
di lettura della storia di Cristo. Lutero, che ha affermato il principio della
libertà per ogni credente di rivolgersi direttamente al Vangelo, per ascoltare
la parola di Dio e finito scomunicato. Giordano Bruno invece è finito sul rogo,
pur tentando di giustificarsi dicendo che la sua speculazione voleva restare
nell’ambito della ricerca filosofica. Ma anche questo argomento, almeno per il
momento, non rientra nella mia riflessione. Do per acquisito che sia legittimo
per la Chiesa evitare che ognuno, senza
la dovuta preparazione, si metta a dare le interpretazioni più strampalate del
Vangelo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> La mia non vuole essere un’interpretazione, ma
una riflessione personale, fuori e prima della Chiesa. Per questo, per quanto
strampalata, resta solo mia e non vuole entrare in conflitto con alcuno e
tantomeno con la Chiesa. La mia non vuol essere una interpretazione nè
teologica nè filosofica per le quali non sono preparato, ma una riflessione
pre-teologica e pre-filosofica: la riflessione dell’uomo della strada. C’è la
città, dentro le cui mura, di queste cose discutono i saggi e gli esperti. Io
ne parlo, fuori dalle mura. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Dentro le mura è necessario seguire le regole,
gli schemi. La città si è andata sedimentando, nel corso dei secoli, ha le sue
vie, le sue piazze, le sue chiese, ha una conformazione urbanistica, alla quale
ci si deve adattare. Fuori le mura c’è la campagna, ci sono i sentieri che si
perdono nel bosco. E’ possibile persino andare fuori dei sentieri, liberamente,
per i campi e per i prati. L’importante è non perdere di vista la città e
cercare comunque di avvicinarvisi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Io non porto
acqua! I miei secchi sono forati, non riesco a portare neppure l’acqua
necessaria per me, tantomeno posso portare l’acqua ad altri. Tuttavia,
vedendomi girare con i secchi che perdono acqua, ad altri può venire sete, in
altri può sorgere il desiderio di bere...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Se qualcuno seguendo il filo dei miei
pensieri, vi ritrova lo stimolo per un ulteriore approfondimento, non può farlo
con me, ma deve entrare nel città dove si muovono i saggi, e gli unti dal
Signore, e con loro potrà raggiungere, mi auguro, la verità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Per dirla con Giovanni Battista, io potrei
essere considerato al massimo uno che grida nel deserto: «Guardate che mi pare
di aver intravisto una strada!».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma, ad uno che grida nel deserto, si possono
perdonare anche le fantasticherie! Lo si può capire e perdonare, anche se ha
preso abbagli ed ha visto miraggi!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -100%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -100%;">Cap. 1 <o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">La novità’ del
Vangelo.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Marco
inizia il suo Vangelo parlando di Giovanni Battista che predica la venuta di
Cristo. Luca risale alla nascita di Giovanni, ricordando come Zaccaria ed
Elisabetta, ormai vecchi, avessero avuto, da un angelo, l'annuncio che
avrebbero avuto un figlio, al quale avrebbero imposto il nome di Giovanni.
Matteo risale ancora, ed inizia il suo
racconto con la genealogia, per dimostrare che Cristo è discendente del
re Davide.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Giovanni, già dall'apertura, vuole subito
mettere in chiaro come il suo Vangelo sarà diverso da quello degli altri tre
evangelisti. La storia di Cristo è importante in quanto è un momento chiave
nella storia del mondo, dell'umanità: il momento nel quale il figlio unigenito
di Dio s’é incarnato come uomo, per abitare in mezzo agli uomini. Giovanni apre
appunto anticipando che, nella novità del figlio di Dio che si è
fatto uomo, si ritrova il senso profondo di tutti gli avvenimenti dei
quali e' stato testimone, e di cui vuol dare testimonianza scritta nel suo
racconto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> A Giovanni non interessano gli antefatti del
racconto, intuisce la nostra perplessità all’idea d’una vicenda che riguarda un
uomo-figlio di Dio e cerca di fornirci subito
la chiave di lettura, attraverso la quale va interpretato il suo
racconto. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> E’ una chiave di lettura che può sembrare
non facile da afferrare ed utilizzare,
come, d’altra parte, non è facile da accettare l’idea che ci accingiamo a
leggere, non il racconto della vita d’un uomo, ma il racconto della vita del
figlio di Dio. E’ una chiave però’
indispensabile per capire il racconto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Se non troviamo il modo di utilizzare la
chiave, per aprire la porta che ci deve introdurre al racconto, è inutile che
ci sforziamo di immaginare e di voler capire che cosa c’è oltre la porta. Solo
se sapremo introdurre la chiave nel modo
giusto e riusciremo ad aprire la porta,
da questa entrerà la luce che ci consentirà di dare un senso ad ogni elemento
del racconto, come dalla porta aperta, prende luce una stanza, e diventano
chiaramente individuabili gli oggetti che vi si trovano. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Cercando di capire il senso, e come quindi
vada usata la chiave che ci propone Giovanni, abbiamo subito una prima
risposta di fondo, sul perché Giovanni
ha scritto, e perché è importante che riusciamo a leggere ed a capire. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Non è un romanzo quello che abbiamo davanti! E
non abbiamo aperto il libro come si apre
un romanzo, per vedere come l'autore abbia saputo immaginare dei personaggi, e
costruire una trama, attraverso la quale farci entrare nel mondo della sua
immaginazione, trasmetterci la sua visione della realtà, farci partecipare allo
sviluppo delle sue riflessioni.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Apriamo questo libro, non per una curiosità
letteraria, ma perché, ci è stato detto, vi possiamo trovare la risposta ai
nostri più profondi perché: al perché della nostra esistenza, al perché della
morte, al perché d'un' esistenza che finisce nella morte. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Apriamo
questo libro perché ci è stato suggerito vi possiamo trovare parole di vita
eterna, anzi, le parole che danno la vita eterna.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Apriamo
questo libro con l'ansia di chi s'è reso conto che non ha senso continuare a
vivere senza capire, continuare ad andare, senza sapere dove porta la strada,
senza chiedersi se si sta andando nella direzione giusta. Ancor meno senso ha continuare ad
andare senza sapere perché camminiamo, quale sia il fine del nostro andare, del nostro correre
e rincorrere!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> E’ evidente infatti che solo trovando la
risposta al perché della vita dell’uomo, riusciremo a trovare la risposta su
quale debba essere il modo più giusto di vivere. Una risposta che non ci
interessa da un punto di vista accademico e letterario, ma da un punto di vista
esistenziale, che ci riguarda direttamente: la risposta che cerco, non riguarda
il senso della vita in generale, ma il senso
della mia vita, di quel che faccio e sono, e quindi il senso che posso
dare a quel che faccio e sono.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Solo infatti, dalla spiegazione sul perché,
può venirci chiara la spiegazione sul
come vivere, su che cosa abbia senso, e su che cosa, invece, non ne abbia
affatto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Rispetto a queste domande con le quali apriamo
il Vangelo, ci interessa poco il miracolo per cui Elisabetta già sterile e
vecchia, ebbe un figlio che avrebbe predicato la venuta di Cristo, e neppure ci
interessa il come Giovanni Battista abbia predicato questa venuta. Tantomeno ci
interessa la dimostrazione che Cristo discendeva da Davide re d'Israele.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Giovanni capisce la nostra esigenza e
nell'introduzione, cercando di fornirci
la chiave di lettura, esordisce appunto dicendo che, l'elemento assolutamente originale del suo racconto, sta
nel fatto che il protagonista non è un uomo:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Egli
era Dio, Figlio unico di Dio Padre".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Non
leggeremo quindi il racconto della vita di un uomo, fosse anche del più grande
tra gli uomini, ma, addirittura, del figlio di Dio. Ma questo non basta ancora
per sapere se nel racconto troveremo una risposta ai nostri perché, anzi ci fa
venire il dubbio che si tratti d’un libro di mitologia, genere letterario dal
quale non possono venire risposte a
domande esistenziali.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Giovanni
capisce la nostra esitazione, e assecondando ancora il nostro desiderio di
sapere, precisa subito che nel suo libro c’è la risposta che cerchiamo,
e sta nel fatto che:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Dio
ha fatto un dono a noi, di diventare figli di Dio".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">La
risposta ai nostri perché, la soluzione
della ricerca su cosa siamo e dove andiamo, sta dunque, per Giovanni, nel fatto
che dalla premessa che Cristo è figlio di Dio discenderebbe che noi tutti siamo
o possiamo diventare figli di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Di
fronte ad un’apertura così provocatoria e sconvolgente un laico, nel senso
d'una persona che desidera seguire soltanto ciò che risponde a un criterio di
razionalità, che abbia un senso logico accettabile, d’impulso viene preso dalla tentazione di buttare da parte il
libro, per evitare una inutile perdita
di tempo:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Che
mostruosità!» dirà «come posso immaginare e addirittura credere, d'essere figlio di Dio? In quale
delirio di potenza, l’uomo può riuscire ad immaginarsi, addirittura figlio di
Dio, e quindi Dio egli stesso?..."<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Il
cattolico invece penserà:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Non
riesco veramente ad immaginare come sia possibile. E’ inconcepibile ed assurdo
infatti che io, uomo limitato sotto mille aspetti, finito nel tempo, perché
destinato alla morte, possa ritenere di essere figlio di Dio. Tuttavia, proprio
perché è assurdo, lascio il terreno della ragione e salto nel vuoto della fede
e credo sulla parola.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> La parola su cui scommette tutto sè stesso il
cattolico, è quella della Chiesa che propone come dogma l’incarnazione di Dio
nell’uomo Cristo. L’alibi nel quale il cattolico riesce ad accettare anche ciò
che ripugna alla ragione, è quello per cui «si tratta d’un mistero». E’ mistero
l’incarnazione, come e’ mistero la resurrezione e l’ascensione! Nella magia
della parola «mistero» dovrebbe appagarsi ogni bisogno di sapere che non trova
risposte nella ragione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Gli
uomini volevano sapere, ed allora si sarebbe mosso il figlio di Dio per venire
tra loro. Ma anche lui non sarebbe stato capace di vere risposte. Si sarebbe
limitato a portare qualche enigma, qualche nuovo mistero! Non mi pare che la
cosa abbia molto senso!…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Tuttavia,
non riuscendo o non volendo, rinunciare agli scrupoli della ragione, e non
volendo nascondermi dietro l’alibi del mistero, posso almeno convincermi che la
rivelazione, per la quale io sarei
figlio di Dio, è almeno intuibile, se non dimostrabile attraverso la
ragione? Se non sarà possibile capire appieno la portata della rivelazione,
perché limitato è lo strumento della mente che mi trovo a disposizione, sarà
almeno possibile ammetterla?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Se
mi sono rimesso a leggere e perchè penso di si! Mi sono convinto di sì! Perché
se Cristo è il figlio di Dio, le sue parole non possono che essere “parole di
verità” e non enigmi. Deve quantomeno essere possibile avvertire il senso e la
validità della rivelazione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">M’ero
perso nel deserto della vita e cercavo una strada. Invano! Perché nel deserto
non ci sono né strade nè sentieri. Nella mia logica, al bisogno di ritrovarmi,
rispondevo cercando una strada. E cresceva la mia angoscia all’aumentare della
consapevolezza d’essermi perso, di non sapere, di non avere l’idea, di come
riuscire ad orientarmi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">E
una voce nel deserto mi disse di guardare le stelle. Pensai che il destino si
volesse burlare di me. Stavo cercando con ansia dei segni tra la sabbia, e come
aiuto mi si consigliava di guardare al cielo...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Ma
poi anch’io ho capito che tra la sabbia, spazzata dal vento, non avrei trovato
alcun riferimento. Solo guardando alle stelle avrei potuto trovare
l’orientamento!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Mi sono anche convinto che l’orientamento e la via d’uscita
individuata potrebbero essere validi
solo per me. Infinite possono essere le strade per uscire dal deserto. Se ne
trovassi una, potrebbe rivelarsi percorribile solo per me, per il mio peculiare
modo di essere e di vedere le cose. Ma comunque, se ci riuscissi, avrei dimostrato che, come suggerisce Giovanni,
guardando le stelle si può uscire dal deserto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Penso
infatti che non si debba e non si possa ricercare nel Vangelo, una risposta
valida per tutti. Anche perché, uno degli elementi che caratterizzano la novità
della rivelazione evangelica, è proprio quella del rapporto personale ed
individuale di ogni uomo con la divinità: non è la società che può diventare la
società dei figli di Dio, ma al contrario ogni uomo e’, o può diventare, figlio
di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">In
una famiglia nella quale tutti i fratelli amano e sono in rapporto con il
padre, e' perfettamente inutile che gli uni spieghino agli altri, le
motivazioni del loro amore. Ognuno
infatti ha una sua diversa giustificazione, per spiegare un rapporto di affetto
e di amore che, pur essendo egualmente profondo e sincero, è diverso per
ciascuno dei fratelli. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Ma
quando nella famiglia si sono rotti i rapporti tra i fratelli, e tra questi ed
il padre, il racconto di uno dei fratelli su come abbia ritrovato il suo
rapporto con il padre, può giovare agli altri per ricostruire un proprio percorso, per ritrovare un proprio rapporto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Può
essere che il racconto del fratello più sentimentale faccia ridere il fratello
più razionale, che quello del fratello più opportunista, scandalizzi il
fratello più altruista. L'importante è che, pur ridendo o scandalizzandosi,
anche gli altri fratelli ritrovino in sé stessi, il bisogno di riprendere un
rapporto con il padre, individuando poi
le modalità e il percorso più congeniale al carattere ed al modo di pensare di
ognuno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">La
mappa delle mie riflessioni dunque, attraverso la quale cercherò di orientarmi,
parte dalla considerazione che, almeno secondo Giovanni, il punto centrale
della rivelazione, la risposta da cui discendono tutte le altre risposte, è che
io sono figlio di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Si.
Ma anche se volessi accettare questo come postulato, che cosa veramente
significa? Cosa si deve e si può effettivamente intendere con l’affermazione
che io sono figlio di Dio?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Suppongo che, a monte, si debba risolvere un problema di terminologia. Giovanni
scriveva per comunicare i concetti che
considerava fondamentali
dell’insegnamento di Cristo. Lo doveva fare per gli uomini del suo tempo, nel modo che riteneva
più comprensibile, allo stato delle conoscenze e della sensibilità del momento.
Ma sono passati quasi duemila anni. C'è stata una grande evoluzione delle
scienze e della filosofia. Se scrivesse adesso, scriverebbe evidentemente in
maniera diversa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Io
credo che comincerebbe con il non usare la stessa terminologia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma quindi potrebbe non usare più il termine
«figlio di Dio»? Probabilmente sì, lo ripeterebbe, perché forse non esiste altro termine che
traduca meglio l’idea che voleva
esprimere. Ma per capire l’idea che sottende il termine è necessario che si
ricostruisca il contesto nel quale l’idea si definisce nei suoi contorni. Presa così, come affermazione a sé
stante, potrebbe sembrare soltanto una provocazione, o, persino una bestemmia! <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Cap. 2<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">La verità di Dio.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Se
vogliamo cercare di capire il significato del concetto che noi siamo figli di
Dio, dobbiamo evidentemente prima cercare di capire cosa significhi
l’espressione per la quale Cristo è figlio di Dio, e quindi, ancora prima che
cosa si intenda con il termine Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Quando leggo che Cristo è figlio di Dio, mi
viene istintivamente di pensare a quell'uomo sulla croce che domina l'altare
della chiesa del mio paese, e come padre, vedo quel vecchio che domina l'abside
portando le tavole dei dieci comandamenti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Ognuno
di noi ha, almeno a livello subconscio,
un'immagine antropomorfa della divinità. Con il filtro di questa
immagine diventa difficile dare un senso all’espressione per cui Cristo è
figlio di Dio, e, per analogia, diventa assurda l’espressione che l’uomo è
figlio di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">La
soluzione più facile, sarebbe quella di considerare l’espressione «figlio di
Dio» riferita all’uomo, come un modo di dire, e tirare avanti, senza dare molta
importanza a questa originalità espressiva.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Ma
nella chiave d’interpretazione del suo Vangelo, Giovanni precisa senza mezzi
termini: «Agli uomini Dio ha fatto il dono di diventare figli di Dio», e nella
sua prima epistola, aggiunge: «E lo siamo veramente!».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Non
si tratta quindi di un modo di dire! E non si tratta neppure d’un dettaglio
secondario sul quale si può sorvolare per ritornarci in un secondo momento. E’
invece l’essenza stessa della rivelazione. E’ quindi indispensabile riuscire a darcene una spiegazione,
a capire come sia possibile.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Lasciando da parte l'immagine che ho nella mia
mente e che mi viene dal catechismo
dell'infanzia, io so che non ha senso pensare a Dio come una sorta di Giove unico che si agita
nell’infinito dei cieli contemplando la sua creazione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Dio
evidentemente non può essere immaginato come qualcosa di definito, e tantomeno
come un uomo, Dio è il Principio, l'Infinito da cui è nato il finito
dell'Universo, l'Idea da cui è nata ogni cosa, l’Esistenza che giustifica
l’esistente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«Dio
è l’essere perfettissimo creatore e signore del cielo e della terra», mi hanno
insegnato a recitare già in prima elementare. Ma se Dio e’ l’essere
perfettissimo signore del cielo e della terra ed io, uomo, sono suo figlio, ne
discende che io non sono uno qualsiasi degli elementi dell’universo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Se
poi non sono in assoluto figlio di Dio,
ma ho la possibilità di diventarlo, atteso che l’obiettivo non e’ evidentemente
di poco conto, non posso non pormi il problema di cosa fare per conseguirlo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Questi
sono i due versanti dello stesso problema sui quali vorrei portare il complesso
della mia riflessione, articolandola appunto in due parti distinte: cosa
significa essere figlio di Dio e che cosa si deve fare per diventarlo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Prima
ancora però di scendere sui versanti, sarà opportuno, come si è detto, ci si chiarisca e si metta a fuoco l’idea di
Dio e di Cristo figlio di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Sull’origine e la storia dell’idea di Dio
evidentemente ci sono studi che trattano l’argomento da ogni possibile
angolatura. Ma non è in questa direzione che credo sia il caso di addentrarsi,
non è un sentiero sul quale possa porsi «l’uomo della strada».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">A
me è sufficiente verificare se alla perentoria affermazione di Nietzsche che
«Dio e morto» sono in grado di contrapporre la mia convinzione, altrettanto
perentoria, che Dio esiste.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Anche per me, come per il filosofo, Dio è
morto se per Dio devo intendere l’idea di Dio antropomorfa che mi porto dentro.
Sono d’accordo con lui nel dire che è morto il Dio dei divieti, delle
punizioni, il Dio che incombe minaccioso e vendicativo, pronto a punirmi
qualsiasi cosa faccia, che mi tiene in bilico tra grazia e peccato, tra inferno
e paradiso.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> «Dio è morto per cui l’uomo è ora totalmente
libero» è una affermazione che condivido nel senso della possibilità di pensare
Dio senza schemi preconcetti. Appunto come un figlio che ha ritrovato il Padre
e vuol sapere tutto di lui, non potendo e non volendo fidarsi di quello che gli
dicono gli altri. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">E’
quindi proprio in questa libertà
conquistata che ritrovo il Dio che non è morto, il Dio fondamento stesso della
mia esistenza. Il Dio che non esiste ma è l’Esistenza da cui trae origine anche
il mio esistere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Nella
Bibbia è scritto che Dio ha fatto l’uomo a sua immagine, mentre nella realtà è
l’uomo che fa Dio a sua immagine.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Costruendolo
a propria immagine i teologi hanno cercato di dimostrare che esiste, e San Tommaso
in particolare ha elaborato una serie di prove che dimostrerebbero appunto
l’esistenza. Lo scetticismo che ho sempre avuto di fronte a queste prove mi
pare naturale. Come può infatti
il finito dimostrare l’esistenza dell’Infinito? Se riuscisse, in quel momento
l’Infinito non sarebbe più tale, perché sarebbe ricompreso nel finito. Più
logica mi pare la considerazione che non si può dimostrare che Dio e’
esistente, perché in effetti non lo e’: Dio non è un esistente ma e’
l’Esistenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Se
non ci togliamo dalla mente l’immagine di Dio a nostra somiglianza, non
riusciamo a pensare a Dio. Il nostro ragionamento, in quanto esistenti, tende a
far riferimento al divenire, perché per noi esistere è divenire. Pensando
all’esistere come divenire non riusciamo a pensare all’Esistere in assoluto,
all’Essere. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Ma
divenire e’ proprio il modo di essere
transitorio dell’Essere. Il nostro divenire implica e postula l’Essere: il
divenire e’ figlio dell’essere, l’esistente è figlio dell’Esistenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Se
Dio e’ l’Esistenza, Dio è anche il mio esistere. Non evidentemente ciò che sono
come corpo e neppure ciò che sono come intelligenza o capacità di sentimenti,
ma ciò che sono come puro atto dell’esistere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Non
ha senso che io dimostri di esistere e così non ha senso che io dimostri
l’esistenza di Dio. Il mio divenire postula l’esistenza dell’Essere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Anche in natura la mia esistenza dimostra
l’esistenza di mio padre. Invece che scervellarmi a dimostrare che esiste,
sarebbe più logico mi impegnassi a cercare di conoscere, sapendo che anche in
questa ricerca, come uomo finito ho un limite. Non riesco, infatti, a conoscere
il mio esistere, perché per conoscere è necessario avere un oggetto della conoscenza, ma l’esistere
come soggetto di conoscenza non può diventare l’oggetto della conoscenza. Come
non riesco a conoscere il mio esistere così non posso conoscere l’Esistenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Ma
come sento ed intuisco il mio esistere così posso intuire e sentire
l’Esistenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">La
rivelazione insita nel concetto che il figlio di Dio si è fatto uomo e che
l’uomo è figlio di Dio è appunto che l’Esistenza non è esterna al mondo, ma è
nel mondo. Allo stesso modo l’esistenza dell’individuo non è esterna
all’individuo, ma interna.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Il
motivo per il quale posso chiamarmi figlio di Dio è il mio esistere, intimo
rispetto a tutto quello che sono, sia come spirito sia come corpo, elemento
dell’esistenza nello spazio e nel tempo attraverso il corpo, che può restare
nell’esistenza al di là dello spazio e del tempo, senza il corpo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Esisto come momento dell’Esistenza
(figlio dell’Esistenza-Dio) e più si sviluppa la coscienza del mio esistere in
questo rapporto (di figlio dell’Esistenza-Dio), più la mia coscienza
individuale acquisisce la possibilità di consolidarsi autonomamente, in
un’altra dimensione al di fuori e senza il corpo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Cap.
3.</span></b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">In
Principio.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">In principio erat Verbum, inizia
Giovanni e sembra fare eco alla Bibbia. In principio Dio creò il cielo e la
terra. Cosi comincia infatti il primo libro della Genesi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma in principio, prima di creare, Dio che cosa
faceva? Che cosa c’era prima della creazione? Dio disse: “Sia la luce” E la
luce fu. Ma prima della luce che cosa c’era? La notte nella quale non si vedono
le cose, ma le cose ci sono, o la notte del nulla. E nella notte del nulla
allora, Dio che cosa ci faceva? O forse era Dio lo stesso nulla!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">In effetti se
creare è fare dal nulla, solo il nulla può creare. Oppure qualcosa o qualcuno
che conviveva con il vuoto del nulla e ad un certo punto ha deciso di
riempirlo. Dio, appunto! Ma che cosa si deve intendere con la parola “Dio”? Quando dico sasso, foglia, so a che
cosa mi riferisco. Anche quando dico amore, odio, seppure con meno precisione,
so a che cosa mi riferisco. Ma quando dico Dio, a che cosa mi riferisco? <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">La Bibbia da
per scontato che io lo sappia, e come se fosse tutto scontato quello che
precede comincia dicendo che in
principio Dio creò il cielo e la terra.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Ma non è
affatto scontato! Lo capisce anche Giovanni
che aprendo il suo Vangelo propone una risposta. In principio era il
Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio
presso Dio, tutto e’ stato fatto per mezzo di lui e senza di lui niente e’
stato fatto di tutto ciò che esiste.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">La chiave del
mistero iniziale è quindi il Verbo. Logos in greco, che era con Dio ed era Dio
e per mezzo di quale Dio ha creato il cielo e la terra. Leggendo Giovanni si ha
l’impressione che se fosse possibile capire che cosa si intende con il Verbo,
sarebbe poi facile risalire a che cosa si intende con Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">In Dio, dice
Giovanni, c’era la parola per mezzo della quale e’ stato fatto tutto ciò che
esiste. C’erano quindi le parole delle cose, prima che lo cose esistessero, e
queste parole erano raccolte e sintetizzate in una “La Parola” che era in Dio
ed era Dio. Chiedendo una metafora all’informatica, si potrebbe dire che
c’erano le parole del programma d’ogni cosa, in una costruzione ad albero che
si sviluppava da una parola chiave, la Parola. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Le
parole-programma non erano scritte da nessuna parte, erano un pensiero, il
pensiero di Dio. Posso immaginare che esista il mio pensiero senza di me? E’
possibile! Con la fantasia il pensiero si muove indipendentemente dal corpo.
Nel sogno il pensiero mostra di muoversi indipendentemente dalla persona che
sogna. E’ credibile quindi che il pensiero possa sopravvivere al corpo
indipendentemente da questo. Allo stesso modo e’ possibile immaginare che il
pensiero possa preesistere al corpo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Nel caso dell’uomo il dubbio su un pensiero
preesistente al corpo può venire dal fatto che il pensiero si sviluppa
attraverso l’esperienza fatta con i sensi del corpo. Ma in assoluto che ci
possa essere stato un pensiero, un’idea del mondo, prima che il mondo
esistesse, mi pare accettabile. Sotto il profilo logico, è credibile. Dire che
questo pensiero era in Dio ed era Dio, significa dare una spiegazione di che
cos’è Dio: l’Idea appunto, l’Energia in potenza, da cui nasce l’universo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Con la
necessità dell’uomo di dare contorni spaziotemporali ad un concetto, intuita la
possibilità’ d’un Pensiero-Dio, cadiamo nell’equivoco di pensare che ci sia
stato un prima del Pensiero senza il Mondo,
un dopo con il Mondo, e un dopo ancora, di nuovo senza il mondo. Il
Pensiero del mondo, che può essere pensiero di mille altri mondi, coesiste
invece con il mondo, ne costituisce l’anima. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Il Pensiero
della cosa è l’Esistenza della cosa, che consente a questa di esistere. Ogni
esistente nello spazio e nel tempo, esiste come momento ed espressione d’una
Esistenza al di fuori dello spazio e del tempo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Nel sviluppo
del processo di creazione di questo mondo è avvenuto poi un fatto singolare
(potrebbe essere avvenuto anche nel processo di creazione di altri mondi, o
potrebbero essere avvenuti fatti ancora più’ singolari): uno degli esseri
creati in un primo momento ha preso coscienza di esistere, in un secondo
momento ha intuito di essere un momento del Pensiero-Esistenza e quindi di
potervisi ricongiungere conquistando l’immortalità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Questa vicenda
dell’uomo viene riportata nel riassunto della genesi sullo sviluppo
dell’uomo. In un primo momento Dio
“plasmo’ l’uomo con polvere dal suolo e l’uomo divenne un essere vivente”. Poi
l’uomo nell’evoluzione della sua specie, conquistò la parola, Dio infatti nel
racconto biblico volle vedere come l’uomo avrebbe dato un nome agli animali e
alle cose. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Ma l’uomo, pur
capace di comunicare, non aveva ancora
coscienza di sé del proprio esistere. “Erano nudi ma non ne provavano
vergogna”, dice la Bibbia.. Solo più avanti l’uomo arrivò alla ragione, cioé
alla capacità di distinguere il bene dal male. E il passaggio viene riportato
nell’immagine dell’uomo che mangia del frutto dell’albero del bene e del male,
al quale gli era stato proibito di mangiare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">L’uso della
ragione lo porta alla coscienza di sè. “Allora si aprirono gli occhi di tutti e
due e si accorsero di essere nudi”, Se vi siete accorti di essere nudi, allora
avete mangiato dall’albero dal quale vi avevo comandato di non mangiare!
Ribadirà il Signore Dio, che per la prima volta viene sentito con paura, mentre
passeggia nel giardino. Dalla coscienza di sè deriva infatti la coscienza della
propria finitezza, la consapevolezza di dover morire e quindi la paura e
l’angoscia esistenziale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Ma ora l’uomo
è un essere che riesce a pensare! “Ecco”, infatti dice ancora il
Signore-Dio-Idea -Pensiero, “l’uomo è diventato come uno di noi, per la
conoscenza del bene e del male”. Con la differenza che è mortale. E Dio farà in modo che resti tale, che non
“prenda anche dell’albero della vita, ne mangi e viva sempre”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">L’uomo
tuttavia, continuando nella sua evoluzione, ottiene infine da Dio di poter
mangiare anche dell’albero della vita per
diventare immortale. Il divieto imposto nel primo libro della Bibbia,
viene tolto con l’ultimo, con il Vangelo<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">In questo infatti
si racconta di come il Verbo-Pensiero-Dio si sia fatto uomo, dando a quelli che
l’hanno accolto il potere di diventare figli di Dio e quindi in quanto tali, di
diventare immortali.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Fuor di
metafora, l’uomo e’ pervenuto alla coscienza del proprio esistere, come momento dell’Esistenza, pensiero del
Pensiero, In altri termini quindi si e’ scoperto e riconosciuto figlio
dell’Esistenza e del Pensiero e quindi figlio di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Riconoscendomi come tale, la mia coscienza,
ossia ciò che io sono, come capacità di essere di sentire e di pensare, potrà
sopravvivere alla perdita del corpo per continuare a vivere nell’Esistenza e
nel Pensiero, o (per usare un termine usuale che a questo punto del
ragionamento, dovrebbe essere chiaro a
cosa si riferisce) in Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> In questa prospettiva appare chiaro anche che
cosa si debba intendere con l’affermazione
che all’uomo è stato data la possibilità di diventare figlio di Dio. Non
è una metafora! “Lo siamo veramente” aggiunge Giovanni nelle Epistole.
L’esistente è una realizzazione spazio temporale del dna (il termine improprio
serve a chiarire i concetto) dell’Esistenza, destinato a ricongiungersi ad
Essa, integrato nelle implementazioni che gli deriveranno dall’aver
vissuto l’esperienza del mondo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">San Agostino
per riuscire ad esprimere l’idea d’un Dio infinito presente nel mondo finito
ricorre ad una bellissima metafora. “Come se il mare si stendesse ovunque, solo
mare per un immensa infinità di spazio, e tenesse immersa in se una spugna,
grande quanto si vuole, ma finita, quella spugna sarebbe piena, senza dubbio,
in ogni sua parte del mare infinito. Così pensavo la creazione, finita e
imbevuta di Te infinito”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">L’immagine che
Agostino rapporta alla creazione può essere riportata anche all’individuo,
immaginando la spugna composta di tante spugne con una loro specifica
individualità. Quando l’Infinito si ritira da ognuna, questa, senza l’acqua del
mare, muore. Ma l’infinito nel periodo che è vissuto nella spugna, ha
consentito a questa di realizzare un rapporto con lui, e questo rapporto
l’infinito lo porta con sé, nell’infinito e per l’infinito.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Ma se nel
periodo in cui la spugna ha vissuto dell’infinito ed è rimasta imbevuta
dell’oceano, non ha prodotto nulla che
l’oceano possa portare con se, la sua esistenza si conclude definitivamente
quando l’oceano l’abbandona.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Solo chi ha
saputo utilizzare quel momento per vivere e sviluppare la coscienza della
relazione con l’oceano, potrà continuare a viverla anche quando non ci sarà più
la spugna e ci sarà solo l’oceano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<h3 style="text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Cap.
4<o:p></o:p></span></h3>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">La Luce.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Sempre nell'introduzione, Giovanni accanto al
concetto che "Colui che è La Parola è diventato un uomo", quasi a
ribadire e rendere più facilmente intuibile il concetto, introduce
l’immagine della luce: <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">La
luce vera<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Colui
che illumina ogni uomo<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Stava
per venire al mondo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> L'uomo dopo la cacciata dal Paradiso terrestre
viveva in un mondo ostile, che non sentiva come suo. Il sentimento di fondo
dell'umanità era quello dell'attesa. L'attesa di qualcosa e qualcuno che
sarebbe venuto per dare un senso alla condizione umana.Giovanni Battista è
l'uomo che interpreta questa attesa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Come quando sta per venire un temporale, tutto
si caratterizza e trasforma in funzione dell'attesa del temporale stesso. Il
cielo è tutto coperto da nuvoloni neri, che impediscono la vista del sole. Al
di sopra dello strato di nubi c'è il sereno infinito, ma l'uomo non lo vede.
L'accavallarsi minaccioso delle nubi lo spinge a correre ad affrettarsi. Non
riesce a pensare che sopra c'è il sole, che ci sarà, anche per lui. di nuovo il
sereno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Le raffiche di vento fanno volar via gli
oggetti, e lui li insegue, disperato per la paura di perderli. Dalla terra
viene un odore acre ed intenso che lo inebria. Lui corre, insegue, cade e si
sporca di terra, con lo stesso piacere con cui gli è parso gli animali
godessero a coprirsi di fango.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> E finalmente un lampo squarcia l'aria! Dal
cielo scende improvviso un guizzo di luce che illumina la natura, come se un
per un attimo quella luce infinita che c'è sopra alla coltre di nubi, fosse riuscita
a penetrare le nubi, per illuminare il paesaggio sottostante.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Per un attimo l'uomo ha visto le cose nella
loro vera identità, quel lampo, come un raggio di sole improvviso, ha fatto sì
che l'uomo vedesse la sua sporcizia e si vergognasse.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma fu un lampo! Poi tutto tornò come prima: la terra da
conquistare con il sudore della fronte, le mani impastate di terra e di sudore,
la fronte sporca di terra ogni volta che uno cerca di tergere il sudore. Tutto
sembrava come prima, ma nulla era invece come prima. Adesso infatti l'uomo
aveva visto. Sapeva! Quel lampo, ritirandosi, aveva lasciato nella natura uno
spirito nuovo, un'energia nuova, che avrebbe aiutato l'uomo ad alzare la testa,
a guardare al cielo, sapendo che al di sopra di quel cielo così pesante, così
apparentemente impenetrabile, c'era invece la luce infinita, dalla quale si era
staccato quell'attimo di luce, che aveva
illuminato il mondo per un momento.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Nessuno ha mai visto la luce al di sopra delle
nuvole! Quell'attimo di luce però, che ha squarciato le nuvole, ci ha fatto
capire che c'è.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Fuor di metafora, conclude Giovanni:
"Nessuno ha mai visto Dio: il Figlio unico di Dio, quello che è sempre
vicino al Padre, ce l'ha fatto conoscere".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma che cosa ci ha fatto conoscere?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Cercando di eliminare le metafore del Vangelo,
ci si trova poi costretti a costruirne delle altre. Ci si accorge che lo
scoglio della terminologia è tutt’altro che superato. Non si riescono a trovare
i termini che esprimono i concetti, senza ricorrere a metafore, o comunque a
giri di parole.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Usando
termini come Padre e Figlio, per esprimere un concetto che va ben oltre quello
che si esprime nel rapporto padre-figlio, ci resta l’insoddisfazione per una
verità, che ci pare anche di poter comprendere, ma che non riesce a diventare convinzione. Non si riesce, come direbbe
Tolstoj, a sentire che la luce cresce in noi.
E’ come se dalla porta fosse entrato uno spiraglio di luce che ha dato l’impressione di riuscire a
distinguere gli oggetti nella stanza, ma poi ci si accorge invece che, per
quanto si sforzi la vista, tutto resta ancora troppo indefinito, per essere
riconosciuto. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> E allora forse è il caso di provare ancora un’altra strada, un percorso
nuovo!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> L’interpretazione del Vangelo è diventata per
la gran parte degli studiosi, il tentativo di ricostruire una verità storica al
di là delle contraddizioni che si riscontrano nelle varie versioni. Per me
invece, interpretare il Vangelo, significa scavare tra le parabole e le
metafore che Cristo è stato costretto ad usare, per far capire concetti
filosofici e teologici a un pubblico di poveri pescatori della Palestina. E
prima ancora significa riuscire a
demolire il fantasioso castello di altre metafore, attraverso le quali la
tradizione orale dei primi cristiani, si è tramandata la rivelazione, fino a
che non è stata codificata, nelle prime versioni scritte.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Riuscire a ritrovare tra queste macerie il
focolare originale della casa, il luogo dove ha brillato la luce che ha
illuminato il mondo, non è nè facile nè agevole. Eppure la ricerca importante
sul Vangelo, è solo quella che ci porta
a questa luce, a capire l’essenza del messaggio, dentro ai termini ed alle
forme nelle quali il messaggio è stato rinchiuso.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Lasciando quindi perdere i problemi
dell’esegesi, dell’interpretazione delle
parabole e dei miracoli, riprovo a scavare per risalire alla chiave di
lettura, ma questa volta riprovo con l’aiuto di mezzi esterni.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Come si è già detto, Giovanni, prima di
entrare nel racconto, ci riassume i più importanti concetti, nella premessa che
diventa la chiave di interpretazione di tutto il messaggio. Vorrei riprovare a
capire la chiave, sovrapponendovi la chiave delle Upanishad, cioè d’un testo
di riflessioni della metafisica indiana,
risalenti ad almeno 300 anni prima di Cristo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> E’ un accostamento che potrebbe sembrare senza
senso. A mio avviso ha invece una sua logica. La metafisica indiana infatti,
sviluppa una idea di Dio più immediata, senza sentire la necessità di ricorrere
a parabole, per esprimere i concetti. E’ come se gli orientali avessero una
sensibilità diversa e più evoluta rispetto agli occidentali. Per questo chi ha rivelato Dio a loro, ha potuto farlo
usando concetti più evoluti e soprattutto più immediati.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Anche tra gli occidentali, superato l’equivoco
illuminista, si sta affermando una metafisica che rinuncia all’idea che Dio
possa essere conosciuto attraverso la ragione. Come da secoli sono già convinti
gli orientali, anche noi ci stiamo convincendo
che altre, e non quelle della ragione, sono le strade che portano a Dio.
Questo per un processo di evoluzione della cultura occidentale che giunge solo
ora alle raffinate sensibilità della cultura orientale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Nella chiesa cattolica invece avviene come se
la maestra avesse elaborato uno schema di insegnamento adatto ai bambini e ce
lo continuasse a ripetere, ora che siamo diventati adulti. Non è che lo schema
sia sbagliato, ma è evidente che ora ci appare insufficiente e puerile. E
quindi logico che cerchiamo di rivolgerci ad altri maestri che hanno elaborato
schemi per adulti, e che tentiamo di rileggere anche gli schemi della maestra,
alla luce di questi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> In questo senso mi pare legittimo il
tentativo di interpretare la nostra rivelazione, alla luce della rivelazione
degli orientali, di utilizzare i concetti della teologia indiana, come chiave
per capire i concetti della nostra teologia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Alla domanda su chi è Dio in rapporto con
l’esistenza del mondo, Giovanni mi dice che in principio c’era la Parola e la
Parola era presso Dio ed essa era Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Le Upanishad ci spiegano che «all’inizio
questo mondo era soltanto il Sè sotto forma di Persona cosmica. Guardandosi
attorno non vedeva altro che sè stesso.
Egli disse perciò dapprima: Io sono».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Poetica ed infantile allo stesso tempo questa
immagine del Pensiero cosmico che si guarda attorno e scopre la propria
solitudine. Illuminante invece l’idea dell’Esistenza iniziale, che avverte la
coscienza del proprio esistere che viene affermato con la Parola: «Io sono». La
parola è la coscienza, del proprio
esistere da parte dell’Esistenza. Allo stesso modo Dio nella Genesi, a Mosè che
gli chiede come si chiama, risponde: “Io sono colui che sono”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma la coscienza dell’esistere del Sè,
determina il sorgere della coscienza dell’altro da sè, cioè del divenire, del
mondo. L’Esistenza, sviluppa il suo rapporto con il tempo, ossia con il
Divenire.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Nell’evoluzione del mondo, uno degli elementi
del mondo, l’uomo, nel corso dell’evoluzione della sua specie è riuscito a
comprendere l’idea di Dio come idea dell’Esistenza. Da questa intuizione è
derivata all’uomo la coscienza della propria esistenza, come momento puntuale
dell’Esistenza, cioè di Dio, nello spazio e nel tempo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Lo stesso concetto può essere espresso dicendo
che il Logos cioè la Parola:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Era
con Dio<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Egli
era Dio<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Egli
era al principio con Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Per
mezzo di lui Dio ha creato ogni cosa....<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">E
poi: <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Egli
era nel mondo <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">il
mondo è stato fatto per mezzo di lui<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">ma il mondo non l’ha conosciuto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">E’
venuto nel mondo che è suo<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">ma
i suoi non l’hanno accolto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">La
Parola è diventata un uomo<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">ed
ha vissuto in mezzo a noi uomini.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Alcuni
però hanno creduto in lui<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">a
questi Dio ha fatto un dono:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">di
diventare figli di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Parafrasando si potrebbe dire che
la coscienza dell’esistere era con l’Esistenza. Dalla coscienza dell’esistere è
nata la coscienza dell’esistente, cioè come si è già detto con altri termini,
l’idea del divenire, l’idea del mondo. Dalla coscienza dell’esistente si è
formato (per mezzo di lui) l’esistente, cioè il mondo.L’esistente, l’universo,
aveva in sè la coscienza del proprio esistere e dell’Esistenza, dal momento che
si era sviluppato dall’Esistenza. Ma il mondo non avvertiva di avere questa
coscienza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Finché l’uomo, attraverso l’evoluzione della
propria specie, e lo sviluppo della propria intelligenza, e riuscito a raggiungere la coscienza
dell’esistere e dell’Esistenza. Oppure,
come dice Giovanni, la coscienza dell’esistente è diventata un uomo, per
dimostrare agli uomini che possono avere la coscienza dell’Esistenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Chi, credendo in Cristo, ha acquisito la
coscienza dell’Esistenza, acquisisce la possibilità di essere assorbito
nell’Esistenza, diventando immortale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Concetto che viene ripetuto alla lettera nelle
Upanishad: «colui che Lo conosce per intuito e tramite ogni vibrazione di
coscienza e consapevolezza, consegue l’immortalità». Mediante la conoscenza si ottiene l’immortalità. Come dice
Cristo «Questa è la vita eterna: conoscere il Padre»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Che la coscienza di sè e dell’Esistenza si sia
rivelata agli uomini attraverso l’incarnarsi dell’idea in un uomo, o che alla
coscienza l’uomo sia arrivato attraverso l’evoluzione della propria
intelligenza, è ciò che distingue il cristiano dal non credente. Ma, a mio
avviso, di fronte al risultato, perde importanza l’interesse su come si sia
arrivati al risultato. Ciò che conta, è
che io, uomo, ho la coscienza del mio esistere e attraverso questa
consapevolezza ho la coscienza dell’Esistenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Questa potrebbe essere la luce che ha
illuminato gli uomini!<o:p></o:p></span></div>
<h4 style="text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Cap.
5<o:p></o:p></span></h4>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">E la Parola si fece
carne.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">E venne ad abitare
in mezzo a noi.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Nei
capitoli precedenti si è tentato di capire, con un approccio forse tropo
filosofico, il senso dell’affermazione “in principio c’era la Parola”. Ammesso
che le conclusioni a cui si è giunti possono soddisfare il bisogno di conoscere
d’una persona che non accetta se non ciò che riesce a comprendere, il passaggio
successivo della introduzione di Giovanni si presenta ancora più difficile e
complesso:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">“e
la parola si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Riprendendo
lo schema del nostro ragionamento, dovremmo pensare che ad un certo punto della
storia, l'idea del mondo, o la coscienza dell’Esistenza, si è incarnata in un
uomo, diventando uomo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">L'idea
del mondo-figlio di Dio, si e' incarnata in un uomo di nome Gesù, nato a
Nazareth in Galilea, mentre a Roma regnava l'imperatore Cesare Augusto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Presentata
in questo modo l’idea potrebbe anche risultare comprensibile. Tutto si complica
però se devo riconoscere che la Parola che si è incarnata è l’Unigenito figlio
di Dio. Se il figlio di Dio è il figlio dell’Esistenza, il concetto di
unigenito mi porta fuori strada, è un termine che mi riporta alla visione
antropomorfa di Dio perché unigenito è una parola alla quale non so attribuire
un significato se non in rapporto all’atto naturale della procreazione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Comunque,
nell’economia del mio ragionamento è una parola sulla quale posso sorvolare.
Non dico che non sia importante, anzi, proprio per questo, come dicevo
nell’introduzione, ritengo che vada discussa e approfondita dentro la città.
Fuori possiamo anche evitare la discussione perché ciò che ci interessa è il
contenuto del messaggio evangelico non il come ci sia pervenuto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Dal
momento che ci siamo posti nell’ottica di accettare o rifiutare il messaggio in
quanto più o meno rispondente ad un criterio logico e non per l’autorità più o
meno grande di chi l’ha portato, possiamo anche evitare le discussioni
cristologiche. Non ci interessa in questa sede chi è stato Cristo ma che cosa
ha detto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Anche
in seguito, parlando del messaggio, mi riferirò indifferentemente al dato come
rivelato o al dato come scoperta filosofica, propendendo ora per l’una ora
per l’altra soluzione, solo ed
esclusivamente ai fini d’una migliore comprensione del contenuto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Personalmente
propendo per l’idea d’un Cristo-filosofo (che non esclude tutto quello che la
cristologia sostiene al riguardo) perché non riesco ad accettare ciò che sta a
monte dell’idea del figlio Unigenito.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Che
il figlio Unigenito di Dio si sia incarnato, indipendentemente dalla
possibilità di dimostrare la storicità dei Vangeli e quindi della figura
storica di Cristo, la ragione potrebbe anche accettarlo, ma ciò che non riesce a capire ed ammettere è
il perché sarebbe dovuto avvenire.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Che
l’Infinito nella sua onnipotenza abbia voluto che una parte di sè, come parte
di sé ogni padre considera il figlio,
diventasse finito nel tempo e nello spazio, diventasse cioè uomo, potrei anche accettarlo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Ma
se è possibile non è logico!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Dio
avrebbe voluto secondo le reminiscenze del catechismo, che una parte di sé,
della sua stessa sostanza, diventasse
uomo, perché si potesse sacrificare, morendo in croce, e redimere con la sua
morte gli uomini dal peccato originale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Non
c'è alcuna logica in tutto questo. Non fosse altro perché se Dio Onnipotente
avesse voluto salvare l'uomo, non avrebbe avuto
bisogno di sacrificare alcuno, sarebbe stato sufficiente l'avesse voluto
e si sarebbe verificato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">D'altra
parte se accettiamo il concetto che Dio ha voluto che, ad un certo punto della
storia, suo figlio si incarnasse, non possiamo immaginare che tutto questo sia
avvenuto per lasciare agli uomini una serie di concetti misteriosi ed
incomprensibili. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Se Dio e' l'Infinito e Cristo e la sua
manifestazione tra e per gli uomini, questa manifestazione non può essere
avvenuta, se non per portare agli uomini qualcosa che non sarebbe stato
possibile portare senza la manifestazione stessa, e non certo un mistero.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Io
credo che restiamo bloccati di fronte al
perchè dell’incarnazione, perché vogliamo leggere con gli schemi mentali di noi
occidentali del duemila, un evento che è stato riportato secondo gli schemi
degli ebrei di duemila anni fa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Se
pensiamo a Cristo come al Messia, colui nel quale si compie la storia
dell’antico testamento, la presentazione che ci viene data “dell’agnello di Dio
che toglie i peccati del mondo» ha una sua logica. Per una cultura religiosa
come quella veterotestamentaria, che vedeva nel sacrificio il modo di
rappacificare l’individuo con la divinità, è logico che la storia si completi
nel massimo dei sacrifici: Dio sacrifica il figlio-uomo sulla croce perché
l’umanità intera possa riconciliarsi con lui.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Per
noi, pensare che Cristo si è incarnato per morire, diventa giustamente uno
scandalo, diventa la «sconfitta di Dio».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Ma
perché dobbiamo pensare a Cristo attraverso gli schemi con i quali ce l’ha
riportato la cultura ebraica? Già leggendo le epistole di Paolo si nota come questo concetto di «Cristo che
offre sé stesso in sacrificio per eliminare il peccato», viene enfatizzato
appunto soltanto nella lettera agli Ebrei. Quando parla ai Romani il linguaggio
di Paolo è diverso. E perché allora noi ci ostiniamo a voler capire il
messaggio nell’interpretazione ebraica, così lontana della nostra scrittura?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma se non e’ venuto al mondo per essere
immolato come vittima sacrificale al Padre, a quale fine si sarebbe incarnato?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Se
eliminiamo ogni sovrastruttura, il Vangelo di Giovanni ci riporta la storia di
un uomo che si dichiara figlio di Dio, che vive tre anni di predicazione
scanditi da tre viaggi a Gerusalemme. Quando arriva a Gerusalemme per la terza
volta, viene arrestato, condannato a morte e giustiziato. Una fine più che
prevedibile, per un contestatore che per
tre anni si era proposto con un messaggio rivoluzionario, che metteva in
pericolo il sistema di potere religioso ebraico, che si reggeva sul compromesso
con il potere politico del conquistatore romano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Da
quello che ci ha detto nei tre anni, ricaviamo che è venuto per insegnarci a
conoscere il vero Dio, a vivere da figli di Dio per ottenere la vita eterna. Se
doveva insegnare agli uomini a vivere, non poteva non insegnare loro anche a morire, dato che la
morte è l’elemento caratterizzante la vita dell’uomo. Un concetto che Paolo
riporta proprio nella lettera agli
ebrei: «mediante la propria morte ha potuto distruggere il demonio che ha il
potere della morte, e ha potuto liberare quelli che vivevano sempre come
schiavi, per paura della morte».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">L’idea
d’un uomo schiavo per paura della morte mi pare molto pertinente. Ma volendo
liberare l’uomo da questa schiavitù non servono i sacrifici alla divinità. Gli
si deve insegnare concretamente che c’è un modo per vivere vincendo la morte, o
con una figura poetica, vincendo, «il demonio che ha il potere sulla morte».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Se
Cristo s’è incarnato per insegnare agli uomini e non per sacrificarsi, ci si
scontra in un altro paradosso quando, come ho già detto, attraverso il
catechismo, si impara che non ci sono state lasciate delle verità, dei concetti
facilmente comprensibili, ma soltanto
dei misteri.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Possibile?
Mi chiedo. Nessuna religione ha il coraggio di spingersi fino all’idea del
figlio di Dio che diventa maestro degli uomini. E con un maestro così
eccezionale l’uomo sarebbe riuscito a capire soltanto che tutto è un mistero? …<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Dice
giustamente Giovanni nella sua prima epistola: "Noi sappiamo che il Figlio
di Dio è venuto e ci ha insegnato a conoscere il vero Dio". Ma che cosa ci
ha fatto conoscere se sono ridotto ad immaginarlo in quel vecchio dipinto
nell’abside della chiesa del mio paese?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Alla
base della mia riflessione c'è l'idea che i messaggi non erano incomprensibili,
erano al contrario chiarissimi e sintetizzabili in poche parole. Sono stati
stravolti nell'interpretazione che se n'è voluta dare, perseguendo finalità che
non erano solo quelle di trasmettere la Rivelazione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">La
rivelazione e' infatti tanto semplice quanto sconvolgente: io sono figlio di
Dio e per rendere vivibile e non solo comprensibile questo concetto Dio ha
fatto si che lo vivesse, il Figlio suo Unigenito. Il figlio di Dio e’
vissuto da uomo per insegnare agli
uomini a vivere da Figli di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Vivere
da figli di Dio significa vivere amando Dio ed i fratelli".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Vivendo
da figlio di Dio l'uomo riconquista l'immortalità perduta.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Chi
ascolta la mia parola e crede nel Padre che mi ha mandato ha la vita
eterna!"<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Il Vangelo è tutto qui. La rivelazione è
sintetizzabile in queste poche parole. La salvezza non è nella morte di Cristo,
ma nella rivelazione che ha fatto agli uomini della loro natura di figli di
Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Cap. 6<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">L'Uomo Figlio di
Dio.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Se anche
fossi in qualche modo riuscito a rendere più comprensibile il concetto che il
figlio di Dio s’è fatto carne, sarei comunque molto lontano dal poter
comprendere la seconda parte della proposizione: «il figlio di Dio s’è fatto
carne, perché la carne, cioè l’uomo, capisse di poter diventare figlio di Dio».
A quelli che hanno creduto in Cristo, «Dio ha fatto un dono: di diventare figli
di Dio».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Ma è evidentemente
la parte della proposizione e quindi della rivelazione, che più ci
interessa. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Infatti se
anche riuscissimo a capire Dio, e a darci una spiegazione del come sia potuto
avvenire che il figlio di Dio si sia fatto uomo, non avremmo ottenuto alcun risultato pratico, se tutto
questo non avesse alcun riflesso su di noi, non servisse a dare un senso alla
nostra esistenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Il vero
problema, ammesso e non concesso d’aver capito come il figlio di Dio possa
farsi carne, è quello di capire come sia possibile che la carne diventi figlio
di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma cosa
può significare in termini razionali e non come verità di fede, che l’uomo può
diventare figlio di Dio?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Dal
punto di vista della ragione, potremmo dire che l’uomo può avvertire di essere
figlio di Dio nel momento in cui avverte di avere in sé, nel suo corpo,
qualcosa che non e' corpo: la coscienza della propria esistenza, o, come si suol
dire, l'anima spirituale. Questo avviene, come si e’ detto, in un momento della
storia dell'umanità, per l’intervento dell’Unigenito o per la evoluzione della
capacità di pensiero dell'uomo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Se in questo processo evolutivo c'è stato un
intervento esterno della divinità che ha fatto prendere coscienza
dell'evoluzione intervenuta, non trovo difficoltà ad ammetterlo, se ammetto
l'esistenza d'un Principio o Energia che guida l'evoluzione del mondo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma che ci sia stato o no è indifferente!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Nel momento in cui l’uomo ha cominciato a
distinguere il bene dal male ha preso a
sviluppare la capacità di pensare e di sentire, ha sviluppato in se stesso la
propria essenza spirituale. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Essenza spirituale che si è andata sempre più
raffinando fino a quando è riuscita a concepire la divinità come l’Assoluto
sentendosi parte di esso in relazione con lui.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Come ricorda Arnold Toynbee, nel VI secolo
avanti Cristo in cinque parti diverse del mondo, ci furono cinque «illuminati»,
(Confucio, Buddha, Zarathustra, Pitagora e il Deutero-Isaia) che svilupparono
un nuovo concetto di religione. «La caratteristica comune più importante è la
possibilità per il singolo essere umano
di giungere ad un rapporto personale diretto con la realtà spirituale ultima,
che sta nel, e dietro l’universo, nel quale l’uomo si trova. Originariamente il
rapporto dell’uomo con la realtà ultima era stato non individuale e personale,
ma collettivo e istituzionale». Il Dio della Bibbia è il Dio di Israele, non
degli israeliti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Nel mondo
mediterraneo, il pensiero di Dio in un rapporto diretto con l’uomo, si
approfondisce ancora nei secoli, in
particolare nel mondo ebraico, che per primo aveva sviluppato l’idea del Dio
Unico e Assoluto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ad un certo
punto, in un preciso momento della storia, prodotto dalla storia stessa, appare
un uomo che testimonia ed enfatizza il nuovo modo dell’uomo di sentire il
rapporto con Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Colombo, Galilei, Einstein sono grandi uomini
a cui sono legate grandi scoperte rivoluzionarie per la storia dell’umanità. Da
un lato questi possono essere considerati uomini provvidenziali per la storia
del mondo, perché hanno avuto intuizioni che hanno impresso uno sviluppo
diverso nella storia dell’uomo. Da un altro lato, gli stessi possono essere
considerati solo riferimenti nominali di un processo che comunque era maturo,
che altri, seppure con qualche marginale ritardo di tempo, avrebbe comunque
esplicitato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> E’ vero infatti che Galilei ha scoperto la
sfericità della terra, ma è altrettanto vero che il pensiero del periodo
storico in cui Galilei è vissuto, era maturo per giungere a questa scoperta.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> In un’ottica esclusivamente umana quindi
Cristo potrebbe essere considerato come uno dei grandi della storia
dell’umanità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma qual’è stata la sua scoperta?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Che ogni uomo è, o può diventare, figlio di
Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> E come ha annunciato la scoperta?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Proclamandosi lui per primo figlio di Dio e
cercando di insegnare agli uomini un nuovo modo di vivere: da figli di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Purtroppo però a differenza della sfericità o
della gravità della terra la scoperta non è dimostrabile.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Il ragionamento può essere lo stesso, con la
differenza però di dover accettare il fatto indimostrabile che egli sia, come
si è dichiarato, figlio di Dio. Ma se Einstein si aspettava che i suoi gli
credessero sulla parola anche senza capire la dimostrazione, altrettanto poteva
aspettarsi Cristo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Io sono relativo, avrebbe potuto affermare
Einstein, scoprendo il principio della relatività dell’uomo. Allo stesso modo
Cristo afferma, io sono figlio di Dio, scoprendo il principio della divinità
dell’uomo, e quindi che tutti gli uomini sono figli di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> In effetti ad
ognuno verrebbe spontanea la sollecitazione fatta a Cristo da Filippo:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> «Signore, mostraci il Padre: questo ci basta.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Certo che ci basterebbe! Senza tanti giri di
parole e senza essere costretti ad aiutare la ragione con i «salti di fede». Ma
dobbiamo ammettere che la risposta di Cristo è logica ed esauriente:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«Filippo
chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire mostraci il Padre? Dunque non
credi che io vivo nel Padre il Padre vive in me? Io sono nel Padre e il Padre
e’ in me»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Volendo
cercare di approfondire per arrivare ad una idea più accettabile dalla ragione,
si può riprendere il ragionamento
iniziale. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Dall'idea
del Mondo è nato il mondo, ma ad un certo punto della sua storia, l'idea stessa
si è materializzata in uno degli elementi del mondo: l'uomo. Se prima l'uomo
era uno degli elementi costitutivo dell'universo, da questo momento diventa
l'elemento centrale che giustifica l'universo, ed attorno al quale l'universo
di muove.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">All'uomo
che aveva paura degli elementi del mondo, al punto da divinizzarli e farli
oggetto delle sue preghiere, facendo incarnare l'idea del mondo in lui, Dio
mostra che è lui che ha in sè l'idea
del mondo e che quindi può controllare gli elementi dell'Universo e l'Universo
intero.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">L'idea
può sembrare spinta ed in certo qual modo paradossale. Ma se di paradosso si tratta il paradosso è nel
Vangelo perché e incontestabile che la rivelazione del Vangelo e' che l'Uomo e'
figlio di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Chi
ha l'amore", ripete Giovanni nella sua prima epistola "è diventato
figlio di Dio e conosce Dio" ed ancora più esplicitamente:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Quale
grande amore ci ha dato il padre per essere chiamati figli di Dio, <i>e lo siamo realmente!"<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Dire
che l'uomo è figlio di Dio non può non voler significare altro che la
centralità dell'uomo rispetto al disegno complessivo di Dio sul mondo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Se
Dio ha adottato l'uomo come figlio è evidente che l'ha fatto perchè ha un
disegno nel quale l’uomo-figlio assume il ruolo principale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Nel
Vecchio testamento, a Noè Dio aveva parlato dell'alleanza, che avrebbe
realizzato tra se' "tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Il
fatto che la Parola si sia fatta carne, uomo, modifica evidentemente il patto
di Dio con l'uomo, che non è più alla stregua degli altri animali, ma che ora
ha la possibilità di diventare figlio di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Eppure
per quanti ragionamenti si possano costruire, l’espressione Uomo figlio di Dio,
continua a risultare assurda e paradossale!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Forse
a rendere il concetto meno improponibile ed inconcepibile può aiutarci la
strada già imboccata nei capitoli precedenti. Infatti, almeno per me, tutto
diventa più chiaro, se immagino che l’uomo faccia il percorso che la metafisica
orientale, attribuisce a Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">L’uomo
ad un certo punto, per evoluzione o per rivelazione, ebbe coscienza di sè come
individuo, del proprio esistere. Ma nello stesso momento in cui capì di
esistere, capì l’Esistenza. Capì quindi di essere sviluppo (figlio)
dell’Esistenza, e quindi con una espressione
che tutto sommato rende bene il concetto, capì d’essere figlio di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Ma
se Cristo è figlio di Dio e chi vede lui
vede il padre che l’ha mandato, anche nell’uomo che diventa figlio di Dio si deve vedere Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Infatti
se Dio e’ l’Esistenza, come ho già detto, Dio e’ anche il Principio del mio
esistere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Per
capire l’affermazione si deve risalire al concetto di Dio. Giovanni non ne
parla perché dà per scontato tutto il Vecchio testamento. Ma anche il Vecchio
Testamento dà per scontato Dio, aprendo subito con la proposizione «in
principio Dio creò il cielo e la terra. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Se
invece cerchiamo di ripassare il concetto, con la chiave della metafisica
indiana, vediamo che Dio principio d’ogni cosa diventa:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">ciò
che e’ l’udire dell’udito<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">il
pensare del pensiero<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">il
parlare della parola<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">il
respirare del respiro<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">il
vedere della vista.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">E
ancora:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Il
Dio, il creatore, il grande Sé<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">dimora
nel cuore delle creature.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">E’
contenuto nel cuore, nel pensiero nella mente. Coloro che sanno ciò diventano
immortali.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Il «Ciò che è», si trova nel mio cuore come
«ciò che sono». Il concetto è lo stesso usato
da Giovanni, quando dice che il
«ciò che sono» è figlio del «Ciò che È», che l’uomo, «ciò che sono», è figlio
di Dio, «Ciò che È».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Cap. 7<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Io, figlio di Dio.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> La riflessione
sulla divinità, su Dio, come ho già detto, non è e non vuol essere una
riflessione filosofica ed accademica, anche se non può prescindere da alcuni
concetti filosofici. Il problema del chi è Dio, non ci interessa tanto come
problema in sé, quanto per il fatto che ci aiuta nel tentativo di comprendere
la sconvolgente rivelazione di Giovanni che: “Io, sono figlio di Dio”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Se
voglio capire cosa si intende dire quando mi si dice che sono figlio di Dio non posso non cercare di
capire, o almeno di intuire, che cosa debba intendere con il termine, Dio, del
quale io sarei figlio<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Quand’anche poi fossi riuscito a convincermi,
attraverso gli spunti di riflessione dei capitoli precedenti che è possibile
pensare ed ammettere anche che l’uomo e figlio di Dio, non avrei raggiunto
ancora alcun risultato. Dal sapere che l’uomo e’ figlio di Dio, alla
convinzione che io sono Figlio di Dio, c’è ancora un abisso, c’è ancora un
impressionante salto nel vuoto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Tutto in effetti sembrerebbe facile! Se l’uomo
è figlio di Dio, come s’è visto, ed io sono un uomo, è evidente che io sono
figlio di Dio. Il sillogismo non fa una grinza! Eppure non basta! La
convinzione che richiede il Vangelo non deve fermarsi a livello razionale deve
entrare nel mio intimo al punto da conformarmi e condizionarmi per costringermi
a vivere da Figlio di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Non mi si chiede di pensare al figlio di Dio
di immaginarmi tale, mi si chiede di essere figlio di Dio, di vivere da Figlio
di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Il cancro può diventare un argomento di
discussione. Se ne possono avere opinioni diverse a seconda di come la malattia
ci sia passata vicina, ci abbia più o meno toccato negli affetti più cari. Se
ne possono dare valutazioni diverse a seconda della nostra conoscenza più o
meno approfondita dell’argomento sotto l’aspetto scientifico o sotto l’aspetto
sociale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma qui il problema è un altro, radicalmente
diverso: non si sta parlando del cancro,
ma si stà dicendo che io ho il cancro. Sono io che ho il cancro!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Di fronte a questa rivelazione, i termini con
i quali affronto l’argomento cancro,
sono completamente diversi. Il cancro non è più per me materia di discussione,
diventa un nuovo modo di essere, di pensare e di vivere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Può sembrare paradossale questa metafora sul
cancro, questo mettere sullo stesso piano la rivelazione che mi può venir fatta
della mia condanna a morte, con la rivelazione del premio della vita eterna che
mi viene assegnato in quanto figlio di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma il paradosso evidenzia molto bene come la
mia condivisione della rivelazione deve
essere radicale e totale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Nel momento in cui mi venisse annunciato che
ho un tumore mortale, non potrei evitare un momento di smarrimento, resterei
travolto dalla sensazione che il mondo mi cada addosso annullandomi. In quel
momento di fronte alla comunicazione della mia condanna a morte, vedrei venir
meno d’un colpo tutto quello che sono stato e sono, per ritrovarmi solo sulla
strada che porta irreparabilmente al precipizio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> In termini diametralmente opposti, la
comunicazione che sono «figlio di Dio», se la capissi veramente in tutta la sua
portata, dovrebbe avere per me lo stesso effetto sconvolgente. Smarrito di
fronte alla grandezza della rivelazione, dovrei sentirmi al centro del mondo,
capace di determinare il mio destino e quello del mondo. Dovrei d’un colpo
sentire in me venir meno tutto quello che sono stato e sono, per sentirmi
completamente diverso, su una strada completamente diversa, in un mondo
completamente diverso.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> E invece no! E come se il medico m’avesse
detto che ho il cancro ed io non conoscessi il significato della parola. E’
quindi necessario che qualcuno mi spieghi che la parola cancro è sinonimo di
condanna a morte, come è necessario che qualcuno mi spieghi che «figlio di Dio»
è sinonimo di destinato alla vita eterna.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> E questo è in fondo ciò che ha cercato di fare
Cristo, nei suoi tre anni di predicazione, come ce la racconta Giovanni.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Non c’è occasione nella quale Cristo non trovi
il modo per ricordarci che Lui è figlio di Dio, che anche noi possiamo
diventarlo, e che il figli di Dio hanno diritto alla vita eterna.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma, purtroppo sono ancora affermazioni che io
sento come modi di dire, non come modi di essere!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Il problema, alla luce delle Upanishad, sta
nel fatto, che io mi sforzo di capire, ciò che invece non si può capire ma si
può solo intuire. Quando mi dovessero dire che ho il cancro, non ha nessuna
importanza che io capisca il meccanismo delle metastasi impazzite, devo solo
intuire che sono condannato a morte.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Da occidentale, ho sempre cercato di capire
ciò che sono, per cercare di risalire a ciò che È, e attraverso questo
ragionamento trovare il senso del mio esistere. Da occidentale evoluto, devo
invece capire che il mio esistere, non può essere conosciuto, ma solo sentito,
intuito, così l’Esistenza può essere solo sentita e non conosciuta.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Io devo sviluppare e affinare la capacità di
sentire ed intuire il mio esistere, così affinerò la mia capacitò di intuire
l’Esistenza, in questo percorso il mio esistere scoprirà progressivamente il
suo identificarsi con l’Esistenza, conquistando la possibilità di una
identificazione completa ed eterna, una volta liberato dal corpo mortale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Così per le Upanishad «colui che lo conosce
per intuito e tramite ogni vibrazione di sapienza e consapevolezza, consegue
l’immortalità».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Così per il Vangelo: «se uno mi ama, io verrò
da lui con il Padre mio ed abiteremo con lui». <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> L’errore nostro è quello di cercare di
conoscere ciò che invece va “amato o intuito con una vibrazione di
consapevolezza”. Ma l’errore ancora più grande è quello di cercare Dio nei
cieli, quando il Vangelo spiega
chiaramente che solo attraverso il figlio si puo’ conoscere il Padre. E’ quindi
attraverso me, in quanto figlio di Dio, che arrivo a Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Io, dice Cristo, in quanto figlio di Dio, sono
la via la verità e la vita, solo per mezzo di me si va al Padre. E quindi
ognuno di voi, in quanto figlio di Dio, è per sè stesso la via per la quale si
va al Padre.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Il senso dell’essere figlio di Dio sta quindi
nel fatto che attraverso me, ritrovandomi nel essenza del mio esistere, io
ritrovo l’essenza dell’Esistenza. Questo e’ anche il senso profondo
dell’affermazione di S. Agostino quando dice che la verità è nell’intimo
dell’uomo, e delle Upanishad quando dicono che Dio è nel cuore dell’uomo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Condividendo
l’Esistenza, attraverso il progressivo penetrare nel senso intimo del nostro
esistere, si raggiunge la vita eterna. Così le Upanishad: «Ma coloro che con il
cuore e con la mente lo riconoscono come colui che dimora nel cuore, diventano
immortali». Così Cristo:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">«La vita
eterna e’ questo: conoscere l’unico vero Dio».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Cap.
8<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Il
buon pastore.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoBlockText" style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; tab-stops: 326.05pt; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Di fronte alla conclusione che riconoscersi
figli di Dio è per l’uomo immedesimarsi nell’intuizione del proprio esistere
come momento dell’Esistenza, posso anche capire che qualcuno si mostri
perplesso, ma, ripeto, le mie non vogliono essere conclusioni ma riflessioni
aperte, spunti per ulteriori approfondimenti individuali.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">In questa
ottica ho voluto verificare come potrebbe essere letta la parabola del buon
pastore, assumendo come chiave di lettura le considerazioni a cui in qualche modo si è già pervenuti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Gesù disse: Io
vi assicuro che se uno entra nel recinto delle pecore senza passare dalla
porta, ma si arrampica da qualche altra parte è un ladro e un bandito...E poi
accorgendosi che quelli che lo ascoltavano non capivano quanto stava dicendo,
riprese a dire: “Io sono la porta per le pecore...” E con questa spiegazione,
si può ben capire, lo sbandamento dell’uditorio fu totale...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Del passo sono
state date le più disparate interpretazioni, io vorrei provare ad aggiungerne
un’altra ancora immaginando che Cristo abbia voluto dire che:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Io che
proclamandomi figlio di Dio sono la rivelazione per l’uomo che anche lui e’
figlio di Dio, sono la porta attraverso la quale si può entrare nel recinto
protetto del cuore dell’uomo. Chi e’ entrato da altre parti, partendo da altri
punti di vista, ha portato solo scompiglio, come il ladro che entra nell’ovile.
Chi entra invece attraverso l’idea che l’uomo e’ figlio di Dio, ricompone in
unita’ il gregge dei sentimenti, dei moti dell’animo dell’uomo che si
riconoscono come modi di essere
dell’esistere individuale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Chi è entrato
nell’uomo con altri riferimenti interpretativi ha portato solo danni. Chi entra da ladro, uccide e distrugge,
portando solo infelicità. Chi entra attraverso e quindi con l’idea di essere
figlio di Dio sarà salvo. Chi entra in sè, come il buon pastore nell’ovile,
cioè con l’idea d’essere figlio di Dio, dà
la vita al gregge degli elementi
che lo costituiscono, fa cioè rivivere tutto di sé.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Chi invece
entra da mercenario e quindi vuole soltanto utilizzare il gregge-uomo,
all’arrivo del lupo del dubbio e dell’angoscia, non riesce a dare risposte e si
ritira. Le pecore non sono sue, lavora per denaro. Allora il dubbio e
l’angoscia rapiscono l’uomo portandolo fuori di sé e disperdendolo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">L’idea
d’essere figli di Dio, riporta ad unità l’uomo, l’idea infatti si riconosce in
ogni elemento dell’uomo ed ogni elemento si riconosce nell’idea, come
l’intuizione dell’esistere si riconosce nell’Esistenza, ed è da questa relazione,
che all’uomo viene la vita eterna.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Ci sono altri
elementi dell’uomo, come quelli riferiti alla ragione, che non si riconoscono
ancora in questa idea, che non l’accettano. Ma con il buon pastore ci sarà la
possibilità di ricomporre ad unità l’uomo nella sua totalità come un unico
gregge con un unico pastore. Questa è la prospettiva dell’uomo-cristiano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; tab-stops: 326.05pt; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">La
ragione deve insegnare all’uomo a sapere di Dio per porsi sulla strada della
conoscenza di Dio. Proprio attraverso la ragione l’uomo, come s’è già visto,
deve rendersi conto che Dio non può essere capito ma deve essere solo
conosciuto, giorno per giorno, in un percorso continuo di approfondimento della
propria conoscenza o meglio della propria intuizione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; tab-stops: 326.05pt; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Nessun uomo può pensare, per quanto lunga possa
essere l’esistenza che gli viene concessa, di riuscire a capire tutto il mondo che pure è finito. E
come può pensare di riuscire a capire, cioè a comprendere in sé, Dio che è
infinito.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">L’uomo ha un
solo modo per scoprire Dio, quello di imparare a scoprirsi figlio di Dio. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">La mia è una
interpretazione che potrebbe anche sembrare una bestemmia, come una bestemmia
può sembrare l’affermazione che io sono figlio di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">E infatti
anche Cristo lo volevano uccidere a colpi di pietra proprio perché a loro avviso “bestemmiava”
insistendo sul discorso del pastore e delle pecore e sul suo essere
figlio di Dio, una cosa sola con il
Padre. Allora potrei anch’io difendermi, parafrasando le sue stesse parole.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">“Guardate che
già la Bibbia chiama Dei coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio, e quindi
non c’è nulla di sorprendente nel fatto che io mi dichiari figlio di Dio (e che
quindi anche voi possiate considerarvi figli di Dio)”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">All’obiezione
che l’interpretazione della parabola è comunque troppo spinta, troppo “tirata”,
risponderei invece chiedendo un ragionamento alla rovescia. Nell’ipotesi che il
Cristo-filosofo avesse veramente voluto trasmettere questi concetti, come
diversamente avrebbe potuto esprimersi, per farsi capire dai pescatori ai quali
cercava di insegnare la novità del loro essere figli di Dio?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Non a caso,
introducendo la parabola del buon pastore Cristo aveva detto ai Farisei:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">“Se foste
ciechi non avreste colpa, invece dite noi vediamo, così il vostro peccato
rimane”. Come a dire, non si può mai
dire ho già visto, so già…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Appunto, nessuno sa già di Dio. Dio va cercato
e scoperto continuamente. sul percorso della ricerca del proprio rapporto con
l’Esistenza..<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 326.05pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Cap. 9 <o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Figlio dell'Uomo e
Figlio di Dio.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Nel
Vangelo i due termini si alternano, al punto che si potrebbe dire possono
essere considerati sinonimi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Troviamo
infatti l'espressione "Nessuno è mai stato in cielo, soltanto il Figlio
dell'Uomo. Egli infatti e venuto dal cielo", in un contesto nel quale ci
sembrerebbe più logico trovare il termine figlio di Dio. Analizzando più
attentamente i contesti nei quali vengono usati i due termini, troviamo che
Cristo fa riferimento a sé come figlio di Dio:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Se
voi conosceste me conoscereste anche il Padre mio".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Ma
quando si nomina si chiama Figlio dell'Uomo:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Vedrete
il cielo aperto, e gli angeli di Dio salire e scendere verso il Figlio
dell'Uomo".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">L'affermazione
che lui è Figlio di Dio viene normalmente fatta dagli altri.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">È
Natanaele infatti che dice:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Maestro,
tu sei il Figlio di Dio".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Oppure
é Giovanni Battista a testimoniare che:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Gesù
è figlio di Dio" <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Al di là del
come e del quando vengono usate le due espressioni ciò che più importa
sottolineare è che, in questa contrapposizione, si introduce il dualismo che
costituisce l’innovazione della filosofia cristiana.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Io vorrei
suggerire, anche qui, una nuova interpretazione, nel senso che Cristo introduce, ma allo stesso tempo supera e ricompone, il dualismo!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Il
cristianesimo, secondo l’interpretazione comune, avrebbe introdotto la
lacerazione dell’unità dell’uomo,
dissolvendo la concezione della vita armonica del mondo classico, in una
concezione drammatica ed inquieta, Il cristiano è un uomo che vive la
provvisorietà del mondo terreno in una tensione versa l’al di là. L’uomo
cristiano non saprebbe cogliere, come quello classico, la bellezza
dell’universo, perché l’universo è corrotto e fonte di corruzione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Questa visione
nasce da una errata interpretazione del messaggio evangelico, o meglio, da una sua lettura, senza riuscire a superare
la concezione antropomorfa della divinità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Il dualismo
tra me e Dio, tra la vita terrena e quella ultraterrena, si sviluppa
sull’equivoco che, altro da me sarà quello che vivrà la vita eterna, che altro
da me è il Dio da inseguire nei cieli.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Ma se la
novità del messaggio è che io sono figlio di Dio, è in me che debbo ricercare
Dio ed è in me che debbo costruire la vita eterna. Io non sono doppio, figlio
dell’uomo e figlio di Dio, per cui in me ci sarebbe una tensione continua tra i due poli, ed una
sofferenza drammatica in questa tensione. Io sono allo stesso tempo figlio
dell’uomo e figlio di Dio. Il senso della mia vita, si risolve in me
nell’obiettivo di trasformare il figlio dell’uomo in figlio di Dio, capace di
vivere al massimo grado di sensibilità la vita eterna.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">La venuta di
Cristo ha un solo motivo: quello di insegnare agli uomini il modo di
raggiungere la vita eterna. L’insegnamento è che dobbiamo vivere la vita con il
corpo, in modo da poter vivere, nel modo migliore, la vita senza corpo,
nell’eternità. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Per fare
questo, devo utilizzare il mondo. Utilizzare non significa nè negare, nè
lasciarsi travolgere. Utilizzare significa essere attenti non alle cose, ma al
rapporto con esse. Le cose non ci appartengono, il nostro rapporto con le cose
invece, è assolutamente «nostro». Nel rapporto si sviluppa e si raffina la
nostra sensibilità. Il rapporto non nega il possesso, purchè il possesso non
diventi il fine, ma un mezzo per intensificare il rapporto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Chi ha
acquistato un quadro solo per far sfoggio con gli amici del suo possesso, ha,
in fondo, tanto di meno di chi ha visto una sola volta quel quadro, ma si porta
dentro, e riesce a rivivere, l’impressione intensa e profonda che ha provato vedendolo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Se chi ha
provato un’emozione, compra il quadro per rivivere meglio quell’emozione, ha
evidentemente acquistato il quadro, non per il quadro, ma per l’emozione. Se
però l’ha fatto per riservare in esclusiva per sè quell’emozione, si priva del
piacere di sapere, che quella emozione, è condivisa da altri, e quindi si priva
del piacere di poterla condividere con altri.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> C’è chi nel mondo può acquistare il quadro, e
chi invece no. Ma non è questo a fare la differenza. La differenza vera, è nel
diverso grado di emozione, che il quadro sa suscitare in noi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> L’idea del cristiano, non è quella dell’uomo
che cerca Dio nei cieli, incespicando nella terra. Il cristiano cerca Dio in sè
, (in interiore homine habitat veritas) ed interiorizza il mondo, come mezzo
per raggiungere Dio e la vita eterna.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Non c’è dualismo quindi ma una unicità
assoluta della ricerca di Dio in sè stessi, in una rapporto con il mondo,
strumentale ai fini della ricerca di Dio. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Cap. 10<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Dio Padre.</span></b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Dicevo
all'inizio, della diffidenza istintiva a pensare a Dio, come a quel buon
vecchio padre, che dall'abside della
chiesa della mia infanzia sembra attendere con pazienza e comprensione i fedeli
del paese. Ma dopo aver introdotto il concetto
dell’Esistenza, dell'Energia vitale o dell'Idea del mondo, per spiegare
in termini più logici l'idea d'un Dio che fa incarnare come uomo il figlio, ho
l’impressione d’essermi perso il senso di un'altra delle idee originali del
Vangelo: l'idea che Dio è Padre.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Quando parla di Dio, Cristo, parla normalmente
del Padre, ed è un concetto assolutamente originale non solo nei confronti del
Vecchio testamento, ma anche delle altre religioni. Un concetto importante che
va capito e approfondito, e non messo da parte, come se si trattasse solo di un
modo di dire.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Io vorrei riuscire a capire se è possibile
mantenere l'idea d’un Dio padre, senza che questa cozzi con l'idea che Dio non
può essere un uomo, e tantomeno può essere raffigurato ed immaginato come tale,
perchè è invece l’Esistenza, il
Principio da cui e per cui, ogni cosa nasce e vive.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> La soluzione del problema credo possa stare
nella considerazione che non è tanto importante che io riesca a mettere a
fuoco l'idea che Dio è Padre, quanto l'idea, che io sono
Figlio di Dio. Può sembrare un giro di parole: come posso sentirmi figlio, se
non riesco a sentire il Padre?.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Non è così! La situazione dell'uomo nei
rapporti con Dio Padre, a mio avviso, è la stessa del figlio, che non ha mai
avuto la possibilità di conoscere il padre naturale. Immaginiamo un ragazzo che si ritrova in orfanotrofio senza
sapere chi sia suo padre, senza la possibilità di avere neppure una fotografia.
Sa di avere un padre, perchè non può essere diversamente. Ma questi non ha un
volto, se non quello che il figlio riesce ad attribuirgli con la sua
immaginazione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Tra il padre e lui non c'è, e non ci può
essere, alcun rapporto naturale. Ma, tra
lui e il padre, si sviluppa invece un
rapporto ancora più intenso di quello che i suoi compagni hanno con i loro
genitori. Suo padre è una sua intuizione, con la quale parla continuamente,
alla quale chiede aiuto, chiede consigli in ogni momento della sua giornata.
Suo padre è una presenza viva, dentro di lui, soprattutto nei momenti più
importanti o nei momenti più difficili della vita. Suo padre è l’immagine che
emerge dalla sua profonda nostalgia, per un rapporto che gli consente di
sentirsi più sicuro, più capace di affrontare la vita.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> L'intuizione profonda del Vangelo, come ho già
avuto modo di dire, e proprio questa: io sono Figlio di Dio. Ma figlio di Dio,
va sottolineato ancora, non e' un modo di dire, "lo siamo realmente"
ribadisce Giovanni nella sua lettera!" Al contrario, è veramente un modo di essere, un modo di
intuire, e realizzare il rapporto con l'Essere, dal quale è dipesa la mia
nascita, dal quale dipende la mia vita.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> La metafora del figlio che non ha conosciuto
il padre, serve anche a ribadire il concetto che si ricava dal Vangelo di Giovanni, d’un Dio che va
ricercato all’interno dell’uomo. Come il figlio che non ha una immagine del
padre, nè in fotografia né nella sua mente, come ricordo, deve ricercare l’immagine nell’intimo del suo
essere uomo, così nella profondità del nostro essere, dobbiamo ricercare Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ritrovandolo in noi, non ci limiteremo a
pensarlo, a riprodurlo come concetto, ma lo sentiremo «come carne della nostra
carne, sangue del nostro sangue», proprio come il ragazzo sente il padre che
non ha conosciuto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Se ho perso il padre, che mi guardava
dall’abside della chiesa, per questa strada, ne ritrovo uno, molto più vero,
più mio. Un Dio padre che non si contrappone al Dio esistenza, anzi supera la
freddezza della scoperta di Dio sul piano filosofico, nell’umanità del rapporto
che lega il figlio al padre.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> In questo concetto di Dio padre, si evidenzia
come il rapporto del mio esistere con l’Esistenza, non è un rapporto di cui devo
prendere atto, ma è un rapporto che devo sentire, devo vivere. Non è un
rapporto che si ferma al piano
intellettuale, nel momento in cui mi convinco che esiste, ma un rapporto che
deve svilupparsi sul piano sentimentale, diventando ogni giorno più intenso,
più sentito, più autenticamente vero.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Non e’ più
il mio, il rapporto con il Dio dell’abside, davanti al quale devo
inginocchiarmi, nel freddo della chiesa. È invece il mio, il rapporto con un
Dio Padre che, giustamente, Giovanni nella prima epistola dice che «è amore, e
chi vive nell’amore è unito a Dio, e Dio è presente in lui». È il mio il
rapporto d’amore del mio esistere, con l’Esistenza da cui derivo, ed a cui sono
destinato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Cap. 11<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Nicodemo</span></b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Non e' che la strada per la quale mi sono
incamminato risulti agevole. Capire, intuire, sentire di essere figlio di Dio,
sembra quasi impossibile!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Mi trovo forse nella stessa condizione di
Nicodemo che credeva d'aver capito, ma non riusciva ancora a definire che cosa
aveva esattamente capito. Allora, di notte va da Cristo per avere qualche
spiegazione supplementare e si sente dire:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Credimi
nessuno può vedere il regno di Dio se non nasce nuovamente".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">E
Nicodemo, sorpreso da questa affermazione che gli complica, invece che chiarire
quel poco che riteneva di aver capito, chiede ancora ingenuamente:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Come
e' possibile che un uomo nasca di nuovo quando e' vecchio? Non può' certamente
entrare, una seconda volta, nel ventre di sua madre e nascere?"<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Gesù
rispose:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Io
ti assicuro che nessuno può entrare nel regno di Dio, se non nasce da acqua e
Spirito. Dalla carne nasce carne, dallo Spirito nasce Spirito. Non
meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere in modo nuovo. Il vento soffia
dove vuole: uno lo sente, ma non può dire da dove viene, né da dove va. Lo
stesso accade con chiunque è nato dallo Spirito".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Non è che la spiegazione renda più semplice il
messaggio. Cristo contrappone il nascere da acqua e Spirito, al nascere dalla
carne. Se dalla carne è nato il mio corpo, quello che sono e so di essere, cosa
significherà nascere da acqua e spirito?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Forse il nostro errore di fondo che rende
tutto più difficile ed incomprensibile e
proprio quello di voler arrivare a Dio con la ragione!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Dio, al contrario, non si può raggiungere con
la ragione, non può diventare un elemento di quello che so, Dio può solo
diventare oggetto del divenire continuo della mia conoscenza, in un rapporto
diretto con il mio essere, non mediato dalla ragione ma intuito
dall’intelletto, secondo la differenziazione che introduce San Agostino.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Per arrivare a Dio devo ritrovarmi e quindi
rinascere come spirito: come idea del mio esistere. Devo ritrovarmi e quindi rinascere come acqua:
come idea della mia conoscenza in perpetuo divenire.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Dio non si può rinchiudere tra i propri ricordi,
tra ciò che si sa, non può diventare parte del proprio passato, di quello che
si è già acquisito.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Può
sembrare che si forzi l'allegoria, traducendo l'immagine dell'acqua con l'idea
del divenire. Tuttavia non più di quanto la si forza immaginando che
quell'acqua abbia il valore simbolico dell'acqua del battesimo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Volendo dire che l'uomo deve essere diverso,
per potersi rapportare con Dio, che deve essere spirito e non ragione,
l'immagine che debba essere figlio dell'acqua, invece che della terra, mi pare
un'immagine estremamente comunicativa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Se l'interpretazione è legittima Cristo dice a
Nicodemo che per entrare nel Regno di Dio e quindi essere ammessi alla sua
conoscenza, è necessario rapportarsi con lui non con la Ragione ma con lo
Spirito, non con il Sapere, ma con la Conoscenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Con la Ragione, nella storia più volte si è
tentato di dimostrare l'esistenza di Dio. Ma è già assurdo in sè il fatto che
si sia immaginato un tentativo in questo senso. Come si è già detto, se fosse
possibile comprendere Dio, con la ragione limitata dell'uomo, vorrebbe dire che
Dio è limitato: ed è quindi una contraddizione in termini. Non è possibile
dimostrare l'esistenza di Dio, non fosse altro perchè, Dio in effetti non
esiste, ma E' l'Esistenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> L'Esistenza è invece intuibile con la nostra
coscienza, con il nostro essere o anima o spirito che dir si voglia. Ed è
questa intuizione che va approfondita, allenando il nostro essere alla
relazione con l'Esistenza, attraverso la preghiera, intesa come riflessione sul
proprio rapporto con Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> In questo rapporto si svilupperà la nostra
conoscenza, da non confondere, va sottolineato, con il sapere. Una conoscenza
che non diventa mai un dato, che si rinnova di giorno in giorno che è sempre
nuova.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> In questo rinnovarsi continuo della conoscenza
di Dio, attraverso la conoscenza del
proprio esistere si ritrova la bellezza del messaggio evangelico. È in fondo
anche il messaggio di altre religioni, che insegnano all'uomo a rapportarsi in
termini di amore con Dio, a ritrovare Dio, non nell’alto dei cieli, ma nella
profondità del mio cuore di uomo. Dicono ancora le Upanishad:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«Questo
mio sé, situato nel cuore è più piccolo di un granello di riso, o di orzo, o di
sesamo, o di miglio, o del nucleo di un grano di miglio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Questo
mio sè, situato nel cuore, è più grande della terra, più grande dell’atmosfera,
più grande del cielo, più grande di tutti i mondi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Ciò
che contiene tutte le opere, tutti i desideri, tutti gli odori, tutti i gusti,
ciò che abbraccia tutto questo mondo, silenzioso, indifferente, e’ questo mio
sè, situato nel cuore. In esso entrerò lasciando questa terra».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Cap. 12<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">La samaritana</span></b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoBlockText" style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Se qualcosa non dovesse risultare ancora
sufficientemente chiaro dopo l’incontro con Nicodemo, possiamo rifarci, per un
approfondimento, all’incontro con la samaritana.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ad un pozzo, Cristo incontra una donna della
Samaria che gli dà da bere. Nel contesto
del colloquio, Cristo esce con due affermazioni estremamente importanti. Ad un
certo punto dice alla samaritana che se lei sapesse chi si trova davanti,
sarebbe lei a chiedere acqua.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> La donna osserva:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Signore,
tu non hai un secchio e il pozzo è profondo: Dove la prendi l'acqua viva?"<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Gesù
risponde alla donna:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Chiunque
beve di quest'acqua avrà di nuovo sete. Invece se uno beve dell'acqua che io
gli darò, non avrà mai più sete: l'acqua che io gli darò diventerà per lui una
sorgente per l'eternità". E poi più avanti Cristo aggiunge:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Verrà
un ora, anzi è già venuta, in cui gli uomini adoreranno il padre guidati dallo
Spirito e dalla verità di Dio. Dio è spirito chi lo adora deve lasciarsi
guidare dallo spirito della verità di Dio".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Qui evidentemente con la metafora dell'acqua
si riprende il ragionamento sulla conoscenza di Dio. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> "Se uno beve dell'acqua della conoscenza
di Dio, che io gli darò, non avrà più sete". Nella conoscenza di Dio, si
appagheranno anche i suoi perchè sul significato della propria esistenza, del proprio destino.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma secondo il ragionamento del capitolo
precedente, la sete non sarà appagata dal sapere acquisito, una volta per
sempre. L'acqua che Cristo promette,
non è una rivelazione che si acquisisce una volta per tutte, e che una volta
acquisita, appagherà ogni sete di
sapere. L'uomo invece, non avrà più sete, perchè avrà accanto una "sorgente
per l'eternità'" alla quale potrà bere continuamente, sulla quale potrà
riversare in continuazione, non il bisogno,
ma il piacere di bere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> E più avanti, fuor di metafora, la sorgente
alla quale gli uomini berranno, diventa gli "uomini adoreranno il padre,
guidati dallo Spirito e dalla verità di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Qui il concetto di conoscenza di Dio come
relazione tra lo spirito dell'Uomo e lo Spirito di Dio, è chiaramente
interpretato attraverso l'uso del verbo "adorare", per cui si può
parlare di conoscenza come preghiera, come contemplazione, come meditazione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Nella pratica cristiana che io conosco, i
termini più usati sono «pregare», o addirittura «recitare una preghiera», il
termine «adorare» e poco usato e quando lo è, diventa un sinonimo di pregare, o
comunque di pregare con particolare intensità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Cristo invece spiega che il rapporto dell’uomo
con Dio deve essere il rapporto non di chi chiede, ma di chi beve Dio,
ponendosi in rapporto di adorazione. Un modo di rapportarsi, che ci ricorda da
vicino quello delle religioni orientali, per cui, per capire meglio possiamo
parlare di adorazione di Dio, come meditazione di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Forse, anche per l’occidentale del duemila,
l'azione del meditare sull'esistenza di Dio, secondo il concetto di meditazione
nelle filosofie orientali, potrebbe essere diventato il modo più adeguato di "adorare
Dio".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Soprattutto se si tiene presente che non si
deve adorare il padre, che è nell’abside o nei cieli, ma il Padre che, come
figli, abbiamo in noi. Il Sé di cui parla la Upanishad citata nel capitolo precedente,
il sé del nostro esistere, che si perde come un atomo nell’infinito del nostro
cuore, ma che contiene l’infinito dell’Esistenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> La differenza tra chi si riconosce nel Vangelo
e chi non lo accetta, non sta nel fatto che i primi si caricano di rituali,
obblighi e paure che gli altri non accettano e quindi non subiscono, ma nel
fatto che, bevendo della nuova acqua, il cristiano avrà appagata la sua sete,
superata l’angoscia esistenziale. A me, nel catechismo, il messaggio è stato
invece tradotto in altri termini. Io ho imparato che per “seguirlo” avrei
dovuto andare a messa ogni domenica, confessarmi e comunicarmi almeno a Pasqua,
non mangiar carne il venerdì, rinunciare
ai piaceri della corpo…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> In quel che mi è stato insegnato, tutto è
banale e meschino. Nel Vangelo ritrovo invece le immagini forti dell’acqua e
della luce che danno la vita. È possibile che la grandezza di queste immagini
sia finita nello stantio odore di muffa d’un confessionale dove, con una
penitenza di tre Pater e tre Ave, vengo rimesso sulla strada della conquista
dell’eternità?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Cap. 13<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">La Chiesa e il
Vangelo.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Tolstoj nel
saggio "La mia fede", partendo dalla mia stessa premessa di voler
rileggere il Vangelo, prescindendo dalla
interpretazione che ne ha dato la Chiesa, arriva a distinguere nettamente una
dottrina di Cristo, ed una dottrina della Chiesa, normalmente diverse, e spesso
contrapposte.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Il ragionamento paradossale che avrebbe fatto
la Chiesa, secondo Tostoj, e stato questo: la dottrina di Cristo è estremamente
interessante, ma è inattuabile. Ne ha quindi
estrapolata una, più accettabile,
più a misura d'uomo. Tolstoj, rifiutando questa interpretazione prova a rileggere il Vangelo e trova che la chiave di lettura, l'elemento di fondo sul quale si regge tutta la
costruzione del messaggio evangelico, è la frase: "Non opponete resistenza
al male". <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Sul
fatto che questa sia la chiave di volta del Vangelo, concorda anche Nietzsche
il quale, su questa constatazione, poggia la considerazione scandalizzata che
non si può non rifuggire da una filosofia che considera "morale
l'incapacità di opporre resistenza".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Tolstoj invece, sostiene convinto che la frase va interpretata alla
lettera, e spiega quindi il Vangelo come
messaggio della non resistenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> A me pare
che abbiano ragione l'uno e l'altro nel considerare la frase come
centrale rispetto al messaggio, ma sia l'uno che l'altro, la interpretino in termini, all’opposto, troppo radicali.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Ritengo sia possibile una terza
interpretazione. Se mi sono convinto infatti che il modo migliore di vivere
l'esperienza umana è quello di vivere in
uno sorta di stato di innamoramento nei confronti di Dio, della natura, degli
uomini miei fratelli, quando incontrerò qualcuno che vive la sua esperienza
come odio, come invidia, come volontà di male, non mi lascerò trascinare sul
suo campo. Io proseguirò per la mia strada, continuerò ad amare. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Così facendo
diventerà naturale rispondere con
l'amore all'odio, e quindi realizzare il comandamento per il quale Cristo mi chiede di amare anche i nemici. Ma sarà un
fatto conseguente, un persistere sulla mia strada convinto che sia la migliore,
la più alta, senza lasciarmi distogliere da chi vorrebbe portarmi sul suo
piano, a combattere con le sue armi, e quindi a rispondere con l'odio all'odio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Il concetto viene molto bene espresso da Paolo
nell’inno all’amore, della prima lettera ai Corinzi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<i><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">E se avessi il dono della profezia e conoscessi
tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da
trasportare le montagne, ma non avessi l’amore, non sarei nulla.<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<i><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e
dessi il mio corpo per essere bruciato, ma non avessi l’amore, niente mi giova.<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Non opporre resistenza al male, non è quindi
un atteggiamento di debolezza come vorrebbe Nietzsche, nè un momento di
abbandono come vorrebbe Tolstoj ma è un atteggiamento di superiorità, che
deriva dalla convinzione che sono io ad essere nel giusto, sono io che vinco,
sono io che sono Figlio di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Ma perché Tolstoj
può parlare d’una dottrina della Chiesa diversa dalla dottrina di
Cristo? Perché la storia della Chiesa e’ così lontana dall'ispirazione vera del
Vangelo, che pure considera come documento fondante? Perché la storia della
chiesa, fino alle soglie del terzo millennio, è così poco storia della
religione dell'amore?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Perché una religione dell'amore, per sua
stessa definizione, non può essere uno strumento di potere, ma è, al contrario,
un elemento fortemente destabilizzante.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> La carica destabilizzante della nuova religione,
era stata compresa appieno dall'impero romano. Da qui, con le persecuzioni, il
tentativo di evitare che il nuovo credo riuscisse a radicarsi. Il problema non
stava tanto nel fatto che il rigido monoteismo, avrebbe eliminato il pantheon dei romani. Nerone non credo si
preoccupasse affatto di come sarebbero finiti Giove e Giunone, capiva invece
che una religione che predicava l'eguaglianza tra gli uomini, metteva a rischio il sistema politico e sociale
romano, basato proprio sullo sfruttamento di questa diseguaglianza tra liberi e
schiavi, tra patrizi e plebei.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Costantino, rendendosi conto che l'Impero
romano non poteva vincere la battaglia, perché troppo velocemente e
diffusamente si stava sviluppando la nuova religione, per la sua capacità di
dare risposta alle aspettative di giustizia così diffuse nel particolare
momento storico, rinunciò a combatterla, trasformandola invece in uno strumento
di potere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Il cristianesimo così ebbe l’appoggio del
potere politico per diffondersi, ma dovette adattarsi e trasformarsi per
rispondere alle esigenze della politica, diventando uno strumento di potere.
Nello scambio di favori, anche la Chiesa
riuscì ad imporsi come strumento di potere, allontanandosi evidentemente sempre
più dal Vangelo della rinuncia al potere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Hans Jonas nel saggio provocatorio “Il
concetto di Dio dopo Auschwitz”, si chiede come si possa pensare di ritrovare
Dio nella storia, dopo il massacro senza senso dell'olocausto. Da ebreo osserva
che "l'ebreo di fronte ad un simile interrogativo si trova teologicamente
in una situazione più difficile del cristiano. Infatti per il cristiano, che
attende l'autentica salvezza nell'al-di-là, questo mondo (e in particolare il
mondo umano a causa del peccato di origine) è il mondo di satana, e conseguentemente
un mondo non degno di fiducia. Ma per l'ebreo che vede nell'al-di-qua il luogo
della creazione, della giustizia e della salvezza divina, Dio è in modo
eminente il signore della storia e quindi "Auschwitz", per il
credente, mette in questione lo stesso concetto di Dio, che la tradizione ha
tramandato".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> L'osservazione di Jonas andrebbe rovesciata,
con l'aggravante per i cristiani, che il nostro mondo è quello del Messia, che
si è già rivelato, che ha già portato la giustizia tra gli uomini. La scusante che
Jonas riconosce ai cristiani, è il presupposto per il quale il cristianesimo è
diventato l'elemento forte d'un sistema di potere tutt’altro che cristiano.
Attraverso l'alibi dell'aldilà si giustifica ogni sorta di comportamento
negativo: se il mondo dei giusti e quello dopo la morte, è quasi scontato che
il mondo della vita sia un mondo dell'ingiustizia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Prima di Auschwitz nel nome della croce del
Dio dell'amore, c'era già stato l'olocausto dell'inquisizione, nello stesso
nome c'è stato l'olocausto degli indigeni dell'America latina o degli schiavi
dell'Africa, con l'alibi magari che, solo troppo tardi, si è scoperto che anche
loro avevano un'anima. Anche Auschwitz, del resto è stato giustificato in qualche modo per vendicare la croce, e
comunque è stato realizzato da cristiani.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Come può essere avvenuto? Perché non si poteva
che stravolgere la dottrina di Cristo, della liberazione dell’uomo, volendola
utilizzare per puntellare sistemi di potere contro l’uomo. E così
nell’interesse del «potere temporale», invece di testimoniare il Vangelo, in
nome di Cristo che ha predicato la fratellanza tra tutti gli uomini, si sono
benedetti gli stendardi degli uomini che
volevano uccidere altri uomini.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma si potrà arrivare a conciliare la dottrina
di Cristo con la dottrina della Chiesa? A mio avviso il fatto nuovo dei nostri
tempi è la possibilità per il cristianesimo
di tornare ad una interpretazione autentica del Vangelo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Paradossalmente
mentre si utilizzava il Vangelo della liberazione degli uomini, per rendere gli
uomini schiavi di nuove paure, di nuovi precetti, l’umanità riusciva a
liberarsi per altra via. Attraverso l’illuminismo e la rivoluzione francese, in
contrasto con la Chiesa, si sono imposti i principi di libertà, uguaglianza e
fratellanza, cioè i principi che ispirano il Vangelo. Oggi si può dire che quei
principi si siano affermati, (almeno nel senso che vengono unanimemente
accettati), anche se non sono ancora entrati nelle coscienze, non informano di
sé la società e le strutture che la governano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Riscoprirli nel Vangelo potrebbe essere un
modo per favorirne l’affermazione, unendo ragione e religione nella liberazione
dell’uomo come individuo, in una società veramente democratica.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> La coincidenza per la prima volta della teoria
politica dell'uguaglianza, con la rivelazione evangelica dell'uguaglianza,
consente di immaginare l'aprirsi d'un era nuova. L’era d’una vera democrazia, per la quale gli uomini si
autogovernano sapendosi uguali, e si
riconoscono uguali, malgrado le evidenti
differenze tra loro, nel fatto di essere tutti figli di Dio. L'aggettivo
«cristiana» potrebbe dare quindi un
senso profondo allo stesso termine di democrazia, rendendolo più credibile, più
possibile.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Il termine cristiano può dare un senso profondo e definitivo, alle motivazioni
per le quali gli uomini devono costruire un sistema organizzativo che consenta
di vivere il momento della storia, per prepararsi alla prospettiva
dell'eternità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Non penso ad una sorta di comunismo cristiano,
dove tutto viene appiattito nell’egualitarismo degli ultimi. Penso al contrario
ad una società animata da un forte spirito di competizione, nella quale ogni
figlio dell’uomo è chiamato ad esprimersi al massimo, senza tuttavia mai
dimenticare, di essere allo stesso tempo figlio di Dio. Una famiglia di
diseguali, con caratteri diversi e diverse capacità, ma una famiglia che
nell’amore fraterno sa trasformare la
diversità in valore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
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<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Cap. 14.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">La vita eterna.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Le
riflessioni sviluppate fino a questo punto, sono ancora tutte secondarie e
marginali rispetto all’obiettivo di fondo che m’ero posto nella introduzione:
quello di ricercare quale sia il senso della mia vita.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> La risposta che viene dal Vangelo di Giovanni
è che la vita dell’uomo trova un senso nella vita eterna, che gli spetta in
quanto figlio di Dio. Il senso quindi della mia presenza, come un breve respiro
nella storia dell’umanità, è che questo respiro è destinato a restare per
sempre, al di fuori della storia, nell’Infinito.
Ma su quali elementi possiamo fondare la nostra convinzione di essere destinati
alla vita eterna?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> «Io sono la resurrezione e la vita, chi vive e
crede in me non morirà in eterno»: dice Cristo a Marta che piange la morte del
fratello Lazzaro. Per capire il senso dell’affermazione è importante
ricostruire il contesto nel quale viene pronunciata.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Siamo all’episodio della resurrezione di
Lazzaro. Cercando di confrontare le versioni dei quattro evangelisti per
ricostruire meglio il fatto, si scopre che è riportato solo da Giovanni. Evidentemente
la sorpresa è grande, perché non può essere considerato uno dei tanti miracoli!
Potrebbe essere considerato il miracolo, per così dire, più «spinto», visto che
Lazzaro era morto già da quattro giorni. Ma doveva aver avuto anche un rilievo
particolare, nella memoria degli apostoli, perché Lazzaro, Marta e Maria erano
amici di Cristo, e quindi anche loro amici. Perché dunque solo Giovanni l’ha
riportato?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Potrei andare a ricercare le risposte che si
sono certamente date tanti studiosi, e forse troverei anche una risposta
razionalmente esauriente. Ma come ho detto più volte, non mi sono posto
l’obiettivo di ricostruire la veridicità del racconto evangelico. Al limite,
che sia vero o inventato il racconto, non sposta niente ai fini del messaggio
che Giovanni ha voluto lasciarci, attraverso il racconto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Se fosse vero, Dio avrebbe reso possibile un
fatto per rendere comprensibile il messaggio che dal fatto si ricava, se invece
l’avesse inventato Giovanni, l’avrebbe inventato allo stesso modo, al fine di
trasmettermi un messaggio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> E’ il messaggio che mi interessa, non il come
il messaggio mi è stato lasciato! È il messaggio che mi interessa, soprattutto
in questo caso, in cui la rivelazione si riferisce alla vita eterna, cioè
riguarda l’obiettivo di fondo di tutta
la mia ricerca.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Cercando di capire il «contenuto» del racconto
non ci si può non porre una domanda preliminare. Perché, o nella realtà o nel racconto, Cristo
ha resuscitato un amico dalla morte, dal momento che lui è venuto al mondo per
insegnarci che la morte non esiste, che
in realtà è la nascita alla vita eterna?.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Che si sia commosso per la morte è
comprensibile, perchè comunque il distacco da un amico che parte, è motivo di
dolore, anche se sappiamo che avremo modo di rivederlo. Ma che abbia deciso di
riportarlo dalla vita eterna alla vita mortale, non è un controsenso? Che cosa
ha voluto dimostrare con questo gesto?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Il racconto di Lazzaro di solito ci viene
presentato tralasciando la premessa, che
forse è invece il caso di ricostruire, per vedere se ci consente di entrare nel
significato vero del racconto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Quando Gesù seppe che Lazzaro era ammalato
disse:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«Questa
malattia non porterà alla morte, ma servirà a manifestare la gloriosa potenza
di Dio, e quella di suo Figlio».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Aspettò
due giorni poi disse:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«Il
nostro amico Lazzaro si è addormentato ma io vado a risvegliarlo».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Ai
discepoli che obiettavano: «se si è addormentato guarirà», aggiunse:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«Lazzaro
è morto, sono contento per voi che non eravamo la, così crederete. Andiamo da
lui».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Quando
giunsero alla casa di Lazzaro, questi «era nella tomba già da quattro giorni».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">A
Marta che gli dice: «Se tu fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto».
Cristo risponde:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<i><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«Chi crede in me anche se muore vivrà, anzi chi
vive e crede in me non morirà mai».<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Il fatto che poi usi dei suoi poteri per
richiamare in vita l’amico, (dopo averlo lasciato morire per poterlo
“risvegliare”), mi pare evidente ha il solo scopo di dimostrare proprio, quasi
come in una rappresentazione teatrale, che la morte non esiste: è vero che
Lazzaro è morto, che il suo cadavere è già in putrefazione, ma è vero anche
che, nello stesso tempo, lui è vivo». La scena viene preparata, lasciando che
Lazzaro muoia, lasciando che passi del tempo dopo la morte prima di
intervenire, per poi risolvere la tragedia, nella dimostrazione che in verità non è morto, che vive ancora.
Appunto perché «chi crede in me, anche se muore, vivrà.<i><o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> A
proposito della vita eterna c’è un’altra stranezza nei vangeli: ne parla solo
Giovanni! Gli altri parlano piuttosto del Regno di Dio, usando parabole nel
quale il Regno è visto come una festa, un banchetto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Questo elemento ci conferma nella giustezza
della scelta che s’è fatta, di fermarsi al Vangelo di Giovanni. Qui il
messaggio è più diretto, essendo rivolto ad un pubblico più preparato, ha una
necessità minore di ricorrere a metafore ed a parabole.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Anche il concetto della vita eterna, al di là
del racconto di Lazzaro, (nel quale comunque l’idea della vita eterna viene
affrontata con affermazioni assolutamente esplicite), viene ripreso altre
volte, con affermazioni altrettanto dirette, che chiariscono in che cosa
consista, e come si raggiunga la vita eterna.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> «La vita eterna è questo, conoscere te,
l’unico vero Dio». Sulla base della distinzione che s’è introdotta tra sapere e
conoscenza, è logico pensare che dopo una vita passata a conoscere Dio, con la
mediazione dei sensi, si possa entrare nel sapere di Dio, che è eterno. Ma il
sapere sarà in relazione al livello di conoscenza che si è acquisito. Da qui il
senso della vita terrena, come momento propedeutico finalizzato ad acquisire il
livello di conoscenza che determinerà il livello di rapporti nell’eternità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Chi nella vita terrena ha sviluppato una
conoscenza esclusivamente in rapporto con le cose, quando gli vengono a mancare
le cose, ha evidentemente una conoscenza nulla. E nulla sarà la sua vita senza
le cose!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Chi invece ha saputo usare delle cose per
sviluppare la conoscenza di Dio. Quando perde le cose, mantiene la conoscenza.
Come l’atleta che ha utilizzato gli attrezzi della palestra per migliorare la
sua forza, quando esce dalla palestra non ha più gli attrezzi, ma ha la forza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Un amico informatico con il quale discutevo
della possibilità logica di ammettere il passaggio dal temporaneo all’eterno, in
modo che nell’eterno si potesse utilizzare quanto acquisito nel contingente, mi
ha suggerito la parabola del chip senza periferiche. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Il computer ha una memoria, che può essere
utilizzata in tutto o in parte, caricando software cioè dati o programmi per la
gestione dei dati. Per farlo c’è bisogno dell’hardware, che consente di
acquisire gli input, i dati. Se, ad un certo punto, immaginiamo che vengano
staccate tutte le periferiche di input, si blocca per il computer la
possibilità di acquisire ulteriore conoscenza, può colloquiare in rete soltanto
con gli altri computers che sono compatibili con lui, perchè hanno lo stesso
livello di software, lo stesso grado di
conoscenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Con una immagine che si rifà ai films di
fantascienza, potremmo pensare ad un universo nel quale vengono prodotti in
continuità dei microchips con una capacità di memoria infinita. Questi, per un
periodo variabile, vengono calati nel mondo dell’input, all’interno d’un corpo dotato di periferiche,
che consente loro di restare impressionati con immagini, ma soprattutto
con parole e concetti. Si staccano
infine dall’hardware per ritrovarsi nell’universo dell’outpout, ove è possibile
utilizzare soltanto il software acquisito, creando delle relazioni con quelli
che hanno la stessa possibilità di linguaggio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Se Dante dovesse riscrivere la Divina Commedia
alla luce delle attuali conoscenze informatiche e telematiche, potrebbe
immaginare un al di là nel quale i gironi vengono sostituiti da intranet
virtuali, differenziate dal grado di comunicabilità all’interno della intranet
e con Dio, cui tutte le intranet fanno capo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Dall’intranet più bassa, dove non c’è
comunicazione, ove finiscono gli uomini che non hanno acquisito capacità di
comunicazione, se non con le cose, ed ora si trovano condannati
all’impossibilità d’un rapporto tra loro e con Dio, fino a quella di coloro che
hanno acquisto in massimo grado la capacità di amare, sia gli uomini che Dio, e
che ora godono eternamente di questa capacità di amore e di relazione tra sè e
con Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Se la vita eterna è conoscere Dio, per
ottenere la vita eterna, è indispensabile «riconoscere il figlio e credere il
lui». Ma il riconoscimento non deve restare un fatto intellettuale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Conoscere Dio non può significare soltanto
ammettere che esiste e programmare la propria vita per dedicargli alcuni
ritagli del proprio tempo: un po’ di più la domenica, meno nei giorni feriali.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Conoscere
Dio deve diventare il modo di essere e di vivere di chi si riconosce figlio
d’un Dio che è dentro di lui, con il quale convive ogni momento della sua vita,
e del quale si nutre continuamente, perché «solo se uno mangia di questo pane,
cioè del pane di Dio che viene dal cielo e dà la vita eterna, vivrà per
sempre.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Cristo
ribadisce più volte: «Io, in quanto figlio di Dio, sono il pane vivo disceso
dal cielo, chi mangia di me, cioè assimila la convinzione d’essere figlio di
Dio, come sono io, acquista la sensibilità che gli consentirà di vivere la vita
eterna.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Qualcuno potrebbe considerare la parafrasi
troppo forzata. Credo di no. Credo che questo sia il senso più profondo del
messaggio evangelico: l’uomo sviluppa la sensibilità del suo esistere come
«figlio» dell’Esistenza, per potere vivere eternamente l’Esistenza.La stessa
sensibilità si sviluppa nel rapporto d’amore con gli altri.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Un’altra delle chiavi d’interpretazione del
messaggio evangelico è quella che Matteo sintetizza nell’affermazione “in
verità vi dico, tutte le volte che avete fatto ciò ad uno dei più piccoli dei
miei fratelli l’avete fatto a me”. Cristo non ha detto “è come se l’aveste
fatto a me”, ma proprio “l’avete fatto a me”. Infatti se è in me l’essere
figlio di Dio, lo è anche negli altri miei simili, e come posso trovare Dio in
me così lo trovo in loro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> È questo, quello che è in me e nel prossimo,
il Dio nel quale devo vivere e credere per avere la vita eterna, secondo la
promessa: “Chi vive e crede in me non morirà”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma in conclusione, al di là delle citazioni,
alla fine di questo capitolo, centrale per la mia riflessione, perché cerca di
rispondere alla domanda di fondo sulla possibilità di una vita oltre il corpo,
che dia un senso a questa breve vita con il corpo, posso dire d’avere trovato
una risposta?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Credo di si, penso sia credibile che la
coscienza del mio esistere che si è sviluppata attraverso la conoscenza del mio
esistere in rapporto con l’Esistenza, possa vivere anche senza il mio corpo, in
una dimensione diversa “trasformata” come dice S.Paolo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Cap. 15.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">La società
dell'amore.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Nel
capitolo precedente si è accennato al fatto che il rapporto tra i seguaci del
Vangelo deve essere un rapporto d’amore, ma è immaginabile una società che viva
alla lettera il comandamento dell'amore, che non opponga resistenza al male?
Tolstoj, nel saggio che ho ricordato, pensa di sì, deduce i comandamenti secondo
i quali dovrebbe vivere questa società, ed interpreta il Vangelo in modo da
ricavare questi comandamenti, arrivando a conclusioni rivoluzionarie,
destabilizzanti per qualsiasi sistema politico esistente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ritenendo possibile una perfetta società
dell’amore, si finisce per sconfinare nell'utopia, ed immaginare soluzioni che,
valide dal punto di vista teorico, non
riescono però ad incidere, (perchè troppo radicali), sulla realtà che stiamo
vivendo. Non ritenendolo possibile invece, come obietta ancora Tolstoi,
corriamo il rischio di mettere da parte il Vangelo per costruirci un
cristianesimo a misura delle nostre esigenze personali, e delle esigenze
politiche della Chiesa in un determinato momento storico.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Io credo che la risposta stia ancora nel
Vangelo di Giovanni, che ricorda come Cristo, nell'ultima cena, insistentemente
abbia pregato il Padre per i discepoli, che avrebbe lasciato soli a continuare
a vivere l'esperienza del mondo:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> "Ti prego perché siano una cosa sola, ti
prego, di proteggerli dal Maligno, di fare che appartengano a te mediante la
verità'".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Non è un dato di fatto. È un obiettivo così
importante, ma allo stesso tempo così difficile e arduo, da dover impegnare
l'intervento di Dio. È l'obiettivo finale dell'umanità, sul quale Cristo
impegna il Padre, ma la storia che segnerà il cammino verso questo obiettivo,
sarà segnata dalla lotta tra il bene e il male.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> È l'obiettivo finale d'ogni uomo, al quale
ogni uomo giunge attraverso la lotta che si combatte in lui, tra il Figlio
dell'Uomo e il Figlio di Dio. Così, la
storia dell'umanità, come d'ogni uomo, è la storia della tensione verso il
bene, verso la luce, in un percorso nel quale spesso sembra riescano a
prevalere le tenebre.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> L'importante è, come diceva Voltaire, che
facciamo in modo che il nostro, possa essere considerato il migliore dei mondi
possibili, che il nostro modo di essere nel mondo, sia il migliore dei modi
possibili di vivere l'esperienza umana, in una continua tensione verso una
perfezione, che, in quanto tale, può solo restare un ideale, un obiettivo
ultimo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ciò che deve trovarci convinti, è la strada
dell'amore indicata dal Vangelo: è la strada migliore, è quella che meglio
risponde ai nostri interessi di uomini. Deve diventare la strada che ci
consente di crescere di sviluppare la nostra sensibilità, in un mondo che
sempre più saprà apprezzare ciò che è veramente bello e grande, e nel quale,
quindi, si trovano sempre più a loro agio le persone sensibili. La società
dell’amore è possibile, se gli uomini
impareranno, come dice Hesse, a mettersi in relazione come anime e non come
oggetti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma
quale, infine, dovrà essere il rapporto del cristiano con la società che
lo circonda? Dovrà lasciare ogni cosa per seguire Cristo? Nel Vangelo di
Giovanni non troviamo la famosa frase, (che si trova solo in Matteo e Luca)
detta da Cristo ad un potenziale discepolo, che chiedeva di poter seppellire il
padre, prima di mettersi a seguirlo:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> "Lascia che i morti seppelliscano i
morti!"<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Luca aggiunge un'altra frase, data in
risposta alla persona che invece
chiedeva di poter andare a salutare i parenti prima di mettersi a
seguirlo:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> "Chi si mette all'aratro e poi si volta
indietro, non è adatto per il regno di Dio"<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> A mio avviso è quest'ultima frase che può
consentirci di capire il messaggio. Il problema non è se si possa seppellire il padre o salutare i parenti
prima di seguire Cristo, il problema è che si deve fare l'una e l'altra cosa,
avendo in testa di servire Cristo, servendo il figlio di Dio in noi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Per spiegare il concetto infatti, Cristo
aggiunge: «Chi si mette all'aratro e poi si volta indietro è meglio che lasci
perdere.» Chi si mette all'aratro, deve avere chiaro l'obiettivo, deve guardare
davanti a sè, al solco che deve tracciare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Chi si innamora veramente non ha bisogno di
chiedere come comportarsi, viene travolto dal sentimento, vive in funzione
della persona amata, ed anche facendo le altre cose che deve fare, non perde
mai di vista quello che è diventato per lui l'obiettivo principale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma che cos’è l’amore? Sembra una domanda retorica,
tutti diamo per scontato infatti di conoscere il significato del termine. Ma
non e’ così! La società cristiana dell’amore è la società nella quale ogni uomo
ama Dio, e gli altri uomini. Ma cosa significa veramente amare Dio? Si può
usare, per definire il rapporto con Dio, lo stesso termine che si usa per
definire il rapporto con gli uomini? Amare una donna e’ già così diverso da
amare i genitori, e, amare Dio, cosa vorrà dire veramente?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Persa l’idea del Dio dell’abside verso il
quale riuscivo a sentirmi in qualche modo in un rapporto filiale come di fronte ad un ritratto mal riuscito di mio
padre, che senso ha dire ora che devo amare l’Esistenza? Che rapporto
sentimentale posso attivare con il Dio che è l’Infinito?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma la rivelazione, come si e’ già detto nel capitolo precedente, è
che attraverso il mio esistere di figlio dell’Esistenza, io devo pensare
all’Esistenza. Devo quindi amare il mio esistere per amare l’Esistenza. E se
nei confronti del mio esistere, il rapporto d’amore può svilupparsi nel senso
più pieno e pregnante del termine, allo stesso modo può svilupparsi nei
confronti dell’Esistenza che ritrovo nel mio esistere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> L’amore è
pieno quando il soggetto riesce a far proprio, a portare dentro di sè l’oggetto
amato, realizzando l’unità: sarete due in una carne sola. Allo stesso modo con
il Padre:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> «Io vivo unito al padre, e voi siete uniti a
me ed io a voi».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> L’esistere è nell’Esistenza, ritrovandomi in
un rapporto d’amore con il mio esistere, vivo allo stesso tempo l’amore con
l’Esistenza. Sono concetti che sembrano freddi, che non riescono a coinvolgere!
Ma è solo perchè le incrostazioni culturali ostacolano la nostra possibilità di
viverli.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Ci sono stati comunicati perchè impariamo a
viverli. «Vi ho detto questo, perchè la mia gioia sia anche la vostra, e la
vostra gioia sia perfetta».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Cap. 16.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">La libertà.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Prima di entrare in quello che sarà il tema
della seconda parte della riflessione, e cioè su quale possa essere la strada
per diventare figli di Dio, e meritare la vita eterna, ritengo indispensabile
una premessa sulla libertà data all’uomo di salvarsi, e sull’aiuto che gli
viene prestato per raggiungere la salvezza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Nell’Eden, si è già visto, decidendo di
prendere il frutto dall’albero della conoscenza del bene e del male, Adamo ha
deciso di vivere da uomo: libero di fare il male o il bene, libero di
scegliere. Libero quindi di salvarsi ma anche di perdersi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Come può un Dio buono aver dato la possibilità
all’uomo di perdersi? Come è possibile che un Dio buono abbia messo l’uomo
sull’orlo del precipizio, pur sapendo che è come un bambino incapace di vedere
il precipizio? <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ci ritroviamo in un altro mistero, quello
della provvidenza di Dio. in relazione con libertà dell’uomo. A questo si
collega l’altro della predestinazione per il quale l’uomo si ritroverebbe nella situazione
paradossale di vivere un percorso già segnato, credendosi libero, ma in effetti
condizionato dall’esterno, ed a priori, in ogni sua azione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Una possibile risposta. può essere trovata
riprendendo il concetto che Dio non è esistente, ma è l’Esistenza. Dio è
l’Essere, il mondo il divenire.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ciò che diviene deve essere libero di
divenire, nello spazio (alto o basso) nel tempo (giovane o vecchio) ma anche in
rapporto all’Essere (vicino o lontano). L’essere è positivo (buono) ma il
divenire può allontanarsi più o meno dall’essere e diventare quindi più o meno
buono. La libertà del divenire di allontanarsi non può essere addebitata
all’Essere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Jonas cercando di spiegarsi come si possa
immaginare che esista Dio dopo l’esperienza di Auschwitz, come si possa
accettare che nella sua bontà abbia potuto ammettere, senza intervenire, le
atrocità cui ha potuto arrivare l’uomo,
propone l’idea di «un Dio che per l’epoca del processo cosmico, ha abdicato ad
ogni potere di intervento nel corso fisico del mondo».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Con la creazione, la Divinità, con un atto di
autoalienazione, ha consentito di non essere più assoluta, autolimitandosi a
vantaggio di un essere finito, capace di autodeterminare se stesso. È come se
il Dio infinito, avesse accettato di ritirarsi per una parte, lasciando posto
ad un mondo finito, nel quale non sarebbe più coinvolta la sua onnipotenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> La creazione è determinata, ma all’interno
della creazione, ad un elemento della stessa, l’uomo, è stata data la libertà di distinguere tra il bene ed il
male, di vivere più o meno lontano da Dio e quindi di autodeterminarsi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> La libertà e’ ciò che distingue l’uomo
dall’animale e lo rende «simile a Dio», figlio di Dio. Ma come dice Cristo è
solo la verità che fa l’uomo libero. Chi non sa, non è libero di scegliere! La
verità che Cristo è venuto a portare agli uomini, è che la loro esistenza non
si conclude, come quella degli animali, con la morte. Gli uomini al
contrario, sono, o possono
diventare, figli di Dio, ed in quanto
tali destinati alla vita eterna.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> L’uomo ora sa, ma può continuare a vivere da
animale, costringendo anche chi vive da uomo, a vivere in mezzo agli animali, a
subire la ferocia delle belve di Auschwitz.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma se un padre costringesse il figlio a non
allontanarsi per non correre rischi, non sarebbe un buon padre. Buono è il
padre che consente al figlio di vivere la sua libertà, dopo averlo formato a
riconoscere la verità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> E Dio ha
mandato all’uomo il figlio per insegnargli a vivere da figlio di Dio, ed ha
anche lasciato all’uomo lo Spirito, per ricordargli continuamente quale è il
modo più giusto di comportarsi, nel suo interesse, che è quello di essere uomo, figlio di Dio, e non certo un bipede
animale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Riprendendo
ancora dalla Genesi, si potrebbe notare che nell’Eden c’erano due alberi che
l’uomo non avrebbe dovuto toccare: quello della conoscenza del bene e del male
e quello della vita eterna. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Prima di
cogliere il frutto di quegli alberi l’uomo era come un animale, libero in
quanto dipendente soltanto dal suo istinto individuale, immortale perchè non
avendo la coscienza di sè non aveva la coscienza della propria finitezza e
quindi della morte. Nell’evoluzione della specie aveva già raggiunto la
possibilità di comunicare e così aveva dato un nome a tutti gli elementi del
creato. Nel passaggio successivo dell’evoluzione, raggiunge la coscienza di sé
e quindi la possibilità di decidere. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">L’enfasi che è stata data nell’interpretazione
della Bibbia alla conoscenza del bene e del male, ha fatto perdere, a mio
avviso, l’idea che la scoperta nascosta nell’allegoria del frutto proibito, è, prima di tutto,
quella della conoscenza, e in particolare della conoscenza di sé. È questa la
conoscenza che è impedita all’animale, ed è questa conoscenza che stabilisce la
differenza tra l’animale e l’uomo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Conoscenza
di sé è conoscenza dell’altro da sé e quindi scoperta della diversità (si
accorsero di essere nudi e vollero coprirsi), e quindi scoperta della
limitatezza delle singole entità. Libertà di muoversi e rapportarsi con queste
entità ma nella finitezza dello spazio, nella limitatezza del tempo e quindi
scoperta della propria morte. La libertà di conoscere e quindi di sentirsi
vivi, diventa la condanna del sapere di dover
morire.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Con Cristo
infine, l’uomo fa un ulteriore passo nella propria evoluzione, scopre la
libertà di potersi ricongiungere con l’esistenza nella coscienza di poter
superare la propria finitudine in quanto momento dell’esistenza. Il momento
dell’esistenza può risolversi nell’Esistenza per vivere nell’eternità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Cap.
17.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Lo
Spirito Santo.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Per suggerire all’uomo come fare un uso
corretto della libertà, come si è già detto, Dio ha voluto che il Figlio
Unigenito diventasse figlio dell’uomo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">C’erano già stati
i profeti ad indicare la strada. Ma le parole non erano bastate. Era dovuto
intervenire Cristo che alle parole aveva aggiunto l’esempio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma anche l’esempio di Cristo, collocandosi in
un preciso momento storico, poteva essere ricondotto ad un fatto storico, da
interpretare, da discutere sotto molteplici aspetti, ma come qualcosa di finito
nel tempo, senza la forza di incidere sulla vita e sui comportamenti. L’uomo
aveva bisogno di qualcosa che restasse con lui per sempre e per sempre gli
ricordasse la sua essenza di figlio di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Se Cristo è Dio che si manifesta nella storia,
lo Spirito è Dio che resta con l’uomo nel tempo. (Oppure, se Cristo rappresenta
la scoperta da parte dell’uomo della realtà di figlio di Dio, in un preciso
momento storico, lo Spirito rappresenta la stessa scoperta nella continuità
della storia dell’umanità, nella individualità di ogni uomo).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro
difensore che starà sempre con voi, lo spirito della verità».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> «Chi ha sete venga a me e beva ! Come dice la
Bibbia da lui sgorgheranno fiumi di acqua viva. Gesù diceva questo pensando
allo spirito di Dio che i credenti avrebbero poi ricevuto».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Alla samaritana Cristo aveva detto di essere
la fonte d’acqua viva che avrebbe tolto definitivamente la sete. Qui si riporta
la stessa allegoria, ma si precisa poi che deve intendersi riferita allo
Spirito.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Cristo nella storia, lo Spirito nel tempo sono
l’acqua data all’uomo per ristorare la sua sete di conoscenza: «lo spirito
della verità, che il mondo non vede e non conosce e che quindi non può
ricevere, mentre voi lo conoscete perché è con voi e sarà con voi sempre».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Una parabola credo indiana, racconta di come
Dio, dopo aver completato l’opera della creazione, compiacendosi del risultato, aveva deciso di
vivere nel mondo. Si aspettava qualche apprezzamento dal creato, ma fu subito
deluso. Imparo’ anche lui che, a lavorare per gli altri, non si guadagna
neppure il grazie! Anzi, cominciarono a piovergli critiche da tutte le parti.
Ogni giorno. Che dico? Ogni minuto, c’era qualcuno o qualcosa che veniva a
lamentarsi, a criticare, a suggerire dei cambiamenti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Dio, esasperato, chiamò lo Spirito e gli
chiese consiglio su dove nascondersi, per evitare la turba petulante dei
saccenti. Pensarono alle montagne più alte, ma poi capirono che l’uomo sarebbe
arrivato senz’altro fin lassù, spinto dalla brama di contestare. Pensarono alle
profondità dell’oceano, ma l’uomo sarebbe riuscito senz’altro a trovare un
mezzo per scendere fin laggiù, con i suoi suggerimenti, non richiesti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> «Entra con me, all’interno dell’uomo», gli
suggerì infine lo Spirito «puoi essere certo che lì dentro non verrà a
cercarti». La favola, liberamente riportata, come tutte le favole ha
evidentemente una morale, ed è per
questa morale che mi è rimasta nella
memoria.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> La vita eterna non si conquista attraverso un
complesso di opere da compiere. Non c’è un elenco di regole da rispettare, una
tavola di comandamenti cui doversi adeguare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">«Chi riconosce
il figlio di Dio in sè e crede in lui avrà la vita eterna».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">«Chi ascolta
ciò che gli dice il figlio di Dio che è in lui, e crede nel padre che lo ha
mandato, avrà la vita eterna».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> C’è quindi un’unica strada: quella di
riconoscere ed ascoltare il figlio di Dio che è in noi, e per facilitarci la
relazione, sempre in noi, c’è un mediatore: lo Spirito.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Siamo stati talmente abituati ad
esternalizzare questi concetti, ed a personificarli, che il riferimento allo
Spirito, ci porta subito alla colomba che il Battista ha visto sopra il Cristo,
a indicare che era lui il Messia. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Quando diciamo quindi che lo spirito è l’aiuto
che ci è stato dato per riconoscere più facilmente il figlio di Dio, ci
mettiamo in attesa per vedere dove la colomba si posi per il riconoscimento.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Non ci sono colombe! C’è invece un passaggio
logico molto semplice. In me c’è una componente che sento diversa dal corpo,
che è la coscienza del mio esistere e che chiamo Spirito. Portando il mio
pensiero sul mio spirito, mi apro all’idea che questo spirito sia partecipe
(figlio) dell’Esistenza, nella quale io stesso sarò assorbito, se imparerò a
vivere ascoltando l’Esistenza, che mi parla attraverso il Figlio, che è vissuto
da uomo nella storia e che vive in me come Spirito.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Lo
Spirito ci aiuta a comprendere e vivere la nostra realtà di figli di
Dio, a entrare nel nostro esistere, per riconoscere l’Esistenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Cap. 18.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Chi ama la sua vita
la perde.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoBlockText" style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Dopo
aver cercato di convincermi, nella prima parte, che l’uomo può in effetti
diventare figlio di Dio e ottenere la vita eterna, in questa seconda parte mi
pongo il problema di cercare di
capire che cosa si può e deve fare,
sempre secondo il Vangelo di Giovanni, per diventare figli di Dio, ed ottenere
la vita eterna.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> La prima parte della riflessione si è chiusa
con un appunto sulla società predicata
dal Vangelo, come società dell’amore. Il problema è ora capire, in questa
seconda parte, come si può realizzare questa società, nella quale dovrebbe
dominare l’amore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma la ricerca nel Vangelo di Giovanni di
suggerimenti su come comportarci, su che cosa fare, su quali comandamenti
seguire, resta senza risultati.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> C’è un solo comandamento, una sola regola!
«Che vi amiate gli uni e gli altri come io vi ho amato», e un invito pressante,
ripetuto con insistenza, perché ci sforziamo di conformare la nostra vita a
questo comandamento.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Poi ad un tratto, continuando la ricerca, non
prevista e non prevedibile, quando credi di essere già arrivato a delle
conclusioni, ti si para davanti una
frase sconvolgente:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">«Chi ama la
sua vita la perde.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«Chi
odia invece la sua vita in questo mondo, «la conserva per la vita eterna.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Mentre pensavo di aver scoperto che il Vangelo predica una vita da vivere in
positivo, la vita che un Dio buono, un Dio-Padre ha voluto per i suoi figli,
questa affermazione di Cristo, mi si mette contro come un macigno che ti cade sulla strada per obbligarti a tornare indietro, a
rivedere tutte le conclusioni a cui credevi di essere arrivato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Per cercare di capire il senso di una frase,
così perentoria ed assurda allo stesso tempo, mi rivolgo alla versione latina,
per vedere se l’interpretazione dei traduttori ha stravolto il senso originario
dell’affermazione. In effetti il testo latino parla di «anima» e non di «vita»,
ma la diversità dei termini in un certo senso aggrava l’assurdità del concetto:
non solo devo odiare la «vita» devo odiare addirittura «l’anima», l’essenza
stessa della vita.. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Con l’una o con l’altra versione il senso
sembra inequivocabile: per seguire Cristo bisogna odiare la propria vita e
quindi evitare tutto quello che dà piacere, per seguire la strada del
sacrificio, della penitenza e del cilicio! Non basta più soltanto abbandonare
ogni cosa, è necessario anche vivere la propria esperienza umana in termini di
sofferenza!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Anche qui credo, probabilmente, il problema è
quello di trovare la chiave di interpretazione. A mio avviso, per comprendere
nell'esatto significato la frase è necessario tornare alla chiave di
interpretazione del Vangelo, per quanto riguarda il rapporto uomo-Dio. Ci si
deve richiamare alla distinzione che si
è introdotta, sul fatto che Dio non può diventare sapere, ma deve restare
conoscenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Come Dio non è ciò che so, ma ciò che cerco di
conoscere sull’Infinito, così l’io non deve essere ciò che sono ed ho, ma ciò
che voglio avere e diventare. Con lo stesso schema logico io devo quindi
evitare di amare quello che ho e quello che sono, per amare invece, quello che
posso avere o posso diventare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Il concetto viene rafforzato con l’invito a
disprezzare ciò che sono, per riconoscermi e proiettarmi esclusivamente in ciò
che vorrei essere. Alla fine della mia giornata io guardo con distacco ai
risultati che ho conseguiti, guardo invece con amore agli obiettivi che mi
pongo per il giorno dopo. Obiettivi che
riguardano non le cose, ma il rapporto con le cose, obiettivi quindi non del
mio corpo, ma del mio spirito. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> E’ vero che il quanto ho, non è ininfluente su
come guardo a quello che ho. Per cui per non correre il rischio di
condizionamenti, S. Francesco ha abbandonato ogni cosa, o, come ricorda Cristo,
entra più facilmente un cammello per la
cruna d’un ago, che non un ricco nel regno dei cieli. Ma è anche altrettanto
vero, e per certi versi emblematico, che Seneca, l’uomo più ricco dell’impero
romano ai tempi di Cristo, abbia saputo
sviluppare una filosofia che per molti tratti richiama il Vangelo, ed un
profondo sentimento di superiorità sulle cose, che gli ha consentito,
condannato a morte da Nerone, di distaccarsi dal mondo serenamente e
consapevolmente bevendo, come Socrate, la cicuta..<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Indipendentemente da quello che ho e sono, è
importante il come, in quali termini
definisco il rapporto con quello ho e sono.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Come giustamente dice Cristo, solo chi
disprezza la sua vita la conserva per l’eternità. Infatti se vivo, di giorno in
giorno, proiettato nel domani, nel divenire e non nell’essere, è normale che un
giorno mi ritrovi a pensare e vivere un domani nel quale il divenire del mio
spirito, del mio esistere, si ritrova finalmente libero dai condizionamenti del
mio essere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma fino a quel momento, perché la vita
dell’uomo sia la felicità, che anticipa la felicità eterna, è necessario che
l’uomo impari a vivere con gioia il
rapporto verso Dio, in termini di conoscenza progressiva, verso il prossimo, in
termini di disponibilità alla conoscenza, verso la proiezione di sè nel domani,
senza sentirsi appagato e quindi condizionato da ciò che ha già raggiunto ed è
già diventato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> In questo modo, la vita sarà ricerca continua
del nuovo, e del meglio. Nuovo e meglio evidentemente in termini di essere e
non di avere, senza che l’essere debba implicare comunque la rinuncia
all’avere .<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> A fronte dei vantaggi che potrebbero risultare
dal vivere il divenire, invece che il
presente, si potrebbe obiettare che il vivere continuamente proiettati sugli
obiettivi futuri, comporta uno stato di
continua tensione e di ansia, e quindi una stato di perenne angoscia ed
infelicità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Potrebbe sembrare!… Ma non è così!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">C’è
chi, vedendo la bottiglia riempita a metà, la vede come mezza vuota, e chi
invece la vede come mezza piena. Chi la vede mezza piena viene preso da quello
che ha, viene travolto dalla necessità di gestire quello che già possiede. Chi
la vede mezza vuota, si darà invece da fare per trovare idee che gli consentano
di riempirla. L’uno vive la vita in modo conservativo, l’altro in modo
innovativo e creativo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> E’ vero che il secondo può essere preso
dall’insoddisfazione perché comunque la bottiglia non si riempie, e
nell’agitazione e nel rammarico, può perdere la bellezza della tensione a
innovare e a rinnovarsi ogni giorno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma il suggerimento di Cristo è: «Non pensare
alla bottiglia! Dimenticala! Odiala,
appunto!».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> È evidente che non è piena. Se infatti lo
fosse, sarebbe perfetta, e la perfezione non è per gli uomini. Di quanto sia
piena è irrilevante, se sia più o meno piena di quella degli altri, e’
ininfluente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Indipendentemente da come sia, in qualsiasi
momento, il tuo compito, per il momento successivo, è quello di scoprire la
gioia nel far in modo che sia ancora più
piena.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Gioire, divertirti, e non angosciarti! <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<i><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Perché comunque la
bottiglia non e’ tua, e il divertimento sta nel riempirla, non nell’averla
riempita.<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Tutto
sembra così logico ed evidente. Eppure è così difficile da mettere in pratica!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">La
difficoltà deriva dal fatto che si siamo innamorati della bottiglia, pur
essendo evidente che non ci appartiene
Quando ci sarà tolta, di noi resterà soltanto quello che abbiamo
imparato mentre la si riempiva<i>.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">L’assurdo
dell’uomo costretto a riempire una bottiglia che non si riempie mai e che
comunque gli sarà tolta, si risolve soltanto pensando che gli è stata data
questa incombenza, perchè sviluppi un’abilità nel riempirla.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">L’abilità
acquisita, diventerà un suo modo di essere, anche quando avrà perso la
bottiglia!.<i> <o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Cap. 19.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Vivere il divenire.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Secondo l’interpretazione data nel capitolo
precedente, la proposta di vita del Vangelo di Giovanni potrebbe venire
sintetizzata nel precetto di «vivere il divenire».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> A Roma quasi in contemporanea a Cristo, la
filosofia stoica trova la sua massima espressione poetica nel «carpe diem» di
Orazio. Il concetto di fondo è che l’unica cosa che ci appartiene, e sulla
quale dobbiamo concentrarci è il presente. Vivendo di ricordi, e quindi nel
passato, perdiamo un attimo del nostro presente. Sprechiamo così un momento della nostra vita. Allo stesso
modo, sprechiamo il presente, immaginandoci di vivere nel futuro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> L’idea che si potrebbe ricavare dal Vangelo di Giovanni, a mio
avviso, è radicalmente diversa. Non è vero che il presente ci appartiene. Il
presente nel momento che è, si è già realizzato, non ha più bisogno di noi. È
invece l’attimo dopo, l’attimo che deve ancora venire, che ci appartiene,
perché è su questo che, assieme ad altri fattori esterni, possiamo influire
anche noi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> È questo quindi l’attimo nostro, quello in cui possiamo
realizzarci, perché noi siamo quello che possiamo divenire e quello che
possiamo realizzare. Quello che siamo, non ci appartiene. Nel momento nel
quale viviamo l’attimo fuggente, questi
è già fuggito. È solo il prossimo attimo che dipende da noi, perché dipende da
quello che facciamo nell’attimo che stiamo vivendo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Ma in questo
modo, si obietterà nuovamente, l’uomo vive in uno stato di continua tensione
nel futuro e quindi di sofferenza, e si nega la possibilità di godere, per
quello che ha realizzato. Come ho già detto, penso che possa essere vero il contrario!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Il pittore, di fronte al quadro finito, può
pensare a cosa ha fatto, può sentirsi appagato per quel che ha fatto, o può già
pensare al nuovo quadro che farà. In quest’ultimo caso non rinuncia a sentire
il piacere per quello che ha fatto, anzi, il piacere per l’opera completata, si
fonde all’idea dell’opera da compiere e si realizza come piacere dinamico e non
statico. I quadri restano solo episodi del suo divenire di artista.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Per la teoria del «carpe diem», l’attimo
fuggente va vissuto con una intensità assoluta come se fosse l’ultimo. Vivere
il divenire significa invece andare oltre il momento dell’essere, non per perderlo, ma per viverlo
nella pienezza del suo completamento nel divenire.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Sul treno della vita, Orazio mi dice, devo
godere momento per momento della bellezza del paesaggio che mi scorre davanti,
perché ogni momento sarà unico ed irripetibile, quello di dopo sarà diverso, e
non sarà possibile avere il replay di quello che ho perso. In questo modo la
vita viene vissuta come una successione di immagini statiche, una
rappresentazione attraverso diapositive. La vita del divenire, è invece come un
film, nel quale le immagini servono solo a rappresentare il movimento, il
divenire dell’azione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Seguendo un paesaggio nel suo divenire, non ci
si ferma a quello che si vede, a quello che riuscirebbe a cogliere l’obiettivo
della macchina fotografica, si va oltre, e si vede l’immagine evolversi e divenire,
perché si vede quel che c’è dietro all’immagine, dietro alle cose. Il bosco non
è più soltanto un bosco, ma è la magia d’un atmosfera, lo stormire delle fronde
è il respiro della natura che vive e
diviene, è il fremito che trasforma ogni cosa che esiste.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> All’uomo che percorre la cresta della
montagna, verso il precipizio, Orazio consiglia di soffermarsi ad ammirare ed a
godere d’ogni fiore che si incontra sul prato, perchè, presi dalla bellezza del
fiore, si dovrebbe riuscire anche a dimenticare l’angoscia per il precipizio
verso il quale si è incamminati. Per
Cristo invece, a mio parere, l’uomo sulla
cresta deve muoversi senza la paura del precipizio. Avanzando, deve guardare non a dove ha messo il piede,
ma a dove lo metterà nel passo successivo. Anch’egli vedrà i fiori rincorrersi
e sovrapporsi, e l’erba muoversi nel respiro della terra, fino a che il vento
riempirà la vela del suo aquilone e potrà dolcemente staccarsi da terra, per librarsi nell’immensità
del cielo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> “Pensando al futuro si perde il presente”
ripete Orazio, ma forse ha torto. Se mentre costruisco la casa ho in testa
l’immagine di come sarà, non solo non perdo la soddisfazione per ogni pietra
aggiunta, per ogni muro realizzato, per l’avanzamento continuo dell’opera, ma al
contrario ogni azione, ogni gesto assume un significato più vero e profondo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> L’errore sta nel considerare il muro come
qualcosa di definitivo, e non invece un
semplice elemento della casa. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma se poi non si dovesse avere la fortuna di
vedere la casa completata? Più che un rischio è quasi la norma: quelli che hanno seminato, di solito non
riescono a raccogliere. Ma come potrebbero seminare se non pensando al
raccolto? Come potrebbero seminare se pensassero che sta per arrivare il freddo
dell’inverno e gelerà la terra nella quale hanno gettato il seme?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma ci sarà un anno nuovo, una nuova primavera!
A questo deve pensare chi semina. Non per perdere, ma per provare
intensamente la gioia della seminagione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Cap. 20<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">La felicità</span></b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Cristo
avrebbe detto che la felicità non e' di questo mondo. Avrebbe anche
aggiunto che solo attraverso le rinunce,
i sacrifici e la penitenza ci si procura la possibilità di ottenere la vita
eterna. Questo avrebbe detto secondo la formazione catechistica della mia
infanzia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma dove l'avrebbe detto se il suo insegnamento e': "Vivete da fratelli e
sarete felici. Amatevi gli uni e gli altri e sarete felici!" <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Felici qui sulla terra, nella vita di ogni
giorno!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> E vivendo la felicità della terra,
conquisterete, giorno per giorno, la felicità della vita eterna. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Il cristianesimo e' stavo vissuto come
negazione del mondo. Come si sia potuta sviluppare questa idea, non so.
Certamente non la ritrovo nel Vangelo di Giovanni. Qui io trovo soltanto il
concetto che la vita va vissuta con
l'entusiasmo di chi scopre di essere figlio di Dio, destinato all'immortalità.
Ed anche il rapporto con i beni materiali della terra, e' un rapporto in
positivo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Dei tanti miracoli che Cristo avrebbe fatto,
secondo gli altri evangelisti, Giovanni ne riporta solo sette. Di questi, due li ritroviamo anche negli altri Vangeli.
Cinque li riporta soltanto Giovanni. Fra questi c’è anche il miracolo delle
nozze di Cana.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> L’evangelista che ha trascurato di raccontare
tante guarigioni ben più importanti si sofferma a raccontarci la “banalità”
di Cristo che trasforma l'acqua in vino, per evitare al padrone di
casa la brutta figura di non aver procurato vino a sufficienza. E il racconto,
per giunta, ci viene presentato con una dovizia di particolari, che si giustifica
solo per sottolineare l’importanza del fatto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> C'erano lì sei recipienti di pietra di circa
cento litri ciascuno. Servivano per i riti di purificazione degli Ebrei. Gesù
disse ai servi:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Riempiteli
d'acqua!"<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Essi
li riempirono fino all'orlo. Poi Gesù disse loro:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Adesso
prendetene un po' e portatelo ad assaggiare al capotavola."<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Glielo
portarono.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Il
capotavola assaggiò l'acqua che era diventata vino. Ma egli non sapeva da dove
veniva quel vino. Lo sapevano solo i servi che avevano portato l'acqua. Quando
lo ebbe assaggiato il capotavola chiamò lo sposo e gli disse:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Tutti
servono prima il vino buono, e poi quando si è già bevuto molto, servono il
vino più scadente. Tu invece hai conservato il vino buono fino a questo
momento".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Giovanni trascura anche di riportare le tante parabole che Cristo ha raccontato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Io credo che questa di Cana, sia al tempo
stesso una parabola ed un miracolo. Mi piace interpretarla come la parabola
della vita dell'uomo, che deve essere vissuta come una festa. Non deve mancare
nulla di quello che può servire a fare festa!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Anche la moltiplicazione dei pani e dei pesci,
l'unico miracolo che Giovanni riporta assieme a tutti gli altri tre
evangelisti, può essere vista come una parabola con lo stesso significato.
Circa cinquemila persone, sulla montagna, sedute, e il <i>terreno era erboso</i>, e raccolsero e riempirono dodici cesti con gli
avanzi delle cinque pagnotte...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Un
altro fatto-parabola, riportato solo da Giovanni infine mi pare sottolinei
molto bene l'atmosfera che deve caratterizzare la vita degli uomini. È la scena
d’una scampagnata sulla spiaggia, con l'immancabile grigliata, che ci fa vedere
un immagine di Cristo inusitata rispetto a quella che mi torna in mente dal
catechismo, del figlio di Dio che, s’è scomodato a farsi uomo, solo per
tormentarmi con obblighi, divieti e penitenze.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Resuscitato,
Cristo si era già fatto vedere nel
cenacolo, convincendo anche lo scettico di Tommaso che era resuscitato sul
serio. Ma qualche giorno dopo, alcuni discepoli si trovavano a pescare sul lago
di Tiberiade. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">C'era
anche Pietro che disse:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Io
vado a pescare".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Gli
altri risposero:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Veniamo
anche noi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Uscirono
e salirono sulla barca. Ma quella notte non pescarono nulla.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Era
già mattina quando Gesù si presentò sulla spiaggia, ma i discepoli non sapevano
che era lui. Allora Gesù disse:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Ragazzi,
avete qualcosa da mangiare?"<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Gli
risposero di no. Allora Gesù disse:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Gettate
la rete dal lato destro della barca e troverete pesce".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">I
discepoli calarono la rete. Quando cercarono di tirarla su, non riuscivano per
la gran quantità di pesci che conteneva. Allora il discepolo prediletto di Gesù
disse a Pietro:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"E'
il Signore!"<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Simon
Pietro udì che era il Signore. Allora si legò la tunica intorno ai fianchi
(perché non aveva altro addosso) e si gettò in acqua. Gli altri discepoli
invece accostarono a riva con la barca, trascinando la rete con i pesci, perché
erano lontani da terra un centinaio di metri. Quando scesero dalla barca videro
un focherello di carboni con sopra alcuni pesci. C'era anche pane.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Gesù
disse loro: "Portate qui un po' di quel pesce che avete preso ora".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Simon
Pietro salì sulla barca e trascinò a terra la rete piena di centocinquantatrè
(!) grossi pesci. Erano molto grossi, ma la rete non si era strappata.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Gesù
disse loro: "Venite a far colazione".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Se Giovanni ha
voluto dare rilievo a questi fatti apparentemente marginali, non credo ci possa
essere altro motivo se non quello d’aver voluto in qualche modo
ricostruire l’atmosfera che deve
caratterizzare la vita dei cristiani assieme a Cristo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">D’altra parte,
se l’unico comandamento che ci è stato dato è quello dell’amore, è evidente che
quelli che vivono nell’amore vivono in positivo, con entusiasmo e con gioia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Ogni uomo
ricorda i momenti dell’innamoramento come i momenti più felici della propria
vita. Se questa condizione di innamoramento si potesse vivere, come vorrebbe il
Vangelo, non solo nei confronti della persona che abbiamo scelto, ma di tutte
le persone che ci circondano e della natura, e se questo innamoramento fosse
sorretto da una condizione continua di innamoramento nei confronti di noi
stessi figli di Dio, è evidente che ne uscirebbe una modalità di vita per la
massima felicità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Appunto come
conferma Cristo nell’ultima cena: «Quando metterete in pratica queste cose, <i>sarete felici.</i>!»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Cap. 21<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Il Buon samaritano.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Dei tanti racconti, delle tante parabole, che
Giovanni trascura di riportare nel suo Vangelo, mi dispiace soprattutto abbia
dimenticato anche quella del buon samaritano. Una parabola che bene mette a
fuoco quello che dovrebbe diventare l’ideale di vita del cristiano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Tra l’idea d’un Cristo che a Cana insegna a
non disprezzare neppure i piaceri della tavola, e l’idea del Cristo che sale il
Calvario per insegnarci a soffrire, c’è una contraddizione, per superare la
quale, si è cercato di far prevalere l’idea del Cristo della sofferenza, e
quindi del cristianesimo della rinuncia e della penitenza. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> A mio avviso non c’è invece contraddizione
alcuna, se pensiamo che il messaggio evangelico sia per una vita, autenticamente
e sinceramente vissuta, in un rapporto d’amore con i fratelli, sia nei momenti
della gioia che in quelli del dolore, senza concessioni al fariseismo ed alle
apparenze.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Il concetto mi pare molto bene riassunto nella
parabola del buon samaritano, che riporto da Luca, l’unico che ci lascia il
racconto dell’uomo che scendeva da Gerusalemme a Gerico.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> S’era alzato un dottore della legge e, per
cercare di metterlo in difficoltà, aveva fatto a Cristo la domanda «da un milione di dollari»:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«Maestro
che cosa devo fare per ottenere la vita eterna?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Cristo risponde ponendo a suo volta una domanda:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«Che
cosa c’è scritto nella Legge?»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Il
dottore rispose prontamente:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«Amerai
il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la
tua forza e con tutta la tua mente, e il prossimo tuo come te stesso»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«Ecco!
Fai così e vivrai?»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Ma
l’altro che voleva «prenderlo in castagna» continuò: «E chi è il mio prossimo».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Allora Cristo prese a raccontare che una volta
un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico. Incappò nei briganti che lo
spogliarono, lo percossero e lo lasciarono sul ciglio della strada, mezzo
morto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Passò di lì un sacerdote e lo schivò
transitando dall’altra parte della strada. Altrettanto fece un levita. Un
samaritano invece, che era in viaggio per affari, lo vide e ne ebbe
compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, lo caricò sopra il suo
giumento e lo portò ad una locanda. Il giorno dopo, non volendo rinunciare ai
suoi impegni, estrasse due monete e le diede all’albergatore chiedendo che
avesse cura di lui. Si impegnò infine a ripassare per vedere come stava, se
aveva ancora bisogno di lui, ed a pagare ancora se ce ne fosse stato bisogno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> «Va», disse Cristo al dottore, concludendo il
racconto, « e fa anche tu lo stesso».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Non è certo un caso, che nel suo racconto,
Cristo abbia voluto immaginare, che proprio un sacerdote, fosse il primo a far
finta di niente. Chissà quali problemi teologici
aveva in mente! Non poteva certo
distogliersi dalle sue riflessioni, per interessarsi d’un disgraziato! Il
samaritano era invece uno di noi, preso
dai mille impegni del quotidiano, degli affari, del lavoro. Trovò tuttavia
anche il tempo per prendersi cura d’un estraneo che aveva bisogno di lui! In questo mi pare ci sia la chiave del
messaggio evangelico!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> E’
giusto continuare ad impegnarsi nei problemi del mondo, ma lo si deve fare con
un atteggiamento diverso, in un rapporto d’amore con gli altri e con le cose.
Allora si troverà anche il tempo per dedicarsi agli altri ed alle cose, in modo
che questo dedicarsi, ritorni a vantaggio di chi lo fa. Il riferimento al quale
ci si deve ispirare è quello di un uomo,
non succube del mondo, ma, al contrario, capace di utilizzare il mondo per
migliorare e raffinare la propria
sensibilità, nella prospettiva dell’eternità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma il mondo, si può obiettare, non è certo
pieno di buoni samaritani. Devi combattere, vincere la concorrenza, devi farti
avanti a gomitate, se vuoi emergere o semplicemente se non vuoi lasciarti
calpestare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Certo! Forse anche il samaritano, rientrando,
ha trovato persino che l’albergatore gli
ha fatto la cresta sui conti per l’assistenza, oppure non ha trovato più l’uomo
che aveva assistito, che se n’era già
andato, senza neppure una parola di ringraziamento. Ma alla fine della giornata
il samaritano è comunque felice, l’albergatore invece, avrà migliorato le
entrate, ma, nella sua grettezza, è diventato incapace di vivere la felicità’
per i risultati ottenuti. Il disgraziato infine nell’incapacità di provare
gratitudine avrà perso ogni possibilità di sentire la gioia dei sentimenti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Tuttavia anche
il samaritano di fronte a tanta ingratitudine e vigliaccheria,
ripensando ai suoi comportamenti ed a come era stato ripagato, forse si sarà ripromesso di non farlo più... Al
contrario, il samaritano del messaggio evangelico, non pensa già più a quello
che ha fatto, ma è con la mente altrove a ricercare come poter rivivere ancora
la felicità provata nel gesto gratuito di generosità! La gratificazione, il
cristiano la cerca in se stesso, non dagli altri. Perchè l’atto del dare e del
darsi, non fa perdere qualcosa a chi dà, ma come già diceva Seneca, torna a
vantaggio e beneficio del donatore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Quando dai qualcosa di te, sei come il
seminatore che sparge la semente del grano. Chi più semina, più raccoglie. Per
ogni grano dato al terreno, in te spunterà
una spiga, e non attenderti che il terreno ti sia grato dei semi che gli
hai dato!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Come si è già visto, la vita va vissuta in
divenire. Quel che hai già fatto, non ti appartiene più, fa parte del passato,
è in quello che puoi ancora fare che si può realizzare la tua felicità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Cap. 22<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">La preghiera.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Dalle mie reminiscenze del catechismo emerge
un Dio che sembra quasi abbia bisogno della preghiera dell'uomo. L’uomo invece,
portando a Dio preghiere, sembra possa ottenere
in cambio dei buoni punto per una raccolta che, se completata, darà
diritto al Paradiso.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> E' evidente che, qualsiasi sia l'idea che ce
ne possiamo fare, Dio non può aver bisogno delle nostre orazioni. La preghiera
e' per l'uomo, serve all'uomo, per
migliorare il proprio rapporto con Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma cosa significa veramente pregare?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Se l'obiettivo della preghiera è migliorare il
rapporto con la divinità, pregare è, evidentemente, l'atto con il quale l'uomo
abbandonando i pensieri legati al quotidiano, si ritrova a pensare a Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Pregare è pensare a Dio per riuscire a
sentirlo sempre di più, per riuscire a sentirsi sempre più figli di Dio.
Pregare è un atto d'amore. D'un amore, come direbbe Hesse, senza desiderio, che
costituisce la condizione più elevata e desiderabile della nostra anima, la
strada per la beatitudine.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Questo può essere fatto assieme o da soli,
recitando il breviario o partecipando alla Messa, nell’intensità della
meditazione e della concentrazione sul pensiero di Dio o attraverso riti che ci portino a pensare a Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> La Chiesa privilegia, come preghiera, degli
atti che realizzano un’atmosfera nella quale è più facile pensare a Dio, ma non è meno preghiera quella
fatta cercando di pensare direttamente a Dio, come hanno insegnato i mistici e
come insegnano, in particolare, le religioni orientali.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> L'uomo occidentale, con l’eccezione dei
mistici, ha avuto bisogno per duemila anni di atti esteriori e formulari che lo coinvolgessero nel pensiero di Dio.
Nella sua evoluzione ha raggiunto una capacità di astrazione e di meditazione
pari a quella degli orientali, per cui sente oggi più vicino al suo modo di
pensare, il modo di pregare degli orientali.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ripetere cinquanta «Ave Maria» ha un senso
solo se attraverso quella recita, e solo in quel modo, io riesco a pensare alla
divinità. Se sono capace di una via più diretta ed immediata, posso, anzi
devo, privilegiare quella via.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Se fisso un punto nell'infinito e riesco a
pensare a Dio e immagino di penetrare all'infinito in quel punto come in un
vortice che non ha fine, se riesco a
pensare che più penetro e più mi avvicino a Dio, io prego. E se trattenendo
il respiro riesco ad immergermi nel
vortice del pensiero di Dio, fino a che il mio corpo lieviti come insegnano le
teorie yoga, il mio pregare non è in contrasto con il Vangelo ma al contrario è
realizzazione di quanto Cristo chiedeva al Padre per i suoi discepoli: Fa che
siano tutti una sola cosa: come Padre tu sei in me ed io sono in te, anch'essi
siano in noi".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Se concentrandomi su di me, io riesco ad
entrare nel profondo del mio io, per ritrovare il senso del mio essere figlio
di Dio. E se io ripeto questa entrata più e più volte, a migliorare
continuamente la mia capacità di immedesimarmi
in Dio che è in me. Questo è pregare!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Preghiera quindi come momento di
identificazione di se stessi con la divinità, di riconoscimento della propria
essenza di figli di Dio, per ritrovare, attraverso l'unità con il Padre,
l'unità con i fratelli.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Nel
Vangelo è molto chiaro il concetto che
non ha senso pregare per chiedere «perché Dio padre sa già di che cosa abbiamo
bisogno, prima ancora che lo chiediamo».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Altrettanto
chiaro è il concetto che la preghiera non ha bisogno del luogo di culto o di un
cerimoniale:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">“Tu quando
preghi entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel
segreto”. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Come si è già
detto, pregare significa cercare di
mettere in relazione il proprio spirito con lo Spirito di Dio. La ricompensa
della preghiera è proprio la relazione di risposta di Dio, alla richiesta di
relazione dell’uomo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Raggiungere questa relazione biunivoca, non è
facile, presuppone un insistenza da parte dell’uomo. Ma se anche uno che non è
ben disposto nei tuoi confronti, se tu insisti a bussare, alla fine ti apre la
porta «a maggior ragione il Padre che è in cielo, darà lo Spirito santo a
quelli che glielo chiedono». La risposta di Dio alla preghiera dell’Uomo è
quindi la concessione dello Spirito santo, cioè della capacità della relazione
con Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma come si riesce a realizzare questa
relazione?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Non c’è
evidentemente una modalità particolare, un giorno prestabilito, un cerimoniale
codificato. Non c’è neppure una formula
speciale. Se ci fosse, se Cristo l’avesse insegnata, sarebbe evidentemente di
tale importanza, che nessuno dei quattro evangelisti avrebbe potuto non
riportarla. Ma non c’è una formula! Matteo e Luca ci riportano comunque un
suggerimento di Cristo che in quanto tale ci può aiutare a capire come metterci
in relazione con Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Riporta
Matteo, e gli fa eco pur con qualche variante significativa Luca: «Pregate
così: Padre nostro che sei nei cieli...»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> <i>Padre io
vorrei riuscire a sentirti ad un tempo come Esistenza e come Padre, assieme ai miei simili, perché su questa relazione degli uomini con te, si
realizzi la relazione tua con gli uomini sulla terra.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<i><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Padre,
vorrei riuscire a sentirti ogni giorno come ciò che alimenta e dà un senso alla
mia esistenza.<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<i><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Per vivere
la felicità nel respiro dell’amore verso te ed i fratelli, vorrei che nessuno
si sentisse in colpa nei miei confronti,
per non vivere sensi di colpa nei confronti di altri.<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<i><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Vorrei
poter vivere in un rapporto sempre più intenso con te, per poter superare la
tentazione di farmi condizionare da ciò che mi circonda.<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> La
mia traduzione può sembrare troppo libera, una parafrasi, più che una versione.
Ma in questa libertà penso d’essere riuscito a rispettare, almeno così
credo, il senso vero del messaggio sul
modo con cui dobbiamo pregare. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Cap. 23.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Le virtù cristiane.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Quali sono i comportamenti da cui si riconosce
il seguace del Vangelo? Soltanto da un fatto. «Se vi amerete come fratelli, da
questo riconosceranno che siete miei discepoli». Tutto qui!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma quali possono essere considerati i
comportamenti attraverso i quali si realizza l’amore per i fratelli? Quali sono
quindi le «virtù» che dovrebbe praticare il cristiano per poter essere
considerato tale?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">La
compassione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Nietzsche ricorda con disprezzo che "il
cristianesimo è detto religione della compassione. La compassione si
contrappone agli effetti tonici, quelli che accrescono l'energia del sentimento
vitale: essa ha un effetto deprimente. Quando si compatisce si perde
forza".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Non
è vero che quando si compatisce si perde forza. Anche Seneca, come ho già ricordato, ai tempi di
Cristo, aveva giustamente intuito che
l'atto del dare non porta ad una diminuzione in chi dà, ma ad un accrescimento.
Paolo negli Atti degli Apostoli. ricorda che Cristo ha detto che "c'è più gioia nel dare che nel
ricevere".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Il messaggio evangelico rovesciando
l'interpretazione negativa di Nietzsche, può
essere proprio visto come il messaggio degli "effetti tonici,
quelli che accrescono l'energia del sentimento vitale". E' infatti l'idea
di entrare in rapporto con Dio, per realizzarsi compiutamente nel mondo, ed
attraverso questa realizzazione, conquistare una realizzazione più piena ed
assoluta oltre la morte. Il mondo non viene negato, ma valorizzato, come
palestra nella quale l'uomo si esercita, per vivere al meglio l'esperienza
della vita eterna.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> La compassione è quella del samaritano che
nell’inginocchiarsi di fronte al ferito, diventa più grande del sacerdote che
gli passa accanto senza guardare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">L’umiltà. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Come la compassione, anche l’umiltà è stata
vista come l’indicazione data al cristiano, di essere sempre remissivo e
perdente. Da qui l’idea del
cristianesimo come religione dei vinti e dei perdenti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> L’umiltà è invece la virtù di chi non cerca il
riconoscimento degli altri, ma cerca la gratificazione in se stesso. Con una
parabola, anche questa non riportata da Giovanni, Cristo dice che quando ci si
deve accomodare a tavola, è meglio scegliere gli ultimi posti, con la
possibilità quindi che il padrone di casa ti renda onore, facendoti venire più
avanti. Ma la motivazione che dà l’evangelista sull’opportunità di scegliere
gli ultimi posti, va riportata alla sua mentalità, piuttosto che
all’insegnamento di Cristo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Scegliere gli ultimi posti, è la scelta che
deriva dalla propria convinzione che non ha nessun rilievo essere davanti o
dietro, ciò che conta è come ci si sente dentro. E infatti in Giovanni
l’insegnamento viene rappresentato nella scena della lavanda dei piedi
nell’ultima cena: se con umiltà il maestro ha deciso di lavare i piedi ai
discepoli, l’atto dell’inginocchiarsi davanti a loro, non lo rimpicciolisce,
ma, al contrario, lo rende grande.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> La scena interpreta alla lettera la frase
riportata da Luca: «Chi tra voi è il più importante, diventi come il più
piccolo, chi comanda diventi come quello che serve».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Chi «diventa» piccolo, in realtà sviluppa
ancora di più la sua grandezza, chi si umilia, in verità si esalta, dimostra la
propria superiorità di spirito.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Il perdono.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> È la più grande delle virtù cristiane perchè
diretta conseguenza del primo e unico comandamento, quello dell’amore. Se
l’impegno assoluto è quello di amare, anche i nemici, è logico che altrettanto
assoluto deve essere l’impegno a perdonare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma anche a questo proposito il racconto di
Giovanni ci stupisce perché non riporta neppure il perdono accordato da Cristo
ai suoi crocifissori. Giovanni che pure era presente ai piedi della croce, non
riporta la frase:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">«Padre perdona
loro perché non sanno quello che fanno».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Giovanni introduce il concetto del perdono con
la scena della donna portata a lui dai farisei perché sorpresa in adulterio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> «Mosè ci ha ordinato di uccidere queste
persone infedeli a colpi di pietra, e tu cosa ne dici?»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma Gesù guardava in terra e scriveva col dito
nella polvere. Quelli però insistevano con le domande. Allora Gesù alzò la
testa e disse:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">«Chi tra di
voi è senza peccati, scagli per primo una pietra contro di lei». Poi si curvò
di nuovo a scrivere in terra.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Io immagino che in qualche modo stesse
scrivendo che il perdono per il cristiano non è un atto di generosità ma di
verità. Ogni individuo è un mondo a sé, in rapporto diretto, originale ed
esclusivo, con l’Esistenza. Ogni uomo ha comportamenti che derivano e si
giustificano nel suo esistere individuale. La società può difendersi dai
comportamenti dell’individuo, l’individuo può difendersi dai comportamenti
anomali di un altro individuo, ma né la società né l’individuo possono
intervenire per punire il comportamento
in sé. Ogni individuo nella sua originalità ha infatti dei comportamenti
che possono essere considerati anomali e quindi puniti da un altro individuo.
Pensare di punirli significherebbe immaginare una società dove tutto può essere
punito.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> La società del Vangelo è invece la società che
riconosce la libertà assoluta dell’individuo, fino a che non si scontra con la
libertà di un altro individuo o con le regole che la società si e’ data per
garantire la libertà della maggioranza degli individui.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma anche in questo caso l’intervento non può
essere punitivo, ma difensivo, e quindi limitato ad evitare che l’intervento
anomalo possa ripetersi: deve essere l’intervento di chi, in spirito di verità,
sa di aver avuto, o di poter avere comportamenti anomali. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Il comportamento di Cristo con i “diversi” è
sempre un comportamento di tolleranza, di accettazione. Non c’è un
comportamento “ideale” al quale ci si debba conformare. Non c’è quindi una
società “media” da assumere come riferimento. La società deve sapere assumere e
sottolineare il valore della diversità, senza cercare di mediarlo in un
compromesso grigio ed informe nel quale annegare l’originalità del singolo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Cap. 24<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Il peccato.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Chi
commette il peccato va contro la legge di Dio perché peccare vuol dire mettersi
contro la sua volontà. Voi sapete che Gesù è venuto in mezzo a noi per togliere
il peccato. In lui non c'è peccato. Chi rimane unito a Gesù non pecca più. Se
pecca ancora dimostra di non aver veramente veduto Gesù e di non averlo
capito".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Così scrive Giovanni nella sua prima epistola.
Ho cercato nelle lettere, per vedere se trovavo qualcosa di più concreto. Nel
Vangelo di Giovanni infatti, il peccato non appare quasi mai, o almeno non c'è
una esplicita presentazione di che cosa sia peccato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Eppure nell'idea del cristianesimo che io mi
porto dentro dalla mia infanzia, dalle lezioni di catechismo alle elementari,
il peccato è l'elemento dominante. Il cristiano è uno che pecca continuamente.
Non c'è cosa che faccia il cristiano, senza che corra il rischio in qualche
modo di cadere in peccato. Se non è peccato quello che fa, può diventare peccato
quello che pensa, anche se non ha l'intenzione di peccare. La sua vita è come
una roulette russa con il rischio incombente di morire in peccato, e quindi di
finire all'inferno per sempre.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ho cercato in Giovanni il riscontro
dell'insegnamento di Cristo dal quale sarebbe venuta questa idea dell'uomo che
cammina sull'orlo del precipizio del peccato, e non l'ho trovato. Come ho già detto in Giovanni non troviamo un elenco di
prescrizioni e di comportamenti. Il comandamento è uno solo: quello dell'amore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ne discende che, l’uomo il quale ha capito
Cristo, si comporta secondo la legge dell'amore, e quindi non pecca. Peccato
quindi è soltanto comportarsi in difformità rispetto a questa legge.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> L'opposto dell'amore è l'odio: e quindi l'odio
è peccato. Ma non ama neppure chi invidia e quindi anche l'invidia è peccato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Io credo però che il più significativo
insegnamento sul peccato sia da ritrovare nel fatto che il peccato viene
trattato marginalmente. Il comandamento non è "Non peccare" ma
"Ama". E la differenza è sostanziale perché ci richiama ad una
interpretazione positiva della vita. Obiettivo del cristiano è quello di
assumere un atteggiamento positivo e quindi di amore, verso Dio, verso gli
altri, verso la natura.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Nella storia del cristianesimo si e andato sempre
più affermando il concetto del negativo. Tutto si riduce ad una sequela di «non
devi», mentre invece Cristo ripete quasi ossessivamente che il comandamento è
uno soltanto, ed è in positivo: “Ama!”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ci è stata insegnata una strada da percorrere
nell’angoscia, per la certezza che finisce in un precipizio, nel quale non abbiamo idea di che
cosa potremmo trovare. Per giunta, ai lati della strada, sono state poste barriere di filo spinato, per costringerci a
percorrerla senza divagazioni o soste. Ci viene anche suggerito di guardare
possibilmente alla strada, senza lasciarci distogliere dal paesaggio
circostante, per avere meno rimpianti, quando precipiteremo nel burrone finale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma perchè si e’ affermata questa idea, se
Giovanni mi parla soltanto dell’amore e quindi d’una condizione di serenità e
di felicita’?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Non ci sono palizzate, non ci sono divieti!
Non c’è neppure la strada. Vado felice nella campagna in fiore, a primavera,
inebriato dai profumi, esaltato dai colori, divertendomi con gli amici, cercando
di fissarmi dentro, le immagini di quella felicità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Non omnis moriar, multa pars mei vitabit
Libitinam. Come dice Orazio, non morirò tutto, gran parte di mè eviterà il
fiume della dimenticanza. Certamente! Non lo eviterà il mio corpo. Ma perché
dovrei dolermi di perdere tutti i miei limiti? Lo eviteranno invece i miei
sentimenti, la mia coscienza. Diventeranno invisibili a quelli che guarderanno
ancora attraverso il corpo e che crederanno di averli visti morire.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Possibile? Ritengo di si! Mentre ci pensavo ho
fatto comunque un sogno che vorrei raccontare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> C’era un piazzale enorme, infinito. Pieno di
macchine di ogni tipo, tutte in movimento verso l’orizzonte. Andavano avanti e
indietro, si fermavano, si incrociavano. Gli automobilisti comunicavano tra
loro con gli strumenti dell’automobile. Lampeggiavano, suonavano il clacson,
mettevano le frecce di direzione, segnalavano le frenate con le luci di stop,
acceleravano per far notare la potenza del proprio motore. Non era molto! Ma le
automobili non erano attrezzate per comunicare tra loro. Per questo, gli
automobilisti più intelligenti avevano aperto il finestrino e comunicavano
direttamente, facendo conoscenza tra loro. Parlavano anche dell’orizzonte,
verso il quale tutti stavano andando. Ma nessuno sapeva che cosa avrebbe
trovato all’orizzonte!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Mi trovavo su una di quelle macchine. La mia
era piccola, una utilitaria scassata. Avevo paura ad avanzare. Come negli
autoscontri al lunapark, tutti avevano la meglio su di me. Tutti mi sembrava
avessero una macchina più forte, più grande. Finalmente riuscii a fare gruppo
con altre macchine di modesta cilindrata. Presi a parlare con gli altri
autisti, a scherzare sul manicomio infernale che facevano quelli delle macchine
più grandi, a chiedere dell’orizzonte. Ma nessuno sapeva che cosa avremmo
trovato. Tutti cercavano di fare delle congetture. Ma erano soltanto
congetture!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Finalmente si arrivò all’orizzonte! In effetti
non ci si accorse di arrivare. Ad un certo punto la macchina si fermò, e si
capì che si doveva proseguire a piedi. Cominciando a camminare ci si accorse
che si era al di là dell’orizzonte. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Guardando
indietro non si vedevano più le automobile, come prima, quando si era in
macchina, non si era visto nessuno davanti che camminasse a piedi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> La scena era d’una comicità’ surreale. Noi del
gruppo che avevamo cominciato a parlare ed a far conoscenza in macchina,
continuavamo a parlare anche andando a piedi. Gli altri invece continuavano ad
agitarsi, come se stessero suonando il clacson, mettendo le luci di direzione,
frenando ed accelerando, come dei comici che mimano la guida della macchina.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Noi li guardavamo e scherzavamo su di loro,
come avevamo scherzato sulla foga con la quale guidavano la macchina!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Sorridevo ancora ed ero già sveglio. Vivevo
ancora le sensazioni del sogno, come se non ci fosse stato un passaggio dal
sonno alla veglia. Ma nell’incertezza tra sogno e realtà sentivo invece d’aver
acquisito una spiegazione che mi appagava, come se avessi intuito cosa c’era
veramente oltre l’orizzonte.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Chi s’era abituato a comunicare soltanto
attraverso gli strumenti dell’automobile, avrebbe continuato a fare l’unica
cosa che sapeva fare, anche se l’automobile non c’era più, s’era sfasciata e si doveva proseguire a piedi. Chi aveva
invece imparato a comunicare direttamente, senza la mediazione della macchina,
ora poteva continuare a farlo in libertà e in modo più compiuto, senza la
barriera della macchina.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Se lo sapessero quelli che stanno andando
ancora in macchina e che non sono arrivati all’orizzonte! Se sapessero che
basterebbe far meno rumore con il motore, e cominciare ad aprire il
finestrino!...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Cap. 25.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">L'Ultima cena.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> La diversità tra le quattro versioni dei
Vangeli ammesse dalla Chiesa, senza tenere in considerazione le versioni
apocrife, ha portato e porta a grandi discussioni tra gli studiosi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Per
il particolare approccio al Vangelo di questa mia riflessione, la discussione
su queste diversità ha un valore molto marginale. Come ho già detto, a me non
interessa la veridicità dei singoli fatti, se Cristo abbia detto o no una
parabola, se abbia o no fatto un miracolo. Preferisco cercare di ricavare dal
Vangelo il nucleo centrale della rivelazione, l'essenza del nuovo messaggio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Tuttavia, di fronte alla diversità con la
quale viene presentata l'ultima Cena, sono rimasto anch'io sconcertato. Quando
mi sono accorto che Giovanni, che pure si diffonde a ricordare tanti discorsi
fatti da Cristo, in quell'ultimo incontro con i discepoli prima della morte, trascura di ricordare la
scena nella quale Cristo avrebbe istituito l'Eucarestia, non ho saputo darmi
una ragione. Si ha un bel giustificare il fatto dicendo che Giovanni dava per
acquisita la cosa. Non è immaginabile che, raccontandoci la storia di Cristo,
Giovanni tralasci il momento essenziale, nel quale Cristo avrebbe lasciato sè
stesso agli uomini.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> La spiegazione può essere solo quella che
Giovanni era soprattutto preoccupato di
riportare le parole salienti di
quell'incontro con Cristo, prima della sua passione e morte, e che abbia voluto riportare solo i fatti e i gesti
che confermavano ed erano in relazione con quelle parole.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Quella sera, Cristo, nel racconto di Giovanni,
nel salutare i suoi discepoli cercava di riassumere loro i concetti più
importanti del messaggio che aveva trasmesso nei tre anni passati con loro.
Aveva insegnato loro una nuova filosofia di vita, riassumibile in un unico precetto:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> "Io vi do un comandamento nuovo: amatevi
gli uni e gli altri. Amatevi come io vi ho amato! Da questo tutti conosceranno
che siete miei discepoli, se vi amate gli uni e gli altri".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Non vi riconosceranno come coloro che spezzano
il pane (<i>negli altri evangelisti ogni
volta che si da il pane questo viene spezzato, in Giovanni mai!)</i> ma come
coloro che si amano tra loro e si comportano di conseguenza. E per rendere
esplicito questo comportamento con un gesto-parabola, Cristo aveva voluto poco
prima lavare i piedi ai discepoli.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> In Giovanni il fatto saliente dell’ultimo
incontro non è la cena ma la lavanda dei
piedi, episodio invece che gli altri non
citano neppure. A mio avviso, Giovanni si sofferma su questo ricordo perché lo
considera l’esemplificazione dell’atteggiamento e del comportamento che avrebbe
dovuto distinguere i seguaci di Cristo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> A Pietro che si rifiuta, sembrandogli
inaccettabile che il discepolo possa lasciarsi lavare i piedi dal Maestro,
Cristo, insistendo, ribatte:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Se
io non ti lavo non sarai veramente unito a me".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Poi intuendo che il significato del gesto non
era stato ben compreso, cerca di
precisare:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">"Capite
quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate Maestro e Signore, e fate bene
perché io sono. Dunque se io, Signore e Maestro vi ho lavato i piedi, anche voi
dovete lavarvi i piedi gli uni e gli altri. Io vi ho dato un esempio perché facciate
come io ho fatto a voi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Certamente un servo non è più importante del
suo padrone e un ambasciatore non è più grande di chi l'ha mandato. Ora sapete
queste cose, ma sarete beati quando le metterete in pratica".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Cristo ha dato ai cristiani il comandamento di
amarsi gli uni gli altri. Ma la pratica del comandamento non deve restare un
fatto formale, deve diventare un comportamento, che emblematicamente viene
spiegato attraverso la lavanda dei piedi. Credo che il gesto si possa
interpretare nel senso che tra gli uomini, indipendentemente dal fatto che uno
sia maestro e l'altro discepolo, per il fatto di essere comunque profondamente
uguali, per essere tutti figli di Dio, il rapporto deve essere fondato su un
sentimento ed un atteggiamento di grande disponibilità degli uni verso gli
altri.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Il gesto di
disponibilità di chi è più in alto verso chi è più in basso, pur lasciando
inalterato il fatto che uno resta maestro e l'altro discepolo, consente a chi
sta in basso di aprirsi superando ogni remora o barriera. In questo sta il
senso della affermazione fatta a Pietro:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> "Se <i>io</i>
non ti lavo, <i>tu</i> non sarai unito a
me".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Perché per il Cristo, amarsi come fratelli,
non è dire di volersi bene, manifestare esteriormente un rapporto di
fratellanza. Amarsi è essere uniti. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Cristo è venuto al mondo per insegnarci a
vivere da Figli di Dio e quindi da
fratelli che si amano gli uni e gli altri. Il mondo ha bisogno delle sue
gerarchie, c'è chi è maestro e chi discepolo, chi dirigente e chi operaio, chi
proprietario e chi proletario. Cristo non chiede di eliminare queste
differenze, starà all'uomo come Figlio dell'uomo muoversi per ridurle, per
superarle e il proletario si porrà l'obiettivo di diventare proprietario e
l'operaio dirigente, ma comunque stiano i rapporti tra gli uomini, al di sotto
delle vesti e dei ruoli diversi, c'è in tutti un'anima uguale, l'anima di figli
di Dio e quindi l'anima di fratelli.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Questo è il dato di fatto che deve essere
tenuto presente e deve improntare le relazioni tra gli uomini, e su questa convinzione
deve svilupparsi la comunità dei cristiani. Una comunità che vive felice, non
negando il mondo, ma interpretandolo per quello che veramente è, come si è
detto: una palestra nella quale l'uomo si esercita per migliorare il proprio
modo di sentire e di rapportarsi con gli oggetti, senza confondere gli
strumenti della palestra, con gli oggetti della realtà.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Chi è grande nel mondo resta grande, anzi
diventa più grande se saprà vivere avendo la capacità di scendere allo stesso
livello di chi è più piccolo. Se chi è al di sopra, sa scendere a lavare i
piedi di chi sta sotto, in effetti non scende né nella considerazione che lui
ha di se stesso, né nella considerazione che gli altri hanno di lui, realizza
invece un rapporto di vera amicizia: se ti laverò sarai veramente unito a me.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Il significato profondo della frase, a mio
avviso, sta proprio nella contrapposizione del «se io ti laverò», al «tu sarai
unito a me». È nella disponibilità di chi sta sopra, che si realizza un nuovo
rapporto tra diversi!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> La solidarietà non deve essere una pretesa e
una rivendicazione di chi non ha, ma un atto di disponibilità e liberalità di
chi ha.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">E
Cristo aggiunge "Quando metterete in pratica queste cose, sarete
felici". Non nell’al di là, nella vita eterna o nel Regno dei cieli, ma
qui, su questa terra, in ogni momento nel quale vi comporterete, relazionandovi
con gli altri in termini di amore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Cap. 26.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Il mistero
della Croce.</span></b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ho già
detto, della difficoltà ad accettare razionalmente, l'idea d'un Dio che
sacrifica il figlio sulla croce, al fine di salvare l'umanità. Qualche studioso
riconducibile alla corrente dell’”ateismo cristiano”, ha pensato persino che la
morte di Cristo volesse significare la necessità per il cristiano di imparare a vivere l’esperienza
terrena senza Dio. A me, più semplicemente,
pare che tutto si spieghi nella
logica d'un Dio che fa assumere
al figlio la condizione umana, per insegnare agli uomini a vivere la loro
condizione di figlio di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Se Cristo è venuto al mondo per insegnare agli
uomini a vivere, non poteva non morire, perché la morte é il momento
fondamentale della vita dell'uomo. Ma la cosa forse più assurda della vita
dell'uomo, è la grande sofferenza attraverso la quale deve arrivare alla morte,
quando viene condannato a conquistarsi,
a prezzo di indicibili sofferenze, la cosa che, come uomo, meno vorrebbe avere:
l'annullamento fisico di sé stesso. Nella logica di Cristo che percorre la
strada degli uomini, non solo è logico dovesse morire, ma è anche logico che dovesse
morire tra le grandi sofferenze che comporta la morte in croce.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> L'uomo può morire per un improvviso arresto
cardiaco, per un incidente: può morire senza accorgersi. Più spesso però
conquista la morte tra le sofferenza dell'agonia, e spesso vive tra le
sofferenze la propria condanna a morte, per un male incurabile.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Cristo condannato a morte, che sale il
Calvario portandosi lo strumento con il quale si procurerà la morte,
rappresenta emblematicamente tutti i condannati a morte da un male incurabile.
Dalla lebbra ai tempi di Cristo, al cancro ai giorni nostri, per tanta parte
dell'umanità, la storia individuale è storia di condanne a morte, di croci
cariche di sofferenza, da portare, sapendo che non ci sarà via d'uscita, se non
nella morte.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Mi pare quindi perfettamente logico che, se
l'intento di Cristo era quello di insegnarci a vivere in un modo nuovo, non
potesse non vivere con noi l'esperienza più terribile (dal punto di vista
dell’uomo), quella della condanna a morte.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> In
questa prospettiva può essere capita anche l’affermazione che fa Cristo stesso,
quando dice che "morirà per gli uomini" o si sacrificherà per gli
uomini!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Morirà nell’interesse degli uomini, per
esplicitare meglio il messaggio che deve lasciare agli uomini.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Quando Cristo si paragona ad un pastore e dice
che il buon pastore e' pronto a dare la vita per le sue pecore, non mi pare
affermi che il pastore deve dare la vita per salvare quella delle pecore, e
tanto meno che la morte del pastore salva le pecore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Il concetto di lottare fino alla morte, non ha
nulla a che vedere con quello di farsi uccidere perché dalla propria morte
venga salvezza. Anzi, lasciandosi sbranare dal lupo, il pastore non fa altro
che consentire al lupo di sbranare successivamente anche le pecore. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Come il pastore, Cristo non ha nessun motivo
per sacrificare la sua vita, perché dal sacrificio ne tragga vantaggio il
gregge, è disposto invece, anche a morire, pur di salvare il gregge.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Come ho già avuto modo di anticipare, l’idea
di Cristo che si sacrifica per salvarci, si giustifica nella tradizione
ebraica, ma non ha nessun senso logico per noi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Quando diciamo che Cristo ha vinto la morte,
diciamo che Cristo ha vinto la paura della morte, spiegandoci che non esiste la
morte eterna, ma che la morte del corpo apre le porte alla vita eterna. È la
rivelazione della vita eterna che vince la paura della morte, non il fatto che
Cristo sia morto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> E poi che senso avrebbe «sconfiggere la morte»
se la morte e’ il felice ingresso nell’immortalità?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> «Ecco, dice giustamente Paolo, il nostro corpo
fatto di carne e di sangue non può far parte del regno di Dio e quel che muore
non può partecipare all’immortalità. Ecco, io vi dico un segreto. Non tutti
moriremo, ma tutti saremo trasformati, in un istante, in un batter d’occhio, quando
si sentirà l’ultimo suono di tromba».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Lo schema veterotestamentario con cui affronta
il problema, dopo questa giusta intuizione, porta Paolo ad inquinarla nell’idea
del suono di tromba dell’ultimo giorno, quando i morti saranno resuscitati per
non morire più. Cristo però aveva detto che «chi ascolta la mia parola e crede
nel Padre che mi ha mandato ha la vita eterna: è già passato dalla morte alla
vita.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Chi crede infatti, comincia a vivere
nell’Esistenza già durante la vita mortale. Liberandosi del corpo nella morte,
non potrà che continuare a vivere eternamente la propria identificazione con
l’Esistenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> La difficoltà a seguire il ragionamento deriva
soprattutto dal fatto che Cristo viene sentito come dato storico. È vissuto in
un determinato periodo in Palestina, ha detto delle parole, ha fatto
determinate cose. Ma se Cristo è Dio, non ha nessun senso immaginarlo chiuso in
un momento della storia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Cristo-Dio non può che essere al di fuori del
tempo e della storia e quindi vive oggi, muore oggi, non in Palestina ma in
ogni luogo. Il Cristo-figlio di Dio della storia, ci può servire solo come
riferimento, per vivere la nostra storia di figli di Dio, per ritrovare il
figlio di Dio che è in noi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Cap. 27.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">La morte di Cristo.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Nel
racconto evangelico della passione e morte di Cristo, superato lo scandalo
della morte in sè, nell’idea che è morto per insegnare a morire, sconcerta il
fatto che abbia avuto paura della morte.
Se doveva insegnarci a vincere la morte, come può aver avuto paura anche lui della
morte?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> L’espressione
angosciata "Dio mio perchè mi hai abbandonato" secondo Antonio
Messori, è certamente stata gridata da Cristo. Avendo interesse infatti gli apostoli a rappresentare la grandezza del
Messia, certamente non si sarebbero soffermati a riportare questo momento di
debolezza, se non per la necessità e nel desiderio di essere fedeli alla verità
.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Ma
anche su questo Giovanni si discosta dagli altri tre. Gli altri ricostruiscono
la morte d'un uomo e, a mio avviso, per esigenze di drammatizzazione,
inseriscono l'angoscia che ogni uomo prova di fronte alla sua fine. Rivivono la
morte di Cristo come l’avrebbero vissuta loro. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Giovanni
ci parla invece della morte del figlio di Dio. Come uomo, Cristo, si sente
oppresso dalla sofferenza, ma come figlio di Dio, sa che attraverso quella
sofferenza, si libererà del corpo per tornare al Padre.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Parlando
della morte, nell'ultima cena, la paragona al parto. "Una donna che deve
partorire, quando viene il momento, soffre molto. Ma quando il bambino è nato,
dimentica le sue sofferenze per la gioia che è venuta al mondo una
creatura".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Come la
partoriente anche Cristo, ed il cristiano figlio di Dio, soffre molto, ma è per
liberarsi del corpo e consentire la nascita di una nuova creatura che, non
definita, attraverso il corpo, nello spazio e nel tempo, potrà vivere la vita
eterna.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Giovanni non
ci dice che Cristo ha sudato sangue nell’orto dei Getzemani. L’apostolo più
intimo di Cristo, poteva dimenticare un
particolare così importante della sofferenza del maestro? <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Non so se l’ha
volutamente dimenticato, è certo però che il Cristo che lui ci racconta non è
un uomo condannato a morte, ma il figlio di Dio che ha accettato di morire.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Quando alle
guardie si rivela dicendo «Io sono», queste cadono per terra. Dimostra
quindi di essere in grado di opporsi
alla cattura, di poter evitare la morte, ma a Pietro, che cerca di difenderlo e
taglia l’orecchio a Malco dice: «Metti via la tua spada! È necessario che io
beva il calice di dolore che il Padre mi ha preparato».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Ancora un
insegnamento all’uomo ad accettare, non a subire, il proprio destino di uomo!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Nel sommario
processo, Cristo si comporta con coraggio da figlio di Dio, al punto da
prendersi uno schiaffo da un servo per aver risposto in modo impertinente al
sommo sacerdote. A Pilato che gli chiede se è il re dei Giudei, replica:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">«Hai pensato
tu questa domanda, o qualcuno ti ha detto questo di me?» <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">E più avanti:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">«Non avresti
nessun potere su di me se non ti fosse dato da Dio»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">E sulla croce,
null’altro avrebbe detto, secondo Giovanni, che la frase : «È compiuto».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">L’affermazione
più logica per il figlio di Dio che ha compiuto la missione affidatagli dal
Padre, e che, liberandosi della carne, può tornare al Padre.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">L’affermazione
che, secondo l’insegnamento che Cristo è venuto al mondo a portarci, ogni
cristiano dovrebbe poter ripetere, nella convinzione d’aver portato a termine
al meglio, la propria missione individuale, nell’esperienza del corpo nel
mondo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Dalla morte di
Cristo viene dunque all’uomo la salvezza, come insegnamento per saper vincere
la propria morte, nella certezza della vita eterna.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Cap. 28<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Il mistero della
sofferenza.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Se la vita terrena è un continuo divenire
verso la vita eterna, come si è già visto, il senso della vita è nell’acquisizione
del modo di sentire e quindi del modo di
essere che avremo nell’eternità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> In questa prospettiva si dovrebbe
riuscire anche a capire il senso
dell’apparente ingiustizia con la quale gli uomini sono collocati al mondo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">In
alcune parabole riportate dagli altri
evangelisti, perché Giovanni non si perde a ricordare parabole, si legge che
non ha importanza quanto uno lavori nella vigna: sono pagati allo stesso modo,
sia quelli che hanno lavorato un’ora che coloro i quali hanno lavorato l’intera
giornata. Ciò che importa infatti ai fini dell’eternità non è il che cosa hai
fatto, ma il come. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<i><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">E’ dal come infatti
che acquisisci il modo di essere che vivrai oltre la vita terrena.<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ognuno è stato trattato in modo diverso,
alcuni hanno cinque talenti ed altri solo uno, ma ciò che importa è l’impegno
che mettono nel farli fruttare, non il quanto
hanno fruttato complessivamente: chi ha uno e rende due, ha fatto come e
meglio di chi aveva cinque ed ha reso dieci.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Se lo scopo è quello di raffinare la sensibilità
che avrai per l’eternità, più sarai messo allo prova, e più hai la possibilità
di ottenere un risultato eccellente, in questa ottica come già anticipa il
Deutero-Isaia la sofferenza, sopportata pazientemente, può essere una
esperienza creativa per tutti quelli che ne sono coinvolti, compresa la vittima
stessa, durante la sua stessa tragedia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> «Signore, se quest’uomo è nato cieco, di chi è
la colpa? Sua o dei suoi genitori?»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Chiesero un giorno i discepoli a Cristo ed egli rispose:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«Non
ne hanno colpa né lui né i suoi genitori ma è così perché in lui si possano
manifestare le opere di Dio».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Nel caso specifico la risposta di Cristo
potrebbe essere intesa nel senso che nel disegno provvidenziale era necessario
che quell’uomo fosse cieco e si trovasse lì, in quel preciso momento per
diventare l’oggetto del miracolo. Mi sembrerebbe però una interpretazione
troppo riduttiva. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> La sofferenza dell’uomo consente il
manifestarsi delle opere di Dio, come prova più difficile che viene riservata
agli uni e non agli altri, per provare gli uni meglio degli altri, e nella
prova più difficile consentire a questi una sublimazione del loro modo di
essere che per gli altri è più difficile.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Il ragionamento diventa più facilmente
comprensibile se, secondo quanto si afferma nelle filosofie orientali,
immaginiamo che l’anima possa reincarnarsi più volte, per purificarsi
attraverso le reincarnazioni e giungere al Nirvana o Paradiso che dir si
voglia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> È l’anima che di volta in volta sceglie come
reincarnarsi. Può sprecare un’esistenza, scegliendo di vivere senza che nulla
gli venga in termini di purificazione ai fini del nirvana finale. Può scegliere
invece di reincarnarsi in una vita di sofferenza nella quale riuscirà a
raffinare in modo più intenso la propria sensibilità e quindi a purificarsi più
rapidamente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Se teniamo presente che l’obiettivo finale è
il Paradiso, la scelta giusta è evidentemente quella di chi si incarna nella
sofferenza, per accelerare la conquista dell’obiettivo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Nell’interpretazione buddista le successive
incarnazioni sono necessarie perché l’obiettivo finale è quello di raggiungere
lo stadio di sensibilità necessario per entrare nel Nirvana, nel quale tutti
hanno quindi lo stesso stato di sensibilità, e sono ammessi solo se hanno
raggiunto il livello indispensabile per l’ammissione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Nella nostra interpretazione dell’incarnazione
unica, dopo l’unica esperienza di vita, nel Nirvana, cioè nella vita eterna,
l’uomo accede con diverse sensibilità, che possono essere sia positive che
negative (Paradiso e Inferno).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Se riteniamo giusta la scelta della sofferenza
per il buddista, non possiamo non ritenere occasione fortunata, per il
cristiano, quella della sofferenza sia per chi la vive, che per chi è
costretto, oppure ha scelto volontariamente, di convivervi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Facile a dirsi! Avrebbe detto il mio amico don
Onelio costretto a vivere in carrozzella senza riuscire a muovere altro che i
muscoli del viso, per potere ancora
sorridere e parlare di speranza!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> In effetti il ragionamento è difficile da
accettare. Ma. se ci si riflette, si scopre che la difficoltà sta solo dal fatto che, paradossalmente,
continuiamo a non accettare l’unica cosa che è incontestabile, e cioè che siamo
mortali.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Tutti viviamo come se non dovessimo mai
morire, mentre la morte è l’unica cosa certa della nostra esistenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Se
provassimo a ragionare pensando che in me il Figlio dell’Uomo più e stato
caricato di pesi più il figlio di Dio può esercitarsi ed acquisire una
sensibilità estremamente raffinata per la vita eterna, forse cominceremmo a
vedere le cose in un’ottica diversa. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Cap. 29<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">La sofferenza in
Isaia.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> La considerazione con la quale ho chiuso il
capitolo precedente credo ci possa servire come chiave di interpretazione per
rileggere il profeta Isaia, o meglio la seconda parte del libro del profeta
Isaia, che è nota come Deutero-Isaia. La digressione, a sua volta, dovrebbe
consentirci di capire meglio il concetto della sofferenza. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Isaia è
stato definito il «profeta evangelista» perché nei suoi scritti si troverebbe un
numero notevole di riferimenti messianici. Anticiperebbe, come ho già
ricordato, nel mondo ebraico, il concetto introdotto dal Vangelo d’un rapporto
diretto tra l’Uomo e Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma sorprendente in Isaia è soprattutto
l’anticipazione del concetto del «servo di Dio» che espia innocente i peccati
del mondo, e quindi la conferma anticipata dell’Agnello di Dio che toglie i
peccati del mondo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ho già detto che per me non ha senso l’idea
d’un Dio Padre Onnipotente che fa soffrire e morire il Figlio per redimere attraverso
la sofferenza e la morte i peccati dell’uomo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> L’interesse per Isaia è, in quest’ottica,
finalizzato a scoprire se vi è possibile una chiave di interpretazione diversa,
e se in questa interpretazione diversa, trova una risposta diversa anche il mistero
della sofferenza dell’uomo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Credo di sì. E credo sia questa la chiave con
la quale il cristiano può spiegare l’ingiustizia della sofferenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Scrive
Isaia:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«Eppure
egli si è caricato delle nostre sofferenze,<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«si
è addossato i nostri dolori<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«e
noi lo giudicavamo castigato,<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«percosso
da Dio ed umiliato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«Egli
è stato trafitto per i nostri delitti,<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«schiacciato
per le nostre iniquità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«Il
castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«per
le sue piaghe noi siamo stati guariti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«Noi
tutti eravamo sperduti come un gregge,<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«ognuno
di noi seguiva la sua strada,<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«il
Signore fece ricadere su di lui<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«l’iniquità
di noi tutti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Isaia, si dice, anticipa profeticamente Cristo
e tutta la teoria della salvezza attraverso la sofferenza di Cristo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> E se invece, mi sono chiesto, Isaia volesse
solo presentarci la sua interpretazione della sofferenza? Se la chiave di tutto
il passo fosse la frase: il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di
lui? Ove per lui, non s’intende il Cristo che dovrà venire, ma lui che soffre.
Lui, ogni uomo che soffre, porta su di sé il castigo che dà salvezza a tutti
noi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Due sono gli elementi della maledizione di
Adamo la morte e la sofferenza, l’uomo sa che non può sottrarvisi e li accetta
e subisce. Ciò che invece non riesce ad
accettare è l’ingiustizia con la quale i due elementi vengono distribuiti.
Perché qualcuno può vivere da Lazzaro mentre altri vivono da ricchi epuloni?
Qualcuno può vivere in un corpo perfetto, mentre altri devono vivere, senza la
possibilità di vedere o di muoversi? Perché qualcuno muore senza accorgersi, e
qualcuno invece deve conquistarsi la morte tra indicibili sofferenze?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Come spiegare tanta ingiustizia voluta da un
Dio buono, da un Dio padre?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Non so fare di meglio che imitare le forme
espressive del Vangelo tentando di darmi una risposta attraverso una parabola. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Gli uomini sono destinati a vivere nell’oceano
senza orizzonti contemplando la bellezza
dell’infinito. Per raggiungere l’oceano devono però attraversare un bosco.
Tutti sanno che il bosco finisce e comincerà l’oceano. Tutti quindi dovrebbero
fare il percorso, pensando all’oceano, guardando ai raggi di luce che entrano
tra gli alberi, per abituarsi alla luce del sole che sono destinati a guardare
alla fine del bosco. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Invece, pur essendo certi che il bosco
finisce, tutti si comportano come se non finisse mai. Tutti cercano di
attardarvisi, lasciandosi prendere da mille incombenze, perdendosi dietro alla
bellezza degli alberi, dell’erba e dei fiori.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Come in una corsa ad handicap alcuni partono
da più lontano, altri da più vicino,
alcuni proprio sull’orlo del bosco per cui non riescono neppure ad accorgersi
della sua esistenza, altri da molto lontano, e quindi arrivano stanchi ed
affaticati. Alcuni vi arrivano attraverso un bosco che si dirada per cui vedono
sopraggiungere l’oceano da lontano, per altri invece il bosco s’interrompe d’un
tratto e si trovano all’improvviso di fronte all’oceano. Per alcuni infine tra
il bosco e l’oceano c’é una palude nella quale finiscono sommersi. Una palude
putrida che rende faticoso il respiro, infette e dolorose le ferite. Una palude
che li dovrebbe portare a cercare con ansia l’oceano, eppure anche in quella
cercano di attardarsi, preferendola comunque all’oceano<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ad alcuni e’ assegnato un sentiero molto agevole,
tra l’erba morbida e gli alberi curati. Un sentiero lastricato, dal quale però
è quasi impossibile vedere i raggi del sole. Quelli che camminano su questi
sentieri però non si abituano alla luce,
e quando d’un tratto s’apre l’oceano, spesso restano abbagliati, e
finiscono per annegare e sprofondare
nella notte degli abissi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ad altri invece è toccato un sentiero che
finisce tra i rovi e le spine, che sale tra le rocce impervie e pericolose. È
un sentiero che richiede solo fatica e
sofferenza, ma dal quale si riesce anche a vedere il sole. Vincendo il dolore e la fatica, tra
le rocce, al di sopra degli alberi, si ritrova il sole, e ci si abitua sempre
più alla sua luce, per poterla poi meglio apprezzare e godere nell’oceano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> «Dove è la giustizia?» grida chi sale sulle
rocce, con grande sforzo e grande dolore, guardando gli altri che se ne vanno
passeggiando nel bosco curato e pianeggiante.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> «Dove è la giustizia?» grida chi è nella
palude fetida, dalla quale sa che non si può tornare indietro, e nella quale
comunque annaspa, accettando il dolore, pur di ritardare in qualche modo
l’arrivo all’oceano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> E non riescono a darsi una risposta perché,
contro ogni logica, vogliono trovare il
senso e la risposta all’interno del
bosco!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Chi guarda invece le immagini dall’alto e vede
allo stesso tempo il bosco e l’oceano, nella diversa prospettiva, vede che
tutta la scena ha una logica intrinseca, che trova un senso nell’oceano, invece
che nel bosco. Semmai l’ingiustizia è per
quelli che passeggiano comodamente e che poi alla fine del bosco,
abbagliati dalla luce alla quale non erano preparati, finiscono tra le onde e
si perdono per sempre...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Comunque, da lassù, dal cielo, quel formicolio
di uomini, che si muove nel bosco,
andando verso l’oceano, ha una sua
bellezza ed una sua armonia. Tutto sembra coerente e giusto!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Tutto dovrebbe trovare un senso ed una logica
nel fatto che gli uomini dai diversi percorsi, dovrebbero guardare gli uni agli
altri, scambiarsi informazioni,
aiutarsi e sorreggersi a vicenda. La brezza che si diffonde nel bosco, tra gli
alberi, dovrebbe portare un sentimento d’amore, e quegli uomini dovrebbero sentirsi fratelli, pronti ad aiutarsi. La diversità tra
loro dovrebbe diventare la loro ricchezza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> E invece tra loro c’é solo odio ed invidia. La
diversità, diventa motivo perché a gruppi si alleino gli uni contro gli altri.
Avanzano verso l’oceano in guerra tra loro, e presi dalla foga dello scontro,
si dimenticano che c’è l’oceano, che il bosco ha una fine.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma lassù tra le rocce, chi più ha sofferto, è arrivato in alto nella
luce, e vede che la luce, si perde lontano nell’oceano e lo grida agli altri.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Stremato e ferito, sembra quasi abbia voluto
caricarsi delle sofferenze e dei dolori degli altri. Anche per loro infatti è
salito lassù, per merito delle sue ferite e dei suoi sacrifici, che gli hanno
consentito di salire così in alto, ad
intuire in lontananza l’oceano, anche gli altri possono ritrovare la strada. Erano sperduti come un gregge, ma
nel suo grido, nel suo richiamo e nella sua indicazione, si sono ritrovati.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Isaia nel suo canto non preannuncia Cristo,
ma, a mio avviso, anticipa la visione del mondo che avrebbe portato Cristo: la
visione del mondo rivoluzionaria, per la quale gli ultimi sono i primi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Non saranno! Ma sono!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> La dottrina della Chiesa direbbe Tolstoj dice
«saranno» e in questo futuro consolatorio mette in pace le coscienze di tutti.
Ma la dottrina di Cristo dice «sono». Quando si dice che Cristo vive in chi
soffre, non si usa un modo di dire, ma si riporta l’affermazione fondamentale del
cristianesimo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Anche il riferimento di Isaia diventa in
questi termini più esplicito:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«Il
braccio del Signore si è manifestato<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«a
chi non ha apparenza né bellezza<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«per
attirare i nostri sguardi,<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«non
splendore per potercene compiacere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«Disprezzato
ed allontanato dagli uomini,<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«uomo
dei dolori che ben conosce il patire,<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«come
uno davanti al quale ci si copre la faccia,<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«era
disprezzato e non ne avevamo alcuna «stima, eppure egli è stato caricato dei
nostri «dolori e delle nostre sofferenze”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Non vedo come si possa ritrovare in queste
parole di Isaia il preannuncio di Cristo
che «non ha apparenza nè bellezza», vedo invece il preannuncio di una religione
che valorizza chi prima era disprezzato, che mette in prima fila, chi prima
veniva nascosto con vergogna, perché «non ha apparenza né bellezza».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Solo se
pensiamo che quanti soffrono sono guida
ed occasione per chi intende esercitarsi a valorizzare e sviluppare il proprio
spirito, riusciamo forse anche a capire il perché il Figlio di Dio, vivendo da
uomo, abbia voluto soffrire e morire sulla croce.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Non per salvarci con il suo sacrificio!
Sarebbe dopotutto assurdo in sé, e troppo comodo per l’uomo! <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma per insegnarci il senso della sofferenza e
della morte. Per insegnarci ad
affrontare in positivo l’esperienza della sofferenza e della morte: della fine del bosco che si apre negli
orizzonti sconfinati dell’oceano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Cap. 30.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Se Cristo non è
risorto vana e la nostra fede.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Tutti i Vangeli concordano nel racconto che
Cristo è risorto. Concordano molto meno invece, nel dirci come era il risorto.
Riesce difficile capire come fossero le sue sembianze, dal momento che neppure
gli amici più intimi, vedendolo, l’hanno riconosciuto. Per farsi riconoscere,
ha dovuto mostrare i segni della crocifissione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Da un lato viene presentato risorto come
spirito, una sorta di fantasma capace di attraversare i muri. Ma poi si ferma
anche a mangiare, rendendo difficile capire come possa mangiare uno spirito
immateriale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma anche in questo caso il mio problema non è
di interpretazione. Anzi, per la mia riflessione direi che è del tutto
ininfluente che sia risorto o meno, per questo non capisco la affermazione di
Paolo, nella prima lettera ai Corinzi, quando dice che «Se Cristo non fosse
risorto la nostra predicazione sarebbe vana».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Mi pare perfetto il suo ragionamento: il
figlio dell’uomo viene dalla polvere e quindi deve tornare alla polvere, mentre
il figlio di Dio venendo dal cielo deve tornare al cielo. Quello che è in noi
il figlio dell’uomo, la carne, resterà alla terra, quello che è in noi il
figlio di Dio tornerà con l’Assoluto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> «Come tutti muoiono in Adamo, così tutti
riceveranno la vita in Cristo!»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ci ha salvati Cristo non perchè è morto, non
perché è resuscitato, ma perché è nato, perché è venuto in terra, come uomo,
per mostrarci la strada per diventare
come lui, figli di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Saremo simili a Cristo che viene dal Cielo,
non perché è resuscitato, ma perché, venendo dall’Assoluto non poteva che
tornare all’Assoluto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> La frase di Paolo avrebbe un senso solo se
tradotta in: «vana sarebbe la nostra predicazione se Cristo fosse morto». Ma
Cristo non è morto, come dice lo stesso Paolo la morte è trasformazione e
Cristo per primo si è trasformato «da corpo corruttibile a corpo
incorruttibile», da una entità composta di corpo e spirito in una entità
composta di solo spirito.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Secondo una metafora che ricorre spesso nel
Vangelo e che Paolo riporta nella stessa epistola, il seme e’ finito in terra e
non c’è più, ma non è morto, si è trasformato, o, è “risorto”, che dir si
voglia, nella pianta nata da lui.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Lazzaro non è morto. E’ stato resuscitato solo
per testimoniare che non era morto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> La crisalide non è morta. È rimasto il bozzolo
senza vita, ma la farfalla si è librata nel cielo senza fine, a disegnare, nel
respiro dell’aria, la speranza degli uomini.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Le crisalidi nel loro mondo, non sanno che
esistono le farfalle, non le possono vedere. Non sanno che esiste un mondo
pieno di aria, di sole e di luce.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Chissà se le farfalle, volando verso il sole,
possono vedere le crisalidi!...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Io penso di sì, ma l’immagine è troppo
superficiale rispetto alla profondità del messaggio che mi pare di intuire nel
Vangelo e che cerco invano di mettere a fuoco.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Vorrei
tentare un’ultima strada, tornando al paragone di Cristo che scopre la divinità
dell’uomo-figlio di Dio, con Einstein
che scopre la relatività della materia. Il paragone non regge, si potrebbe
obiettare, perché Einstein ha scoperto, Cristo invece ha introdotto
nell’umanità la possibilità di diventare figli di Dio. Ma di fronte al fatto
essenziale che ora questa possibilità esiste, è secondario sapere se è stata
introdotta o è stata scoperta. Oggi esiste la divinità possibile dell’uomo,
come la relatività della materia,<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Einstein dicendosi relativo e Cristo dicendosi
figlio di Dio rendono cosciente l’uomo della peculiarità del proprio modo di
essere, rispettivamente nella propria relatività e divinità. Ma l’uomo onora
Einstein non come il primo dei relativi, ma come colui che ha introdotto la
relatività. Così Cristo va visto e onorato non come il primo dei figli di Dio,
ma come colui che ha rivelato (o introdotto) l’intuizione dell’uomo figlio di
Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Se così è, allora il Vangelo non è il libro
del figlio di Dio nella storia, ma il libro del primo uomo che parla da figlio
di Dio. Se è così, le parole di Cristo devono essere le parole che io, figlio di Dio, rivolgo a me uomo, estrapolate da quelle che Cristo ha
dovuto dire come figlio di un Giuseppe palestinese.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Con
questa chiave di lettura il Vangelo assume una luce completamente diversa ed in
qualche modo più attuale e più facilmente comprensibile. Diventa più facilmente
interpretabile in particolare il testamento spirituale che Cristo lascia ai
suoi nell’ultima cena.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Non
ai suoi ma a me! È infatti anche il testamento che in me, l’io figlio di Dio,
lascia all’io che deve tornare alla polvere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Dove
io vado tu non puoi venire,<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">ma
conosci già la via,<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">perché
io (il figlio di Dio che è in te) sono la via.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Nessuno
va all’Esistenza, se non prendendo coscienza di essere figlio dell’esistenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Chi
riconosce l’Esistenza in sè, vede l’Esistenza, perché l’esistente è
nell’Esistenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Ma
io, come momento dell’Esistenza. devo vivere nell’Esistenza, perché tu con la
tua esperienza di esistente possa venire dove sono io, infatti questa è la vita
eterna: conoscere l’Esistenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Solo
quando io sarò nell’Esistenza tu potrai avere coscienza (nello Spirito), del
rapporto esistente tra te e l’Esistenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Con
questo però la mia riflessione invece che concludersi si apre su nuovi
orizzonti. Come quando si cammina in montagna e ci si accorge che la
sommità raggiunta non è la vetta.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Su
questo sentiero ho trovato che il figlio di Dio che è in me, deve morire al
mondo per vivere nell’Esistenza e riuscire ad attrarvi il figlio dell’uomo che
pure è in me.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">La
lacerazione dell’uomo che guarda al cielo ed è attratto dalla terra si
ricompone nell’uomo sintesi di due poli l’uno dei quali deve vivere
nell’Esistenza per consentire all’altro di finire nell’eternità dell’Esistenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Scoprendo
la verità della via del proprio Sé che vive nell’Esistenza, l’esistente troverà
la vita eterna.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">Cap. 31.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">La New Age.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Dopo aver cercato di riflettere su come dal
Vangelo di Giovanni possa venire una nuova prospettiva per l’individuo, vorrei
chiudere con tre spunti di riflessione sulla possibilità di una prospettiva
nuova, oltre che per il singolo, anche per l’umanità e per il mondo. E’
possibile pensare, come chiude Giovanni nell’Apocalisse, che ci sarà una nuova
Gerusalemme?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> L’idea dell’imminenza d’un cambiamento
radicale nell’umanità è già nel Vangelo. Si sviluppa poi negli Atti degli
apostoli e nelle epistole. A mio parere però va messa in relazione e spiegata
con il fatto che gli Ebrei si attendevano il Messia salvatore e liberatore. Per
accettare come Messia quel Cristo che era morto sulla croce, come un
malfattore, dovevano per forza pensare che la salvezza fosse solo rimandata, in
qualche modo sospesa, per un breve periodo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Giovanni chiude il suo Vangelo con Pietro che
domanda a Cristo cosa sarà di se stesso, cioè «del discepolo prediletto di
Gesù, quello che nella cena si era appoggiato al suo petto e gli aveva chiesto
chi fosse il traditore».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Gesù gli disse:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;">«Se
voglio che lui viva fino al mio ritorno, che t’importa? Tu seguimi!»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Per questo, tra quelli che credevano, si
diffuse la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Però Gesù non aveva
detto: «Non morirà». Aveva soltanto detto: «Se voglio che lui viva fino al mio
ritorno, che t’importa?».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Giovanni chiude quindi con la convinzione che
ci sarà un ritorno di Cristo. Su questa convinzione di Giovanni, più volte,
nella storia dell’umanità, si è annunciata l’imminente venuta di Cristo. Anche
ai nostri giorni, l’aprirsi d’un nuovo millennio, fa immaginare che l’apertura
possa coincidere con la nuova venuta. Si sono fatte anche delle date. Ma non
essendo avvenuto nulla nei tempi previsti, c’è qualcuno che sostiene che
sarebbe già tornato, ma se ne sta nascosto da qualche parte, in attesa di
manifestarsi, un po’ come ha fatto per trenta anni a Nazareth.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Come il sacrificio per la salvezza, così il
ritorno per la liberazione, fanno parte, a mio avviso, del contesto ebraico per
cui Cristo viene visto a completamento e conferma del Vecchio Testamento.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma se invece Cristo è l’Unigenito figlio di
Dio, intervenuto nella vicenda dell’uomo in un preciso momento della sua
storia, quello che c’era prima e ci sarà dopo è ininfluente. Il fatto
assolutamente originale, d’una portata così madornale da sfiorare il paradosso
si e’ già verificato. Proprio per l’assoluta grandezza e originalità non ha
senso pensare che possa ripetersi. Ma il problema è un altro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Il fatto a mio avviso che mette in discussione
la veridicità dei Vangeli non è un problema storico o storiografico. È in fondo
secondario che sia veramente esistita la figura storica di Cristo. Ancor meno
importa sapere se era delle corrente degli Esseni o degli Zeloti, o quali siano
stati i dettagli della sua vita, che cosa veramente abbia fatto. Il problema
vero è un altro: se il Figlio di Dio s'è incarnato per salvare l'umanità,
perché l'umanità non si è salvata?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Perché questi duemila anni di storia dopo di
Cristo, non hanno visto un uomo migliore di quello dei duemila anni precedenti?
Come mi sono chiesto in altra parte, perché l'olocoausto, se l'uomo è Figlio di
Dio?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Tornando al ragionamento iniziale dell'idea del mondo che si fa uomo,
a significare che l'uomo diventa la figura centrale dell'universo, si
potrebbe immaginare che l'uomo abbia
necessità di un periodo per interiorizzare l'idea, e quindi per realizzarla.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> L'uomo in questi duemila anni ha dimostrato di
non essere in grado di dominare il mondo, anzi, al contrario, ha messo in moto
processi di sviluppo capaci di distruggere il mondo, processi di sviluppo che
hanno reso sempre più difficile il suo rapporto con la natura, sempre maggiore
la sua alienazione, sempre più grande la sua infelicità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Oggi però noi assistiamo ad una nuova
rivoluzione, attraverso le tecnologie
elettroniche e le biotecnologie, l'uomo dimostra veramente di essere in grado
di diventare l'idea del mondo, capace di modificare e quindi di controllare i
processi di sviluppo del mondo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> All'era dell'evoluzione per acquisire gli
strumenti di controllo del mondo, fa seguito l'era in cui l'uomo dimostra di
aver acquisito gli strumenti e mette in pratica le conoscenze. Così nei
rapporti con Dio, all’era della sua vana ricerca con la ragione, può far
seguito quella della sua conoscenza, avendolo
ritrovato nell’esistere individuale dei figli di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma quando verrà?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Secondo le teorie astrologiche cui si richiama anche la New
Age, per la teoria della processione degli equinozi, l'umanità avanza per ere
successive di 2150 anni. Con la venuta di Cristo s'è chiusa l'era dell'Ariete
ed è iniziata quella dei Pesci, ci stiamo ora preparando all'avvio dell'Era
dell'Acquario. Io non credo all'astrologia, posso però credervi come
simbologia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> E se stesse per venire il terzo giorno, nel
quale Cristo ha promesso che sarebbe resuscitato? È vero che non si possono
confondere i giorni con i millenni...È anche altrettanto vero però che il
Vangelo ci dice che Cristo è già resuscitato, proprio al terzo giorno…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma chi era resuscitato e cosa si intende per
resuscitato se le donne non l'hanno riconosciuto, se non l'hanno riconosciuto i
discepoli sul lago di Tiberiade?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> È possibile una rilettura del Vangelo alla
luce del messianismo che anima l’inizio del terzo millennio? Non tanto per
immaginare che Cristo possa tornare, quanto per pensare che Cristo possa
finalmente venire, perchè l’uomo è finalmente diventato capace di sentire Dio e
di sentirsi figlio di Dio, senza la mediazione del rito e della forma.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Come spiegare la stranezza di questa nostra
società che viene chiamata scristianizzata e laica, e che invece ripropone il
vangelo degli ultimi come nessun regno cristiano aveva fatto! Si pensi agli handicappati di cui Cristo
ha voluto popolati i Vangeli, che poi sono spariti nel cristianesimo, sono
stati nascosti come una vergogna, sono
stati abbandonati come segno di peccato e che oggi riappaiono in termini di
pari dignità, di pari opportunità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Non sono evidentemente in grado di immaginare se questa nuova era, sia
imminente o remota, ritengo però non si debba escludere che possa venire.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Facendo il verso a Paolo credo si possa dire
che se Cristo non è nato, vana è la nostra predicazione. Se però è nato ed è
veramente il figlio Unigenito del dio
Unico, non può essere nato per alcuni popoli, per alcune civiltà. Dovrà venire
il giorno in cui tutti lo riconosceranno e crederanno in lui!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: -116%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> E forse il
giorno non è lontano, se non pretendiamo che Cristo venga conosciuto ed
accettato attraverso i dogmi del cattolicesimo, ma in spirito e verità, come
modo nuovo per l’uomo di vivere il rapporto con Dio ed il rapporto tra gli
uomini. Se non riteniamo che la nostra speranza di credere, debba per forza
trovare risposta solo nel credo
apostolico e romano<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> «Che cos’è la verità?» chiede Pilato a Cristo,
ma poi se ne esce senza neppure attendere la risposta.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> La verità alla quale Cristo «è venuto a
rendere testimonianza», è il fatto che l’uomo è figlio di Dio. Una verità sulla
quale potrebbero facilmente trovarsi d’accordo tutti i popoli della terra, in
una infinità di forme attraverso le quali manifestare il proprio rapporto con il
padre, tutti d’accordo però sul sentimento d’amore che deve legare i figli
dello stesso Padre.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Se questa nuova era stia per venire come dice
la New Age, e i tempi siano maturi perchè all’era dei pesci, (simbolo che è
stato assunto dai cristiani), che ha visto solo guerre e miserie, odio e
crudeltà, subentri quella dell’acquario fatta di armonia e di pace, non so.
Certo che l’acquario «la figura dell’acquaiolo nell’antico zodiaco, simbolo
della corrente che appaga una sete antica,
sembra essere il simbolo più adeguato», a marcare la speranza dell’uomo
postmoderno, che cerca di superare l’angoscia per il nonsenso della propria
esistenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: -116%; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: -116%;"> Ma queste considerazioni vanno oltre i limiti
che m’ero imposto per la mia riflessione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">‘<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Cap. 32<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Una nuova Utopia.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoBlockText" style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> «Il mio regno non è di questo mondo» chiarisce
esplicitamente Cristo a Pilato. Dopo questa precisazione, non avrebbe senso
ricercare se nel Vangelo, oltre alla costruzione di un uomo nuovo, si parli
della costruzione di un nuovo mondo, d’un nuovo sistema politico e sociale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma un uomo nuovo, non può non costruirsi un
mondo nuovo, e dalle caratteristiche di novità dell’uomo, si può risalire alle
caratteristiche di novità che dovrebbe avere l’organizzazione che l’uomo
intende realizzare per sè.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Qualcuno ha pensato che dal Vangelo uscisse
l’indicazione per una comunità degli eguali, per un comunismo cristiano. Non
capisco da dove si possa trarre una tale interpretazione. I figli dell’Uomo
sono profondamente diversi, gli uni hanno cinque talenti gli altri uno solo,
gli uni si smarriscono, gli altri restano sempre fedeli. La comunità degli
uomini non può non tener presenti queste diversità, può porsi l’obiettivo di
ridurle, non può porsi l’obiettivo di eliminarle.
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma la comunità degli uomini è allo stesso
tempo comunità dei figli di Dio, che si regge su un unico comandamento:
«amatevi gli uni e gli altri come io vi ho amato».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Anticipando in qualche modo il tema, ho
parlato della possibilità di una nuova era di
democrazia fondata e giustificata nell’ispirazione cristiana. Io sono
convinto che solo l’aggettivo renda possibile il sostantivo. La democrazia
infatti è stata giustamente definita il più imperfetto dei sistemi politici.
Nella piramide dell’umanità, è il
sistema che consente alla maggioranza dei peggiori, di comandare sulla
minoranza dei migliori, facendo in modo che sia la base e non il vertice a
guidare la piramide. L’unica variante è nella demagogia, che si realizza quando
alcuni furbi del vertice sanno organizzare il consenso, in modo da essere
scelti dalla maggioranza della base.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> L’idea invece che si ricava dal Vangelo
giustifica il concetto di democrazia legittimandolo e superandolo allo stesso
tempo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Se infatti l’uomo, nella sua individualità, è
figlio di Dio, l’origine del potere politico è in lui, non nel popolo. Il
sistema politico che può nascere su questa premessa, è soltanto quello del
federalismo nella accezione etimologica del termine.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Gli individui riconoscono, nell’interesse
individuale, l’opportunità di stare assieme. Utilizzando infatti assieme le
risorse individuali, realizzando le «economie di scala» , si determina un
vantaggio che può ricadere a favore di ognuno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma lo stare assieme implica che si definiscano
delle regole per la convivenza, che si nomini chi ha il potere di definirle e
di farle rispettare. Nasce quindi il «foedus», il patto tra più individui, che
si accordano sul principio di accettare quel che la maggioranza ha stabilito,
delegando a rotazione, ad alcuni individui
eletti, di gestire le regole della convivenza e le risorse che si è
stabilito di mettere in comune, per gestirle unitariamente nell’interesse di
tutti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Il patto nasce a livello locale, per la
soluzione dei problemi della comunità locale. Ma poi le singole comunità si
rendono conto che certi problemi devono essere risolti per favorire altre
economie di scala e trovare soluzioni più efficienti, ad un livello superiore.
Delegano quindi la soluzione dei problemi, in termini di sussidiarietà ad una
aggregazione di comunità, della dimensione ottimale rispetto ai problemi da
risolvere, nominando le persone incaricate della gestione della regole e delle
risorse. Da un livello, che solo per capirci, potrebbe essere definito
provinciale si passa ad un livello regionale e quindi ad un livello statale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> C’e’ infine un livello di delega che deve
essere sviluppato ancora: quello a livello mondiale. La globalizzazione
dell’economia implica che si debbano definire delle regole e gestire delle
risorse a livello mondiale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Ad ogni
livello di delega, nell’atto stesso della delega, si accetta, riconoscendola
come valore da mantenere, la diversità tra gli individui tra le regioni e tra
gli Stati, ma si riconosce anche la necessità che questa diversità, debba
essere ricomposta per consentire una decisione che superi le opinioni
individuali. Si riconosce così nel principio della volontà della maggioranza,
il criterio sul quale si introduce la
norma che deve essere accettata anche dalla minoranza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Utopia o soluzione possibile della convivenza
tra gli uomini figli di Dio, che si lasciano guidare dall’unico comandamento,
quello dell’amore?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Il rischio lo evidenzia molto bene D.H
Lawrence nel paradosso: «l’amore cristiano salverebbe l’universo, ma c’è
l’invidia cristiana che non sarà mai soddisfatta, fin quando non l’avrà
distrutto. Quando infatti si inizia ad insegnare l’affermazione
dell’individualità alle grandi masse popolari, le quali, qualunque cosa si
dica, sono formate di esseri difformi, incapaci di una totale soggettività,
allora si finisce con il produrre degli invidiosi pieni di rancore e di
rabbia».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> La soluzione del Vangelo di Giovanni, è nella
preghiera di Cristo al Padre nell’ultima cena. Ut unum sint. Ti prego perché
siano una cosa sola come io e te lo siamo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Non è neppure per Cristo quindi, un dato
acquisito e scontato. Anche per lui è una aspirazione. Ma c’è motivo per
ritenere che i tempi per il realizzarsi di quell’aspirazione siano maturati. L’uomo può riuscire ora capire che l’amore non
è negazione di sè, che non c’è contrapposizione, tra la propria volontà di
potenza e l’amore con il quale si rapporta con gli altri.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Paradossalmente l’amore è un atto di estremo
egoismo, perché nulla come l’amore realizza l’individuo. Per questo l’amore può
cancellare l’egoismo e l’invidia, e sull’amore si può concepire una nuova società mondiale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Forse si stanno sviluppando oggi le condizioni
perché possa essere superata la maledizione di Adamo e l’uomo può cominciare ad
utilizzare nel suo interesse, e non contro se stesso, il vantaggio acquisito
della conoscenza del bene e del male.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Cap. 33<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">L’Apocalisse.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Le considerazione che si sono fatte, sulla
possibilità che si apra una nuova era per l’umanità, e quelle sulla possibilità
per l’umanità di trovare un nuovo modo di organizzarsi, a mio avviso, ci
permettono di concludere questa serie di spunti, tornando a Giovanni.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Si e’ esaminato diffusamente il suo Vangelo,
si sono richiamate anche le epistole, ma a lui viene anche attribuito il libro
più strano ed incomprensibile del Nuovo Testamento: l’Apocalisse.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> In verità molto si è discusso e si discute se
il Giovanni dell’Apocalisse sia lo stesso del quarto Vangelo. Chi sostiene che
si tratti di due persone diverse, lo fa anche sulla considerazione che i testi
sono troppo differenti, per essere ricondotti alla stessa persona. Io credo
invece che l’autore possa essere lo stesso, perchè mi pare logico che Giovanni
il quale aveva cominciato ricordandoci che «in principio erat Verbum», concluda
profetizzando la Nuova Gerusalemme.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> «Questo libro», così si apre l’Apocalisse,
«contiene la rivelazione che Cristo ha ricevuto da Dio, per far conoscere ai
suoi servitori, quel che tra breve deve accadere. Gesù ha mandato il suo
angelo, al suo servo Giovanni, per farglielo sapere».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Se diamo un valore relativo all’espressione
«tra breve» e andiamo a cercare il senso profondo della visione profetica di
Giovanni, troviamo la descrizione, resa attraverso immagini fantasiose, di
quella che è stata in questi duemila anni
l’umanità, malgrado Cristo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Cristo è venuto a salvare l’umanità, ma la
rivelazione è (apocalisse è sinonimo di rivelazione) secondo Giovanni, che
prima dell’affermarsi della salvezza, nella nuova Gerusalemme, si dovrà passare
attraverso i sette sigilli, le sette trombe, le sette coppe e la nuova
Babilonia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Al di là dei simboli, parlando dei sigilli che si devono aprire, è chiaro il
riferimento ad una periodo nel quale «la pace è sparita dalla terra e si è
lasciato che gli uomini si scannassero tra loro» e gli abitanti della terra
«muoiono attraverso le armi, le carestie
e le epidemie». <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Le trombe annunciano a ripetizione la morte
d’un terzo di quanto vive sulla terra, ed il succedersi di flagelli. Le coppe
infine vengono versate sul mondo e rendono il mondo invivibile, e «tutti gli
animali che erano nel mare morirono, il sole si fece ardente per tormentare gli
uomini con il suo calore, l’acqua dei fiumi divenne sangue e i fiumi si
prosciugarono».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Se Giovanni voleva anticipare profeticamente
la storia dell’umanità dopo Cristo, s’è certamente avvicinato alla realtà!
Infine, nella sua visione, il mondo diventa una nuova Babilonia dominata dalla
«grande prostituta a cui si sono prostituiti i re della terra e tutti gli
uomini della terra».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma Babilonia sarà distrutta, e dal cielo
scenderà una Nuova Gerusalemme. Nella nuova Gerusalemme confluiranno tutte le nazioni, e avremo finalmente il
mondo di pace, per il quale è venuto al
mondo, il figlio di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Il riferimento, con l’immagine della nuova
Babilonia ad una società nella quale avranno valore solo il denaro ed i beni materiali è abbastanza scoperto,
come è scoperto che, con l’avvento della Nuova Gerusalemme si immagina
l’avvento d’un nuova società, con un diverso modo di organizzarsi della
comunità umana, su una diversa scala dei valori.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> È questa nella quale viviamo, la nuova
Babilonia? È quindi prossimo l’avvento della Nuova Gerusalemme? Non so. Tanti
nella storia, in tanti momenti, hanno pensato di vivere nella nuova Babilonia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Forse è anche possibile ricostruire la storia
di questi due millenni vedendovi lo sviluppo passo per passo della profezia di
Giovanni, come è possibile adattare le profezie di Nostradamus, e giungere alla
conclusione che sì, la nuova Gerusalemme è vicina.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> A me interessa solo concludere, ricordando che
Giovanni immagina alla fine, questa nuova Gerusalemme, caratterizzata da «un
nuovo cielo ed una nuova terra» che diventerà «l’abitazione di Dio tra gli
uomini, essi saranno suo popolo ed egli sarà «Dio con loro». Dio asciugherà
ogni lacrima dai loro occhi. La morte non ci sarà più. Non ci sarà nè lutto nè
pianto nè dolore.» E Dio disse: « A chi ha sete io darò gratuitamente l’acqua
della vita. Io sarò loro Dio ed essi
saranno miei figli».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Giovanni apre il suo Vangelo con la
rivelazione che ognuno di noi può diventare figlio di Dio, chiude la sua
Apocalisse con la visione d’un mondo, nel quale Dio non è più esterno ma è «Dio
con loro», o forse meglio «Dio in loro».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Se il traguardo sia prossimo o lontano non ha
importanza. Credo sia comunque una prospettiva verso la quale ha senso
camminare, sia sul piano individuale che sul piano collettivo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Non in
diverse processioni schierati dietro a diverse croci e diverse bandiere,
perché, ha detto Cristo: «Viene il
momento in cui l’adorazione di Dio non sarà più legata a questo monte o a
Gerusalemme; viene un ora, <i>anzi è già
venuta,</i> in cui gli uomini adoreranno il Padre guidati dallo spirito e dalla
verità di Dio».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Conclusione.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Ci si può porre il problema di come concludere
solo se ci si era posti l’obiettivo di arrivare a delle conclusioni. Ma in
questo caso, come si è detto nell’introduzione, la migliore conclusione potrebbe essere lo stimolo a proseguire.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> L’insoddisfazione del lettore è la stessa
dell’autore che non è riuscito ad andare oltre degli appunti, esposti alla
rinfusa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma forse questa insoddisfazione unita al
desiderio di approfondire la ricerca per conto proprio, può essere un risultato
tutt’altro che irrilevante.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Autore e lettore sono presi dallo stesso
desiderio di ripartire da capo e riscrivere tutto, rivedendo certe
affermazioni, sviluppando e approfondendo i concetti. D’altra parte se
l’approccio a Dio deve essere in termini di conoscenza continua, se l’approccio
al mondo deve essere in termini di divenire, anche questa riflessione non può
non essere in un continuo divenire.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Qualcuno può giudicare la mia riflessione fredda. Ma voleva essere
soltanto una scintilla. E la scintilla non ha calore. Dalla scintilla può
nascere un fuoco, ma io non ho voluto accendere nessun fuoco. Se l’incendio si
sviluppa o meno, dipende dal terreno su cui la scintilla va a cadere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Qualcuno può accusarmi d’aver avuto la
presunzione di riscrivere il cristianesimo. Al contrario io non credo ci possa
essere un cristianesimo, come non credo ci possa essere un buddismo. Cristo come
Buddha ci ha dato delle indicazioni per una strada. Ma il percorso, deve
diventare un nostro percorso!.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Se qualcuno, dicevo nell’introduzione, alla
fine del suo percorso, si ritiene pronto per proseguire assieme alla Chiesa,
può entrare nella città’. Il mio percorso non può essere visto né contro né a
favore della Chiesa, è un percorso fuori e prima della Chiesa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> È, ripeto,
il percorso dell’uomo della strada, che continua a cercare, come dice
Vattimo, credendo di poter credere, e comunque nella speranza di poter credere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Nell’introduzione dicevo che avrei cercato
nella religione in particolare le risposte per superare la paura della morte.
Che cosa posso dire d’avere trovato al riguardo nel Vangelo di Giovanni?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> La falce che tutte pareggia l’erbe del campo è
diventata meno tagliente? La rappresentazione più usuale della morte è quella
dello scheletro che, con la falce, pone termine alle vite degli uomini, come se
fossero fili d’erba. Una rappresentazione spaventosa, da incubo, come incubo è
per l’uomo la morte. Ogni tentativo di eliminarla è vano, riemerge prepotente
dai fallimenti della scienza, riemerge prepotente dall’inconscio. Appunto come
un incubo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> La visione negativa della morte deriva però
dalla visione positiva della vita. Se questa viene raffigurata come un fiore,
la morte non può che essere la falce che lo recide. Ma non è corrette
l’immagine del fiore! Più propriamente la vita dell’uomo, può essere riprodotta
nell’immagine del seme: un periodo di vita nella terra in attesa di vedere il sole.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 35.45pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> L’uomo come il seme si muove nella terra, e
matura lentamente fino al giorno nel quale, riesce a vedere il sole. Quando il
filamento che si è sviluppato a fatica dal seme, incontra finalmente la luce
del sole, è come se il seme scoppiasse, annullandosi nella sua morte, per far
luogo alla pianta. Non è facile la vita del seme nella terra! A volte le scarpe
del contadino calpestando la terra, lo fanno scendere in profondità annullando
gli sforzi fatti fino a quel momento per risalire. E la terra calpestata è
diventata dura, difficile da penetrare! A volte la terra è greve e arida, e ogni movimento provoca sofferenza.
Sembra di avanzare in un groviglio di rovi!. A volte invece la pioggia la rende
molle e viscida e, come nelle sabbie mobili, cercando di avanzare si
sprofonda. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 35.45pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;">Trasformandosi,
nella sua dimensione di seme, l’uomo vive nella sofferenza la sua
trasformazione. Adattandosi, riesce anche in qualche modo a trasformare la
sofferenza in gioia. Si convince dell’assolutezza della propria condizione di
seme. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 35.45pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Tutto si esaurirà nella notte della terra!
E diventerà terra lo stesso seme,
marcendo. «Non ci sarà mai la luce del sole» dirà il seme nella sua
disperazione. Anzi si convincerà che non c’è il sole, e che quindi l’esito
della sua vita non può che essere nella disperazione della morte.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 35.45pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> «Nessuno è tornato a dire di aver visto il
sole!» E come potrebbe una pianta tornare alla condizione di seme?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 35.45pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Il problema della morte potrebbe essere posto
nei termini nei quali lo poneva Socrate. O
è come un non essere nulla, e chi è morto non può pertanto avere alcuna
sensazione, o è migrazione dell’anima da questa condizione terrena ad un’altra
condizione. <o:p></o:p></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkUZrnHnTuSHqrCM68nBnK1KL0IOwzCscwy3BUD6JqrALVCTkRsrAb_Xl1afYG0qK7XjPjBdWiCqXxndshbDSLNzeBm9Qogx0NOLWW39a6kTrd6Ruik6MUcQYls-lCi_ZNbnem-azCy24/s1600/img406.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkUZrnHnTuSHqrCM68nBnK1KL0IOwzCscwy3BUD6JqrALVCTkRsrAb_Xl1afYG0qK7XjPjBdWiCqXxndshbDSLNzeBm9Qogx0NOLWW39a6kTrd6Ruik6MUcQYls-lCi_ZNbnem-azCy24/s320/img406.jpg" width="224" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 35.45pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> In nessuno dei due casi può essere considerata
un male perché nel primo caso, non esiste. Come sintetizzerà efficacemente
Epicuro: «quando ci siamo noi la morte non c’è, quando invece ci sarà la </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgm8NkSoivfrUNlp-zTk8_l3ug03nUemaxcmgvks8EbLl6NHXJTFvUFi3LuUgWcnTSBHF5mn2qg8HUgvvYtZtnNUz7-QhxNuAi9Jo6CwS6l3Pin-rhuOE7DjkhSHBy8RywTlktBCwKTt7Q/s1600/img406.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgm8NkSoivfrUNlp-zTk8_l3ug03nUemaxcmgvks8EbLl6NHXJTFvUFi3LuUgWcnTSBHF5mn2qg8HUgvvYtZtnNUz7-QhxNuAi9Jo6CwS6l3Pin-rhuOE7DjkhSHBy8RywTlktBCwKTt7Q/s320/img406.jpg" width="224" /></a></div>
morte
non ci saremo noi», se invece la morte e’ trasmigrazione dell’anima alla
condizione di immortalità deve essere considerata una fortuna e non un male per
l’uomo.<o:p></o:p><br />
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 35.45pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Cristo introduce una terza possibilità: che la
seconda opzione non sia automatica ma una conquista. Da qui una storia di gente
che ha sacrificato la vita per potersi conquistare la vita eterna. Da qui anche
una storia di ingiustizie fatte accettare e subire con il miraggio della vita
eterna. Da qui un assurdo cumulo di imposture, di indulgenze pagate. La
vita ridotta ad una scommessa sulla vita
eterna.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma la vita eterna si conquista in altro modo.
Ognuno di noi, in quanto figlio di Dio, è
per sé, la resurrezione e la vita, e chi crede nel figlio di Dio che è
in lui e vive questa realtà, avrà la
vita eterna. E’ questo il concetto che ho voluto enfatizzare anche nel titolo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> La venuta del figlio di Dio nel mondo, non può
essersi esaurita in un uomo. Cristo, come dice Paolo è stato il primo dei
redenti, noi lo siamo alla stessa stregua.
Come lui è possibile che «risorgiamo» dalla carne, per vivere nel Padre
in una dimensione diversa da quella della carne, come un fiore che è sbocciato
dalla morte del seme, come una farfalla che nella morte della crisalide ha
trovato la possibilità per librarsi nella dimensione del volo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> Le risposte non hanno certo esaurito il mio “bisogno di sapere”. Non so se alla
fine mi sia rimasta un po’ d’acqua nei secchi, comunque ho come l’impressione
di aver intravisto una strada nuova, sulla quale, assieme ad altri, forse vale
la pena di provare a proseguire…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Palatino Linotype","serif"; font-size: 11.0pt;"> <o:p></o:p></span></div>
Igino Piuttihttp://www.blogger.com/profile/01324847284356227709noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8813651238048545105.post-89263253608516088342017-04-08T01:35:00.000-07:002017-04-08T01:40:40.096-07:00I Celti ritornano.<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 85.0pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 85.0pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 85.0pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 85.0pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 85.0pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 85.0pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 85.0pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 85.0pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 85.0pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<h2 style="margin-right: 85.0pt;">
<b><span style="color: red;">Igino Piutti<o:p></o:p></span></b></h2>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 85.0pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 85.0pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0N0kIID3PGn-OirRw64G_FnT6mwPoOOlF5pSNfch9rCoUrK3WYakSdEg2OzV_y0IYssfnSu86GMAXLsxvcdA8LDoVLuOgokx2vob8q4ep86uv_eC0qjPb7YhnM8twXqXNI_9VkCElvbA/s1600/libro-celti.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0N0kIID3PGn-OirRw64G_FnT6mwPoOOlF5pSNfch9rCoUrK3WYakSdEg2OzV_y0IYssfnSu86GMAXLsxvcdA8LDoVLuOgokx2vob8q4ep86uv_eC0qjPb7YhnM8twXqXNI_9VkCElvbA/s200/libro-celti.jpg" width="133" /></a></div>
<span style="color: red; font-size: x-large;"><b>Il Celti ritornano</b></span><br />
<span style="color: red; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 85.0pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 85.0pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 85.0pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 85.0pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 85.0pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 85.0pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 85.0pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 85.0pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 85.0pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 85.0pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 85.0pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<h3>
<span style="font-size: 18.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Cap. 1<o:p></o:p></span></h3>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "kelt"; font-size: 18.0pt;">Lauriscia</span></b><b><span style="font-family: "kelt"; font-size: 22.0pt;">.</span></b><b><span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> <o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Il racconto lo
aveva così coinvolto che gli pareva di avere ancora davanti agli occhi, il grande falò del quale stava parlando
Maria.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Era una sorta di grande bottiglia impagliata,
con grandi trecce verticali che si interrompevano in alto sul collo per
lasciare posto ad un grande tappo con la forma del mezzobusto di un uomo. Le
trecce erano formate con una serie di fascine di stecchi sovrapposte, mentre il
busto in cima era realizzato con strisce di corteccia d’albero sovrapposte,
incollate ed intrecciate, alternando il bianco della betulla al colore
bruciato della quercia, per rendere e
caratterizzare i particolari del volto e del vestito.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Fra treccia e treccia,
stavano uscendo dense nuvole di fumo squarciate da grandi lingue di fuoco che
salivano contro le ombre della sera, avvolgendo l’intera costruzione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">In un gemito
strozzato, erano finite per spegnersi, soffocate dal fumo, anche le grida
disperate di paura e di dolore di
Lauriscia e del suo ragazzo. E il silenzio del falò, rotto soltanto dal
crepitio del fuoco, aveva penetrato anche la folla circostante. Ora guardavano
tutti in silenzio, come se l’arrivo della morte avesse infuso in tutti se non un sentimento di rispetto e di
pietà, certamente un brivido di paura.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Che barbarie!”
mormorò Maria tra sé, chiudendo con questo commento il suo racconto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Direi invece, che
grande raffinatezza e sensibilità anche nell’eseguire una condanna a morte,”
ribatté Luciano, come se stesse commentando una scena realmente accaduta e non
il racconto d’un sogno. Era stato
colpito dall’originalità dell’idea d’un rogo, nel quale i condannati a
morte, venivano rinchiusi all’interno d’una catasta di legna, invece che essere
esposti al ludibrio della folla. Rispetto ai tanti roghi che la storia ha
tramandato (con la pretesa di farli passare per
segni di civiltà e non di barbarie), accompagnati da folle urlanti
inebriate dagli spasimi della morte, quell’idea di riservatezza e di rispetto
per la morte, anche d’un condannato, non gli sembrava certo una testimonianza
di barbarie.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Mi sono svegliata
avendo negli occhi ancora l’immagine del grande falò che ardeva, al culmine del
colle. Nella realtà invece, al posto del falò, c’era ancora il grande faggio
dalla corteccia chiara, che riluceva riflettendo i raggi del sole.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Già!” riprese
Luciano, come a sottolineare con quella
espressione il proprio disappunto per essersi lasciato coinvolgere fino a
perdersi a commentare le immagini di un sogno, come quando si commentano le
sequenze d’un film, finendo per confondere la realtà con la finzione scenica.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Già! Che strano
sogno!”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“È stato più che
un sogno,” ribattè lei.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Cosa potrebbe
essere più di un sogno?…”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Era tutto accaduto
per caso il giorno prima. Maria aveva deciso di fare una passeggiata nel bosco
sopra al paese, per raccogliere del terriccio per rinvasare i gerani. Glielo
aveva insegnato sua nonna. Non c’è nulla di meglio dell’humus che si è formato
dal fogliame marcito negli anni precedenti, per favorire una crescita dei fiori
più rigogliosa e con i colori più intensi. E i suoi gerani erano i più belli di
tutto il borgo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">C’era in effetti
in paese una sorta di gara a chi sapeva far crescere i fiori più belli, a chi
sapeva arredare meglio, con autentiche cascate di colori, l’esterno della
propria abitazione. E Maria, in quella gara, non aveva rivali, era da sempre un
campione fuori classifica. Aveva certamente il vantaggio del contesto
costituito dalla bellezza della sua
casa, una tipica casa carnica del settecento, ma lei aveva anche trovato il
modo per far sì che le piante si
sviluppassero maggiormente e che i fiori avessero colori più vivaci. Sapeva
inoltre accostare la diversità dei gerani e la varietà dei colori in modo che
quelle macchie di rosso dalle diverse sfumature, non parevano
aggiunte e posticce sulla parete, ma sembravano un modo di essere naturale del muro della casa nel sole dell’estate.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">La balconata
centrale, al primo piano, divisa in quattro arcate con gli archi e le colonne
in tufo, pareva una serra dalla quale i fiori prorompevano per sciogliersi in
lunghe trecce che cadevano fino al piano inferiore, dove il motivo delle
quattro arcate si ripeteva con le colonne a campire un profondo porticato. E
qui, l’intrico colorato dei gerani invadeva tutto il sottoportico, e nel gioco
del sole con la penombra dell’ambiente e con l’ombra delle colonne, assumeva un
infinita varietà di sfumature e di movimenti. Nella vita di quelle piante
sembrava riprendere vita anche la vecchia casa, che in passato aveva raccolto e
riecheggiato le voci di tante persone, ed ora pareva deserta. Ora c’era solo
Maria che, travolta dall’atmosfera greve del silenzio, cercava di riempire il
vuoto delle arcate con quelle nuvole di
fiori...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Fino ad un anno
prima c’era stato anche il fratello. E con il fratello la casa era tutt’altro
che vuota. Anzi, pareva che fosse così
grande, solo perché lui aveva bisogno di quegli spazi dilatati e ariosi per
potersi muovere a suo agio. Il conte lo
chiamavano in paese. Il “cont” nella lingua friulana. Così era stato chiamato
anche suo padre e suo nonno, e forse in passato qualcuno degli antenati era
stato veramente un conte. Il fratello di
Maria tuttavia, se non era stato un conte per gli archivi araldici, lo era
stato di fatto per i modi di comportarsi, di fare e di dire. Era come se avesse
accettato volentieri di cucirsi addosso quel soprannome, facendo in modo di adeguarvisi, per portarlo come si
conveniva.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Diventato medico,
e poi primario rispettato e famoso all’ospedale di Udine, aveva fuso gli
atteggiamenti del barone d’ospedale con
quelli del conte, assumendo quell’atteggiamento di superiorità che lungi dal
provocare e creare distacco, enfatizza nei subalterni il rapporto di stima e di
fiducia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Maria, che era
soltanto di due anni più giovane di lui, aveva subito sin da bambina il suo
fascino. Non erano mai stati come fratello e sorella ma piuttosto in un
rapporto di serva e di padrone. Lui però non s’imponeva e lei non subiva. Non
si sentiva condizionata, ma in un certo modo affascinata e attratta dalla
personalità del fratello, al punto da restargli legata per la vita. Lui non
s’era sposato, e a lei non era mai passato neppure per la testa ci potesse
essere un possibilità di realizzare una
propria vita, al di fuori del rapporto con il fratello.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Per questo, con
la morte di lui era morta anche lei, e
la casa era rimasta profondamente vuota, come un cimitero che é pieno di
lapidi, di croci, di piante e di fiori, ma che non trasmette altra sensazione
se non quella del vuoto e del nulla. E come in un cimitero, lei s’era
impegnata, ancora più degli anni precedenti, a riempire quel vuoto con vasi di
fiori, con nuvole di gerani.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ma il vuoto
restava immenso e profondo malgrado quei fiori e penetrava anche l’intrico di
rami dei gerani, e lei aveva bisogno di altri vasi, di altri fiori. Per questo
aveva deciso di salire nel bosco del Sorantri, sopra al paese, per raccogliere
quella terra speciale per altri vasi di gerani.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Visto dal paese,
Sorantri è uno sperone di roccia che sovrasta l’abitato, come una lastra di
marmo verticale, rimasta incastonata nel verde dei prati e dei boschi. Da sopra
invece, quando lo si è raggiunto per la strada lastricata che sale ripida sul
pendio, è una piccola montagna che s’avanza come il torrione d’una cinta
muraria, che si sporge rispetto al contesto circostante quasi a proteggere le
distese retrostanti dei prati di Valdìe.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Si dice che nell’antichità sul monte ci
sia stato un insediamento dei Celti, la
sovrintendenza ha anche effettuato degli scavi che hanno messo in luce i resti
d’un villaggio. Come in ogni favola che si rispetti, tutti danno anche per
certo che, tra i resti delle capanne, ci sia anche un tesoro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Da qui le battute con le quali alle volte le
amiche commentavano il suo inventarsi sempre qualche scusa per raggiungere quel
bosco. “Speriamo che finalmente ti capiti tra le mani quella pentola di monete
d’oro,” le dicevano scherzando.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Mentre davanti si presenta compatto, come
una lastra di marmo a strapiombo, da sopra, il monte Sorantri appare piuttosto
un ammasso detritico. Forse la lingua del ghiacciaio che nella preistoria
scendeva dalle alte montagne
retrostanti, s’era scontrata con uno spuntone di roccia troppo
resistente, e vi aveva depositato attorno, in un cumulo, i massi che aveva
trascinato a valle. Così si poteva spiegare anche l’originalità di quella
parete rocciosa, che emergeva verticale in contrasto con le forme morbide e rotondeggianti del monte.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma, se in qualche modo era riuscita a
darsi delle spiegazioni sulla originale conformazione del terreno, non riusciva
invece a spiegarsi l’attrazione che sentiva per quel luogo. Avevano ragione le
amiche, trovava sempre un motivo diverso per recarvisi. Ora era la terra per i
gerani, altre volte i funghi, o semplicemente il desiderio d’una passeggiata, e
in nessun altro luogo si sentiva di camminare a suo agio come nel bosco del
Sorantri.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Era forse il fatto che da lassù si dominava
tutta la valle del Tagliamento, con il fiume che la segnalava insinuandosi tra monte e monte, per perdersi in una fuga
di quinte di verde che sembrava senza fine. Era forse l’atmosfera creata dal
bosco che dai prati di Valdie, saliva lentamente fino a fare da cornice allo
strapiombo dei “cretòns”, come veniva chiamato la roccia a strapiombo. Era forse l’idea
dell’insediamento celtico, nella suggestione che suscitva il pensiero che su
quei sassi sui quali posava i piedi,
altri aveva posato i suoi, già tante centinaia d’anni prima.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> O erano forse tutte queste cose assieme.
Tant’è che sul Sorantri lei ci andava spesso, ed anche quel giorno aveva deciso
di tornarvi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">La giornata era
afosa ed entrando nel fitto del bosco d’abeti, aveva sentito per contrasto come
un brivido di freddo. O di paura?... Perché avrebbe dovuto avere paura, in un bosco
vicino a casa, nel quale era già stata infinite volte? Eppure in quel brivido
aveva provato la sensazione che quello era un giorno diverso, che il bosco era
diverso, che l’aria che muoveva le fronde era diversa. Stranamente, notò, non si sentiva nessun
canto d’uccello!...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma forse a quell’ora, (era ormai quasi
mezzogiorno), era normale che gli uccelli non cantassero. Le altre volte
probabilmente non ci aveva fatto caso.
Proseguì, riflettendo sulla stranezza dei pensieri che le stavano attraversando
la mente. A sessant’anni paura del bosco!... Come quando bambina vi andava con
la mamma, e la faceva sussultare un frusciare insolito delle fronde, o
il rumore d’un ramo che si rompeva all’improvviso...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Salendo, il bosco d’abeti lasciava il
posto a quello di faggi. Prima il sole non riusciva a penetrare il fitto
intrico dei rami delle conifere. Ora, nell’ordito con trame più larghe dei rami
dei faggi, filatrava a tratti, macchiando il terreno e il tronco degli alberi, con chiazze di luce
intensa, in forte contrasto con l’ombra del bosco. Si intravedeva distintamente
tra il fogliame la traccia della strada lastricata che a tornanti saliva la
china. Sulla cima della montagna la vegetazione diradava ancora, e il sole
entrava con forza tra gli alberi, che disegnavano esili
ombre. Tra la vegetazione più rada si distinguevano nettamente quelli
che, nell’interpretazione comune, avrebbero dovuto essere i resti
dell’insediamento celtico.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Si vedevano dei cumuli di macerie, come se costruzioni di pietra a
forma di trullo, fossero crollate su se stesse, oppure si distinguevano dei
muretti a secco di forma circolare, come
se l’abitazione avesse avuto soltanto le fondamenta di pietra e il resto della
costruzione, di legno o d’altro materiale deperibile, si fosse dissolto nel
tempo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Si era seduta su uno di quei muretti,
affaticata e stanca più di quanto la salita, nè lunga nè difficile, potesse
giustificare. D’un tratto s’era sentita presa da un senso di vertigine ed ebbe
la sensazione di stare per svenire. Fu
distolta dalla preoccupazione per quel
che le stava accadendo, colpita
dall’originalità dell’immagine del tronco
d’un faggio, in alto, proprio sulla cima del colle, immerso in una
chiazza della luce intensa del sole d’agosto. Il legno più bianco degli altri,
come fosse il tronco d’una betulla, pareva risplendere, riflettendo la luce del
sole.. Si sentì mancare di nuovo, e allora il tronco più bianco degli altri
prese ad animarsi ed a muoversi come fosse stato di nebbia, per trasformarsi
poi, modellandosi lentamente, in una figura umana.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Era una giovane donna, vestita d’una
sorta di camice bianco, e con lei, come in un sogno, s’era vista intrattenersi
a parlare, come avrebbe fatto con una donna qualsiasi incontrata per caso nel
bosco.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Era da tempo,” diceva la ragazza vestita
di bianco, “che attendevo qualcuno che mi riportasse a vivere nel suo pensiero.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Come, a rivivere nel pensiero?” aveva
mormorato lei, imbarazzata per la confidenza con la quale le si rivolgeva
quella strana ragazza, comparsa all’improvviso nel bosco, e per la stranezza
dell’affermazione con la quale si era presentata. La scrutò con più attenzione,
sforzandosi di cercare nella memoria se
le ricordasse qualcuno. Ma invano. Aveva i capelli biondi che le scendevano
lunghi sulle spalle. Pallido il viso
come segnato da una grave malattia, con due profondi occhi azzurri. L’idea
della malattia era confermata da quel camice bianco che la ricopriva tutta, non
lasciando uscire neppure le mani ed i piedi. Non era però un camice di stoffa,
sotto il quale si potesse immaginare un corpo, pareva piuttosto che il camice fosse il corpo, come
se la stoffa dell’abito e il corpo si
fossero fusi assieme.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Sorrise. Un sorriso amaro, forzato, come
quello dell’ammalato quando sorride per compiacere il visitatore, che ha
cercato di dire una battuta di spirito.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Da tempo attendevo di poter rivivere con
qualcuno la mia morte, per ritrovare pace nell’eternità”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Rivivere nel pensiero!. Rivivere la
morte! Era per lei un linguaggio incomprensibile. Avrebbe dovuto chiedere
spiegazioni, ma poi aveva pensato che avrebbe potuto capire qualcosa di più, se
fosse riuscita ad inquadrare l’immagine
della donna che le stava parlando.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Chi sei?” le chiese.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Non rispose direttamente, ma prese a
raccontare la sua vita. Attraverso le sua parole, lei aveva avuto la sensazione
di poter entrare, come per magia, nel suo pensiero, ed attraverso il pensiero
rivivere quello che raccontava. Attorno a lei infatti non c’erano più i ruderi
ma c’era veramente il villaggio dei
Celti. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Come aveva
sospettato guardando altre volte i resti dell’insediamento celtico sul
Sorantri, attorno a lei c’erano delle capanne interamente di pietra come dei
trulli, altre avevano la stessa forma, ma erano
di legno ed avevano in pietra soltanto la base. Le prime, le fu
spiegato, erano per i nobili guerrieri le altre per la gente comune. Sembravano disposte senza un ordine ben
preciso, a gradoni, dall’orlo dello strapiombo dei “cretons” fino su, alla cima
del monte, dove aveva visto l’albero
bianco. Tutte avevano la porta rivolta
ad ovest, verso la montagna, e di fronte ad est, avevano invece in alto una piccola
finestrella dalla quale usciva il fumo del focolare, come si vede ancora nelle
casere d’alta montagna.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “La nostra religione”, aveva preso a dire
la donna vestita di bianco, “prescriveva che ogni famiglia sacrificasse a
Beleno, (così chiamavamo il sole che
adoravamo come Dio) la prima figlia”. Poi, o che avesse voluto andar oltre la
parte più dolorosa del proprio ricordo, o che avesse pensato che l’interlocutrice
non poteva seguirla, senza un minimo di contesto e di inquadramento storico,
s’arrestò un momento per poi cambiare
discorso.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Come vedi,” riprese “ogni capanna ha una
finestrella nella stessa posizione e nella stessa direzione. Serve a lasciare
uscire il fumo del focolare, ma soprattutto serve a lasciare entrare, in tutte
le abitazioni, allo stesso momento, il primo raggio del sole, quando alla mattina scende dal monte. Attorno a quel raggio, la
famiglia si ritrova ogni giorno in preghiera, prima di iniziare la giornata. I
giorni nei quali il sole resta coperto dalle nubi, lo si prega immaginandolo
presente, come se il raggio entrasse egualmente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Bella l’idea del sole che entra
contemporaneamente in tutte le case,” l’aveva interrotta lei, “ma cosa voleva
dire, sacrificare la prima figlia?” aveva aggiunto, turbata da quell’accenno a
sacrifici umani.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Vedi laggiù”, aveva continuato
l’apparizione, come se non avesse sentito la domanda “sull’orlo dello
strapiombo, la prima capanna in muratura... Ha la porta come tutte le altre, ma
sull’altra parete, verso il vuoto,
invece della finestra ha un’altra porta. Da lì ogni mattina il
Druido, (così chiamavamo il sacerdote
del Dio Beleno), guardava sorgere il sole. Per i comuni mortali, sarebbe stato sacrilego
guardare il sole mentre sorgeva, spogliandosi dei vapori della notte, lo
dovevamo ricevere nelle nostre capanne, quando vi entrava dalla finestra. O, se
eravamo in viaggio, lo dovevano ricevere
nel bosco, quando aprendosi un pertugio tra le fronde degli alberi, riusciva a
filtrare illuminando con i suoi raggi,
una chiazza del terreno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Il Druido invece lo guardava dalla porta
che dava sullo strapiombo, e lo stavamo a sentire incantati quando ci
raccontava che lo si vedeva salire con la velocità del lampo, come una lama d’argento sulla corrente del
fiume, per poi balzare invece, quando sembrava dovesse raggiungere la nostra
valle, sulla cima del monte dietro al villaggio e da lì scendeva rapido, come
una tendina di luce che pulisce e dissipa l’ultimo velo della notte. Al Druido
soltanto era permesso vederlo, ed anche alle Laurisce le ragazze che si
sacrificavano a lui, il giorno del sacrificio, prima di lasciarsi cadere nel vuoto, in suo onore, al compimento del
sedicesimo anno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Pur nel riserbo con il quale s’esprimeva
la ragazza, a proposito del sacrificio
di queste Laurisce, a Maria pareva d’aver capito di cosa si trattasse e non riuscì a trattenersi dall’esclamare:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “ Come é possibile, una idea così barbara
e crudele, in nome d’un Dio e d’una religione”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="BlockText" style="margin-right: 56.65pt;">
“ Non so, forse le credenze religiose hanno giustificazioni
più profonde legate alla storia dei singoli popoli… Forse era un caso infatti,
ma questa usanza faceva in modo che ci fosse un equilibrio nel villaggio tra
maschi e femmine, e questo consentiva di mantenere la pace interna e di
garantire lo sviluppo dell’insediamento. C’era quindi indubbiamente un motivo e
un motivo anche profondo, ma a me, a dir il vero, le ragioni più o meno
profonde interessavano ben poco. Come avrai capito, io ero la primogenita della
mia famiglia, ero una Lauriscia. Da quando bambina avevo cominciato a capire
che cosa fosse la vita e la morte, io sapevo che sarei dovuta morire al
compimento del sedicesimo anno, perché questo comandava la nostra religione”.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “E’ assurdo!”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Meno di quanto sembri, purtroppo, perché
é assurdo solo ciò che è eccezionale, quando una cosa anche la più illogica,
diventa consuetudine, perde ogni carattere di stranezza e viene accettata come
normale. Non ero sola, eravamo in tante. Era quindi normale che ci fosse nel
villaggio un gruppo di ragazze diverse
dalle altre, le une destinate a produrre figli, le altre destinate alla
divinità”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Ma come si può vivere pensando di dover
morire?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Sorrise. “In effetti è la condizione
normale per l’uomo, quella di dover morire. Ma il fatto di non conoscere il
giorno e l’ora, fa sì che l’uomo possa
vivere nella presunzione d’essere eterno, dimenticandosi persino della
possibilità della morte. Per noi era diverso. Sapevamo che all’alba del giorno
del nostro sedicesimo compleanno, avremmo dovuto rinunciare a vivere,
lasciandoci cadere dal Sorantri...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Si fermò come se stesse ripensando alle
ultime parole che aveva detto, e infatti riprese poi a parlare, tornando sullo
stesso concetto: “O meglio, avremmo dovuto cominciare a vivere, perché sapevamo
che l’anima è immortale e che la morte ci apre le porte dell’eternità. Questa
fede nell’immortalità dell’anima, giustificava e dava un senso anche al nostro
sacrificio. O almeno avrebbe dovuto…”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Il cerimoniale prevedeva, aveva
continuato a raccontare la Lauriscia, che alla sera precedente la ragazza
venisse portata nella capanna del Druido, sigillando la porta in modo che non
potesse uscire se non attraverso il precipizio. Al posto del sacerdote, il giorno
dopo avrebbe guardato sorgere il sole, e quando l’avesse visto venirle incontro nella lama d’argento sul fiume,
avrebbe dovuto correre verso di lui, lanciandosi nel vuoto. Il suo spirito
sarebbe stato allora accolto dal Dio nella schiera delle sue angeli-valchirie,
mentre il corpo si sarebbe disperso nel prato di Lauriscè. Così si chiamava (e
si chiama ancora!) il prato ai piedi del precipizio, al quale a nessun essere
umano, era permesso di avvicinarsi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Ma come potevate vivere sapendo che
incombeva su voi questo destino?”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “A dir il vero, invece, non vivevamo male. Eravamo delle
privilegiate. Le nostre sorelle più piccole dovevano imparare a raccogliere la
legna e i frutti del bosco, a portare al pascolo le greggi ed a cucinare la carne.
Erano spesso punite. A noi era consentito ogni capriccio. Eravamo consacrate al
Dio, nessuno ci poteva offendere, nessuno ci poteva costringere a fare
qualcosa, eravamo libere di vivere a nostro piacimento...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Per dover morire!”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Come le altre. Come tutti. Il destino ha
tuttavia fatto un dono all’uomo, quello di non poter conoscere l’ora della
propria morte. A noi il Dio aveva sottratto anche questo dono...Così pensavo
io, bestemmiando. Quello che ci era stato insegnato invece era diverso: nella
morte, rinunciando al corpo, l’uomo conquista la possibilità di vivere nella
felicità della luce”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Che barbarie
comunque costringere al sacrificio una ragazza!” aveva commentato lei.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Anch’io pensavo
così non riuscendo a capire le motivazioni profonde delle tradizioni della mia
gente. Ma sbagliavo...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Come sbagliavi?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Se te lo dico io
che ero una Lauriscia! Sbagliavo, non credendo alla possibilità della vita
eterna. In fondo è tutta qui la chiave del problema della vita. Quando io
pensavo che a noi Laurisce era stato tolto
anche il dono di non sapere il momento della morte, consideravo evidentemente
la morte una disgrazia: la perdita della vita. Ma se la mortalità per l’uomo è
uno stato d’attesa dell’immortalità, porre fine anticipatamente all’attesa, non
può essere considerata una disgrazia, non può essere un danno.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Sul piano
filosofico...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Nella realtà.
Perchè ci ostiniamo a confondere il giorno con la notte. Viviamo la notte della
vita come animali notturni che temono l’arrivo del giorno. Arriviamo a
pensare sia terribile conoscere l’ora
dell’alba.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Ma resta comunque l’assurdo, rilevato anche
da te, che nei confronti della divinità non ha senso sacrificare animali, e
tanto meno giovani donne.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Il sacrificio
però non è il gesto rituale del sacerdote che brucia l’animale,( ora lo so), ma
il gesto dell’individuo che ha rinunciato a qualcosa a favore della divinità.
La rinuncia fa sorgere e stabilisce un rapporto spirituale, e quindi diventa
una preghiera. È il sacrificio della rinuncia che sale a Dio, non certo il fumo
dell’animale che brucia. Il rito, evidenzia il trasformarsi della rinuncia in
preghiera...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Non ci avevo
pensato... ma comunque, i sacrifici umani...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Sono meno
incomprensibili di quanto possa sembrare. Noi credevamo al rapporto individuale
dell’uomo con Dio. L’individuo trova Dio dentro di sé e quindi non ha bisogno
di segni esteriori per parlare con Dio. Portando alle estreme conseguenze il
concetto, la religione impediva che si esteriorizzasse nella scrittura,
qualsiasi cosa avesse a che vedere con la divinità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> I Druidi giovani imparavano a memoria dai
vecchi tutto quello che riguardava il rituale, e le più belle preghiere che i
profeti del passato erano stati capaci di inventare. La mente del Druido
diventava il vero libro di preghiere, ed anche noi Laurisce imparavamo dai
Druidi. La nostra mente diventava il libro delle preghiere e delle invocazioni
della nostra comunità. A noi, alla nostra mente che si librava
nell’immortalità, era affidato il compito di portare alla divinità la preghiera
della nostra comunità...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Ma quindi, anche tu sei finita nel campo
di Lauriscé?”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “No, avevo trasgredito alla prima regola
della vita delle primogenite. Nella notte dei tempi, Dio aveva ordinato al
primo della nostra stirpe: le prime figlie non conosceranno uomo perché saranno
mie. Io invece avevo conosciuto un ragazzo. Con lui avevo conosciuto il piacere
del corpo. E non riuscivo più ad
accettare l’idea che avrei dovuto rinunciarvi senza motivo, per lasciarlo
sfracellare sulle rocce dei “cretòns”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “No! Durante la notte del sacrificio sono
scappata. Non avevo paura del vuoto, non avevo paura della morte. Ero soltanto
irritata per il nonsenso di quel gesto: un Dio non sa che farsene del corpo
d’una giovane donna, pensavo, mentre il mio ragazzo sapeva come farlo fremere e
vibrare di vita. E volli ribellarmi. Già un’altra, alcuni anni prima l’aveva
fatto. Sapevo come sarei potuta finire. Ma il mio ragazzo aveva condiviso ed
spronato la mia decisione. Forse in due, pensavamo, ce l’avremmo fatta a
salvarci. Fu lui che mi aprì la porta della capanna del sacrificio, e fuggimmo
insieme...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Ero sicura che sarei stata più furba
dell’altra Lauriscia, e non mi sarei lasciata riprendere. Certo! Avremmo dovuto
vivere, come degli animali, lontano da tutti i villaggi, perché ovunque ed a
tutti sarebbe stato comunicato il sacrilegio
che avevamo commesso. Eppure, anche soltanto come bestie, ci dicevamo, è
sempre meglio essere che non essere. Anche il mio ragazzo, come me, non credeva
più alla felicità della luce eterna! Anche il mio ragazzo, con me e per colpa
mia, aveva confuso la notte con il giorno!...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> E invece ci hanno trovato, e ricondotti
al villaggio”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Appena il Druido s’era accorto al mattino che
i sigilli erano stata strappati, aveva dato l’allarme, e tutto il villaggio era
corso a cercarli. L’avevano trovata dopo due giorni, e l’avevano bruciata viva,
come diceva la loro legge, sul punto più alto del monte Sorantri, per espiare
nel fuoco il sacrilegio che aveva
commesso. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ogni capanna
dovette portare una fascina di legna, attorno al palo che era stato conficcato
al culmine del monte, e si fece così un rogo, a forma di “mede”, i covoni di
fieno che si vedono sui prati di montagna. Fummo legati al “medìli”, il palo
centrale, e sopra di noi furono poste le fascine, accatastate le une sulle
altre come trecce d’una grande bottiglia impagliata, in modo che fossimo cancellati dalla vista della
gente del villaggio. Poi quando avevano cominciato a scendere dal monte le
prime ombre della notte, il Druido aveva appiccato il fuoco.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Mi pare ancora di
sentire il crepitare delle fiamme e le urla di paura e di dolore del mio
ragazzo, sento ancora l’acre odore del fumo che mi toglie il respiro, e le
grida della folla, e poi il silenzio...Sono rivissuta e morta in tanti alberi
cresciuti e morti, a partire dalle ceneri del falò, che aveva arso per tutta la
notte sulla cima del monte, prima di trovare qualcuno cui poter raccontare la
mia storia, per potermi purificare nel racconto.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Che barbarie!”
aveva mormorato lei, e su questa parola si era riscossa. “Che barbarie” aveva
ripetuto da sveglia, guardandosi attorno, stupita del sogno così strano che aveva fatto, riprendendosi a
fatica, come se il fumo del rogo avesse fatto perdere i sensi anche a lei.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Stupita guardava
all’albero in alto immerso nel sole, ed al suo posto vedeva ancora, come nel
sogno, il rogo. E i riflessi del sole, erano i riflessi delle lingue di fuoco,
e il silenzio assoluto del mezzogiorno d’agosto sul Sorantri, era il silenzio
che si era formato attorno alla morte, quando era entrata nel rogo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "kelt"; font-size: 18.0pt;">Cap. 2.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "kelt"; font-size: 18.0pt;">I celti.</span></b><span style="font-family: "kelt"; font-size: 22.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Che fosse qualcosa di più e di diverso da un
sogno, l’aveva subito pensato. Per come
s’era addormentata, per la vivezza del ricordo, che le si era impresso nella
mente anche nei dettagli più secondari, per le parole che ricordava, alla
lettera, come una poesia mandata a memoria<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Se avesse raccontato a qualche amica ciò che le era capitato, l’avrebbe presa in
giro chissà per quanto tempo. Capitato? Vissuto? O solo sognato? Non riusciva
veramente a rendersi conto, non si
ricordava mai dei sogni. Aveva letto che tutti sognano, ma mentre sua fratello
alla mattina le raccontava fin nei minimi particolari le vicende che aveva
vissuto durante la notte, lei non si
ricordava mai neppure d’aver sognato. A volte sì, aveva qualche ricordo, ma più
che altro una sensazione, piuttosto che una precisa memoria di aver vissuto dormendo una qualche
situazione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> E invece, del sogno fatto mentre s’era
appisolata sul Sorantri, ricordava tutto, nei dettagli meno rilevanti. Non solo
ricordava come si erano svolti i fatti, ma anche le sensazioni e le emozioni
provate. Era come se veramente avesse vissuto l’incontro con Lauriscia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Con le amiche, no, non poteva parlare,
anche perché non l’avrebbero capita. Ce n’era una con la quale andava
perfettamente d’accordo, che la veniva ad aiutare per casa, che, dopo la morte
del fratello, s’era fermata più volte a farle compagnia anche la notte. Tra
loro sembrava ci fosse una intesa perfetta.
Ma era l’intesa sul come organizzarsi per stare assieme, l’intesa sul
piano delle sensazioni e delle emozioni. L’intesa dei sentimenti era un’altra
cosa. Questa intesa Maria s’era abituata a trovarla con sé, ad affinare e
sublimare nel confronto con se stessa il proprio pensiero, e così non aveva mai
avuto bisogno di parlare di sé con gli altri, e neppure con il fratello.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ma questa volta
era diverso! Questa volta sentiva l’urgenza e la necessità di parlare con
qualcuno, di confidare ad altri quello che aveva visto, o creduto di vedere, sentito,
a creduto di sentire. Ma con chi? La gente del paese la considerava già poco a
posto, così sola in quella grande casa, tutta presa tra libri e fiori. Con il
vecchio parroco? Nella migliore delle ipotesi l’avrebbe consigliata a far dire
una messa per quell’anima dannata, con quel nome così strano, e così poco
cristiano…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Il gioco delle
coincidenze aveva voluto che proprio
quel giorno fosse passato a farle visita lui, Luciano. Maria lo conosceva da molto tempo. Era stato un amico di
famiglia ed era diventato un suo amico. Era stato l’assistente di suo fratello,
quando faceva il primario in
ospedale. Morto l’amico, Luciano aveva
mantenuto il rapporto con la sorella, alla quale faceva visita spesso. Si
fermava con lei a pranzo o a cena, e finivano sempre a parlare di quando c’era
anche “lui”, di come era morto, ancor troppo giovane in un incidente d’auto, di
come era bravo, di come era generoso.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> In verità, dire che Maria viveva sola,
era inesatto. Con lei, ad ogni effetto,
c’era ancora il fratello, anche se era morto da oltre un anno. Lo si incontrava
nelle stanze, rinchiuso nelle antiche
librerie piene di vecchi libri di medicina, lo si incontrava nei mobili
e negli oggetti che si finiva sempre per scoprire che erano stati acquistati da
lui, lo si incontrava negli alberi del
giardino, che erano tutti stati piantati da lui.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Con le sue mani!” Perché il fratello, che nel giudizio della
gente, sembrava così distaccato dalla realtà e dal mondo, sapeva invece, a suo dire, essere ad un tempo uomo di pensiero e di azione, amava i libri,
ma anche la casa, sentiva il piacere di star solo a riflettere, ma anche quello
di lasciare un segno nelle cose che lo attorniavano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> E i segni che aveva lasciato, si ritrovavano
dappertutto nella casa. Poi, quando arrivava Luciano, attraverso quei segni,
come se fosse stato rievocato, sembrava
emergere di nuovo dalla memoria,
irrompere di nuovo dalle cose, e riprendersi le stanze, la corte, il
giardino. Non si parlava che di lui...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Questa volta
però, appena aveva visto arrivare
Luciano, Maria si era subito detta che
il tema dell’incontro avrebbe dovuto essere un altro. Le coincidenze le avevano
fatto incontrare la persona ideale, per dare risposta al suo bisogno di confrontarsi con qualcuno. La
persona a cui avrebbe dovuto pensare da subito per confidarsi, ed alla quale
invece, stranamente, non aveva pensato, si era presentata di sua iniziativa.
Avrebbe voluto confidargli immediatamente il suo segreto, ma non era facile. Da
un lato sentiva il bisogno di parlare, dall’altro voleva trovare il modo di
entrare nel discorso come per caso, per non far trasparire nelle sue parole, la
preoccupazione che aveva lasciato in lei quel sogno. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Era un amico, certamente. Ma era poi
sicura che anche Luciano non l’avrebbe presa in giro? Soprattutto se non fosse
riuscita a dar l’impressione che gli faceva il racconto di quel sogno, così
tanto per dire qualcosa, per riempire il discorso? Come l’avrebbe giudicata se
si fosse accorto invece che quel sogno (che forse era qualcosa di più che un
sogno!) invece l’aveva profondamente turbata?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Finito il pranzo, si erano messi a chiacchierare nel giardino. Parlavano, come
al solito, del fratello. Maria capiva che doveva approfittare di quei minuti
prima che l’amico decidesse di ripartire...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Era anche un po’ psicologo e in un certo
senso psicoterapeuta” disse lei.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Certo! Diceva che il bravo medico deve
prima di tutto capire il paziente, metterlo nelle condizioni di confidarsi,
farsi raccontare tutto di lui e non solo i fatti, ma anche i sogni...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “A proposito di sogni, lo interruppe,
cogliendo il riferimento di quella parola, per portalo finalmente al discorso
che voleva introdurre, te ne posso raccontare uno strano, che ho fatto in
questi giorni?” <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Certo!” disse lui, per cortesia, o forse
anche lieto che finalmente si potesse cambiare argomento. “Ma non mi hai sempre
detto di non aver sogni da raccontare?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “In effetti! Già questa è una
stranezza... che me lo ricordi... ma poi anche come mi sono addormentata...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Aveva
così preso a raccontare all’amico
della passeggiata sul Sorantri, di come si era addormentata (mentre non le era
mai capitato prima di addormentarsi in giro per la campagna) di quello che
aveva sognato, con un ricordo così lucido e vivo, anche nei particolari
insignificanti, di come si era svegliata,
con negli occhi l’immagine di quel rogo originale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Aveva parlato fissando l’erba del prato
come per concentrarsi meglio nel ricordo e per non lasciarsi distrarre dallo
sguardo (che immaginava svogliato e forse anche
irridente) dell’amico. Ma alla fine invece di stare ad attendere il suo
commento, invece di fermarsi al racconto, s’era lasciata andare ad esclamazioni
che facevano capire quanto fosse
coinvolta emotivamente in quel che aveva raccontato e persino ad affermare che si era trattato di
qualcosa di più che un sogno. Ed ora lui le stava chiedendo che cosa potesse
essere più di un sogno…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Comunque non
rideva. Non commentava scherzando la stranezza del sogno. Anzi anche lui s’era
lasciato andare a commenti che dimostravano l’interesse con cui aveva seguito
il racconto. Ed ora, alzando finalmente la testa, aveva incrociato lo sguardo
di lui e le era parso preoccupato.
La guardava in silenzio, come sorpreso.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Sembra quasi che
ti abbia impressionato” disse lei alla fine, per riportarlo al racconto e per
rompere l’imbarazzo del silenzio nel quale erano finiti dopo la domanda “cosa
intendi dire con più di un sogno?” alla quale in verità lei non avrebbe saputo dare una risposta..<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Non ne capisco
molto di sogni” disse infine lui, dopo altri momenti di pausa silenziosa. “Ma,
hai raccontato con una partecipazione così intensa, da coinvolgermi al punto di
a rivivere la scena. Anche a me pare d’avere davanti agli occhi l’immagine del rogo. Ed in effetti hai ragione, il tuo è
senza dubbio un sogno molto strano”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Era stato sorpreso
dalla originalità del contenuto, ma anche dalla originalità del modo di
raccontare. Di solito si racconta in terza persona, Maria invece aveva
alternato il discorso indiretto a quello diretto, arrivando a ripetere i
dialoghi del sogno, come se la protagonista fosse un'altra, come se avesse
vissuto il sogno da spettatrice.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Cosa sai tu dei
Celti” le chiese infine, dopo essersi fermato ancora a pensare, in silenzio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Poco o nulla
purtroppo!” rispose. “E anche questo stranamente,” aggiunse “perché in effetti
tutte le volte che andavo a passeggiare nel bosco dove sono rimasti i segni
della loro presenza (almeno così si ritiene), mi ripromettevo poi di prendermi
qualche libro per studiare la loro storia e conoscere qualcosa sui loro
costumi, sul loro modo di vivere e sulla loro cultura. E invece mi sono sempre
dimenticata... Da ieri ho sentito ancora più vivo il rimorso per questa
dimenticanza e per questa ignoranza. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Non si può abitare
a poca distanza dai resti di un villaggio preistorico, senza sentire la
necessità di chiedersi chi fossero, che
cosa abbiano fatto e come siano vissuti quelli che hanno abitato la nostra
valle tanti secoli prima di noi! Ma purtroppo
é andata così...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Prima o poi, dovrò leggere qualcosa al loro
riguardo, ma, per il momento so soltanto che erano gli abitanti delle nostre
montagne, prima dell’arrivo dei conquistatori romani, e che erano della tribù
dei Carni, da cui il nome di Carnia rimasto al nostro comprensorio”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Hai detto che nel
sogno la ragazza incontrata...” prese ad interrogarla. “A proposito, come si
chiamava?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Lauriscia”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Da dove puoi aver
ricavato un tale nome”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Me lo sono
chiesto anch’io, e mi sono ricordata che c’è un terreno vicino al paese, che si
chiama Lauriscè. Lo stesso nome che nel sogno portava il campo ai piedi dello
strapiombo.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ma come puoi
esserti inventata un nome così originale, solo perché esiste una località che si chiama Lauriscè... Ma soprattutto
questa idea del sacrificio delle primogenite... E poi il fatto che ti abbia
detto che credeva nell’immortalità dell’anima...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ricordo
distintamente che così mi ha detto”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ma tu, per
qualche strana reminiscenza potevi sapere che i Celti credevano
nell’immortalità dell’anima?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Assolutamente no!
Come non lo so ancora. Perché tu cosa ne sai?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Alla domanda
Luciano si fermò ancora soprappensiero. Se Maria era presa dalla necessità di
darsi una spiegazione del proprio sogno. Lui da alcuni mesi ormai era preso dal
pensiero delle coincidenze. A volte sembra che attorno a noi sia stata stesa
una ragnatela di situazioni impreviste, di coincidenze casuali. Crediamo di
essere liberi di poterci muovere e invece siamo obbligati a correre sui fili
delle ragnatele, per arrivare all’incontro con altre nuove coincidenze determinanti
e condizionanti lo sviluppo successivo della nostra vita.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Una formica stava
salendo sui suoi pantaloni. Aveva già superato il tratto più esposto, e stava
avanzando veloce nel tratto pianeggiante, sulla coscia. Dove andava? Perché con
tutto il prato a disposizione s’era spinta lontano dalle altre, sui pantaloni
che non aveva mai visto prima? La stava aspettando con l’indice piegato contro
il pollice, pronto a scattare come una balestra, che avrebbe proiettato lontano
e ucciso la formica impertinente, e quella continuava ad avanzare imperterrita
verso la coincidenza che l’avrebbe annullata.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Perché?” mormorò,
lasciando partire l’indice per lanciare la formica a qualche metro di distanza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Perché, che
cosa?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ah, nulla..”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Quest’anno il
giardino è pieno di formiche”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Devono vivere
anche loro!” Era solo un modo di dire, e i modi di dire contrastano spesso con
ciò che veramente si fa. Se devono vivere anche loro, perché ne aveva appena
ammazzata una?…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ti ho chiesto che
cosa conosci dei Celti?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Appunto, anche i
Celti sono una coincidenza,” rispose lui, ripiegando sul pensiero che
attraversava la sua mente, prima che la formica lo facesse divagare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Parli per
enigmi?” riprese lei, seccata. Non c’era nulla di enigmatico in quello che
aveva detto, a parte il fatto che i pensieri
a volte seguono dei loro percorsi in libertà.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Scusami, anch’io
non ne sapevo niente fino a pochi mesi fa... poi per caso m’è venuto uno
stimolo ad approfondire...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Che stimolo?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Un giorno, quasi
un anno fa, una donna del mio paese, un’amica
d’infanzia, mi ha raccontato un sogno
ancora più fantastico del tuo, che però, ora che ci penso, ha delle
sconcertanti analogie con il tuo
racconto. E poco tempo fa me ne è stato raccontato un altro, con richiami che
mi sembrano ancora più espliciti al tuo. E infine anch’io, che non sogno mai, sono finito a sognare…”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Quali analogie?
Quali richiami?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Anche se non
faceva espressamente riferimento al nome, quando mi è stato raccontato il primo sogno, ho pensato si riferisse ai Celti. La cosa mi ha
incuriosito e mi sono messo a leggere tutto quello che ho trovato scritto sulla
storia e sulla cultura di questo popolo”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ma io ero andata
a passeggiare proprio nel villaggio dei Celti”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Appunto. E hai
anche una istruzione che ti consente di sapere che queste montagne sono state
abitate dai Celti. Le mie amiche di infanzia invece, al mio paese,
hanno fatto soltanto le elementari... Come era vestita la tua
Lauriscia?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Non lo so. Non ne
ho idea. Ti ho parlato d’un camice, ma in effetti forse è più giusto dire che
ricordo il suo corpo come una macchia bianca, un batuffolo di cotone o di
nebbia. Anche a me è parso strano di avere un ricordo dettagliato
dell’ambiente, del villaggio e delle capanne, mentre della protagonista ricordo
solo l’espressione del viso, o più esattamente, solo l’espressione degli occhi.
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Sforzando la
memoria, invece che trovare l’associazione tra la voce e l’immagine, finisco al
contrario per pensare d’aver colto nell’aria sguardi e parole, e d’averle
associate istintivamente e casualmente
all’idea d’una ragazza. E’ assurdo
mi ricordi che era una ragazza, senza ricordare come fosse fatta, quali
lineamenti avesse, come fosse vestita”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Certo! Ma ciò che
più mi sorprende del tuo racconto, è il
riferimento all’immortalità dell’anima. E’ stata anche per me una sorprendente
scoperta nei miei studi sulla filosofia dei Celti. Forse è stata la cosa che
più mi ha colpito su questi nostri antenati. Eppure anche Cesare nel De Bello
Gallico è esplicito: “Il principale loro insegnamento è l’immortalità
dell’anima”. In precedenza non l’avrei
in nessun modo potuto immaginare. Il fatto che tu abbia avuto attraverso un sogno la rivelazione che a me è venuta
dalla lettura dei libri, mi lascia perplesso e sconcertato”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“E sulla barbara
usanza di costringere al suicidio le primogenite, hai avuto qualche riscontro?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“In verità, mi
sono fatta l’idea che i Celti, chiamati “barbari” dai romani, avessero una concezione della vita ed una
filosofia, in qualche modo più evoluta di quella dei conquistatori. Tuttavia è
storicamente provato che facessero dei sacrifici umani agli dei, ed a questo
potrebbe quindi in qualche modo richiamarsi il tuo sogno. Anche se, va
aggiunto, avvicinandosi a questo popolo non si può mai dimenticare che la diversità più profonda con i popoli
latini, sta forse proprio nella diversa concezione della vita e della morte,
per cui per loro poteva risultare logico, (come appunto nel sogno ti avrebbe
detto la tua Lauriscia), ciò che a noi sembra assurdo”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Da dove mi può
essere venuta una idea così bizzarra?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Bizzarra non
direi, perché anche lo storico Jan de Vries, afferma, pur senza citare le
fonti, che “il sacrificio dei primogeniti costituiva probabilmente il mezzo per
placare le potenze degli inferi”. D’altra parte
anche il falò che descrivi, da un lato richiama la citazione di Cesare
quando scrive che, alcune tribù galliche costruivano dei panieri di vimini a
forma di uomo e dopo avervi messo dentro la vittima, li incendiavano,
dall’altro è un evidente riferimento all’usanza, ancora presente in Friuli, di
accendere la notte dell’Epifania dei falò molto simili a quello che tu hai
descritto come il rogo di Lauriscia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Comunque se
vuoi capirne qualcosa di più, credo sia
necessario tu sappia qualcosa di più anche sulla storia dei Celti.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Luciano prese così
a riassumerle ciò che, attraverso tante letture, aveva ricavato ed era riuscito
a ricostruire, pur senza alcuna presunzione di scientificità, sulla storia del
popolo dei Carni.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Dallo stesso ceppo
indoeuropeo, stanziato attorno al mar Caspio, si erano staccate diverse genti
che, separate e senza contatti tra loro, avevano sviluppato diverse culture. La
corrente greco-latina si era stabilita sul Mediterraneo, mentre quella celtica
aveva occupato l’Europa centrale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Nella fase
iniziale di sviluppo, per centinaia d’anni
le due civiltà non avevano avuto
contatti. Nella fase successiva di espansione, muovendosi gli uni verso
nord e gli altri verso sud, erano finiti per
entrare obbligatoriamente in contatto e conseguentemente in conflitto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Come si sa alla
fine ebbero la meglio quelli che provenivano dal sud, e come d’uso, i vincitori hanno scritto anche la storia dei vinti, per
cui la nostra storia, la storia dei
romani, registra i Celti come “barbari”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">La storia dei
vincitori mette di solito in evidenza anche la forza dei vinti, non fosse
altro per sottolineare la grandezza, ed
il merito della propria vittoria. Così tutti hanno studiato di Roma invasa da
quelli che i Greci chiamavano Keltoi e che invece i romani nella loro lingua
chiamavano Galli, guidati dal feroce Brenno. Nella sede del Senato, a Palazzo
Madama, campeggia il quadro del senatore Papirio offeso da un celta che gli
tira la barba, e famosa è rimasta la battuta di Brenno “Vae victis, guai ai
vinti” che i romani dimostreranno d’aver imparato alla perfezione per poterla
ripetere in ogni parte d’Europa e del Mediterraneo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="BlockText" style="margin-right: 56.65pt;">
A occidente i Celti cisalpini
avevano occupato gran parte del Piemonte e della Lombardia, e i Cispadani
oltrepassando il Po si erano insediati nell’attuale Emilia Romagna. Ad oriente
invece, la loro calata è stata bloccata dai Veneti, e i Carni, la tribù più
avanzata, aveva dovuto limitarsi
all’occupazione delle alpi e delle
prealpi carniche e del Carso, fino al
“vicus carnorum – villaggio carnico” di Trieste.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Stanziati sulle
montagne, non avevano avuto modo di
scontrarsi con i Romani se non quando questi avevano deciso l’occupazione del Norico, l’attuale Germania,
e avevano dovuto quindi assicurare la
viabilità di collegamento attraverso i passi alpini, ed in particolare
attraverso il passo di Monte Croce sulle
alpi carniche. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.25pt;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Nel frattempo i
Romani, mescolando sapientemente armi e diplomazia, erano venuti già a patti con i Celti
transalpini insediati nell’Austria attuale. Li avevano convinti a rientrare nelle
loro sedi, una prima volta quando questi avevano invaso la pianura friulana,
ponendo un caposaldo sul colle di Medea, a poca distanza da Aquileia. Successivamente avevano anche accettato che
si stabilissero a coltivare la pianura friulana, fino ad allora pressoché
deserta. Poi a seguito d’una rivolta di questi primi celti, importati in Friuli
dall’Austria, ai tempi dell’imperatore Tiberio, “il fiore della gioventù
carnica fu levato dalle montagne e tradotto ad abitare nel piano”. <o:p></o:p></span></div>
<div class="BlockText">
I celti-carni furono così utilizzati dai romani per tenere
sotto controllo i cugini friulani celti-transalpini, importati da oltralpe!
Comunque pur nella diversità tra Carni e transalpini-friulani, che tuttora
rimane, (nella distinzione che i carnici
tendono sempre a marcare nei confronti dei friulani) i Celti
svilupparono in seguito, tra il Tagliamento e l’Isonzo, una loro civiltà con
una autonomia anche linguistica, che rimase, malgrado e oltre l’occupazione
romana.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Sulle montagne gli insediamenti celtici
continuarono a convivere con i nuovi
insediamenti fondati dai conquistatori, come Julium Carnicum oggi
Zuglio, ma i Celti non si assimilarono mai ai conquistatori latini, tant’è che
rimane ancora viva una lingua, quella friulana, che ha grandi affinità con il francese, la lingua della Gallia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Come ricorda lo scrittore Tito Maniacco: “E’
certo che lo strato gallico che sta alla base della parlata friulana è rimasto
uno degli elementi costitutivi della fisionomia linguistica e culturale del
Friuli”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Maria lo stava ad
ascoltare senza avere il coraggio di interromperlo. Forse il localismo
campanilistico l’aveva anche portato a delle interpretazioni che andavano al di
là di quello che era consentito dedurre dall’esame critico delle poche fonti
storiche a disposizione, ma se anche avesse avuto le conoscenze necessarie per
confutarlo, non era certo la verità storica
che le interessava in quel momento. Più che di conoscere i Celti lei
sentiva la necessità e l’urgenza di darsi una spiegazione del suo sogno. Doveva
trovare il modo di liberarsi dell’idea di Lauriscia e della sua orribile morte,
per evitare d’essere turbata dal riaffiorare continuo nella sua mente delle
immagini del sogno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Interessante!” lo
interruppe infine “anche se deve essere la prima volta che ad una richiesta di
interpretazione di un sogno, si risponde con una pagina di storia”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Era per farti
capire il contesto”, obiettò Luciano risentito alla provocazione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Certo, l’ho
capito e ti ringrazio. Non essere così suscettibile. Ma, capirai, mi hai
parlato di analogie con altri sogni di altra gente, e la cosa al momento mi
interessa più della storia dei Celti”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Già, capisco, ma
non ti ho fatto la storia per sfoggiare la mia cultura. Come ti ho detto,
anch’io ho cercato di risalire alla storia, proprio per capire dei sogni”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Maria si sentiva
più interessata ai riferimenti e alle analogie degli altri racconti che alla
storia. Non sapeva tuttavia che i racconti che le avrebbe fatto l’amico erano destinati ad aumentare ed approfondire,
invece che a sciogliere, il suo turbamento.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "kelt"; font-size: 18.0pt;">Cap. 3<o:p></o:p></span></b></div>
<h3 style="margin-right: 56.65pt;">
<span style="font-size: 18.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Mede<o:p></o:p></span></h3>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Da
bambino, al paese dove era nato, era stato amico intimo d’un’altra Maria.
Vicini di casa, ambedue senza fratelli,
avevano sviluppato un legame d’amicizia molto stretto e sentito.
Dicevano tutti che sembravano come fratello e sorella. Lui era il figlio della
maestra, lei era figlia di contadini. Ma per i bambini le differenze sociali
non contano. Anzi quando non sapeva come
passare le giornate d’estate, per lui era un piacere andare ad aiutarla nei
prati a raccogliere il fieno, assisterla mentre alla sera accudiva alle bestie.
Poi, dopo le elementari, lui era stato
messo in collegio per proseguire gli studi, lei li aveva interrotti, per dedicarsi
a tempo pieno all’azienda agricola familiare.
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Tu
te ne sei andato. Per te s’apriva la possibilità di vedere il mondo. Per me
invece…” così aveva preso a raccontargli una sera, l’estate precedente, seduti
sul muretto sul quale erano soliti fermarsi a parlare da bambini. Come se la
loro storia nel suo moto circolare fosse tornata al muretto dell’infanzia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Per
lei s’apriva invece, aveva continuato, la prospettiva ristretta della vita d’un
piccolo paese di montagna. La monotonia del ripetersi dei giorni, sempre
uguali, con i ritmi modificati appena al cambiare dei tempi del sole, veniva rotta soltanto dalla
possibilità di frequentare la chiesa, dove il vecchio parroco la faceva
fantasticare raccontando le avventure
dei santi e dei martiri. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Altro
diversivo era il racconto delle leggende. Alla sera si incontravano nella stalla di qualcuno del
paese, a rotazione. Riscaldandosi al
calore degli animali e lavorando la lana, le vecchie raccontavano storie ancora
più fantasiose di quelle dei santi. Erano di solito storie di demoni e di
dannati, di diavoli e di streghe. Quelle del prete parlavano di speranza,
quelle delle vecchie ricostruivano scene di vita segnate soltanto dalla paura e
dalla sofferenza. Lei che pur seguiva
con attenzione anche le vicende edificanti narrate dal parroco, si sentiva
attratta ed affascinata da quelle raccontate dalle nonne. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Quando
poi, nel buio della notte, doveva rientrare a casa da sola, correva terrorizzata, credendo di sentire il
respiro affannoso, il rantolo disperato di quei morti, di quei dannati, che, nei
racconti, non riuscivano mai a trovare pace nel cimitero e s’aggiravano
cercando sollievo tra le case dei vivi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Una
di quelle storie di dannati era entrata a far parte della sua vita,
diventando un elemento del proprio modo
di essere e di sentire.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Tutte
le famiglie in paese avevano un soprannome, la sua si chiamava, la famiglia
della Mede. Nella lingua friulana la “mede” è quel grande covone di fieno che i
contadini costruiscono quando il fienile non ha sufficiente capienza, o nel
quale si raccoglie il fieno d’alta
montagna per poterlo portare a valle a primavera, quando c’è meno lavoro. Come
per altri in paese, il nome della famiglia era poi diventato il suo nome, da
“Maria da mede” era diventata soltanto “Mede”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Mentre la gente prendeva a chiamarla in quel modo, in lei s’era come
sviluppata una sorta di identificazione con quel nome e con la costruzione alla quale il termine
si riferiva, al punto da sentirsi
attratta ed in un certo modo magicamente
coinvolta nella scena, quando partecipava alla costruzione d’una nuova
“mède”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Seguiva le varie fasi, affascinata, come davanti a un rito magico nel quale era stata appunto, suo
malgrado, in qualche modo implicata. E c’era in effetti qualcosa di rituale e
di magico nel ripetersi di quella scena.
Qualcosa che lei finiva indirettamente per sottolineare, riportando nel
racconto a Luciano tutti i particolari
anche i più secondari d’una episodio che egli evocava a fatica nella memoria,
ricomponendo i brandelli dei ricordi dell’infanzia al paese.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Tu
eri il figlio della maestra, non ti ricordi certo come si faceva”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ricordava
invece, seppure a fatica, ora che il racconto lo riportava ai giorni
dell’infanzia al paese. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Per
assicurarne la stabilità, continuava lei, ricostruendo la scena nei minimi
particolari, suo padre tagliava, nel bosco vicino, un albero alto e sottile. Ne
infilava una estremità in una buca che aveva scavato nel luogo destinato alla
realizzazione della “mede”. Facendosi aiutare da sua madre, rizzava il palo,
che prendeva il nome di “medìli”, poi mentre lei lo teneva fermo, infilava
nella buca alcuni sassi che batteva con la
mazza di ferro, finchè sua madre
gli confermava che il palo aveva raggiunto una sufficiente stabilità. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Il
rituale prevedeva pure che anche lui controllasse la stabilità del medìli,
trovandola evidentemente inadeguata, il che gli dava la possibilità di
aggiungere a commento qualche imprecazione rivolta alla moglie, mescolata con
altre rivolte al padreterno, come se fossero effettivamente le parole magiche
del rito. Batteva allora ancora qualche
colpo di mazza, per constatare infine
che tutto era a posto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Come
base per il covone, lasciando al centro il palo, veniva realizzato un quadrato
di circa due metri di lato,
formato con quattro tronchi non molto grossi che si incrociavano ai
lati, dove poggiavano su dei paletti a forca, infilati nel terreno. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Si
portava in questo modo a livello il
sistema della base , anche se il luogo prescelto per la “mede” era di solito in
pendenza. L’impiantito veniva completato
con un traliccio di frasche per staccare il fieno dal suolo, in modo che non
marcisse a causa dell’umidità del terreno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Aveva
quindi inizio la costruzione. Tutt’intorno, assieme a sua madre, altre donne ed
uomini venuti in aiuto, raccoglievano il
fieno con la forca e lo gettavano in alto contro il palo, con uno sforzo sempre
maggiore, man mano che la costruzione s’elevava. Dovevano fare attenzione a non
inforcare suo padre che, tenendosi con una mano al palo, con l’altra sistemava
il fieno che gli veniva lanciato, calpestandolo poi con i piedi, per farlo assestare, mentre girava
in tondo. La necessità di lanciare il fieno davanti a suo padre che girava
attorno al palo, imponeva l’ordine con il quale quelli a terra sollevavano la
forca piena di fieno, e dava a tutta la
scena quell’idea d’ordine e d’armonia,
per la quale le pareva veramente d’assistere a un rito.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Suo
padre lassù che girava pestando il fieno, poteva ben essere un mago o uno
stregone impegnato in un qualche rito.
Il fatto che non la smettesse un momento
di criticare perché, a suo dire, facevano sempre i lanci al momento o nel posto
sbagliato, accompagnando ogni parola con una bestemmia, poteva anche far pensare si trattasse di un rito satanico.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Dovendo
chiudersi il covone a punta, perché la pioggia potesse scolare senza penetrare
nel fieno, il piano di calpestio di suo padre diventava sempre più stretto: e
più il lavoro si complicava, più aumentava l’intensità delle imprecazioni e
delle bestemmie. Infine, sigillata la “mede”
con una treccia di fieno, posta ad anello attorno al palo, suo padre scendeva, aiutato da qualcuno
che gli sorreggeva la scala.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Non
restava che contemplare il capolavoro! La mede doveva avere la forma di anfora,
stretta alla base, doveva aprirsi rapidamente nella pancia, per poi andare
rastremando più lentamente e chiudersi a punta. Da tutte le parti,
armonicamente, doveva avere le stesse proporzioni. La prima parte della cerimonia si chiudeva
sempre con le parole di autocompiacimento di suo padre. La comitiva che aveva
partecipato alla realizzazione dell’opera, si radunava quindi all’ombra d’un
albero, dove sua madre traeva dalla gerla un involto fatto con un tovagliolo
annodato. Slacciava i nodi, aprendo sul terreno il tovagliolo, e come d’incanto
si trovavano di fronte ad una mensa imbandita: c’era tanta polenta, un po’ di
formaggio, ed anche del salame che veniva riservato per le occasioni
importanti. E quella della “mede” era una occasione straordinaria, tant’è che c’era sempre anche una bottiglia
di vino.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Si
sarebbero potute anticipare a memoria
anche le parole che si sarebbero dette,
perché la merenda sotto l’albero, guardando il capolavoro appena realizzato,
pareva costituire la seconda parte del
rito, e come nei riti, le parole usate non potevano non essere
quelle degli anni precedenti, della tradizione. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ho
la gola secca,” cominciava suo padre, “ perché lassù il pulviscolo del
fieno ti entra da tutte le parti, e non
solo dalla bocca e dalle narici, ma
persino dai pori della pelle. E ti viene una sete!..”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Per
te, per bere, c’è sempre una scusa buona,” commentava sua madre.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ecco!”
replicava allora suo padre, andando di nuovo su tutte le furie, “non si può
vivere con una donna che ti dà dell’ubriacone, perché senti la necessità, dopo
una fatica del genere, di un bicchiere
di vino”. Continuava poi con una cascata di improperi rivolti a sua madre,
finché qualcuno riusciva a farlo smettere. Si proseguiva allora parlando di
come, immancabilmente, l’andamento del tempo fosse così stranamente diverso
rispetto a quello degli anni precedenti, ricordando come e dove s’erano
incontrati gli altri anni per la cerimonia della “mede”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Suo
padre ritornava poi più e più volte a sottolineare la sua perizia perché, a suo
dire, il lavoro era d’una estrema
complessità ed anche d’una grande
pericolosità. Per ribadire la
difficoltà, come un salmo dei morti che termina sempre in requiem, anche quello
di suo padre finiva immancabilmente con
il racconto della storia di Rinaldo il
dannato della “mede”. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Rinaldo
da Mede, era un loro antenato. Ma quanto antenato? Secondo suo nonno, era di
molte generazioni prima, dei tempi dell’Inquisizione, di quando ancora la
Chiesa non era riuscita ad eliminare le streghe, come precisava lui. Il
soprannome stava proprio a sottolineare la sua grande abilità nel costruire
questi covoni. Da lui, probabilmente,
era venuto il soprannome alla famiglia. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Rinaldo
appunto, diceva suo padre, aveva appena
finito di costruire una “mede” sui prati d’alta montagna. Invece di attendere
la scala, realizzato l’anello di fieno
che completava la costruzione, per scendere a terra, s’era lasciato scivolare sul fianco della
costruzione. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Quando
si dice il destino!” commentava sempre
suo padre “ non aveva per caso sua moglie lasciato accostato alla mede, un rastrello
con il manico in aria? E il rastrello non era esattamente nel punto dove
Rinaldo aveva deciso di lasciarsi scivolare?” <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Gli
entrò da dietro e gli uscì dalla bocca.” Ripeteva ogni anno suo padre.
“S’insaccò a terra con un urlo disumano. Poi l’uomo e il rastrello si
rovesciarono a terra. Rinaldo restò lì,
con il rastrello sotto il sedere, come si vi si fosse seduto sopra
inavvertitamente, mentre il manico gli usciva dalla bocca, sporco del sangue
che continuava a scorrere a rivoli. La moglie s’era messa a chiamare aiuto, con
quanto fiato aveva in gola. Ma quando erano arrivati finalmente quelli dei prati vicino, non avevano
potuto che constatare la sua morte.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Il
modo di raccontare di suo padre, a mozziconi, quasi dovesse prendere fiato ad
ogni frase, per sottolineare la gravità di quanto veniva dicendo , faceva sì
che gli altri stessero ad ascoltare attoniti, come si fosse trattato della narrazione d’un fatto
appena avvenuto, e non d’un racconto sentito per l’ennesima volta. “Dicono,”
aggiungeva suo padre, a mo’ di conclusione “che ancora nelle notti di luna, su
in montagna si senta quell’urlo
straziante, e qualcuno ha raccontato anche, d’aver visto di notte nonno Rinaldo
che gira ancora da quelle parti senza pace.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Poi,
infine, a mo’ di battuta finale, sghignazzando aggiungeva: “Qualcuno
ritiene che il suo tormento sia nato, quando S.Pietro gli ha rivelato che il
rastrello non era lì per caso.. “<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Sei
sempre il solito!” chiudeva la madre, sempre con la stessa frase, come con
l’amen” si chiude sempre anche il “requiem”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Nel
suo racconto Maria sottolineava d’aver sentito ripetere questa storia infinite
volte, di essersi subito sentita coinvolta
e di essere rimasta in certo senso affascinata, come se il soprannome
che le era stato dato istituisse un
rapporto particolare tra lei e il suo antenato Rinaldo. Già la prima volta che
aveva ascoltato il racconto, s’era trovata a fare un sogno
dal quale aveva avuto la
conferma dello strano rapporto che aveva avvertito istintivamente realizzarsi
tra lei, quella costruzione di fieno, e
il racconto della morte di Rinaldo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Anche
nel sogno era in corso la costruzione della “mede”. Non era però suo padre che calpestava il fieno, ma lei bambina. Si
muoveva quasi a ritmo di danza, come quando si divertiva a saltare in cortile,
facendo volteggiare la corda. E come se stessero danzando attorno a lei, anche
gli uomini con le forche, continuavano a gettare in alto il fieno senza mai
fermarsi. Poi il movimento cominciava ad accelerare, a svilupparsi sempre più veloce, fino a farsi frenetico, a
diventare un vortice.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Come personaggi di una giostra impazzita, gli
uomini attorno si muovevano alzando le forche verso l’alto, con movimenti
bruschi e cadenzati. Un mulinello di fieno avvolgeva la “mede”, che ruotava attorno
al palo centrale come presa in un
vortice. Ad un certo punto lei, aggrappata al
palo, non riusciva più a resistere alla spinta centrifuga di quel
turbinio vorticoso, era così costretta a
lasciarsi scivolare, e si ritrovava come
Rinaldo con il manico del rastrello che le fuoriusciva dalla bocca. Con
quell’asta, si sentiva come
trasformata in uno strano uccello, dal
becco troppo sottile e troppo lungo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Il
sogno si era ripetuto poi tante volte ed ogni volta si era svegliata di
soprassalto con l’incubo di quell’asta in bocca. Ma, da sveglia, mentre la sua ansia s’acquietava, nella constatazione che s’era trattato soltanto d’un sogno, allo
stesso tempo, prendeva corpo a poco a poco
in lei la sensazione di non
essere sola nella stanza. Sentiva una presenza, come un alito di vento, passare
sulle pareti, sfiorare il letto, accarezzarle il viso.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">La
prima volta aveva avuto paura ma già la
seconda sera, quell’alito di vento le pareva avesse qualcosa di familiare e di
amico, come l’aria fredda che lasciava entrare la mamma quando passava a
controllare alla sera, se già stesse dormendo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Cercando
di darsi una spiegazione di quella sensazione si era trovata a pensare che lì,
con lei nella sua stanza, ci fosse Rinaldo. L’idea non l’aveva turbata, le era
parso anzi un fatto naturale. Forse anche Rinaldo era diventato un bellissimo
uccello notturno, con un becco lungo e sottile, come quello delle upupe, che si
racconta volino di notte sui cimiteri, e
la veniva a trovare, volando nella sua stanza. E uscivano assieme, lei e
Rinaldo, non più in quella stanza, ma due upupe, che la notte svolazzano sopra
le tombe, nei cimiteri, come se fossero pipistrelli. Questo pensava, e si
stupiva di ritenerlo normale…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">La
sera continuava a rivivere quel sogno, e in lei cominciava ad affermarsi uno
strano bisogno: di seguire quella
presenza amica nel luogo dal quale veniva.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Di giorno si spaventava del sogno, delle
riflessioni che aveva fatto Ma quando tornava la notte, tornava il sogno,
tornava il desiderio di seguire il richiamo di quella presenza che avvertiva
muoversi nella camera, il desiderio di
trovare il coraggio per seguirla fino al cimitero.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Finché
una sera (aveva ormai quindici anni) il
richiamo divenne più forte delle sue paure. Uscì di casa, come una sonnambula, e
prese la strada del cimitero. Il bosco che la
fiancheggiava le parve vivesse. Non erano gli alberi a muoversi alla brezza e le fronde
a stormire, ma sentiva che, lasciate le tombe, erano i morti ad affollare il luogo.
E quel pensiero invece di incuterle
paura le aveva trasmesso la sensazione
d’essere arrivata, di trovarsi dove aveva voluto andare, con le persone che
aveva voluto incontrare. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Aveva
l’impressione di trovarsi in compagnia di persone felici di vederla finalmente,
ad alleviare quel loro tormento che si
manifestava nello stridìo sinistro del
cancello di ferro del cimitero. Anche quella notte il cancello aveva cigolato,
ma le era parso un suono diverso, più un grido di gioia, che di dolore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">La
luna, alta nel cielo, illuminava ogni cosa a giorno anzi la ghiaia bianca dei
viali e il bianco delle croci di marmo sulle tombe, risaltavano ancor più che
al sole, rilucendo come se fossero alabastro, creando un’atmosfera magica e
incantata.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Era veramente in cimitero? O era un sogno? Si
chiedeva, senza riuscire a darsi una risposta.
Da ogni tomba vedeva usciva un
filo di fumo che prendeva lentamente
consistenza fino a diventare uno sbuffo
di nebbia che poi assumeva le sembianze umane, per allontanarsi dalla
tomba e venire verso il viale centrale.
E un altro refolo di fumo si formava sulla stessa tomba, e poi un altro ancora,
come se stessero uscendo e riprendendo
una presenza, tutte le persone che nei
secoli erano state sepolte in quel posto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Al centro del cimitero s’era così formata una
folla. Enorme il numero delle persone,
ma come se avessero potuto sovrapporsi le une alle altre, stavano tutte nel
viale centrale, attorno a quella che in paese chiamavano la tomba del prete,
costituita da un cippo di pietra annerita dal tempo, sormontata da una alta stele che finiva in una piccola croce. Come d’istinto, con un
balzo, lei era salita sul cippo ed aveva preso a parlare alla folla che
rispondeva alle sue parole con un lamento muto, simile in qualche modo al grido strozzato della civetta.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Mentre ancora parlava, (ma le sue parole erano
suoni senza significato, parole d’una lingua sconosciuta), la folla s’era
mossa, verso di lei, come la nebbia
quando sale nei giorni di pioggia,
addensandosi poi sempre più fitta attorno al cippo. Come risucchiata da tutte
le parti sulla tomba centrale la nebbia si infittiva e prendeva sempre più
consistenza, assumendo attorno a quel cippo la forma d’un covone di fieno,
d’una “mede”. Lei vi era rimasta imprigionata, come un baco da seta nel suo
bozzolo. In alto emergeva soltanto la
sua testa, come il busto d’una statua,
incastonata nella piccola croce.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Dopo
un po’ di tempo, come ad un segnale, la
costruzione aveva preso a sciogliersi. La nebbia aveva ripreso a diffondersi per tutto il cimitero per
essere poi assorbita dalle tombe, lentamente, fino agli ultimi refoli
sparsi qua e là per il cimitero. Un ultimo soltanto
aveva indugiato, sulla tomba di famiglia, e s’era trasformato nella figura d’un uomo. Era un giovane, in
piedi, accanto alla lapide. E la cosa, anche questa volta, non l’aveva
stupita, le era parsa del tutto naturale. Era scesa dal cippo e gli
si era avvicinata.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Era
piccolo ed esile, con un corpo quasi da bambino, con un vestito d’una foggia
strana, troppo grande, troppo pesante per quelle membra così minute. E la
pesantezza dell’abito, sembrava si riflettesse nella sofferenza del viso,
troppo vecchio e raggrinzito, troppo segnato dalle fatiche e dagli stenti per
quel corpo così gracile e infantile.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Finalmente
ti sei decisa!” sembrava dicesse quel
giovane, e le pareva una voce amica, già udita tante volte in quel respiro di
vento che entrava nella sua camera, ogni volta che faceva il suo sogno.
Malgrado quella sensazione di familiarità, si sentiva in imbarazzo, non riusciva a trovare le parole
per iniziare un discorso.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt 290.6pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Poi
come un sogno che si discioglie nel dormiveglia, la figura era svanita. Come la
nebbia quando si disperde al levare del sole, era svanita anche l’atmosfera
incantata che aveva avvolto il cimitero. Si era
guardata allora attorno
rendendosi conto d’un tratto d’essere
nella notte di luna, da sola, nel cimitero. Un pipistrello che svolazzava, tra
le croci le aveva sfiorato il viso.
Allora, con un urlo disperato,
finalmente s’era messa a correre,
svegliandosi di soprassalto, nel suo letto, madida di sudore..<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt 290.6pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt 290.6pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ricordava
questa prima volta al cimitero con una precisione nei dettagli e nei
particolari come se la stesse rivivendo ogni volta che ci pensava. Ma c’erano
poi state tante altre volte. Il sogno si era ripetuto sempre allo stesso modo,
con quella luna piena che illuminava con una luce irreale il cimitero.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt 290.6pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ma
era poi un sogno? Risvegliandosi, agitata ed accaldata non riusciva mai a
capire se aveva sognato di correre o se aveva veramente corso da sonnambula.
Sognando di sognare non riusciva a capire se tutto era un sogno nel quale si
inserivano altri sogni, o se invece alcune cose le aveva vissute ed altre
invece solo sognate. Ma se anche così fosse stato, quale era il sogno e quale
la realtà vissuta?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt 290.6pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">L’interpretazione
involontaria della scena comunque (o del
sogno?), anche le volte successive, si era ripetuta identica
nella parte iniziale, con delle varianti sostanziali negli sviluppi al cimitero.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt 290.6pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Il
ragazzo che le appariva sulla tomba (che lei aveva identificato con Rinaldo,
anche se in effetti non aveva mai parlato e non si era mai presentato), si
veniva trasformando sotto i suoi occhi. Il refolo di nebbia che aveva preso le
sembianze del giovane con i vestiti troppo grandi, si trasformava lentamente
prendendo sembianze diverse in diverse fogge di vestiti, come una immagine
riflessa nell’acqua che cambia ad ogni muoversi d’onda, per lasciare emergere
nell’acqua finalmente quieta, una
persona diversa. Era un altro giovane, diverso nelle sembianze da Rinaldo, ma soprattutto
diverso nei vestiti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt 290.6pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Era
biondo con i capelli lunghi e un viso lentigginoso. Portava una sorta di tunica
corta, stretta in vita da una cintura con una grande borchia di metallo
lavorato. Le faceva ricordare in qualche modo le figure dei soldati romani, nei
quadri della Via Crucis in chiesa. Con la differenza che sotto alla tunica, il
giovane portava dei calzoni che scendevano stretti fino al collo del piede,
chiusi in fondo, come se avessero avuto un elastico.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt 290.6pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Tanto
era serio ed avvilito Rinaldo, tanto il giovane che prendeva il suo posto, era
allegro e sorridente. Si capiva che avrebbe voluto parlare, comunicare
qualcosa. Muoveva anche la bocca come ad articolare delle parole. Ma dalle
labbra non usciva alcun suono. O almeno lei non lo sentiva...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt 290.6pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">E
mentre lei stava a guardare il giovane, non s’accorgeva che il cimitero si
riempiva di nuovo. La folla d’ombre tornava, ma non erano le stesse, erano
tutte vestite come quel giovane. Anche le nuove ombre le si stringevano
addosso, costringendola a ritirarsi ed a rifugiarsi di nuovo sul cippo
centrale. Di nuovo si raccoglievano e stringevano attorno formando una sorta di
“mede”. Poi però, la costruzione si trasformava, allo stesso modo del refolo sulla tomba. Il cippo con lei sopra e
le ombre addossate, diventava la catasta di fascine che, secondo la
tradizione, si costruiva all’Epifania
per bruciare la strega.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt 290.6pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Al
paese, come in tanti paesi della montagna friulana, pur con alcune varianti da
borgo a borgo, c’era l’usanza di costruire per l’Epifania una catasta di
fascine di stecchi, a forma di covone. Ogni famiglia portava la sua fascina,
poi i coscritti dell’anno le addossavano e le sovrapponevano con maestria, in
modo da realizzare una costruzione che nella forma ricordava la “mede” del
fieno. Sopra, nella parte di asta che restava scoperta, con dei vestiti pure riempiti di fieno, realizzavano il
pupazzo d’una strega. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt 290.6pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">La
sera della vigilia dell’Epifania, dopo aver controllato che le ultime lingue di
sole si fossero definitivamente spente sulle montagne ad oriente, e si fosse
chiusa anche l’ultima fessura di luce con la quale muore il sole ad occidente,
la “più bella della classe”, (quella che i coscritti avevano prescelto come la
più bella coetanea), accendeva il fuoco.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt 290.6pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Anche
lei l’aveva acceso a ventun anni, ed ora quella
scena si ripeteva nel sogno. Ma lei era su, al posto della strega, e le
fiamme l’avvolgevano e si sentiva mancare il respiro. Allora l’affanno con il
quale si svegliava, non era più quello della corsa spaventata per la fuga dal
cimitero, della prima volta, ma quello del sensazione del respiro che le veniva
a mancare, come se stesse soffocando, tra il fumo e le fiamme...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt 290.6pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Perché
si possono fare sogni così strani?… Ma il mio è poi un sogno?…”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt 290.6pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Con
questa domanda aveva chiuso il suo racconto anche Maria da Mede. Se la
ricordava bene la domanda Luciano, non fosse altro per i tentativi fatti poi
per cercare risposta. Si ricordava bene
la scena: loro due sul muretto, di nuovo come da ragazzi, gli stessi, ma così
diversi nel corpo, nei lineamenti del viso, ma soprattutto nei pensieri, al
risveglio dai sogni strani che la vita riserva e propone…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt 290.6pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt 290.6pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt 290.6pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "kelt"; font-size: 18.0pt;">Cap. 4.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt 290.6pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "kelt"; font-size: 18.0pt;">Maria la
Svualda.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt 290.6pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Da
quando, ragazzo, era partito per il collegio, aveva abbandonato definitivamente
il paese della propria infanzia. I suoi si erano trasferiti ed erano andati ad
abitare in città. Non aveva avuto più alcun motivo per tornare tra quelle
quattro case, abbarbicate a mezza costa in mezzo alle montagne. Aveva passato
tutta la vita senza mai tornarvi. Solo l’anno prima, aveva accettato
l’invito d’una cugina, che si era
più volte offerta di ospitarlo per dargli l’opportunità, diceva lei, di
rivivere l’umore delle radici. Era stato
così che aveva avuto modo di incontrare nuovamente Maria da Mede, dopo
tanti anni, e di sentire da lei il racconto del suo strano sogno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ma
era poi veramente un sogno? Come Maria, anche lui aveva cominciato a porsi la
domanda, ogni volta che ripensava alla stranezza del racconto, sia per i
contenuti che per il modo di presentarlo. Ripetendo un sogno si sorvolano i
particolari, invece Maria si era soffermata sui minimi dettagli. Ed anche la
premessa del racconto della costruzione della “mede”, reso con un
insistenza puntigliosa sui particolari più insignificanti, era stata
raccontata come un sogno…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Dopo
quella prima volta aveva ripreso a frequentare il paese. Non erano stati i
pochi giorni in casa della cugina, quanto forse proprio quel racconto, a fargli
rinascere l’interesse per i luoghi nei
quali aveva trascorso i primi anni della sua vita. Non era solo una
curiosità superficiale, ma un vero e proprio bisogno che gli era scoppiato
dentro, come per una sorta di maleficio.
Nel racconto così dettagliato che Maria gli aveva fatto della scena
della “mede” aveva preso a rivivere, assieme a quella scena, tante altre scene
della propria infanzia. Le immagini, dopo l’incertezza iniziale, avevano preso
a fluirgli nella memoria con una
nitidezza impressionante, come se le scene riprendessero a vivere, ripetendosi identiche nella sua mente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> E assieme al richiamo di quelle immagini, in
un certo modo aveva sentito anche lui, come Maria, il richiamo del cimitero.
Tra quelle lapidi rivedeva la storia recente del paese, ma in quella terra,
come per i due grandi cipressi di guardia al portale d’ingresso, sentiva che
c’erano le sue radici, c’era il senso della propria continuità con il passato,
e quindi il senso della propria esistenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">La
sua vita era stata come una espressione algebrica, a forza di operazioni e di
semplificazioni, s’era annullato tutto quello che era all’interno della
parentesi, ed ora capiva che per risolvere l’espressione, doveva mettere in relazione i dati finali,
quelli che venivano dopo la parentesi, con quelli iniziali, che aveva incontrato prima della parentesi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Aveva
deciso così di rimettere a posto la casa dei suoi. Dopo tanti anni, era ridotta
a poco più che un rudere. L’edera l’aveva avvolta, s’era insinuata tra le
fessure del muro, era penetrata negli interstizi tra le finestre, l’aveva
invasa dall’alto, strisciando tra le travi, infilandosi tra le tegole rotte e
sconnesse. L’edera, come le circostanze nella sua vita, aveva preso il
sopravvento, ed ora si aveva quasi
l’impressione che fosse l’edera a
reggere la casa e non viceversa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Non
vale la pena” gli aveva detto l’impresario a cui si era rivolto per avere un
preventivo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ne
vale sì” aveva replicato, convinto. Anche se non riusciva bene a capire i
motivi di quella improvvisa convinzione, di quella decisione, tanto imprevista
quanto profonda, di riprendere il rapporto con quel paese al quale ora sentiva di nuovo di appartenere. Era il
suo paese, perché egli sentiva di appartenere al paese.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Già
quand’era ragazzo la piccola frazione non aveva molti abitanti. Ora erano
rimaste solo poche famiglie di gente anziana. Alla sera quando quei quattro
vecchi si ritiravano nelle loro case, girando per le strade deserte, si capiva che cosa fosse veramente la voce
del silenzio. Nel fruscio d’una foglia,
nel cigolare d’un ferro, nello scricchiolare d’un legno, il silenzio prendeva
la voce di loro: di quelli che erano già stati, di quelli che avevano lucidato
con i loro piedi i sassi del selciato, di quelli che avevano costruito con le
loro mani, pietra su pietra, i muri che chiudevano ai lati le strade. Corridoi
stretti che sfociavano nel buio senza fine della campagna circostante, oltre la
fioca luce dei pochi lampioni.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Non
era un paese di case, ma di vicoli stretti, segnati dalle ombre rotte da
chiazze di luce. Il dondolio dei lampioni, al respiro della notte portato dalla
brezza, muoveva le ombre, e tornavano le
persone di allora, i vecchi che pareva venissero dalla notte dei tempi e che si
sarebbero dovuti fermare per l’eternità tra quelle case. Eternamente vecchi ed
eternamente fuori dal tempo nei loro nomi così strani come usciti da antiche
leggende: Miàn da Midèse, Pièri di Bài, Sciulìn di Cròdie...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Per
esorcizzare quelle presenze, forse erano nate le leggende, nel tentativo di
trasferire nella dimensione della
favola ciò che faceva paura nella
realtà. E quei rumori che spezzavano con un brivido l’opprimente silenzio delle
calli dalla luce incerta, degli androni bui, era l’incespicare dei folletti
della notte, nelle cose degli uomini.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Sbilfs
li chiamavano i vecchi. Ed ogni rumore aveva un nome. Era Licj che si divertiva
a far saltare le cuciture, Braulin ad aggrovigliare le corde, Bèrgul a far
inciampare la gente. Ed assieme agli sbilfs burloni che giravano per le strade
c’erano anche quelli cattivi che si muovevano impazziti, come il vento di
marzo, cercando di infiltrarsi a forza nelle case degli uomini. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Cascugnìt
che faceva perdere la testa alle donne inducendole ad invaghirsi senza ragione delle persone più
sbagliate, e le costringeva poi a girare
per le strade, anche di notte,
come trasognate, e Cialcjùt
che riusciva ad entrare nelle
case, insinuandosi persino tra le fessure tra sasso e sasso, per
divertirsi, sadico, a trasformare in
incubi i sogni nei quali i poveri
montanari cercavano di dimenticare la vita grama che si viveva su quelle
montagne. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">All’inizio
dell’estate, aveva appena preso ad abitare la casa, nei fine settimana, anche
se i lavori erano ancora in corso, quando una sera era venuta da lui Maria La
Svualda. Era anche lei una sua coetanea. A differenza dell’altra Maria, era
stata sposata, aveva avuto due figli che avevano messo su famiglia in Germania.
Erano anni ormai, che non venivano però
a trovarla. Da anni le era morto il
marito, ed anche lei era sola. Anche per
lei s’era chiusa la parentesi, ed era rimasta soltanto la solitudine che
cercava di riempire con i sogni di quando era bambina, per dimenticarsi della
vita che aveva inutilmente sprecato..<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Le
dispiaceva soprattutto per i figli: il non sapere dove fossero. L’indirizzo lo
conosceva con quei nomi così strani fatti di “h” e di “k”, ma non era mai stata
a vedere dove abitavano. Non riuscendo ad immaginarsi il paesaggio nel quale
vivevano, le pareva che fossero finiti nel vuoto o nel nulla, e quando pensava
a loro le prendeva appunto una sensazione di vuoto. Per il marito invece, non
le dispiaceva certo che fosse finito il tormento d’una convivenza con un
ubriacone volgare e violento...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Perché
l’aveva sposato allora? Ma!... Nella vita sono più le cose che ti accadono di
quelle che scegli, per cui alla fine, non sai se anche che ciò che credi di aver
scelto, ti è stato invece in qualche modo imposto dagli eventi... Non era però
venuta da lui per parlagli della sua vita e del suo passato. No, l’aveva scelto
per confidarsi con lui d’un sogno che aveva cominciato a fare con molta
frequenza, dopo la morte del marito. Si ripeteva sempre uguale...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Già
alle prime battute Luciano s’era trovato a pensare che sembrava la prosecuzione
dell’altro. Iniziava con il cimitero. Non c’era l’immagine delle tombe, ma come
la sensazione di averle appena viste. Era come se il sogno che le veniva
raccontato, partisse da dove finiva quella di Maria da Mede, come
si trattasse d’un altro capitolo della stessa storia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Nel
sogno lei si vedeva ancora giovane ragazza, con l’impressione d’essere appena
rientrata dal cimitero dove si era recata, malgrado fosse notte. E lei di notte
non avrebbe certo avuto il coraggio di entrare in un cimitero. Si vedeva,
incapace di riprendere sonno, a guardare dalla finestra della sua camera, le
rare luci che giù nella valle segnalavano i vari paesi. Nel profondo della
notte vedeva muoversi delle luci sulle
strade e sui sentieri della montagna opposta.
Anche ad ore impossibili c’era qualcuno che si muoveva, che pensava... <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ed
anche lei pensava a quegli uomini chiusi
ognuno in un proprio mondo di angosce, e chiedendosi quale fosse il senso della
loro esistenza, cercava di trovare un senso alla propria: tanti lumi in attesa
di spegnersi, come lucciole impazzite nella preoccupazione di non venir meno al
proprio compito, senza riuscire a comprendere il disegno complessivo nel quale
la casualità della nascita, le aveva
collocate.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Poi,
si faceva mattina prima ancora dell’alba, e la montagna di fronte si animava di
tante piccole luci, che si spostavano lentamente, seguendo i sentieri per
raggiungere i vari stavoli disseminati su quei prati.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Erano
le donne che con sulla schiena una gerla carica d’erba, e sulle spalle
l’arconcello alle cui estremità erano appesi i recipienti per portare il latte,
facendosi luce con il lampione a petrolio
che portavano in mano, si recavano sulla montagna per governare le
mucche.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Pensava
a quelle donne e si chiedeva perché
anche la sua vita avrebbe dovuto svilupparsi con quei gesti, con quei
riti, guadagnando la sopravvivenza a
prezzo di fatiche senza senso.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Guardando a quelle luci, le vedeva moltiplicarsi, come
se le donne che avevano percorso quei sentieri negli anni e nei secoli
precedenti, uscissero assieme dal cimitero per ripercorrere unite nell’eternità
quei percorsi nei quali si erano succedute, in vita, di generazione in
generazione, e si sentiva sgomenta di
fronte a quella miriade di fuochi fatui in movimento, per i quali stava così
poco a finire l’olio della lampada, o sarebbe bastata una folata improvvisa di vento.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Poi
nel sogno uno di quei fuochi si staccava dagli altri per venire verso di lei.
Avvicinandosi si ingrandiva, diventava un fiamma sempre più viva e quindi un incendio che la
avvolgeva. E nel fuoco era come se
cambiasse scena. <span style="text-transform: uppercase;">E</span>ra sempre lei
che guardava al buio della montagna di fronte, ma lei era un’altra ragazza,
vestita in modo diverso, la casa era costruita in modo più rustico, si vedevano
i sassi della muratura, non c’era l’intonaco.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Sentiva
ancora d’essere quella ragazza, la vedeva come la sua immagine riflessa in uno
specchio, ma allo stesso tempo la avvertiva come diversa, come se fosse
diventata un’altra persona. Di fronte
alle scena lei si sentiva come uno
spettatore che guarda ad un film. Pur rivivendolo con una completa
immedesimazione nei personaggi, pur partecipandovi con una grande intensità,
come se veramente fosse stata la protagonista,
intuiva tuttavia chiaramente che si trattava d’una scena, che si
svolgeva al di fuori di lei, in un’altra dimensione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">E
la ragazza alla finestra, con le sue sembianze, ma vestita in modo strano, ora
era preoccupata perché aveva ceduto al bisogno di sfogarsi, di raccontare della
sensazione che provava nel recarsi di notte in visita al cimitero, ed a parlare
con i morti. Si era confidata con il ragazzo che aveva preso a frequentarla.
Perché l’aveva fatto? Un segreto così preoccupante l’avrebbe potuto confidare
forse alla madre, ma non certo ad un ragazzo che
conosceva appena. Eppure gliene aveva parlato...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ed
ora non si rendeva neppure conto del perché l’avesse fatto, del perché aveva
spaventato l’amico, con il racconto d’una esperienza che forse era soltanto una sensazione. Aveva
così messo a rischio una relazione alla quale teneva molto, con la
possibilità per giunta, che il ragazzo
ne parlasse con altri, chissà con quali conseguenze...Forse aveva immaginato di
poterlo legare a sé nella condivisione di quel segreto. Poteva essere una
spiegazione per il proprio comportamento, ma restava il fatto che non erano
cose da raccontarsi al primo venuto...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">In
effetti il ragazzo (sembrava suo marito da giovane, commentava Maria
interrompendo il racconto, ma pure lui era vestito in modo strano) ne aveva voluto parlare con
il parroco. Questi l’aveva subito
convinto che aveva l’obbligo, se non voleva finire tra le fiamme
dell’inferno, di ripetere il racconto al frate inquisitore che stava in città.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Dai
particolari avuti dal giovane, il frate s’era subito convinto d’avere a che fare finalmente con un vero caso di
possessione demoniaca e non con i soliti bestemmiatori, denunciati dai vicini, per farsi delle vendette
a buon mercato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Si
chiamava Rodolfo il Glabro il frate inquisitore. Anche lei ne aveva forse già
sentito parlare nei racconti del parroco. Veniva da Venezia da dove era stato
mandato a fare penitenza tra quelle montagne.
Non si sapeva di che cosa dovesse fare penitenza, ma comunque non era
certo una persona che ispirasse fiducia. Era piccolo, grasso e sudaticcio. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Dava
l’impressione d’essere affaticato dal peso della tonaca, come se lo strato di
grasso che ricopriva il suo corpo si fosse attaccato alla tonaca e si muovesse
con quella. Come al maiale, quando è pronto per essere ucciso, il grasso cola
dalla gola in sacche flaccide, così avresti pensato che il frate avesse tutto
il corpo coperto di sacche del genere, piene di grasso, flaccido e molliccio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Un
po’ costretto dalla necessità di strascinarsi dietro la bardatura di grasso, un
po’ per un vizio congenito, camminava strisciando avanti i piedi l’un dopo
l’altro, quasi senza muovere le ginocchia, Così facendo, dimenava il sedere,
facendo ondeggiare la tonaca, assieme al grasso che si poteva immaginare
penzolasse dalle natiche.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Il
soprannome di Glabro gli derivava dal fatto che la testa fuoriusciva dalla
tonaca, come fosse un unico blocco di carne, senza collo e senza mento, e
finiva in una completa pelata. Anche la pelle sul cranio, era morbida e
flaccida, come quella delle guance.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Immaginando
di poter risolvere finalmente un caso importante, forse anche guadagnandosi la
possibilità di rientrare in città, aveva quindi lasciato ogni cosa, ed era salito in fretta al paese per affrontare
immediatamente la situazione. Dal vecchio prete del paese, si era fatto accompagnare al casolare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Guardi”
gli diceva il prete, già pentito di aver avviato uno scandalo della dimensione
che intravedeva nelle parole dell’inquisitore. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ho
detto io al giovane di venire a parlarle”. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Come era suo dovere!”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Certo!”,
replicava il vecchio ansimando, seguendo a fatica il frate che quasi correva,
nella foga di arrivare ad assumere un caso dal quale si attendeva la fama che
aveva inutilmente cercato fino a quel momento. “Ma conosco bene la ragazza. E’
una brava giovane, che frequenta la Chiesa, i sacramenti... è devota”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Lei
non sa!..”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Certo!
non ho i suoi studi. Ma la mia esperienza...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ma
che esperienza ha lei del diavolo?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Fortunatamente
nessuna! Dicevo dell’esperienza di vita!”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Lasci
giudicare a me! Che qui ci vuol altro che esperienza di vita”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">E
intanto era toccato a lui, mormorava tra sé il vecchio parroco, presentare l’inquisitore ai genitori e
cercare di far capire loro che la figlia..., poteva essere...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Era!”
lo correggeva perentorio l’inquisitore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Si!
Certo! Era... come dire... forse poteva aver incontrato il diavolo”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">La
madre si sentiva mancare. Il padre invece, cominciava ad imprecare e a dire che
a casa sua non voleva preti e tantomeno inquisitori, che la sua non era la casa
del diavolo. A sentire quegli spropositi sulla figlia, l’uomo si lasciava
andare a tanti altri spropositi ed imprecazioni che, se non fosse stato lì per un caso ben più importante, frate
Rodolfo l’avrebbe fatto arrestare subito, per bestemmia ed eresia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Per
fortuna, s’era ripresa sua madre. Si rendeva conto della situazione e pur non riuscendo ad immaginare
che cosa fosse all’origine di quell’equivoco, tuttavia capiva che era meglio
assecondare quegli uomini di chiesa, e soprattutto quello che veniva dalla
città, con quella testa tutta lucida da far
impressione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Scusatelo!”
intervenne. E’ fatto così, si lascia trasportare dal discorso e non sa quello
che dice. E così, che cosa avrebbe fatto
nostra figlia?...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Nulla!
Dobbiamo solo accertare” disse il frate. “La Chiesa deve accertare!” Messa così
la cosa sul piano dell’ufficialità della Chiesa che doveva accertare, anche suo
padre aveva capito che la cosa era seria, che non poteva opporsi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Cosa
dovremmo fare?” chiese.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Dov’è vostra figlia?” domandò il frate.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Al
pascolo.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Quando
ritorna vorrei star solo con lei”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Va
bene! Se è la Chiesa che lo vuole. E per quanto?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Tutta
la notte”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“E
noi?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Cercate
ospitalità da qualcuno in paese!”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ma
come avrebbero potuto? Che spiegazioni avrebbero dato per chiedere ospitalità?
Che c’è un frate che vuol passare la notte solo con la figlia?. La cosa non aveva proprio senso! E
c’era poi da fidarsi a lasciare una ragazza sola con quel mostricciattolo informe? Si fa peccato solo a
dubitare d’un frate... La tonaca deve
valere a garanzia della serietà dell’uomo...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Tuttavia non si fidava. Non afferrava il senso
di quella strana situazione, eppure capiva di essere costretto ad assecondare
quel frate. Infine aveva pensato che suo fratello, in paese, avrebbe in qualche
modo capito, e un posto per passare la notte l’avrebbero trovato... se questo
poteva servire alla figlia…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Dobbiamo
andare a chiamarla?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“No!
Attendiamola qui. E’ meglio che non sospetti nulla.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Era
già buio fitto quando lei era tornata
dalla stalla nella quale aveva rinchiuso le mucche riportate dal pascolo. Dovette arrivare
proprio vicino alle persone che stavano parlando nel cortile per rendersi conto
di chi fossero. Quando s’accorse che c’era il parroco, accompagnato da un frate
si sentì mancare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Come?”
le era venuto di pensare “ha già parlato?” Si augurò comunque che i due fossero lì per qualche altro motivo<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Salutò
imbarazzata, avvertendo anche l’imbarazzo dei suoi. .. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Il
padre cappuccino, qui,” le disse la madre, vuole farti delle domande. Vuole
sentirti da sola. Noi andiamo in paese. Poi, per non preoccuparla, aggiunse:
“Torneremo più tardi!”. Lei aveva capito che s’erano già accordati, che era stato già tutto deciso, che non le
restava se non di obbedire.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Si
accomodi!” aveva detto allora al frate,
invitandolo ad entrare in casa, e lo aveva seguito, dopo aver salutato gli
altri tre che partivano per andare in paese.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Nelle
relazioni tra gli uomini ci sono momenti magici nei quali, d’incanto nasce un
rapporto. Può trattarsi d’un rapporto positivo o negativo, può nascere un
sentimento d’amore o un sentimento di odio, un’attrazione o una repulsione.
Appena la intravide, al fioco lume delle lampada ad olio che rompeva l’oscurità
del casolare, il frate aveva provato un brivido di desiderio. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Era
sudata ed accaldata per la corsa che aveva fatto per radunare le mucche. Era vestita con una corta vestaglia che al frate poteva
sembrare fatta più per mostrare che per
coprire... Poteva dare l’impressione
d’uno straccio posato a caso, a rendere più viva la sorpresa d’un corpo che
sembrava preso dal desiderio di darsi..<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Lei
non la pensava evidentemente allo stesso modo, ma capita spesso che si vedano
gli altri come proiezione di sé stessi immaginando che la realtà debba
conformarsi ai propri desideri...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Le spalle scoperte per far aria al viso,
lasciavano intravedere i seni. Le gambe allargate sulla sedia nella quale sia
era buttata a prendere fiato, avevano fatto scivolare in alto la vestaglia,
lasciando ben poco all’immaginazione del frate.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Rodolfo
cercava di ricordarsi quel che significava la veste che portava, del suo dovere
di resistere al demonio, visto che era entrato in quella casa proprio per
controllare che il demonio non si fosse impossessato di quella ragazza. Si sforzò anche di concentrarsi sui suoi
obblighi di inquisitore e sulla prassi che doveva seguire per fare il suo
dovere, tentando di riprendere con la ragione una situazione
che per i sensi era già precipitata.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Tossì
per cercare le parole con le quali iniziare l’indagine per la quale era venuto.
Lei avvertì in quel colpo di tosse un richiamo a stare più composta. Si scusò
di non aver avuto il tempo per vestirsi come si conveniva. Raccolse e abbottonò
la vestaglia sul petto, e si cinse, (come
forse era solita fare), con un drappo di canapa con il quale aveva
formato una sorta di gonna lunga
lasciando la vestaglia a fare da sottoveste.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Si
scusò di nuovo perché non ci aveva pensato prima. “Sa, la fretta, il caldo...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Si,
capisco...” aveva detto lui, e la sua voce tremava. “Sai perché sono qui?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Perché
ho parlato con un ragazzo che facevo meno stupido di quanto si è rivelato”.
Avrebbe dovuto dire, se fosse stata sincera, pensò tuttavia che era il caso di
non dir nulla, senza sapere prima che
cosa volesse veramente il frate. Forse era un altro il motivo per il quale era
venuto.... “No, non lo so” aveva detto infine, esitando.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Che
cosa sono i riti satanici ai quali hai partecipato in cimitero?” aveva chiesto allora lui. Lei non capiva
perché nel fare la domanda gli tremasse la voce. Di fronte a quella richiesta
comunque, non aveva avuto più dubbi sul motivo della visita. Nelle parole “riti
satanici” aveva avvertito però anche tutta la gravità della situazione. Pensava
tuttavia di non doversi preoccupare più di tanto, perchè in qualche modo
sarebbe riuscita a spiegarsi. Era
dispiaciuta più che preoccupata. Era dispiaciuta per il ragazzo: se
aveva parlato, allora voleva dire che
l’aveva tradita, e che quindi l’aveva perduto.. e questo le dispiaceva, più
delle complicazioni che le sarebbero potute derivare dal frate....<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“No!
No!” rispose, senza forza, come rassegnata a spiegare tutto il resto senza
importanza, ora che sapeva d’aver perso
l’unica cosa che, in quella vicenda,
aveva importanza per lei. “Non so
che cosa vi abbiano detto, ma non c’è stato nessun rito satanico”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“E’
vero,” aveva aggiunto, “che alle volte mi pare di sentire la voce di qualcuno
che mi chiama, che ho l’impressione di andare al cimitero, ma è solo una
sensazione e in effetti io non faccio nulla, non prendo nessuna
iniziativa. Ne avrei voluto parlare con
il parroco, ma non ho mai trovato il coraggio...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ma
lui non l’aveva sentita. I gesti di lei per nascondere il suo corpo avevano
soltanto reso in lui più vivo il desiderio. Si era sentito dentro un’onda di
fuoco che lo riempiva e che voleva tracimare. La subiva, inarrestabile,
mentre lo spingeva contro quella carne giovane e sudata.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Le
si avvicinò posandole una mano sul petto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Lei
sentì il sudore di quella mano tremare contro il sudore del suo petto, vide gli
occhi del frate stralunati ed ebbe paura.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Che
sta facendo?” gli chiese, prendendo con tutte e due le mani la mano del frate,
e spingendola lontano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Non
ti faccio niente,” biascicò lui, “lascia soltanto che ti accarezzi”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Non
voglio!” gridò lei.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Il
suo grido fu come il tuono che rompe l’argine, e l’impeto del torrente si
rovesciò su di lei con una furia incontenibile, travolgendola.<span style="text-transform: uppercase;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Lei
urlò, pianse, si dibattè come una vera indemoniata. Certamente sua madre, che non era ancora arrivata in paese, l’aveva sentita. Ma aveva sempre
saputo, la donna, che il demonio prima di rinunciare alle sue
vittime, urla e si ribella. Quelle grida purtroppo, (avrà pensato
certamente), erano la conferma che il frate inquisitore aveva trovato il
diavolo, come aveva sospettato, ed ora
lo stava scacciando.<span style="text-transform: uppercase;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Quando
il Glabro fu stanco di palparla, di leccarla e di possederla, giacque esausto
sulla panca che circondava il focolare e lei si lasciò cadere sulle pietre
levigate del pavimento. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Si
sentiva sporca. Altre volte era caduta nel fango, anche nel letame le era
capitato di cadere, ma mai s’era sentita così lurida. Il sudore del frate era
entrato nella sua pelle e si guardava le mani e le braccia con lo stesso schifo
con il quale guardava al frate. Doveva far qualcosa per pulirsi, non avrebbe
potuto più vivere con quella sporcizia addosso. Immaginò il sangue uscire da quel corpo flaccido e
obeso, disteso sulla panca e capì che neppure quel sangue l’avrebbe pulita.
Anche se l’avesse ucciso, nulla sarebbe cambiato per lei.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Uscì
allora nella notte e prese a camminare sul sentiero che portava verso la
montagna.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Il
cielo era terso, splendeva la luna, brillavano le stelle. Tutto era così bello,
così pulito e puro. L’aria sfiorava l’erba come se la volesse spazzare dalla
polvere del giorno, filtrava tra i rami degli alberi a pulire anche le foglie,
ma non riusciva a pulire la sua pelle. Al contatto provava un brivido, ma non
di freddo: era la sua pelle che si irrigidiva che non riusciva a lasciarsi
pulire. La luna che in tante storie sentite nelle stalle, inseguiva nella notte
con il rimorso gli assassini, ora inseguiva anche lei. Non era rimorso il suo,
non era vergogna, (colpe non ne aveva!),
era un senso di nausea e di ripugnanza nei confronti del proprio corpo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Il
sentiero entrava nel bosco fitto di faggi. Aveva sempre avuto paura anche di
giorno ad attraversarlo. Ma ormai non c’era nulla che le potesse fare paura. Che cosa avrebbe dovuto temere? E poi
non si sentiva sola. Come in una processione sentiva che c’era tanta gente
dietro di lei che la seguiva, incitandola ad andare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ma
sai dove?” le mormoravano tra le fronde.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Certo
che so!” rispondeva.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Le
tornava in mente la parabola degli
indemoniati di Gadara. Erano in due, usciti da un cimitero, ed erano venuti
contro Cristo urlando infuriati. Avevano capito, i demoni, che il Signore li
voleva mandare via dal corpo degli uomini di cui si erano impossessati e
ributtarli all’inferno. Domandarono
allora un favore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">C’era
lì accanto dei maiali che pascolavano, e
loro chiesero: “Se ci vuoi scacciare, mandaci nel branco dei maiali!”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Gesù
disse loro: “Andate!”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Essi
uscirono ed entrarono nei maiali. Subito tutto il branco si mise a correre giù
per la discesa, si precipitò nel lago e gli animali morirono annegati.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ecco
lei ora era più sudicia dei maiali. Lo schifo di quella carne flaccida sudata e
maleodorante era entrato in lei. Il demonio che aveva preso il frate, ora si
era trasferito in lei, e toccava a lei
compiere l’opera del Signore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Al
limitare del bosco gli alberi diventavano più radi e cominciò a sentire il
rumore dell’acqua. Il sentiero deviava in basso verso il torrente e lei prese a
correre, come rispondendo ad un richiamo improvviso.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Non
era un grande torrente. Nasceva poco più sopra, ma subito si gonfiava
raccogliendo tutta l’acqua della montagna e precipitava in un orrido che s’era
scavato nei millenni, stretto e profondo. Per attraversarlo sarebbe stato
necessario risalire fino alla sorgente, ma gli abitanti di Vàs, il paese al di
là del torrente, per abbreviare il percorso, avevano realizzato un ponte di
corde nel punto più stretto. Le due rive in quel punto, sembrava volessero
toccarsi, e non era stato difficile congiungerle con il ponte. Ma quel che non
aveva potuto in larghezza l’acqua l’aveva guadagnato in profondità. Scorreva
tanto nel profondo che non si riusciva a
vederla. S’udiva soltanto rimbombare il frastuono della corrente che si scagliava contro le
rocce.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Era
il Vinadia. Le storie di dannati che aveva sentito da bambina raccontare nella
stalle finivano tutte in quel posto, e lì sapeva che sarebbe finita anche la
sua.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">L’avevano
cercata per giorni non riuscendo a capire per quale sortilegio avesse potuto
finire nel nulla.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">All’alba
suo padre tornando al casolare, aveva trovato un frate distrutto dalla fatica
d’una nottata passata a scacciare demoni.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“E
Maria ?”, gli aveva chiesto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ma!”
aveva borbottato il frate tirandosi su dal bancone dietro al focolare, sul
quale aveva dormito. “L’ultima volta che l’ho vista, prima di addormentarmi,
era seduta lì, a terra”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“E
come era?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Stanca...
Anche lei...” aveva precisato il frate, poi, a scanso d’equivoci aveva
aggiunto, “ma finalmente serena!”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">L’uomo
non sapeva cosa pensare, perché veramente, sua figlia serena lo era sempre
stata. Anzi! Anche troppo. Grilli per la testa? Certo! Ma diavoli no...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Mentre
la cercavano aveva sentito la testimonianza del ragazzo che cominciava a farle
la corte. Ma anche lui era sempre più incerto nel ricordo. Non riusciva più a
precisare ciò che veramente le aveva raccontato Maria sui suoi rapporti con i
morti, con il cimitero.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Anche
il frate inquisitore, con la profonda conoscenza che gli veniva dai suoi studi,
escludeva comunque si fosse volatilizzata...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Anche”
diceva, “nella peggiore delle ipotesi che il diavolo sia rientrato in lei
mentre dormivo, la casistica non riporta di indemoniati che siano spariti nel
nulla. Il diavolo sa che il corpo deve essere reso alla terra!”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Il
corpo invece se l’era tenuto il Vinadia. L’acqua alcuni giorni dopo, più a
valle, dove il torrente s’apre prima di confluire nel Tagliamento, aveva
deposto sulla sabbia i vestiti stracciati. Rodolfo il Glabro allora sentenziò
che, come purtroppo aveva sospettato, il diavolo se l’era ripresa mentre lui
dormiva, e l’aveva portata a suicidarsi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Non
finiva di dispiacersi, per non aver avuto più fisico e resistenza. Si sentiva
colpevole, e aggiungeva anche che avrebbe portato sulla coscienza per tutta la
vita il peso di quella morte:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Se
non mi fossi lasciato prendere dal sonno,” mormorava, “lei non sarebbe morta”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Con
quelle parole del frate nelle orecchie, concludeva Maria il suo racconto, anche
lei finalmente si svegliava. Ogni volta stanca e vuota, come uno straccio, come
i vestiti della donna del sogno abbandonati sul greto del torrente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Lei
non sarebbe morta!” Sentiva rintronare nella mente, anche da sveglia le parole
del frate. Ogni volta lo stesso sogno, sempre uguale, con le stesse parole.
Ogni volta lo stesso risveglio, con quelle parole e con un profondo senso di
nausea…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "kelt"; font-size: 18.0pt;">Cap. 5.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "kelt"; font-size: 18.0pt;">Vinadia</span></b><b><span style="font-family: "kelt"; font-size: 22.0pt;">.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "kelt"; font-size: 22.0pt;"> </span><span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Quello della terza
delle Marie, s’era subito detto, non era il racconto d’un sogno. Sugli altri ci
potevano essere dei dubbi, ma questo era, sia per quanto riguardava il
contenuto che la forma, una leggenda e non un sogno. E’ vero che anche lei
aveva precisato di rivivere da un certo
punto la scena come ne fosse fuori, ma il sogno è qualcosa che si vive da
protagonisti, non è possibile ricordarlo
ed allo stesso tempo ricordare di esserne stati fuori. Non si possono riportare
scene e dialoghi come se fossero vissuti da altri e non dalla protagonista del
sogno. I suoi genitori che parlano con il frate, sono elementi d’un racconto,
non d’un sogno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">I personaggi del
sogno sono riconoscibili soltanto all’interno del sogno stesso. Non si può dire
del frate d’un sogno che “si chiamava Rodolfo il Glabro” e riportare elementi
esterni alla vicenda del sogno. Comunque, ciò che gli pareva straordinario, era il fatto che avendoglielo
fatto ripetere più volte, l’aveva raccontato con le stesse parole, le stesse
battute, come una favola imparata a memoria. Diceva di raccontare un sogno ma
in effetti, come anche lei aveva notato, era come se avesse raccontato un film
nel quale si riconosceva come attore protagonista, ma del quale riportava anche
le scene nelle quali non compariva. La sua era evidentemente una leggenda, che
non si capiva bene perché si ostinava a raccontare come sogno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Probabilmente
nella sua solitudine la donna riviveva il sogno da sveglia e ne aveva fatto un
racconto che ripeteva a se stessa, mescolando elementi del sogno con
reminiscenze di racconti che aveva sentito. Il frate con quel nome così strano
era certamente importato da un altro racconto. Non a caso infatti, anche lei
aveva lo stesso soprannome della protagonista d’una leggenda popolare ambientata proprio sul torrente
Vinadia, ove moriva suicidandosi anche la protagonista del suo racconto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Luciano ricordava
d’aver ascoltato da bambino la storia di Maria Svualda. Il soprannome “svualda”
in friulano vuol dire ragazza leggera sia nel senso di facili costumi che
soltanto amante di cose futili, dedita al ballo piuttosto che al lavoro. Per
Maria la sua coetanea, il soprannome non aveva nulla a che vedere con i suoi
comportamenti, era quello della
famiglia, e le era derivato probabilmente dal fatto che qualche sua antenata
s’era meritata questo soprannome, come l’altra Maria si chiamava “da Mede”, a
causa di Rinaldo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Maria poteva aver
letto o sentito la leggenda di questa sua omonima, e la sua immaginazione
poteva aver ricostruito nel sogno una vicenda che finiva nel Vinadia. Lì
d’altra parte, in quell’orrido, vicino al paese, finivano quasi tutte anche le
altre storie di streghe e dannati…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ma ciò che più lo
sorprendeva del racconto era il fatto che
quello della Svualda, era in un certo modo la continuazione del racconto di Mede.
Poiché ambedue dicevano che capitava loro
di fare quel sogno in continuazione,
sembrava quasi che la stessa vicenda tornasse a rivivere ripetendosi nel sogno,
sdoppiata in due persone. Ma l’enfasi con la quale, in quella della Svualda, si
viveva il tema dell’inquisizione, che collegamento poteva avere con l’altra,
che riferimento con il mondo dei Celti, al quale in qualche modo gli pareva
d’essere riuscito a collegare l’altro sogno?…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Stava pensando a
queste cose, ponendosi queste domande un giorno dopo che Maria se n’era andata,
avendogli ripetuto per l’ennesima volta lo stesso racconto, quando gli venne
l’idea di rileggere la leggenda di Maria Svualda, per vedere se riusciva o
ricostruire una qualche relazione con il racconto del sogno. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Cercò nei pochi
libri che aveva cominciato a portare nella libreria con la quale aveva arredato
un’intera parete del salotto. La dimensione degli scaffali testimoniava del suo
desiderio di fare di quella casa un rifugio per potersi dedicare alla lettura e
allo studio. C’erano ancora però soltanto pochi libri. Alcuni accatastati alla
rinfusa, altri già affiancati con un certo ordine. Soprattutto quelli sulla
storia dei Celti: Il mistero dei celti di Gerhard Herm, l’Impero dei Celti di Peter Berresford Ellis, I Celti di Powell
e tanti altri.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Non fece fatica a rintracciare la raccolta di
leggende locali. Era una dei primi che aveva portato. Aveva riletto molte parti
anche in relazione agli studi che aveva preso a fare sui Celti, pensando che
alcune di quelle leggende potessero risalire ancora al periodo pre-romano..<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Si lasciò
sprofondare nella poltrona e lesse di nuovo che Maria Svualda era una ragazza
alla quale piaceva sopra ogni cosa ballare. Un giorno mentre attraversava il
bosco del Bant sopra il Vinadia, fu sorpresa da una strana musica, dal ritmo
vibrante che coinvolgeva nella danza, ma dalla melodia lugubre e lamentosa. Si
mosse nella direzione dalla quale arrivavano i suoni e sbucò in una radura
piena di sole in mezzo alla quale in un cerchio d’erba falciata di fresco,
danzavano scatenati un gruppo di Sbilfs.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Come quando nelle feste del paese si ballava sulla
piazza, non riuscì a trattenersi ed entrò anche lei a ballare. Le si avvicinò
un giovane bellissimo per farle da cavaliere. Assieme danzarono freneticamente,
senza un attimo di sosta al ritmo della musica che sembrava uscire dalla terra,
scendere dagli alberi, filtrare con l’aria dentro di loro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Mentre si lasciava trasportare dal suono,
accompagnata dal giovane con il quale aveva trovato un’intesa perfetta, sentì
qualcosa pungerle un piede. Si chinò per vedere che cosa fosse stato e vide un
grosso chiodo arrugginito. Lo raccolse per gettarlo lontano e... si ritrovò sola
in una radura piena di erbacce, nel bosco che lasciava trasudare una fitta
nebbia, sotto una pioggia battente e fredda.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Tutto era così diverso ed anche lei si sentiva
diversa. Si sentiva vecchia, sempre più vecchia come se la nebbia l’avesse
penetrata e facesse marcire le sue membra. E gli aghi di pioggia che la
colpivano presero a scioglierla, come fosse un pupazzo di neve, trasformandola
in un rivolo d’acqua biancastra che precipitò di balza in balza fino a perdersi
nelle profondità del torrente Vinadia. “Di lei non rimase che la voce
implorante, e ancor oggi c’è qualcuno che giura di sentirla, quella voce
lamentosa, mentre si perde nelle gole del Vinadia”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Il libro era
scivolato sul pavimento a fianco della poltrona, anche lui aveva provato per un
attimo la sensazione di sciogliersi in quell’acqua biancastra e, nel sogno, si
era ritrovato sulla spalletta del ponte
sul Vinadia a guardare l’acqua che scendeva scagliandosi con forza contro una
parete per rimbalzare su quella opposta e perdersi nel labirinto scavato attimo
per attimo nei secoli e nei millenni...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">E lo sguardo che
inseguiva l’acqua mentre spariva tra le
rocce aveva incontrato Maria Svualda che lo chiamava. Era su un costone appena
lambito dagli spruzzi che scintillavano in
un vorticare di luce al riflesso della luna. Nuda come una ninfa, appena uscita
dall’acqua ad asciugarsi nei riflessi di luce.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Davanti a quella
apparizione aveva subito pensato a Maria, della quale s’erano ritrovati solo i
vestiti più a valle. Non era la donna ormai anziana che gli aveva fatto il
racconto, ma la giovane che aveva subito le violenze del frate, con il volto di
Maria come lo ricordava da bambina.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Nel frastuono
fatto dall’acqua, non s’udiva chiaramente cosa dicesse la sua voce, ma gli
pareva comunque che stesse ripetendo il suo nome. Con ampi gesti delle mani lo
invitava ad andare, a raggiungerla. Ma come poteva scendere fin laggiù? Si
guardava attorno esitando senza trovare traccia d’un sentiero, ma quando
invece, superando ogni paura, si decise a seguirla, per quelle soluzioni che
avvengono soltanto nei sogni, riuscì a scendere
leggero come una foglia che d’autunno si lascia cadere dall’albero.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Arrivandole vicino s’accorse che non era più lei... Maria
aveva i capelli neri, mentre la ragazza
che l’aveva chiamato dalle forre del Vinadia,
invece li aveva biondi, raccolti
ed intrecciati a formare un casco sulla nuca... Come avrebbe fatto Maria,
quando giocavano bambini, mentre stava per raggiungerla, anche la ragazza che aveva preso il posto di lei, fuggì costringendolo a seguirla. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Scese fino ad un
piccolo specchio d’acqua che stagnava tranquilla, su un’ansa nascosta, sulla
quale non riusciva a riversarsi la furia della corrente. Immersa nella polla
d’acqua come in una teca c’era una piccola statua di colore scuro, forse di
bronzo. Non era riprodotta con la perfezione delle forme dell’arte greca,
ricordava piuttosto l’arte etrusca. Il busto era doppio rispetto alle gambe
distanti e rigide, ma aveva la grazia dei disegni dei bambini. Sul viso erano
solo accennate le forme del naso della bocca e degli occhi. Con la mano
sinistra si copriva il sesso, mentre il braccio destro era piegato con la mano
sul cuore nell’atto del giuramento. Anche lei aveva i capelli raccolti in un
baschetto che scendeva a punta dietro alla nuca. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Un raggio di sole
parve illuminare la piccola statua e come un raggio di sole la ragazza si perse
nel riflesso dell’acqua, e nel riflesso anch’egli si sentì sciogliere tra
giochi di luce che la luna riusciva a disegnare fin nelle profondità più
recondite del torrente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Vinadia! chiamò.
Nessuno glielo aveva detto, eppure sentiva e sapeva che Vinadia era il nome
della ragazza che l’aveva chiamato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Vinadia! E il
richiamo si perse attutito nell’acqua nella quale gli pareva stesse filtrando
per sciogliersi anche il suo corpo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Oltre l’acqua lei
c’era ancora. Era in un oceano di luce. Ma l’oceano è vuoto nel suo essere
infinito, è piatto sulla linea uguale dell’orizzonte, uniforme nella monotona
distesa d’acque. Quella luce invece aveva gli orizzonti che Luciano si portava
dentro nel pensiero, e l’alternarsi dei monti e del piano, del bosco e del
prato, dei fiori e dell’erba in una varietà infinita di sensazioni e di
emozioni rivissute nello stesso momento.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Lei non era più
nuda… non era neppure era vestita, non
aveva i capelli ed il viso, non aveva nulla. Era soltanto… <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Chi sei?” le
chiese.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Già lo sai!”
rispose, “Vinadia, l’anima del torrente.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Come avrebbe
potuto già saperlo? E come avrebbe poi potuto sapere che era l’anima del
torrente? Certo, aveva letto di come i Celti sentissero la poesia dell’acqua,
delle sorgenti e dei fiumi. L’acqua che sgorga dal sasso, è la vita che nasce
dal seme, è l’alba che nasce dalla notte, l’acqua è l’immagine d’una natura che
si trasforma in movimento e diviene. Per questo ogni fonte per i Celti aveva un
nome, e un nome aveva il torrente... il nome d’una ninfa, d’una divinità del
luogo che segnalava come anche quel
luogo fosse manifestazione dell’unica divinità dell’Essere Assoluto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Pensò che gli
sarebbe stato più facile capirla se fosse riuscito ad inquadrare l’ambiente nel
quale si trovavano:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Dove siamo?” le
chiese.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Finalmente vivi!”
gli rispose.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Non era
evidentemente una risposta coerente. S’era addormentato pensando a Maria
sciolta nel Vinadia, ora si ritrovava con qualcuno che si definiva l’anima del
torrente Vinadia. Ma vivo era già prima, non aveva alcun motivo per dirsi
“finalmente vivo”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Se ti dicessi che
Vinadia è il nome d’una ragazza celtica”, riprese lei, “torneresti con il
pensiero a quello che hai letto sui Celti, e capiresti anche il senso delle mie
parole”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Aveva in effetti
anche letto della necessità, per capire i Celti, di spogliarsi degli schemi
mentali che ci derivano dalla tradizione greca e latina. Il visibile e
l’invisibile, l’al di qua e l’al di là non devono essere intesi
materialisticamente come luoghi e quindi come dati inconciliabili.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Visibile ed
invisibile sono modi di essere dello stesso soggetto mortale. L’uomo può vivere
nello stato di mortalità o di immortalità, e da mortale può vivere nello stato
di visibile o di invisibile. Ne discende quindi che deve esistere anche un
mondo invisibile, che non è tuttavia fuori o diverso rispetto a quello
visibile, ma si compenetra e si fonde con questo. Diventa quindi possibile
pensare che ognuno di noi possa trasferirsi dal mondo visibile a quello
invisibile, se soltanto riesce a liberarsi delle maschere e delle scenografie
con le quali ci ha ricoperto la storia e la cultura.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Vinadia sorrise
compiaciuta come se avesse potuto ascoltare le sue riflessioni.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Vieni! Andiamo!”
gli disse, prendendolo per mano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Dove?” chiese con
un filo di voce, sentendosi mancare come se stesse per svenire.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Nel Sidh, nel
mondo dell’invisibile.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">S’incamminarono
per un prato d’erba fresca. Era primavera. All’erba appena spuntata
s’alternavano a macchie i bucaneve e le primule, e il luogo gli era
familiare...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ecco infatti, il
prato era attraversato dal ruscello al quale giocava bambino assieme a Maria.
Costruiva con il fango piccole dighe per arrestare l’acqua. Ma questa saliva
lentamente nel piccolo invaso, per poi tracimare travolgendo alla fine anche
l’argine. E c’era ancora, che stava divertendosi con l’acqua, Maria l’amica
d’infanzia con la quale passava le ore giocando al ruscello. In un primo
momento sembrava ci fosse! Dall’altra parte del ruscello dove sempre si metteva
lei, c’era in effetti l’immagine di qualcuno... Ma non era l’amica, era lui,
era la sua immagine, come riflessa in uno specchio…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Che ci fai lì?”
chiese come quando scherzando alla mattina, facendosi la barba, si parlava allo
specchio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Che ci fai tu
piuttosto?” domandò l’altro, per risposta.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Dovrei chiederlo
a lei,” replicò Luciano, accennando a Vinadia. “Non so dove mi sta portando”.
Lei e l’immagine si fecero un cenno d’intesa. Gli fecero scavalcare il ruscello, e l’immagine prese la sua mano,
che intanto lei aveva lasciato. Camminavano assieme, identici, come in un
negozio di abbigliamento quando ci si mette a fianco dello specchio, per
controllare meglio come ti sta il vestito. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Si sentiva
attratto dalla immagine nello specchio, fino a fondersi in lei ed a credere che
quella fosse la realtà che generava l’immagine e non viceversa. Attratto dal
riflesso di sé, si sentiva trasportare nel vuoto, come se stesse precipitando.
Preso da un senso di vertigine, chiuse gli occhi. Quando li riaprì era in un
deserto. Solo. Non c’era più la sua immagine. O si era fuso lui nell’immagine?...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ricomparve Vinadia
e si sentì rassicurato. Ma fu un attimo. Il tempo di avvertirne la presenza
come in un lampo, e la vide sciogliersi per riformarsi nelle sembianze d’una
orribile vecchia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">S’era appena
riavuto dallo spavento, che la vecchia prese a incalzarlo spintonandolo,
urtando la spalla contro la sua. Provava un senso di ribrezzo, ma non riusciva
a staccarsi. Come nell’autobus affollato quando ti si incolla addosso una
presenza sgradita, ma non riesci a spostarti, per liberarti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Che vuoi?” chiese
infine facendo il seccato, cercando di darsi un tono.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Se vuoi queste
pietre le facciamo diventare soldi, le facciamo diventare pane?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Non capiva il
senso di quella proposta, non capiva che analogia ci poteva essere tra quella
scena e quella del Vangelo, alla quale pure quelle parole gli sembrava che in
qualche modo dovessero riferirsi. Pensò
si trattasse d’una formula magica, a cui era tenuto a contrapporne
un’altra. Per fortuna si ricordava bene la risposta:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Non di solo pane
vive l’uomo, ma di ogni parola che viene da Dio”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Aveva pensato
giusto! A quelle parole la vecchia si era sciolta come aveva fatto prima Vinadia. Al suo posto
era comparso un uomo vestito come un romano, o meglio come un apostolo. Forse
gli faceva tornare in mente una figura
vista in qualche quadro di qualche
chiesa. Senza sapere bene perché, finì col pensare si trattasse di Giuda. Con
la nuova figura era cambiata anche la scena. Si trovavano ora sulle rive d’un lago.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Hai cambiato
l’acqua in vino?” gli chiese, ma la domanda era retorica, “hai sfamato
cinquemila persone?” continuò, “hai guarito ogni sorta di malati?...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Guarda che ti
sbagli,” lo interruppe Luciano, “non sono io...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ma l’altro
continuò come se non avesse sentito l’interruzione:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Puoi anche
resuscitare i morti. Ma cosa credi di ottenere se anche lo facessi, oltre
all’ingratitudine ed all’invidia? Più darai agli altri e più gli altri ti
odieranno, offesi dalla provocazione del tuo comportamento, offesi dalla tua
disponibilità...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Pensò a quale
potesse essere la formula per farlo smettere. Gli pareva d’essere finito in una
sorta di gioco a quiz...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ama il prossimo
tuo come te stesso!” si provò a dire. Esatto! Giuda infatti scomparve (se poi
era veramente Giuda!).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Cambiò di nuovo la
scena e si trovò in una prigione. Una di quelle dove i primi cristiani venivano
raccolti, per essere dati in pasto ai leoni. Accanto a lui invece di Giuda
c’era un angelo. Bianche e luminose le vesti e le ali (anche questa scena
l’aveva forse già vista in qualche quadro). E lui era condannato a morte, lo
sapeva, sarebbe stato crocefisso.
L’angelo però aveva in mano una spada fiammeggiante e si offriva di salvarlo.
Avrebbero ucciso, diceva, tutti gli ingrati e gli invidiosi e avrebbero fondato
il regno dell’amore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Non aveva l’idea
di quale potesse essere la formula.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Con la spada non
si fonda l’amore!” mormorò, ed era soltanto una riflessione tra sé e sé.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">La frase fece comunque
l’effetto d’una formula magica, oppure intervenne qualcosa di estraneo che determinò lo
sviluppo della scena, si trovò infatti
di nuovo ai bordi del ruscello, e c’era di nuovo Vinadia, al posto di Maria l’amica
d’infanzia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Che strano
sogno!” ed era ancora soltanto una riflessione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ma forse senza
accorgersene aveva parlato e lei l’aveva sentito: “Non è un sogno,” replicò.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Che altro può
essere stato se non un sogno! E poi la stranezza di mescolare con i Celti il
Vangelo!”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Non c’è nulla di
strano, siamo nel mondo dell’invisibile dove il tempo e lo spazio si fondono
nei simboli. I simboli sono gli stessi, dovunque ed in ogni tempo, sono gli
strumenti con i quali il mondo invisibile interagisce con quello visibile. Non
ti ho portato in un luogo o in un tempo, ma nell’Invisibile nel Nostro Oriente
che non è un paese o una entità geografica, ma la patria e la giovinezza
dell’anima, il Dappertutto e l’In-Nessun luogo, l’unificazione di tutti i
tempi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“E’ una citazione
da Hesse,” la interruppe, “Il pellegrinaggio in oriente.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Sorrise. “L’ho
fatta, per aiutarti a capire. Hai incontrato il tuo essere quale avrebbe potuto
diventare, ma non è diventato. Avresti potuto fermarti a giocare al ruscello per continuare a vivere
la vita come un gioco...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ma la vita non è
un gioco!”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“E che altro può
essere se non un gioco? Per noi, che voi chiamate “barbari”, era un gioco, per voi è diventata una
finzione e quindi una farsa, e questa la chiamate civiltà. Ingenuo è colui che
non si mette la maschera, che si presenta così com’è, ma per la vostra civiltà,
l’ingenuità è il più grande dei difetti...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Tante altre cose
gli aveva detto Vinadia che però non riusciva a mettere a fuoco nel ricordo.
S’era svegliato sorpreso d’avere sognato e di ricordare per la prima volta se
non tutto, buona parte del sogno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Anche lui, non sognava mai. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<h1>
<span style="font-size: 22.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"> </span></h1>
<h1>
<span style="font-size: 22.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"> </span></h1>
<h1>
<span style="font-size: 22.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"> </span></h1>
<h1>
<span style="font-size: 22.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"> </span></h1>
<h1>
<span style="font-size: 22.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"> </span></h1>
<h1>
<span style="font-size: 22.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"> </span></h1>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<h1>
<span style="font-size: 22.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"> </span></h1>
<h1>
<span style="font-size: 22.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"> </span></h1>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<h1>
<span style="font-size: 18.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Cap. 6<o:p></o:p></span></h1>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify; text-indent: 49.65pt;">
<span style="font-family: "kelt"; font-size: 18.0pt;"> Pitagora</span><span style="font-size: 22.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Quando Maria di Raveo aveva pensato a Luciano come persona ideale alla quale confidare il proprio sogno sulle Laurisce non
si sarebbe certamente aspettata di avere
di rimando tutto quello che l’amico gli aveva raccontato del suo
rapporto con i Celti, attraverso i sogni o racconti suoi e delle sue amiche. Aveva sentito il bisogno di
raccontare per avere in cambio parole di assicurazione, qualche spiegazione che
le consentisse di superare la preoccupazione che le era rimasta a seguito di
quel sogno così strano. Invece di rincuorarla e di convincerla a dimenticare
Lauriscia, Luciano, gli aveva in qualche
modo posto il problema analogo, del suo rapporto con Vinadia, con le varianti
dei sogni delle altre due Marie. Il tutto pareva potersi intrecciare e
ricomporre in qualche modo all’interno dello stesso mosaico. Mancavano però
troppi tasselli perchè fosse possibile
leggere con chiarezza, il disegno complessivo, il messaggio che il
mosaico avrebbe dovuto comunicare. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">S’erano lasciati su queste considerazioni, dandosi
appuntamento a presto, per “chiarirsi le idee” a vicenda. Ma Luciano non
immaginava certo di dover tornare in fretta
al paese di lei già la mattina del giorno dopo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Si stava precipitando in macchina perché gli aveva appena
telefonato che c’era stato un incendio al “monastero”. Era già stato spento.
Non c’erano molti danni. Ma sembrava comunque fosse stato appiccato da
qualcuno. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">L’ansia con la quale Maria gli aveva comunicato queste
cose, era diventata la sua ansia di raggiungerla il più presto possibile. Non
era solito correre in macchina. Preferiva partire sempre cinque minuti prima,
per arrivare senza dover correre. La macchina è un piacere senza lo stress
della fretta del dover arrivare. Quel giorno però voleva correre, perché gli
sembrava cortese verso l’amica arrivare rapidamente, o forse anche per la
curiosità di vedere con i suoi occhi il mistero quell’incendio, probabilmente
doloso, come gli aveva detto Maria, spento subito appena scoppiato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">No, non poteva essere
solo la curiosità per un incendio o la cortesia a spingerlo a correre.
Sentiva dentro la necessità di correre, perchè sentiva dentro l’urgenza
d’arrivare. Era come un richiamo profondo non definibile, come se il suo essere
avesse intuito l’esistenza d’un rapporto con quell’incendio, e sentisse il
bisogno urgente di capirne la relazione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Come poteva
apparire inspiegabile l’ansia di Maria
nel raccontargli d’un fatto già concluso, così era inspiegabile la sua urgenza
d’arrivare, ove la sua presenza non sarebbe stata necessaria.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ma vuoi perché quando vogliamo correre ci sembra che
tutti gli altri vadano piano, vuoi perché in effetti quella mattina il traffico
era particolarmente lento e pesante, malgrado qualche sorpasso azzardato, non
gli era mai riuscito di lanciare la macchina a piena velocità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Mentre armeggiava nervosamente tra freno e frizione,
scalando e rimettendo le marce, pensava a chi mai poteva essere stato ad
appiccare il fuoco al monastero...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Fra le cose originali che caratterizzavano il paese di
Raveo, la più notevole é senza dubbio il convento. Di solito un monastero è
proprietà di un ente o di una istituzione religiosa. Quello di Raveo era invece
privato, di proprietà d’una famiglia di amici di Maria. Lei aveva avuto così la
possibilità di visitarlo spesso, ci aveva lavorato anche, aiutando gli amici a
rimetterlo a posto, quando era stato danneggiato dal terremoto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Non era
evidentemente abitato né da frati né da suore. Era ormai inutilizzato da diverso tempo. Era stato costruito nel
Cinquecento e rifatto ed ampliato successivamente. Nel Settecento si aveva
notizia che fosse diventato il centro culturale e scolastico per gli studi
superiori di tutta la Carnia. Lupieri,
un medico del tempo, nei suoi diari ricorda le giornate passate a studiare
latino tra quelle mura.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">E’ una piccola costruzione a due piani, situata a mezza
costa sul declivio ai piedi del quale sorge il paese. A metà strada tra
l’abitato e il monte Sorantri, sia
percorrendo l’attuale carrareccia asfaltata che dal paese porta agli altipiani
di Valdie, sia seguendo la vecchia carrareccia lastricata che in passato veniva
usata per portare in paese, con le slitte, il fieno dei prati di alta montagna.
La nuova strada delimita la proprietà del monastero verso nord, mentre la
vecchia lo delimita a sud. Alla parte residenziale si affianca una piccola
cappella dedicata a S. Rocco.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Il fabbricato è ora completamente immerso nel bosco. In
passato però quando ci abitavano i frati, probabilmente non c’erano gli alberi
davanti, e dal cortile l’occhio poteva
spaziare su tutta la valle nella quale il Tagliamento scorre insinuandosi tra
le quinte di montagne che segnano le
vallate degli affluenti. Ogni volta aveva pensato che gli sarebbe
piaciuto tagliare quegli alberi, riaprire al convento quegli orizzonti…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Quando, con questi pensieri, finalmente arrivò a Raveo, a
casa di Maria non trovò nessuno. Pensò che fosse andata a tener compagnia agli
amici proprietari del convento. Nel cortile di questi trovò infatti che s’era radunato tutto il paese. Gli uni
erano già stati su al convento a vedere,
e raccontavano, gli altri ascoltavano e commentavano. Tutti erano presi da una
sorta di frenesia, coinvolti da quella novità che finalmente aveva rotto la
monotonia della vita del borgo. Nei paesi è sempre così. Lo ricordava
dall’infanzia, qualsiasi fatto nuovo viene vissuto come una sorta di
liberazione dal grigiore della quotidianità. Sembra quasi si viva nella speranza
e nell’attesa che avvenga qualcosa di nuovo. E quando avviene, si diffonde
l’eccitazione di chi ha avuto qualcosa da sempre desiderato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Vedendolo entrare in casa, Maria lasciò di colpo le donne
con le quali stava parlando.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Finalmente!” gli disse a mo’ di saluto, venendo verso di
lui, e nel tono con il quale aveva pronunciato la parola, lasciava intendere
l’ansia con la quale lo stava attendendo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Non ne capiva il motivo! Che cosa avrebbe potuto portare
lui con la sua presenza? E poi, se si fosse trattato d’un incendio scoppiato a
casa sua, ma si trattava d’una casa d’amici, d’un convento disabitato. Per
giunta l’incendio era già stato spento, ed al massimo restava da fare la
denuncia ai carabinieri di Villa Santina perché aprissero una inchiesta,
nell’improbabile speranza di trovare chi aveva appiccato l’incendio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ho corso come un matto. Sono venuto il più presto
possibile,” rispose un po’ risentito per l’implicito rimprovero che c’era nelle
parole di lei. Anche se fosse arrivato
in ritardo, cosa sarebbe cambiato? Certo, la sollecitudine è in relazione con
la simpatia che proviamo nei confronti della persona che richiede il nostro
intervento. E lui per quella donna sentiva un sentimento di profonda amicizia.
Come se alla morte del primario, per successione, avesse dovuto prendere il suo posto non solo all’interno
dell’ospedale, ma anche nei rapporti all’interno della famiglia. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ma la sollecitudine deve essere anche in relazione con il
bisogno! E in questo caso non aveva senso tanta fretta, dal momento che si
trattava d’un problema che riguardava altri, e peraltro per il momento già
risolto. Non si aspettava un rimprovero, anche perché in verità aveva corso,
era venuto con la massima fretta possibile.
Come non si era spiegato prima la fretta così ancora meno si spiegava
l’apprensione ed il rimprovero racchiuso in
quel brusco “finalmente!”. A meno che non ci fosse una relazione tra la
fretta di lei e la fretta con la quale egli era venuto, tra l’apprensione di
lei e l’inspiegabile urgenza che anche lui s’era sentito dentro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Andiamo su a vedere” proseguì lei, più come ordine che
come invito, prendendolo anche per mano per costringerlo a seguirla.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ma aspetta almeno che saluti,” obiettò.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Avrai tempo al ritorno.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Certo che avrebbe avuto tempo al ritorno, ma andarsene
così senza neppure salutare quelle persone che pur conosceva, senza neppure
usare la cortesia di informarsi su come fossero andate le cose…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Aspetta. Non c’è nessuna fretta,” replicò, ed avrebbe
voluto insistere. Maria però lo
costrinse a mettere da parte ogni esitazione o problema di cortesia ed a seguirlo, strattonandolo con decisione.
Che diavolo stava succedendo! La sua inutile ansia, l’agitazione di Maria e la
sua prepotenza nell’obbligarlo a seguirla...Che giornata era mai quella!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Appena fuori, in macchina, capì il motivo di tanta
fretta, almeno da parte di lei. Gli disse subito, infatti, appena chiusa la
portiera, come liberandosi d’un peso già
troppo a lungo portato:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Mentre andiamo ti devo raccontare un sogno...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Un altro ancora?” sbottò tra il rassegnato e lo
spazientito.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ti secca?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“No. Ma, te l’ho già detto ieri, è un po’ di tempo, che tutti mi vogliono
raccontare dei sogni, come se fossi uno psicologo. Sai bene che sono un
chirurgo e che non ho alcuna dimestichezza con i sogni e le loro possibili interpretazioni.
Anche ieri, con il sogno del rogo di quella ragazza, non ti sono stata certo d’aiuto.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Sento la necessità di raccontarlo ad un amico, non ad un
medico” ribatté risentita. “E tu sei l’unico amico con il quale posso confidarmi”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Grazie per la fiducia! Ma non capisco tanta urgenza per
raccontare un sogno. Potevamo aspettare un momento. Siamo anche spariti senza dire niente, senza
neppure salutare.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Non c’è problema, i proprietari del convento li
ritroveremo al ritorno ancora lì. Ma io
avevo l’urgenza di confidarmi con qualcuno, perché...non so come dirtelo, ma il
mio, questa volta ne sono sicura, non e’ certamente un sogno.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ci risiamo,” pensò lui. Anche il giorno prima aveva tenuto a precisare che il suo racconto si riferiva
ad un sogno che in effetti non era un sogno, e anche le altre Marie, per i loro
racconti, avevano detto la stessa cosa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ma cosa dovrebbe essere
dunque, se non un sogno?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Lei prese allora a raccontare che la sera prima in verità
non era neppure andata a dormire. Si era fermata in salotto a finire un lavoro
a maglia. Si ricordava ancora perfettamente di come, seduta sul divano, stesse
calcolando i punti per risolvere un passaggio complesso del suo lavoro. Per
verificare che l’angolo fosse retto, misurava sei su un lato, otto sull’altro,
controllando poi se l’ipotenusa
corrispondeva a dieci.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Aveva saputo che
si faceva così. Lo faceva allo stesso modo il muratore misurando l’angolo della
casa, e il falegname l’angolo del tavolo. Suo fratello gli aveva spiegato una
volta che si trattava di un modo elementare di applicazione del teorema di
Pitagora, ma lei non s’era neppure fatta premura di capire che relazione ci
potesse essere tra il teorema e il suo sistema pratico di misurare sei ed otto
e controllare che la distanza tra i punti così individuati fosse dieci, per
essere sicura di costruire una forma ad angolo retto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Si ricordava perfettamente di come stesse misurando con
il metro delle sarte sei da una parte e otto dall’altra, quando qualcuno aveva
interferito nel suo ragionamento dicendo: “Trentasei, il quadrato di sei, più
sessantaquattro il quadrato di otto, fanno cento, la cui radice quadrata è
dieci. Appunto perché il quadrato costruito sull’ipotenusa è uguale alla somma
dei quadrati costruiti sui cateti”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">S’era addormentata mentre misurava, e il sogno si era
innestato, senza soluzione di continuità, con quel che stava facendo prima di
addormentarsi? O si trattava invece d’una visione?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Chi aveva parlato comunque, era senza dubbio un uomo uscito da un film ambientato al tempo dei romani.
Portava una corta tunica bianca e sopra un largo mantello verde. Ai piedi
calzava una sorta di sandali, allacciati alla caviglia. Aveva i capelli neri e
corti e un viso bruciato dal sole come quello dei contadini alla fine
dell’estate. Ma ciò che l’aveva impressionata maggiormente, e le restava
ancora vivo nel ricordo, era lo sguardo
di quella persona. Gli occhi erano... come non ne aveva visti mai! Vivaci ed
attenti, ed allo stesso tempo remoti, profondi e sfuggenti. Come l’acqua del
rio Chiantone, quando si raccoglie negli incavi nella roccia levigata, e si
intravede tra il folto del bosco, mentre riflette un raggio di sole filtrato
tra le foglie degli alberi .<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">In un primo momento aveva avuto l’impressione che quella
presenza gli fosse comparsa in casa, nel salotto ove stava sferruzzando. Ma
quando la sorpresa per lo sconosciuto e
per le sue parole erano venuti meno e la sua attenzione aveva potuto spostarsi
sul contesto, si era accorta di essere in un altro locale, che pure le sembrava
familiare, ma che non riusciva a riconoscere, anche per la stranezza delle
persone che lo occupavano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">La stanza era lunga e stretta e lei si trovava su uno dei
lati minori. Sulla parete dietro a lei,
s’apriva una porta, su quella di fronte invece c’erano tre finestre strette ed
alte, chiuse da una volta ad arco. Quella centrale era più alta, le altre due
la affiancavano simmetriche. Non c’erano altari od altri segni particolari, ma
forse proprio soltanto la disposizione delle finestre, creava l’impressione che
ci si trovasse in una chiesa, o comunque in un luogo di culto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">L’uomo che aveva parlato, stava a ridosso della finestra
di destra, sulla parete di fronte. Al suo fianco c’era un vecchio con i capelli
bianchi ed incredibilmente lunghi, che scendevano fino al petto, come quelli
d’una donna. Bianca era anche la barba che pure scendeva lunga, fino alla
cintola. Portava anche lui una tunica bianca e corta, ma sotto aveva dei
calzoni bianchi che si chiudevano al malleolo sui piedi nudi. La sala era piena
di gente vestita come il vecchio. Alcuni avevano come lui i capelli bianchi,
altri, i più giovani, erano invece
biondi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Se anche lei fosse vestita nel sogno come loro, se gli
altri si fossero accorti della sua presenza, ed avessero notato la sua
diversità, non ricordava. Si era sentita presente, nella sala, senza vedersi
presente, e si era infine anche resa conto di trovarsi proprio nella sala
grande del convento. Le tre finestre erano una invenzione del sogno perché
nella realtà non ci sono, eppure, malgrado la diversità dei particolari, aveva
la netta sensazione e la certezza di trovarsi al convento.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Il personaggio vestito alla romana che era entrato nel
suo ragionamento ripetendole il teorema di Pitagora, si riprese, come se avesse
fatto una divagazione fuori luogo, e volesse tornare a quanto stava dicendo
prima. Sembrava stesse tenendo un conferenza, affiancato dal vecchio, che lo
assisteva e lo presentava.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Scusate la divagazione,” riprese infatti, “come vi stavo
dicendo, sono un uomo, un filosofo direbbero i miei concittadini abitanti della
Grecia, che sta studiando per darsi delle risposte sul senso della vita. Quando
ho saputo dai mercanti cercatori d’ambra, che sulle montagne al nord, dove
finisce il mare Adriatico, c’erano popoli tutt’altro che barbari che avevano
sviluppato una teoria molto interessante sul senso della vita, non ho resistito
ed ho voluto venire a cercarvi, e da Crotone nella Magna Grecia, dove nel
frattempo mi sono trasferito, mi sono imbarcato con la prima spedizione che
risaliva nuovamente l’Adriatico. Ma di me vi ho già detto troppo, vi ho già
raccontato di come si vive sulle sponde del Mediterraneo. Se sono venuto fin
quassù è per imparare, non per raccontare.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Allora aveva preso a parlare il vecchio, con una voce che
sembrava esile e stanca. Ma le sue parole si sentivano distintamente,
risuonavano dentro al cervello, come se stesse parlando vicino all’orecchio, o
si sentisse in cuffia. I lineamenti del suo volto si confondevano nel bianco
dei capelli e della barba. Sembrava che fosse la macchia di bianco a parlare e
non un uomo, e il bianco dei capelli, della barba e del vestito, fondendosi con
il bianco della parete, dava l’idea che le parole venissero dall’infinito, come
dall’infinito del cielo dovevano essere venute a Mosè le parole della legge sul
Sinai, riflettendosi nelle vibrazioni del fuoco del roveto ardente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“La nostra non è una teoria” prese a dire, “ma la verità.
Come il tuo teorema non è una teoria ma è una verità, scoperta da te, ma che
esisteva indipendentemente da te e prima di te.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Così prima del mondo c’era la legge che ha fatto il mondo
e la legge è Dio che noi chiamiamo Lug. Non c’era la luce ma solo la sua
mancanza, e c’era il dio Ogmios lo spirito che vede senza la luce. Si formò
allora il suo contrario Dàgda la luce, il mondo. Con la morte di Dàgda, Ogmios
può ricomporsi nell’unità con Lug. Come
nel cosmo così nel microcosmo d’ogni uomo, c’è lo spirito che pensa e vede
senza bisogno della luce e il corpo che vede nella luce, l’unità si realizza
nella morte del corpo, che consente allo spirito di riunirsi a Lug. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Il nostro ragionamento si sviluppa dalla parte del corpo,
e quindi pensiamo che la luce sia bene e le tenebre male. Basterebbe pensare
che il nostro pensiero, la parte più nobile di noi, si sviluppa meglio nelle
tenebre che nella luce...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ora capisco,” aveva commentato il greco, “perché da noi
si dica che siete discendenti della
Notte e che non calcolate il tempo contando i giorni ma le notti, e che anche
le date natalizie e il principio dei mesi e degli anni li contiate facendo
incominciare le giornate con le notti…”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Luciano e Maria erano intanto arrivati al convento.
Dovevano lasciare la macchina e procedere a piedi per un centinaio di metri
attraverso uno stretto sentiero. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Continua!” le disse, aprendo la portiera per scendere
dalla macchina, e confermandole il suo interesse per ciò che gli stava
raccontando.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“No!” disse lei “prima che tu vada giù, devo dirti
l’ultima parte del sogno. Ti finirò un altra volta il racconto di che cosa si
sono detti il vecchio e il giovane vestito alla romana. Ma ciò che non posso
rimandare di dirti è la parte conclusiva del
sogno.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Dopo aver finito di discutere, (aveva ripreso a
raccontare, obbligandolo a chiudere la macchina) il vecchio era uscito, seguito
da tutti gli altri in processione. Si erano quindi recati nel cortile davanti
al convento, disponendosi a semicerchio. Avevano di fronte la parete
dell’edificio, nella quale campeggiava una grande meridiana. In terra, al
centro del semicerchio, c’era una sorta di ruota fatta con stecchi, raccolti in
piccole fascine accostate e legate in modo da simulare appunto il cerchio
esterno e i quattro raggi di una ruota. Il vecchio, con una torcia, aveva poi
appiccato il fuoco in più parti, e la
ruota s’era trasformata in un falò. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Le fiamme lambivano la parete con la clessidra, e il
ferro centrale che segnava le ore con l’ombra del sole, al riflesso delle
fiamme sviluppava delle ombre che si muovevano come impazzite, come a
significare, aveva pensato, che il tempo dell’uomo fosse impazzito.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Fu allora che fu risvegliata dalle grida dei vicini di
casa che davano l’allarme perché s’era visto del fuoco, a mezza costa sulla
montagna, probabilmente in corrispondenza del convento. Era corsa anche lei,
con i primi, per spegnere l’incendio. Ma al loro arrivo avevano trovato che il fuoco si era già spento da solo.
Avevano solo potuto constatare che c’erano veramente in terra
i segni d’un falò con le ultime braci, e il muro di fronte era annerito
dalle fiamme.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ecco”, concluse “per questo sentivo il bisogno di
raccontarti, per questo ti dicevo che
non sapevo se si fosse trattato d’un sogno, o non so di che altro. Il fuoco del
sogno c’è stato davvero!...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Come il fuoco del sogno?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Vai avanti, che ti faccio vedere...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="BodyText2" style="margin-left: 2.0cm; text-indent: 1.0cm;">
Scesero
al convento, lui davanti e lei dietro, come l’assassino che ha paura di
tornare sul luogo del delitto nel timore si possano trovare le prove della sua
colpevolezza. Arrivato nel cortile, anche Luciano rimase sbalordito e
sconcertato allo stesso tempo. In effetti c’erano i segni d’un fuoco, d’un falò
o di qualcosa del genere. Guardando attentamente si vedeva che i carboni erano
disposti come a formare una ruota con quattro raggi. Il falò era stato acceso
quasi a ridosso della parete. L’intonaco era infatti sporco di fumo. Si
avvicinò al muro, per guardarlo attentamente, come si guarda ad un quadro per
vedere la composizione delle pennellate, e gli parve d’intravedere dei segni,
sotto all’ultima mano di calce, con la quale era stata imbiancata la facciata.
Credette anche di riuscire a ricostruire il simbolo d’un numero romano, forse
quel che restava d’una meridiana, ma non
disse niente a Maria.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Lei lo stava a guardare con l’ansia con la quale il
paziente guarda al medico che con le mani percorre il suo corpo, tastando,
battendo e premendo, alla ricerca dei sintomi d’un qualche male.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Cosa mi dici?” chiese infine.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Cosa avrebbe potuto rispondergli? Che non ci capiva
nulla? Che comunque il suo scetticismo innato lo portava a ritenere che da
qualche parte ci dovesse essere una soluzione al presunto mistero?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Al limite poteva essere stata proprio lei, da
sonnambula...Ma come aveva poi fatto a rientrare se le grida dei vicini
l’avevano svegliata sul divano di casa? Ma se anche l’avesse fatto da
sonnambula, per quale strano impulso avrebbe dovuto fare un falò a forma di
ruota?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Rientrati in paese trovarono la casa degli amici
proprietari del convento ancora occupata dagli ultimi curiosi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Dove siete finiti, senza dire niente?” chiese qualcuno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Maria ha voluto
farmi vedere,” rispose Luciano più che altro per scusare il comportamento di
lei nei loro confronti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Cosa le è parso?” <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Mah! Non saprei...Sono
già stati avvertiti i carabinieri?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Non ancora!”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Direi di non farlo. E’ senz’altro opera di un balordo che
ha voluto fare uno scherzo. Non andrei a fare ulteriore confusione...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 2.0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<h4>
Cap. 7</h4>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "kelt"; font-size: 18.0pt;">Bordana.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Di confusione
c’era già troppa, almeno nella sua testa. Aveva sempre creduto d’essere un
laico, uno che, (era solito dire), come san Tomaso crede soltanto a ciò che
vede, ma ora, dopo l’ultimo racconto di
Maria, gli si andava formando nella mente una teoria che aveva dell’assurdo. E
pur assurda, gli sembrava credibile!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Da qualche parte
c’era qualcuno che lanciava messaggi in forma di sogni. La fantascienza ci fa
immaginare come possibile il fatto che dallo spazio qualcuno possa lanciare dei
messaggi. Perchè non pensare che sia possibile un lancio analogo, dal tempo,
invece che dallo spazio?<o:p></o:p></span></div>
<div class="BlockText" style="margin-right: 56.65pt;">
E così, cercando di darsi una
interpretazione del sogno (o della visione) di Maria, riusciva persino a
immaginare che Pitagora nelle sue peregrinazioni nel Mediterraneo, si fosse
veramente spinto fino ad incontrare i
Carni.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Nella storia della
filosofia si legge che, nell’evoluzione del pensiero greco, è stata uno
sviluppo a sorpresa ed una innovazione non prevedibile, l’intuizione di
Pitagora sull’immortalità dell’anima. Perché allora escludere che il filosofo sia potuto veramente
venire in contatto con popoli che
avevano già sviluppato una tale idea? I
seguaci del filosofo, per spiegare l’originalità delle sue scoperte,
sostennero che le sue rivelazioni gli venivano
dal rapporto con una certa
Temistoclea sacerdotessa di Delfi. Alla fin fine, pensava, è meno fantastico e più credibile ritenere che
il suo rapporto, piuttosto che con una profetessa, sia avvenuto con la cultura
d’una società, al di fuori della civiltà mediterranea, che aveva un pensiero
filosofico più sviluppato di quello greco.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Per chi ritiene
che il Mediterraneo sia stato il centro dello sviluppo della civiltà europea,
l’ipotesi non può che essere valutata una cialtroneria. Ma chissà di quanto si
discosta la storia scritta, dalla vera storia dell’umanità!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Che in quegli
stessi anni, nel 600 a.C., quando
fondarono Marsiglia, i Greci abbiano
risalito anche l’Adriatico, costituendo una omologa base, dall’altra parte
della penisola italica, non si può escludere. E questa potrebbe essere
l’origine di Aquileia preromana. Non è quindi da escludere neppure che i greci
siano venuti in contatto anche con le popolazioni carniche attestate sulle
montagne che fanno da cerniera alla costa altoadriatica. Del resto, i
ritrovamenti fatti ad Hallstatt, vicino a Salisburgo, dimostrano lo sviluppo e
lo splendore raggiunto dalla civiltà celtica nell’area dell’Alpe Adria.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">D’altra parte ci
doveva pur essere una spiegazione al fatto che Maria aveva avuto una visione,
allucinazione, sogno o che altro dir si voglia, nella quale un greco parlava
del teorema di Pitagora ed un celta invece spiegava i concetti della metempsicosi o trasmigrazione delle anime.
Come avevano potuto nella sua mente mettersi in relazione le due cose? Come
aveva potuto riuscire ad inventarsi lei, pur nella libertà delle immagini del
sogno, che in un convento disabitato, qualcuno vestito d’una strana foggia di indumenti, parlasse delle anime che vivono
senza il corpo?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Per lei, il
monastero era stato costruito nel Cinquecento. Lo poteva quindi immaginare
abitato soltanto da frati. Poteva immaginarsi domenicani invece che cappuccini,
ma non poteva pensare a frati che non esistono, con delle tuniche corte sotto
alle quali si vedevano i calzoni. Lei non poteva sapere della relazione
istituita dallo storico Diodoro quando dice che tra i Celti “vive ancora la
fede di Pitagora nell’immortalità dell’anima e nella successiva rinascita” e
tanto meno poteva pensare di rovesciare la relazione, pensando che invece sia
stato Pitagora a fare propria ed a portare in Grecia, la fede dei Celti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">S’era in seguito
fatto raccontare più volte da Maria quello strano sogno, e restava sempre
colpito dal fatto che anche lei, come le altre Marie, la Svualda e la Mede, lo
ripeteva sempre con le stesse parole, come si trattasse d’ un copione imparato
a memoria, e con le identiche parole
ripeteva la lezione del vecchio Druido al presunto Pitagora. Una teoria che non era quella della metempsicosi,
cioè della possibilità dell’anima di trasmigrare in altri corpi, ma una sua
evoluzione ancora più concettualmente raffinata: quella dell’anima che vive
immortale oltre il corpo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Tra le varie
congetture ed interpretazioni sulla religione dei Celti che gli studiosi vanno
elaborando, nel sogno di Maria, trovava conferma quella che Luciano aveva già
finito per condividere e fare sua.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">I celti avevano
anticipato in qualche modo il concetto di base dell’informatica: tutto e
riconducibile all’antinomia tra zero e uno, e quindi tra pari e dispari, tra
acceso e spento. L’azione dello spegnere è irrilevante perché non è uno stato,
ma un momento di passaggio. Così l’uomo, può essere corporeo od incorporeo. La
morte come l’atto dello spegnere non esiste, le due condizioni sono la vita e
l’immortalità. L’uomo è un essere spirituale che sta vivendo con il corpo una
esperienza materiale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Da una sorta di
limbo o di Eden nel quale l’uomo vive senza la coscienza di sé, l’individuo
viene gettato nella vita, a fare l’esperienza di sé, per tornare
nell’immortalità con la coscienza del proprio esistere, e della propria
individualità. Questa era in sintesi la loro concezione della vita.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">In questa ottica,
come racconta Cesare, i Celti piangevano per la nascita e gioivano per la
morte. In questa ottica si possono capire, o almeno assumono un significato
diverso, anche i sacrifici umani che secondo gli storici testimoniavano la
“barbarie” dei Celti, e soprattutto si capisce e si spiega facilmente, lo
sprezzo della vita che faceva dei Celti guerrieri terribili ed esaltati che
combattevano come kamikaze ed a corpo nudo. La convinzione sulla migrazione
dell’anima da un corpo all’altro, ricorda ancora Cesare, eliminando il timore
della morte, diventa il più grande incitamento al valore. Tanto più, se invece
di trasmigrazione, si può parlare di immortalità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Della loro
filosofia, l’aveva colpito anche l’importanza simbolica attribuita al
numero tre. Come numero perfetto rappresentava la sintesi ed
il superamento della contrapposizione tra pari e dispari, tra uno e due. Allo
stesso modo, nella religione, Lug il principio, la divinità suprema, era la
sintesi di Dagda e del suo contrapposto Ogmios. In una sorta di anticipazione
del concetto cristiano della Trinità, immaginando che il Figlio sia il Dio del corpo, lo Spirito il
Dio dell’anima, e nella morte del corpo, lo spirito possa riunirsi nell’unità
del Padre.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Allo stesso
modo l’uomo, dallo stato di essere, con
la nascita, entra nello stato dell’esperienza e quindi della conoscenza, per riunirsi al Principio,
dopo la morte, nella sintesi di essere cosciente immortale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Avrebbe dovuto
farsi consigliare da qualcuno più esperto di lui. Non aveva una preparazione
filosofica e teologica sufficiente per
lasciarsi andare ad interpretazioni così spinte. Ma a chi avrebbe potuto
rivolgersi, senza essere preso per pazzo? C’era una sua amica che, in pensione
come insegnante, aveva deciso di laurearsi in teologia, forse da lei avrebbe
potuto avere qualche lume...<o:p></o:p></span></div>
<div class="BlockText" style="margin-right: 56.65pt;">
L’avrebbe dovuta contattare, e
soprattutto avrebbe dovuto contattare qualcuno che gli potesse smontare quella
pazza teoria sui messaggi venuti dal tempo. Mentre ci pensava, venne
casualmente a sapere che a Bordano c’era qualcuno che s’era fatta una
competenza particolare nella filosofia e nella religione dei Celti. In attesa
di trovare altre strade aveva anche deciso di contattare questa persona, che
aveva poi saputo essere un architetto.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Perché mai un
architetto?”, si chiedeva percorrendo la strada che dopo aver fiancheggiato il
lago di Cavazzo, sale accompagnata da una parte e dell'altra dalle case di
Interneppo, per raggiungere la sella ai piedi del monte S.Simeone, e poi
scendere a Bordano. “E perché mai in questo paese già fuori dalla Carnia, che
non può avere nulla a che vedere con i
Celti?” Così almeno pensava, (con la sua teoria per la quale i Celti s’erano
limitati ad occupare le valli più
interne delle alpi carniche), finché non si imbattè nella perpetua.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Stava
cercando del parroco del paese, con il
quale era in amicizia, per avere maggiori ragguagli sul fantomatico architetto
esperto di Celti. La vecchia che aveva risposto “avanti!” al suo bussare alla
porta della canonica, gli spiegò che il parroco non c’era, ma che sarebbe arrivato
a minuti e che quindi poteva accomodarsi ad attenderlo. Chiese anche d’essere
scusata perché non s’era alzata ad aprirgli la porta. “Sa, l’età, gli
acciacchi…”<o:p></o:p></span></div>
<div class="BlockText" style="margin-right: 56.65pt;">
“Capisco, capisco, non si
faccia un problema, commentò lui, accomodandosi al tavolo che occupava il
centro della stanza, prendendo posto sulla sedia più vicina all’ingresso. “Non
ha meno di novant’anni” pensò, incrociando gli occhi di lei che lo stavano
scrutando ed analizzando con estrema attenzione e grande curiosità.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Era seduta su una
sedia appoggiata alla parete di fronte all’ingresso. Sferruzzava, ma senza
guardare al lavoro, come se le sue mani si muovessero autonomamente per una
sorta d’inerzia che la costringeva a continuare in quell’esercizio fatto per
tutta la vita. Le mani giravano attorno al filo e gli occhi percorrevano un
loro filo logico, analizzando il nuovo arrivato, insistendo senza alcun pudore
a ripercorrerlo dalla testa ai piedi e dai piedi alla testa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Luciano si sentiva
imbarazzato per l’insistenza di quello sguardo addosso ed era pentito d’essersi
intrattenuto. Avrebbe potuto cavarsela con un “torno più tardi”, per attendere
il prete all’esterno, e invece s’era messo nelle condizioni di non potersi
sottrarre all’inquisizione di quei due occhi che tra le rughe del viso raggrinzito,
avevano mantenuto la vivacità e la curiosità di due occhi da bambino. La
vecchia peraltro non si accontentò dell’anamnesi visiva, finita l’analisi
oculare, passò alle domande, con altrettanta mancanza di pudore. “Perché vuol
vedere il parroco?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Non sono fatti
suoi!” sarebbe stata la risposta più logica, ma anche la più impossibile per il
rispetto che richiedeva l’età della vecchia. Pensò di sconcertarla con la
verità e le disse:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Sono qui per
chiedergli qualcosa dei Celti”. Invece che stupirsi la vecchia gli diede
l’impressione di trovare del tutto normale la domanda.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Allora è cascato
bene” disse, “perché la storia dei Celti la so io meglio di lui”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Quale storia?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Quella dei Celti
a Bordano. Sulla Bibbia e sul Vangelo, non metto lingua, anche se alle volte…
ma sui Celti, ne so più di lui.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Non aveva neppure
fatto in tempo a dirle che in verità lui non sapeva neppure esistesse una
storia dei Celti a Bordano, che era venuto soltanto per sapere qualcosa sull’architetto, che anzi
gli sembrava strano si potesse parlare di Celti fuori dalla Carnia, dal momento
che si era convinto si fossero insediati soltanto sulle montagne…lei, non gli
aveva lasciato la possibilità di aprire bocca, ed aveva preso a spiegare, come
se glielo avesse espressamente chiesto, con un
racconto, evidentemente già detto mille volte, ripetuto ancora una volta
con le stesse parole.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">A quei tempi,
aveva preso a dire, Bordano, il nostro
paese stava a guardia della porta di passaggio tra la Carnia ed il Friuli. Come
è oggi, messo in disparte dalla storia,
“al di là dell’acqua” del fiume Tagliamento, non sta proprio a guardia
di nulla. Ma una volta, la strada principale passava di là. I romani infatti
non si fidavano dei fiumi, sapevano delle piene impetuose e imprevedibili, per
questo tracciavano le strade lontano dagli alvei che potevano allagarsi,
creando problemi alla viabilità. La strada per salire dal Friuli in Carnia
appunto, invece che seguire il corso del fiume, deviava per l’ampia sella tra i monti S.Simeone e Nar-u-vint, che ora
sembra costituire una finestra naturale per consentire agli abitanti della Carnia di intravedere uno squarcio del
Friuli, ed a quelli del Friuli di godere della bellezza del panorama della
catena del Cogliàns. La sella, a quel tempo, oltre che la finestra, costituiva
anche la porta dalla Carnia sul Friuli.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Il preambolo
storico geografico, aveva il preciso scopo di far intendere che quella che
andava raccontando non era una leggenda ma che si trattava di una “storia” vera
che lei aveva sentito da sua nonna, che a sua volta l’aveva sentita dalla
nonna. Di nonna in nonna, giurava la vecchia, iniziando il racconto, la storia
risaliva a quelli che erano stati i testimoni.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“No, è proprio una
storia vera”, ribadì notando la perplessità di Luciano, che s’era ben guardato
tuttavia di fare qualche commento e di esprimere i suoi dubbi, e poi iniziò a
raccontare, assorta ad un tempo nel racconto e nel lavoro a maglia, con il
quale si accompagnava come se, in qualche modo
i due ferri potessero essere gli
strumenti del racconto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">A quel
tempo, continuò a dire, il nostro paese non c’era ancora. I primi uomini che
vennero ad abitare da queste parti, costruirono le loro capanne nell’altopiano sul monte S.Simeone. Perché
sul monte? Si domandava, per dare enfasi al suo discorso. Perché erano Celti.
Si rispondeva dopo un attimo di pausa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">I
Celti, (spiegava poi, con sicurezza incurante delle perplessità che
sull’argomento anima il dibattito tra gli storici) entrati dal passo di monte
Croce, si erano insediati in Carnia, scegliendo, per insediare i loro villaggi,
gli altopiani o i terrazzi di mezzacosta, piuttosto che i fondovalle. Sulla
nostra montagna, dalla quale si domina tutta la pianura friulana fino al mare,
avevano costituito una sorta di avamposto per tenere sotto controllo i
movimenti dei popoli della pianura, prima i Veneti e poi i Romani.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Per
quel che occorreva ad un popolo di pastori, sulla montagna c’era tutto: c’era
l’acqua, (prima che i terremoti facessero abbassare la falda) c’erano i prati e
c’era l’orizzonte. Cosa c’entra l’orizzonte? I celti avevano una grande
sensibilità, erano dei poeti, e sceglievano per insediare i loro villaggi,
località dove si potessero ammirare panorami di ampio respiro, dove si potesse
sentir salire, come loro dicevano “il respiro della valle”. E sul S. Simeone
non sale soltanto il respiro d’una valle, ma di tutta l’ampia pianura friulana.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Sulla
montagna si sviluppò negli anni un piccolo villaggio. Vissero in pace i celti,
in quella sorta di paradiso sospeso tra cielo e terra, per un paio di secoli,
finché non arrivarono i romani ad imporre
la loro presunta civiltà. Per la
necessità di presidiare il passo, i
terreni che danno verso il Tagliamento, furono assegnati, come era usanza, ad
un gruppo di veterani che veniva dal
Salento, in cambio appunto dell’impegno a difendere il passaggio tra la Carnia
ed il Friuli. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Gli
abitanti del villaggio sotto il monte, erano entrati presto in contatto con gli
abitanti del villaggio di sopra, e se anche gli uni erano latini e gli altri
celti si era realizzata subito un
intesa. La povera gente non ha mai interesse a
farsi la guerra. La differenza di etnia o di religione diventa un motivo
di scontro solo quando i grandi vogliono inventarsi una scusa per contrapporsi
e farsi la guerra, e per i loro giochi di potere costringono anche la gente a
schierarsi da una parte e dall’altra. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Gli
uni erano originari del centro Europa, gli altri del Mediterraneo, gli uni
facevano sacrifici a Beleno, gli altri a Giove. Per entrambi però il problema principale era quello
d’arrangiarsi a sopravvivere, perchè alla fine sia Beleno che Giove toglievano
loro qualcosa attraverso le offerte che la religione imponeva di
fare ai sacerdoti, ma non era poi così sicuro che questi dei, potessero veramente dar loro una mano,
in quelle che sono le necessità
quotidiane, per poter infilare un giorno sopra l’altro, con tante bocche
da sfamare. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Malgrado
la differenza di lingua presero a frequentarsi ed anche a scambiarsi i prodotti, e l’andirivieni di
celti e latini, segnò il primo sentiero che dalla sella porta al monte
S.Simeone. Presero anche a partecipare alle rispettive feste e in particolare
la festa di Samhain che il Celti
celebravano il primo novembre, finì per
diventare una festa comune.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Per i
celti era la festa della relazione tra la vita e la morte, della chiusura della
stagione del sole, per entrare nella stagione della notte. Fino a quel giorno
nelle capanne il fuoco veniva acceso soltanto per cuocere i cibi. Da quel
giorno invece, e per tutto l’inverno, sarebbe stato mantenuto acceso sempre,
per riscaldare la capanna, e per tenere lontano gli spiriti dell’inverno,
la notte dell’anno. Per questo, il
giorno di Samhain, il Druido, il sacerdote della loro religione, sul far della sera
, nella valle di sotto, ove ora sorge la chiesetta di S.Simeone, appiccava il
fuoco ad un grande falò, dal quale ognuno poi accendeva una torcia che si
portava a casa, per accendere il fuoco nel proprio focolare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">La
festa coincideva anche con il momento nel quale il bestiame doveva essere messo
nelle stalle per trascorrervi la stagione fredda. E quello era per tradizione
il giorno della selezione, della macellazione, e della preparazione della carne
salata per l’inverno. Era quindi la grande festa del popolo dei pastori, come
oltre un mese più tardi il popolo dei contadini a valle, avrebbe fatto festa
per l’uccisione del maiale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Erano originari da terre opposte e lontane
dell’Europa, eppure nelle tradizioni c’era qualcosa che li univa! Come li univa
la convinzione che quella fosse la notte dei morti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Per i celti era la magica notte di Samhain, la
notte nella quale si aprivano le porte dell’Aldilà e i morti venivano a
intrattenersi con i vivi, come pure faceva quella notte il “piccolo popolo” dei
folletti. Per i latini era la festa degli antenati, dei Lari, che gli abitanti
del villaggio ai piedi del S.Simeone, finirono per celebrare in modo del tutto
originale, recandosi sul monte, invece che al cimitero. Ancor oggi, commentava
la vecchia, interrompendo per un momento il lavoro a maglia, nel nostro paese
si ritiene che la sera dei morti, i nostri defunti salgano sul monte S.Simeone,
e che, sulla via del ritorno, passino poi a visitare le loro case. E le
tradizioni non nascono a caso!…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Alla
mattina, (riprendeva il racconto, assieme al movimento dei ferri), i latini
salivano sul monte per aiutare i celti nella macellazione del bestiame, poi a
sera partecipavano alla festa per l’accensione del fuoco, accomunati dalla
suggestione dei bagliori del falò che s’incrociavano con i riflessi del tramonto
che incendiava le ultime propaggini delle dolomiti carniche, gli uni pensavano
all’immortalità gli altri alla resurrezione nell’ultimo giorno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Infine,
anche gli uomini della pianura, accendevano le
loro torce nel grande falò, per
poi scendere al villaggio, ad accendere il fuoco nelle loro case. Da tutta la
pianura friulana la gente mentre accendeva fiaccole ai propri defunti, ammirava quel grande punto di fuoco sul
S.Simeone e quella catena di piccole luce che si snodava sinuosa seguendo i
ripidi tornanti del sentiero.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Così
per anni...E non a caso, ribadiva ancora la vecchia, anche oggi a Bordano, si
dice che la sera di Ognissanti, i morti escono dalle loro tombe per salire sul
S.Simeone. Forse, nella dimensione senza corpo, la festa tra celti e latini continua
ancora…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma nella storia invece, ci fu la guerra. Qualcuno a Roma aveva deciso
che anche la Carnia era dei Romani, ed avevano preso allora ad avanzare
minacciose le cohorti, salendo le valli carniche. I celti si ritirarono, alcuni
ripassarono le alpi, altri si attestarono negli altopiani meno accessibili.
Quelli del S.Simeone restarono isolati e si convinsero che avrebbero potuto
continuare ad abitare sull’altopiano, perché nessuno si sarebbe interessato ad
un piccolo gruppo di capanne, isolato su una montagna. I rapporti del villaggio
di sopra con quello di sotto continuarono, anche se nel frattempo sulla sella
ai piedi del S.Simeone s’era insediata una vera e propria guarnigione di
soldati romani.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Anzi,
destino volle che la figlia del comandante la guarnigione, si innamorasse di
Bor Dano, il figlio del capovillaggio dei celti. Il padre l’aveva sconsigliata,
aveva provato con tutti i mezzi a far in modo
che non si frequentassero. La storia avrebbe potuto cambiare, le
continuava a ripetere, e quando cambia,
guai a chi si fa trovare nei suoi ingranaggi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">La
figlia però non pensava alla storia di Roma, pensava soltanto alla sua,
stregata com’era dal fascino di quel ragazzo dai biondi capelli lunghi dagli
occhi azzurri, profondi e trasparenti come le acque del lago. Saliva rapida
come una cerbiatta sul ripido sentiero, mentre lui come se in qualche modo
l’avesse sentita venire, scendeva a grandi balzi. S’incontravano ogni giorno
sul “pulpito”, uno sperone di roccia aggettante sulla valle, da dove meglio si gode l’ampio panorama che
si apre sulla pianura. La fessura del mare che, lontano, segnava il passaggio
tra la terra ed il cielo, sembrava loro
la linea dell’infinito, dove era possibile inserire senza alcun limite i loro
sogni, dove era possibile far crescere speranze senza confini.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">La
guarnigione romana sapeva che non c’era nulla da temere da quel villaggio di
pastori, anche se erano Celti, ed avevano delle armi. Ma ad Aquileia, quando si
seppe di quella postazione nemica rimasta dietro le linee della conquista,
parve strano che la guarnigione ai piedi del monte, non avesse gia provveduto
ad eliminare quella sacca di resistenza. Si decise di mandare una intera cohorte ad eliminare
quell’anomalia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Quel
giorno, sul far della sera dalla pianura
si vide sul S. Simeone un fuoco molto più grande di quello della festa di
Samhain. Pareva si fosse incendiata la montagna. Ma non ricorreva la festa di Samhain, e non ci furono più
feste di Samhain sul S.Simeone.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Erano
stati uccisi tutti, ed i loro corpi erano stati arsi assieme alle capanne. Così
almeno aveva riferito il comandante della cohorte. Ma invece uno era rimasto.
Forse era il Druido che era riuscito a nascondersi e si era salvato…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Uno
solo era rimasto. Almeno così si diceva. Nessuno infatti l’aveva visto. Nella
sua solitudine, covando l’odio per la strage dei suoi, era diventato feroce come un animale ferito.
Aggrediva chiunque gli si avvicinava. E si cominciò a raccontare di gente che
aveva avuto il coraggio di salire sul monte e che non aveva fatto ritorno, di
gente che era stata sbranata... Si parlò d’un uomo che in verità non era un
uomo, ma un lupo... di ululati che nelle
notti di luna piena riempivano il bosco di faggi che copre la cima più alta del
monte, che fu soprannominata appunto la cima del Lòf, (del Lupo in lingua
friulana).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Erano
passati quasi cento anni da quando i celti erano stati sterminati, ed ancora le
nonne raccontavano alle nipoti ciò che aveva combinato e stava combinando sul monte quell’ultimo celta mezzo uomo e
mezzo lupo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ma
non è possibile! Sia che si tratti d’un uomo, sia che si tratti d’un lupo, dopo
tanti anni non può che essere morto”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Eppure!”
aveva soltanto saputo replicare la vecchia. “Eppure, Bordana, devi credere che
è così”. Bordana non era sua nipote, ma la vecchia centenaria che abitava nella
casa vicina al comando della guarnigione, la trattava come se lo fosse. Lei non
s’era sposata, non aveva nipoti cui raccontare le storie, lei era rimasta
legata ai sogni con Bor Dano sul “pulpito” guardando l’infinito. Ed ora s’era
affezionata a questa giovane, venuta da Roma, con un nome così stranamente
simile a quello del suo ragazzo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Che
coincidenza!” si diceva, “chissà se è di triste presagio!”. Ma questi commenti
li teneva per sè, ed alla ragazza non aveva neppure rivelato d’essere la protagonista di quel racconto. Il
suo viso, mentre raccontava, incartapecorito dal tempo e dal dolore, pareva quello d’una statua, non lasciava
trasparire alcun sentimento.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Bordana
era la figlia del nuovo comandante la guarnigione romana posta a difesa della
sella di ingresso alla Carnia. Ora il passaggio era diventato importate, la
strada era stata definitivamente sistemata e lastricata. Bordana aveva dovuto
lasciare Roma, con tutta la famiglia seguendo il padre. Era bella, piena di vita,
da bambina aveva sognato di poter partecipare alle feste della capitale ed ora
che aveva finalmente vent’anni, si ritrovava in una sperduta parte di mondo,
sulle prealpi carniche, a sentire raccontare le avventure impossibili d’un uomo
ultracentenario che sbranava le persone.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Per
rompere la noia del succedersi dei giorni nella monotonia del quotidiano tra quelle quattro casupole, addossate ai
tornanti della strada che dal fiume si inerpica fino alla sella, decise che
sarebbe salita sul monte per sfatare la leggenda del celta. Si sarebbe fatta
accompagnare da Tarneppus, il giovane attendente di suo padre.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Quando
gli fece la proposta, il giovane, che aveva sentito delle leggende riguardanti
la montagna, esitò:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Sai,
si dice che nessuno è mai tornato vivo da lassù.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Sono
discorsi da femminucce,” replicò lei.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Toccato
sul vivo da una provocazione così pesante fatta da una donna ad un soldato, o
forse soprattutto perché si sentiva del tenero nei confronti della figlia del
suo comandante, il giovane Tarneppus alla fine si arrese alle insistenze della
ragazza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Il
giorno programmato per la spedizione, il S.Simeone pareva imbronciato con un
cappello più grande del solito. Molto spesso, anche ora, attorno alla cima del
monte, s’addensa una nube come un grande cappello, per cui gli abitanti della
pianura per farsi le previsioni del tempo, guardano al S.Simeone per
controllare da che parte si mette il cappello. A Bordano invece si diceva che
le nubi s’abbassavano fino al avvolgere la cima della montagna per consentire a
S.Pietro di scendere a far tribunale assieme a S.Simeone.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Quel giorno però, il cappello era più fitto e più
nero del solito, e già questo avrebbe dovuto indurre i due giovani a desistere.
Ma Bordana era una ragazza di carattere, e Tarneppus, come capita a tutti i
giovani, a tu per tu con una bella ragazza, non riusciva a dir di no.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Salirono
velocemente la prima parte della
montagna, anche se non era facile trovare le tracce del sentiero abbandonato da
tanti anni. Le cose si complicarono terribilmente quando entrarono nella nube
che copriva la parte alta della montagna. Erano arrivati al tornante del
sentiero ove oggi si trova l’ancona detta di
S. Simonino.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Guarda
che ci sono strapiombi impressionanti.” Fece notare lui. “Dobbiamo rientrare.
Ritenteremo un’altra volta”. Così
dicendo era tornato qualche passo indietro. Lei invece aveva fatto la
curva ed era avanzata di qualche passo,
sul tornante superiore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Torniamo
indietro!” la supplicava lui. “Ci perderemo.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Di
che cosa hai paura. Ci fermiamo un momento per lasciare che si diradi la
nebbia, e poi potremo proseguire. La cima non dovrebbe essere distante”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Fu
allora che dalla nebbia uscì un grido, un urlo straziante.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Non
era un suono che venisse da un punto preciso. Sembrava piuttosto che tutta
quella nebbia si fosse trasformata in quel grido disperato. Un grido di dolore
e di rabbia che racchiudeva in sè infinite grida di dolore, infinite
espressioni di rabbia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">I due
giovani restarono come paralizzati. Non c’era direzione per scappare perché non
c’era direzione dalla quale veniva l’urlo, come se in un certo senso fosse scoppiato dentro a loro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Poi
finalmente quell’urlo spaventoso parve smorzarsi, affievolendosi come se la
nebbia lo stesse assorbendo verso la sommità del monte. Nello stesso tempo, in alto,
in corrispondenza della cima della
montagna, emerse dalla nebbia un punto
luminoso. Mentre il suono si affievoliva, la luce prendeva vigore e si
dilatava, penetrando la nebbia come se il suono si fosse tramutato in luce,
come se quell’urlo orribile si fosse trasformato in quella luce irreale. La
nube sulla montagna divenne una nube di fuoco, forse come quella che un secolo
prima, s’era vista la sera della fine dei Celti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Poi
nella luce, lentamente, prese corpo una figura d’uomo. Era un giovane bellissimo,
con i capelli lunghi e biondi e gli occhi azzurri. “E” quello del racconto ”,
pensò Bordana , e invece che preoccuparsi si sentì rassicurata. “E’ quello dei
miei sogni” mormorò, e fiduciosa si mosse
verso di lui.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Fu
allora, appena lei si mosse, che il bellissimo giovane pieno di luce, d’un
tratto, come per incanto, si trasformò in un mostro orribile. Era un drago con
tre teste, dalle tre bocche uscivano lingue di fuoco e allo stesso tempo, dalle
tre gole riprese ad uscire quell’urlo
terribile: assieme un sibilo di serpente, un latrato di lupo ed un rantolo
umano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">La
ragazza, quando vide il drago muoversi verso di lei, riuscì a raccogliere tutte
le sue forze per girarsi a correre. La
voce paralizzata dal terrore, si sbloccò in una invocazione straziante e
disperata di aiuto. Tarneppus forse non era neppure un eroe, ma se anche lo
fosse stato, neanche per un eroe sarebbe stato facile trovare il coraggio per
sguainare la spada ed affrontare quel mostro. Comunque, non si mosse. La vide
correre nella nebbia, che s’era diradata, e poi sparire come se il grido di
aiuto, fosse stato assorbito nel vuoto. Per lo spavento lei non si era
ricordata che il sentiero girava, e senza accorgersi s’era lanciata nel
crepaccio della montagna che in quel
punto strapiomba. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Quando
Tarneppus, che era svenuto per lo spavento, si risvegliò, la nebbia non c’era
più, le nubi s’erano diradate ed era apparso il sole. Il bosco del S.Simeone risplendeva in mille sfumature di
verde e sotto, la pianura friulana s’apriva in un respiro luminoso appena
incrinato dal rincorrersi delle quinte di colline digradanti. Il paesaggio
prima marcato si scioglieva a poco a poco in un velo di fumo che finiva per
confondersi con la grigia nebbiolina nella quale sfumava la volta del cielo. E
in mezzo, ove i due colori si fondevano,
come in una fessura tra la terra ed il cielo, s’intravedeva una
striscia di mare..<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Di
Bordana non si seppe più nulla. Il suo corpo non fu mai trovato, malgrado tutto
il villaggio si fosse impegnato nella
ricerca sul costone della montagna sul quale, secondo il racconto
di Tarneppus, era caduta. La cercarono sui ghiaioni, la cercarono sulle cengie,
ma invano…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> La spiegazione della scomparsa misteriosa la
diede Mòchile la maga che viveva in una
grotta sul Nar-u-vìnt, la montagna di fronte. Raccontò che lei l’aveva vista cadere. Era sbucata come un uccello dalla nube che
copriva la vetta della montagna, poi aveva preso a scendere, cullandosi nel
vento, come una foglia che d’autunno cade dall’albero. Infine si era rimpicciolita
fino a diventare una specie di farfalla, e, come una farfalla, invece che
posarsi a terra, era tornata sul monte,
a cercare l’immagine di quel giovane bellissimo che aveva potuto vedere
soltanto per qualche attimo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Bordana, la prima delle tante farfalle che
hanno scelto di vivere su quella montagna, che per tutti ormai, è
diventata la montagna delle
farfalle. Tante farfalle a salire il
monte, commentava la vecchia, attratte anche loro dall’illusione che aveva
richiamato quella prima farfalla...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">E per
tanti secoli su quella montagna non salirono che le farfalle. Nessun persona
ebbe più il coraggio di sfidare il mistero del celta che era rimasto a
difendere la memoria del suo villaggio e che s’era trasformato in un drago.
Solo più tardi, nel Medioevo, quando il paese s’era molto sviluppato attorno al
cippo che il comandante della guarnigione aveva voluto erigere a ricordo della
figlia, qualcuno pensò fosse necessario ritentare l’impresa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Il paese era grande ed i pascoli erano pochi.
Sulle pendici del monte a fatica potevano pascolare le capre. Si doveva in
qualche modo trovare la soluzione per utilizzare anche i pascoli che, si
raccontava, c’erano sulla montagna. Ma chi aveva il coraggio di sfidare il
drago?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Finalmente
si presentò un monaco, un seguace di S.Simeone stilita, e si offrì di andare a
vivere sulla montagna. Il suo maestro aveva passato tanti anni in cima ad una
colonna, lui l’avrebbe imitato, ritirandosi su quella montagna che si ergeva
come una colonna isolata ai limiti della pianura friulana. La sua preghiera,
era sicuro, avrebbe sconfitto ogni drago. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Si
fece fare una croce di legno, con la base appuntita per poterla piantare nel
terreno. S’avviò quindi verso il monte,
portandosi sulla spalla la croce, come se quello fosse il suo calvario. Quando
fu sulla sommità del precipizio, da dove, come gli avevano detto, era caduta la ragazza, con tutta la
forza che aveva, conficcò la croce tra due sassi, sull’orlo del burrone.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Fu
come se l’avesse conficcata nella carne del drago, invece che nella terra.
L’urlo di dolore dell’animale ferito a morte echeggiò di balza in balza, entrò
negli anfratti, e la montagna s’agitò come se le rocce fossero diventate il
corpo del drago. Poi tutto tornò silenzio, come se il drago fosse stato
assorbito nella montagna, e il silenzio della natura l’avesse costretto al
silenzio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">L’Orcolàt,
così fu chiamato il drago, vive da allora dentro alla montagna, come un orso in
letargo. Non è più un pericolo per nessuno. Solo ogni tanto s’agita nel sonno,
e tutta la montagna allora si scuote nelle vibrazioni del terremoto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Sulle
orme di frate Simone gli abitanti del paese avevano preso coraggio e avevano
cominciato a portare i loro animali al
pascolo sulla montagna. Erano stati poi
costruiti i ricoveri per l’alpeggio ed era stato sistemato il sentiero di accesso perché fosse
percorribile anche alle mucche. Il frate, che per rispetto del santo di cui
s’era detto discepolo, tutti chiamavano Simeone il piccolo o Simonino, s’era
sistemato nel pianoro di Val di sotto, dove c’erano ancora i resti del
villaggio dei celti. Con i sassi delle basi delle loro capanne, un poco alla
volta, s’era costruito il romitorio ed una piccola chiesa<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Quando il
santo uomo, venne a morire, nel luogo ove aveva costruito la sua capanna
di eremita, gli abitanti di Bordano costruirono una chiesa dedicata allo stesso
tempo al frate e al santo suo maestro. Per loro, al di la d’ogni ufficialità
canonica, era più santo il loro frate che aveva osato liberare la montagna dal
drago, che il suo maestro vissuto a
meditare in cima ad una colonna.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Il
tempo e la storia però spesso cambiano le cose. Anche nel nostro caso, col
tempo la chiesa e tutta la montagna finirono per prendere soltanto il nome di
S. Simeone, che non aveva avuto nulla a che fare con le vicende di quei luoghi.
A Simonino, che ben si sarebbe meritato, di dare il nome alla montagna, resta
intitolata soltanto una modesta ancona, eretta nel posto ove aveva conficcato
la croce sconfiggendo il drago.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Alle
volte si inventano le leggende a spiegare i luoghi, alle volte sono invece i
luoghi a far nascere le leggende. Malgrado le proteste della vecchia, Luciano
non aveva dubbi si trattasse d’una leggenda per giustificare in qualche modo i
nomi sia della montagna che dei due paesi, Interneppo e Bordano, posti a
guardia, da una parte e dall’altra, della sella che fa da finestra alla Carnia
verso il Friuli.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Il
fatto che la vecchia parlando della festa di Samhain, dicesse Sciamàin, un
termine molto vicino a Scimòn (Simone nella lingua friulana), gli fece venire in
mente anche la possibilità che quella avesse potuto essere la vera origine del
nome della montagna. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma già il fatto che si fosse imbattuto nella
perpetua e nella sua leggenda sui celti, ora anche a lui sembrava più che una
coincidenza. C’era un presagio in quel
racconto, pensava Luciano, come era stato un presagio il fatto che una ragazza
venuta da Roma, portasse pur nella diversità delle lingua, un nome quasi
identico a quello d’un celta.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 184.3pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "kelt"; font-size: 18.0pt;">Cap. 8<o:p></o:p></span></b></div>
<h1>
<span style="font-size: 18.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">L’Architetto</span></h1>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Sulle battute
finali del racconto della vecchia, s’era aperta la porta ed era entrato il
prete che Luciano aspettava.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Che piacere
vederti, dopo tanto tempo. Come mai da queste parti?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“È un piacere
anche per me. Il perché sono qui è un po’ più complesso da spiegare…”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“S’interessa ai
Celti,” lo interruppe la vecchia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Come mai? Allora
la mia perpetua ti ha di sicuro raccontato la sua storia.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Certo, e l’ho
ascoltata con molto interesse. La storia invece del mio interesse per i
Celti è una storia un po’ lunga perché te
la possa raccontare adesso, comunque ti basti sapere che sono qui perché mi
hanno detto che c’è un architetto che ha approfondito la conoscenza della
storia del Celti, e vorrei sapere dove posso trovarlo”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Alla richiesta il
prete scoppiò in una grande risata e si sedette invitando Luciano a fare
altrettanto. “È una cosa tutta da ridere…”, prese a dire, e si diffuse in mille
ragguagli ed in mille particolari sulla vita di questa “specie di architetto”,
per il quale evidentemente non aveva molta stima.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Gli aveva detto
che l’avrebbe trovato sull’altopiano del S.Simeone, dove secondo il racconto
della perpetua s’erano insediati i Celti. Le stranezze di cui gli aveva parlato
il prete ridendo, avevano accentuato il suo desiderio di conoscere la persona,
e uscito dalla canonica aveva preso subito la stretta strada militare che a
ripidi tornanti porta sulla montagna.
Lasciata l’automobile vicina alla chiesetta di S.Simeone, s’incamminò a
piedi nella speranza di trovare l’architetto che, neppure il prete aveva saputo
indicargli esattamente in quale zona
dell’altipiano abitasse.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Forse anche il
nome di S.Simeone dato a quella montagna, pensava, non aveva nulla a che fare
con i santi. La vecchia perpetua che pur non aveva studiato la storia dei
Celti, aveva fatto esplicito riferimento alla festa di Samhain, chiamandola con
l’inflessione friulana, la festa di “scimàn”. E se nel tempo quel scimàm fosse
diventato scimòn, cioè Simone in lingua friulana? Con la diffusione del
cristianesimo, come ci fu un processo di cristianizzazione dei culti locali,
così ci fu un processo di cristianizzazione dei nomi. Non è da escludere quindi
che scimàn sia diventato scimòn e poi san scimòn… <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">L’altopiano è
diviso in due parti. La prima è leggermente inclinata verso la pianura, come
una gradinata dalla quale poter guardare meglio al panorama del Friuli che si
perde lontano contro il cielo. La seconda invece è come un grande catino con i
bordi sopraelevati tutt’intorno che si
innalzano verso nord a formare la cima della montagna, quasi fosse il manico
del catino. Qui non c’è panorama e la sensazione è quella di essere sollevati
contro la volta del cielo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“È come sul
Sorantri,” pensò Luciano, riprendendosi dalle fantasticherie toponomastiche.
Anche lui come Maria avrebbe potuto adagiarsi sull’erba morbida all’ombra d’un
faggio e sognare. Avrebbe così potuto
trovare nel sogno la spiegazione a tutte le domande a tutti gli enigmi
ed i misteri che gli affollavano la
mente, si diceva con ironia. Un laico che cerca spiegazioni nei sogni!… No,
anzi, lui continuava al contrario a mantenere delle riserve assolute sui sogni
che gli erano stati raccontati, ed anche su quello che aveva fatto
personalmente. Prima o poi, era sicuro, avrebbe trovato una spiegazione logica
anche per le strana coincidenza di quei sogni, in relazione tra loro, ma fatti
da persone diverse, in luoghi diversi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Ricordava il racconto della vecchia perpetua e
lo affascinava l’idea che millenni
prima, su quegli stessi sentieri
avessero camminato degli uomini. Non dei primitivi con la clava, in attesa che
i conquistatori romani portassero la luce della civiltà, ma persone con una
cultura raffinata, con un pensiero filosofico molto evoluto. Gli pareva in un
certo modo di poter passeggiare con loro, con i loro pensieri..<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Si fermò d’un tratto sorpreso quando s’accorse che gli veniva incontro sul suo
stesso sentiero, uno strano pastore. Se non avesse avuto le anticipazioni del
prete, avrebbe pensato che, come a Maria, e addirittura in piedi, senza neppure appisolarsi, gli fosse
capitata una allucinazione. Aveva battuto le palpebre con forza come a
sincerarsi d’essere sveglio. Si, era assolutamente sveglio, e quello che veniva
avanti doveva essere certamente l’architetto che, come gli aveva anticipato il
parroco, s’era messo a fare il pastore. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Che fosse un
pastore l’individuo che gli veniva incontro lo si capiva dal fatto che era seguito da un piccolo
gregge di capre e di pecore. Se avesse potuto avere dei dubbi, la conferma gli veniva dal vestito, che era proprio da pastore, come
nelle raffigurazioni delle statuine del presepe. Portava i pantaloni alla
zuava, aveva calzettoni di lana bianca e calzava le “dalmine”, gli zoccoli
tipici dei contadini del luogo, con la suola scavata nel legno. Il maglione di
lana scura scendeva fino all’inguine, quasi fosse una tunica, e come le tuniche
era stretto in vita da una cintura di cuoio con una grande fibbia di metallo.
Portava un grande capello di feltro a larghe falde, come s’usa ancora in
Austria, e come, appunto, usano in pastori del presepe. La barba folta e
incolta gli ricopriva tutto il volto e scendeva fino al petto, lasciando
sbucare in alto due occhi spiritati, come due radure piene di sole, nel fitto
del bosco.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Buon giorno!” lo
salutò Luciano mentre era ancora distante. “Cosa fa quassù?” aggiunse poi. Era
una domanda stupida, ma era un modo per significare che avrebbe voluto attaccare discorso. In
effetti, mentre l’aveva visto avanzare nel prato, come uscito da un quadro
agreste di qualche pittore fiammingo, gli si era confermata la curiosità di
fare la conoscenza di un personaggio che, così originale nell’abbigliamento,
non poteva non essere altrettanto
originale nel comportamento e nel modo di pensare. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Cosa fa lei
piuttosto, qui” gli rispose con una voce profonda, baritonale, l’altro, “Io ci
abito”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Dove?” chiese
Luciano fingendosi sorpreso.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Proprio lì,
dietro a lei”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Sull’altopiano del
S.Simeone, ci sono diverse costruzioni. Ci sono casette per il fine settimana
bene inserite nell’ambiente e ci sono stamberghe di legno e lamiera. Quella che
aveva appena sorpassato, l’aveva notata per l’originalità, ed aveva in effetti
pensato fosse quella dell’architetto,
perché i prati attorno erano pascolati. Accanto ad un recinto
preesistente (forse risalente ai Celti?) costituito da un muro a secco di
grosse pietre non squadrate, con lo stesso stile, solo usando pietre più
piccole ed unendole con la malta, era stata realizzata una costruzione che
ricordava molto le casere delle malghe. Ad un primo blocco ad un piano se ne
affiancava uno a due piani, mentre il terzo addossato al recinto tornava ad
essere basso ma con il tetto aperto e sopraelevato nel grande camino tipico
delle casere. La costruzione proseguiva all’interno del recinto in una lunga
tettoia per il ricovero degli animali. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Mentre
riconsiderava la costruzione, l’architetto aveva continuato ad avanzare verso
di lui, ed ora erano l’uno di fronte
all’altro. Anche il gregge era venuto avanti. Alcune pecore li avevano
sorpassati, ed ora loro due si trovavano
proprio in mezzo alle bestie,
circondati dal gregge. Gli occhi spiritati lo guardavano sorridendo, come se
fosse divertito per la sorpresa che
notava nel suo volto, per quell’incontro inaspettato, e per l’imbarazzo, che
pure mostrava, vedendosi circondato da
quelle bestie. Le capre giravano al largo, le pecore invece si avvicinavano
curiose, lo annusavano. Qualcuna l’aveva anche spinto...forse anche la bestia
aveva voluto accertarsi che fosse realtà e non un allucinazione la presenza di
quell’umano estraneo....<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Non le fanno
niente!” aveva detto il pastore per rassicurarlo sull’eccessiva confidenza che
si stavano prendendo le bestie. ”Sono curiose... come le donne” aggiunse poi
con una risata.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Lo so. Non ho
paura. Non sono di città, sono nato anch’io in un paese di montagna”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">In verità anche se
non veniva dalla città si sentiva perlomeno imbarazzato in mezzo a quel gregge
di pecore e capre a parlare con un personaggio così strano. Continuando ad
avanzare si stavano sfilando ormai le ultime bestie, il pastore sembrava volersene
andare per i fatti suoi, già pago delle quattro parole scambiate con
l’intruso venuto a disturbare la sua
vita. Luciano avrebbe voluto trovare qualche argomento per fermarlo, ma l’aveva
ormai di schiena e non sapeva che chiedergli. Fu allora che lui, senza voltarsi
gli disse:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Posso offrirle un
caffé?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Volentieri!”
rispose, contento che fosse stato interpretato il suo desiderio. “Se non
disturbo,” aggiunse per educazione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“E cosa vuole
disturbare. Semmai lei... se si adatta…”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Sono nato qui
vicino, a Cazzaso,” gli ripetè, “non sono di città”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ah! Cazzaso.
Conosco. Una borgata, più che un paese”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“In effetti,
quattro case ormai. Anche quello è quasi tutto disabitato, come tanti paesi
della Carnia. Ma quassù non ci sono neppure le quattro case, queste poche
costruzioni da fine settimana, sembrano disperse nel deserto. Come può viverci
da solo?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Erano intanto
arrivati nel cortile davanti alla casa. Il pastore lo lasciò per spingere il gregge dentro il recinto
attraverso l’apertura che lo interrompeva proprio a fianco dell’edificio.
Rinchiuse una sorta di porta a forma d’una grande palizzata di legno e sulla
palizzata si addossarono le pecore strette fra loro, in crocchio a guardare
l’estraneo. Guardavano e belavano. Avresti detto che si scambiavano le impressioni
sul nuovo arrivato…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Via!” gridò loro
il pastore. Ma non si mossero. “Sono curiose come le donne” commentò lui di
nuovo, ridendo e tornando infine verso Luciano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Semmai vivere
insieme è un problema!” riprese poi quando gli fu vicino, rispondendo alla
domanda con la quale l’aveva lasciato. “Vivere da soli, è facile. A condizione
di non essere vuoti”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Lo seguì, entrando
in un una grande cucina che dava direttamente sul cortile. Su un lato c’era un
grande “spolert”. La tradizionale cucina leggermente staccata dal muro, in modo
da ricavare un impiantito piastrellato a forma di elle, largo un cinquanta
centimetri sotto al quale erano fatti passare i condotti per il fumo. Luciano
ricordava da bambino, nelle fredde giornate d’inverno, nella cucina della nonna,
il piacere di stendersi a riposare su quelle piastrelle calde. L’architetto
aveva usato le stesse piastrelle dello
“spolert” della nonna: piccole piastrelle esagonali, colore rosso mattone.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Accanto, sulla
parete c’era un lungo secchiaio di pietra, sormontato da una trave di legno
scuro alla quale erano appesi tre “cialdìers”, secchi di rame per l’acqua,
smaltati di stagno all’interno. Di fronte, c’era un grande armadio di noce, e
in mezzo, un tavolo pure di noce massiccio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Passando a fianco
dello spolèrt, lo introdusse in un altra stanza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Venga, le faccio
vedere la casa. Questo è il mio “sancta sanctorum”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">La parete a destra
era ricoperta da una grande libreria, fitta di libri. Sulla parete di fronte un
grande caminetto, e sul muro attorno, a incorniciare le due finestre, tanti
trofei di caccia, tante corna di capriolo e qualcuna di cervo. Sopra il
caminetto un grande gufo impagliato su un trespolo, pareva il nume tutelare
della casa. Nel mezzo c’era un lungo tavolo di legno massiccio come quello della
cucina, ricoperto di libri aperti, e in fondo addossata alla parete una scala.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Sopra c’è la camera” disse.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Tornati in cucina
prese ad armeggiare attorno al secchiaio. “Le faccio il caffè!”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Si, grazie!”. In
effetti non aveva chiesto nulla, aveva semplicemente detto che gli avrebbe
fatto il caffè, con la stessa naturalezza e spontaneità con la quale gli aveva
mostrato la casa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ha rifatto lo “spolert” come nella tradizione”!” disse
Luciano per commentare in qualche modo la visita che aveva fatto alla casa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Certo. Mi pare
una soluzione molto intelligente di riscaldamento. Chissà in quanti secoli si è
venuta sviluppando e consolidando l’idea di costruire una stufa a quel modo,
poi in pochi anni tutto è sparito, per far posto alle stufe in metallo od al riscaldamento
centrale”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ma più che dallo
“spolert” era stato sorpreso dallo studio, dalla grande libreria. In un
casolare, nella casa d’un pastore, non ci si aspetta di trovare una stanza piena di libri. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Lo guardava mentre accendeva il fornello,
preparava le chicchere... Nascosto in un armadio accanto al secchiaio aveva il
fornello a gas...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Anche lei non
rinuncia ai vantaggi della vita moderna”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Perché dovrei?
Sarebbe anche stupido. Come tuttavia è stupido buttare tutto quello che di
positivo ci viene dal passato. Quanto zucchero?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Uno, grazie!”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Posso immaginare
che sia rimasto sorpreso dallo studio...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“In effetti!”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“E forse te l’ho
mostrato, proprio per sorprenderti. Diamoci del tu, che va meglio. Al posto del
gufo, come si usa, avrei potuto appendere il quadro della laurea in
architettura, e così ti saresti reso conto che si può restare architetti pur
facendo i pastori. Ma allora ti sarebbe venuta la curiosità ancora maggiore
del perché un architetto faccia il pastore.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">S’era messo quindi
ad accendere il fuoco nello “spolèrt” e continuava a dire, come parlasse a se
stesso ad alta voce:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Non credere che
inviti tutti quelli che passano per raccontare loro la storia dell’architetto
pastore. Sono mesi che qui non entra nessuno. Se mi chiedesse perché l’ho
invitata... Scusami, perché ti ho
invitato... non saprei darti una risposta. Mi è venuto così...istintivo. Come
m’è venuto logico mostrarti la casa.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ti ringrazio, lo
apprezzo come un segno di fiducia!”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Avrà avuto quarant’anni… anche se non era
facile riconoscere un’età sotto quella
barba incolta, che non lasciava distinguere i veri lineamenti del volto. Si
muoveva con agilità. Del resto, girando
ogni giorno sulla montagna per portare
al pascolo il suo piccolo gregge, doveva essere allenato per forza...
“Ma come mai,” aggiunse, “questa scelta così radicale, di lasciare tutto per
fare il pastore?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Puoi ben capire
che non è cosa da potersi spiegare in quattro parole. Se avremo modo di vederci
ancora, forse te ne parlerò. Potrei sintetizzare tutto in una frase che
potrebbe però sembrarti un enigma o un
indovinello: ho creduto valesse la pena abbandonare la farsa, per riprendere il
gioco”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Come spiegazione
non è certo molto esauriente”. Si era
espresso come l’altro si aspettava, fingendosi sorpreso per le parole. Ma non
era proprio la verità. La frase gli era in qualche modo familiare. I termini
“gioco” e “farsa” gli avevano fatto tornare in mente il sogno con Vinadia. In
quel contesto, quelle parole non erano enigmatiche. Ma non si sarebbe certo messo
a raccontare i suoi sogni ad una persona incontrata per caso...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Lo so, te l’ho
già anticipato. Se ne potrà parlare... Ma tu piuttosto. Che ci fai da queste
parti?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Glielo poteva
dire? Era il caso di confidare ad un estraneo quello che non aveva confidato
neppure agli amici più intimi, neppure a Maria? Se non voleva raccontare i
sogni ancora meno poteva pensare di parlare dei propri segreti. Eppure lui si
era confidato, d’istinto, non l’aveva considerato un estraneo, ma un amico. E
d’istinto anche lui, contro la sua normale riservatezza, si lasciò scappare:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Sto inseguendo la
suggestione dei Celti”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Notò la sua
sorpresa e aggiunse subito: <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Lo so, non e’
cosa facile da spiegare ed ancor meno da capire, però è così… Mi hanno detto
che forse tu puoi aiutarmi”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">L’architetto lo
guardava sorpreso. Evidentemente pensava. Ma a che cosa pensava? Che aveva
trovato un altro originale come lui?... Il loro discorrere s’era arenato in un
silenzio sempre più imbarazzante. Luciano non riusciva a capirne il motivo. Gli
pareva di intuire che l’altro fosse rimasto in qualche modo stupito per la sua
affermazione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Certo, anche per uno che ha deciso di vivere
da solo lontano dalle gente, può non essere normale sentire un altro che ti
dice di subire la suggestione dei Celti! Ma quello che dice di sè una persona
incontrata per caso, non ti può che toccare marginalmente, non ti può certo
turbare...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Cosa pensi ci sia
di strano?” chiese alla fine Luciano, anche per rompere in qualche modo
l’imbarazzo del silenzio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Nulla!” rispose,
come riprendendosi da un pensiero che l’aveva portato lontano. “Nulla! E’ solo
che se ben capisco, quello che tu chiami la suggestione dei Celti, è il vero
motivo per il quale ho lasciato tutto, per vivere tra queste montagne”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Appunto ed io
sono qui perché vorrei capire la tua storia, per cercare di capire la mia”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “E’ una strana storia, troppo complessa, della quale i Celti sono
solo una componente... Devi sapere che io sono un benandante”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Cosa?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Non ne hai mai
sentito parlare? Si. Un benandante!”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Cioè?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Uno nato con la
camicia”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Uno fortunato. E
cosa c’entra il fatto che tu sia fortunato”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Te l’ho detto, la
cosa non e’ semplice. Nato con la camicia non è soltanto sinonimo di
fortunato....”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Prese allora a
spiegargli di come, fino a quando la Chiesa non li aveva sterminati per mezzo
del tribunale dell’Inquisizione, tra le montagne della Carnia erano esistiti i
benandanti. Si chiamavano così le persone che avevano avuto la ventura di
nascere con la camicia, che non è, come può sembrare ai più, soltanto un modo
di dire, ma una situazione per la quale
il feto viene alla luce ancora avvolto nella membrana amniotica, volgarmente
detta camicia. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Si diceva che il
fatto di venire al mondo con questa modalità particolare, conferisse alle
persone la possibilità di vivere anche in una dimensione extracorporea. Avevano
la possibilità di compiere il “viaggio dell’anima”, di liberarsi cioè dal corpo
e di muoversi in ispirito nell’ultramondo, incontrandosi con le anime dei
defunti per combattere contro i malandanti e garantire la fertilità della terra
e l’abbondanza dei raccolti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Quanto fosse di
vero e quanto fosse di fantasia nei racconti che venivano dai verbali del
Tribunale dell’inquisizione, non lo sapeva. Poco gli interessava dal punto di
vista scientifico, ed ancor meno la cosa lo interessava dal punto di vista
storico. Ai racconti sui benandanti, era arrivato per capire se stesso.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Sua madre gli
ripeteva sempre che “era nato con la camicia”. Lei forse con la frase voleva
veramente riferirsi al fatto che era nato avvolto nella membrana amniotica. Lui
però prendeva l’affermazione nell’accezione che la frase ha assunto nel
linguaggio corrente. Non aveva motivo di darsi pensiero, se la madre lo
considerava fortunato. Veramente non c’era nulla in quel che gli era capitato
nella vita, per cui potesse dirsi fortunato, ma, si sa, le madri per i figli
spesso stravedono...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Forse sua madre
attendeva che crescesse, che avesse l’età per potergli rivelare il segreto, per dirgli che cosa intendeva
veramente quando gli diceva che era nato con la camicia, ma era morta
improvvisamente, quando lui era ancora un ragazzo. In seguito, quando anche il padre gli era venuto a mancare (aveva ormai quasi trent’anni, si era già
laureato ed aveva iniziato a fare l’architetto) aveva cominciato a vivere
strani sogni. Non erano veramente dei sogni, ma piuttosto visioni,
allucinazioni, vicende immaginate e vissute nella fantasia, come se fossero realtà. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Erano sogni di
processioni di anime che percorrevano di notte i sentieri della montagna. File
interminabili di fiocchi di nebbia con le sembianze umane che portavano in mano
delle fiaccole. Da lontano potevano essere scambiate per lucciole. Altre volte,
nel sogno, gli stessi fiocchi di nebbia illuminati si affollavano all’interno
del cimitero e lo facevano partecipare a strane cerimonie, recitando preghiere
in un linguaggio sconosciuto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Per cercare una
spiegazione aveva cominciato a leggere tutto ciò che trovava e che aveva una
qualche attinenza con l’interpretazione dei sogni, con l’aldilà, con le facoltà
medianiche, e si era così imbattuto nella storia dei benandanti, trovando in
quelle vicende la spiegazione dei suoi sogni.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Se c’era una
qualche inspiegabile relazione tra il “nascere con la camicia” e il fare il
“viaggio dell’anima”, l’Inquisizione aveva potuto eliminare il fenomeno come
fatto sociale, ma gli individui “fortunati” avevano continuato a sperimentare
la possibilità di vivere nell’aldilà in una dimensione extracorporea. Alcuni
forse erano riusciti a convivere con questa facoltà, conducendo una vita
normale, malgrado i “viaggi dell’anima”, altri erano certamente finiti in
manicomio distrutti dall’incubo dei viaggi notturni. Lui aveva cercato di
trovare una soluzione diversa, ponendosi l’obiettivo di scoprire la verità sul
fenomeno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Forse non era
vero, ma s’era immaginato che solo sulle montagne carniche fosse esistito il movimento dei benandanti.
Ci doveva essere quindi nella storia di quei luoghi, qualcosa che desse la
facoltà a qualche persona nata in quei paesi, in certe condizioni particolari,
di vivere delle esperienze originali e straordinarie. Non riusciva a capire
veramente se fosse stato l’approfondimento della conoscenza a chiarire i sogni,
o ci fosse stata invece una evoluzione dei sogni, che gli aveva consentito di
raggiungere la conoscenza. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Comunque quelli
che nei suoi primi sogni erano soltanto dei fiocchi di nebbia (così li aveva
chiamati, non trovando una immagine diversa per definire gli abbozzi di persone
che popolavano la sua mente nel sonno) divennero persone definite nei
lineamenti del volto ed anche negli abiti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Scoprì allora che
il suo viaggio dell’anima, risaliva la storia che si era sviluppata su quelle
montagne, per ricongiungersi ai Celti, agli uomini che l’avevano abitata per
primi. Era come se in lui rivivessero in successione persone diverse, di epoche
diverse, e da persona a persona, gli fosse consentito di ridiscendere i gradini
della storia, fino ai primi, i più remoti nel tempo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Piuttosto che
subire i Celti come incubo, piuttosto che lasciarsi condizionare dalla loro
presenza nella sua immaginazione, aveva allora deciso di vivere con loro, sulla
montagna che faceva da scenario ai suoi sogni, fondendo l’esperienza del
giorno, con quella della notte.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Era convinto così
d’essersi salvato, di aver evitato la pazzia nella quale sarebbe potuto finire,
subendo continuamente la lacerazione della propria personalità, tra sogno e
realtà.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Per Luciano era
già stata grande la sorpresa dell’incontro con quello strano pastore e poi
anche la sorpresa di quella casa piena di libri. Ciò che l’architetto gli
veniva raccontando, andava oltre la sua capacità di sorprendersi. Guardava alla
bocca che lasciava uscire quello strano racconto, e la barba folta che la
circondava prendeva le forme d’un bosco. In mezzo, nel più folto, profondo e
senza fine, c’era un baratro dal quale venivano dei suoni, e nell’aria
prendevano corpo le immagini evocate da quelle parole. Il sole che illuminava
la scena, si sdoppiava come filtrato tra le lacrime, per trasformarsi in quegli
occhi vivaci e brillanti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Guardava
l’architetto che affermava d’essere riuscito a superare la pazzia e si chiedeva
se veramente fosse il caso di credergli. Ma in quello che gli stava capitando
dove finiva la logica e dove iniziava l’assurdo? Non era paradossale che nella
fantasiosa idea dell’architetto di poter rivivere a ritroso la storia,
trovassero una evidente spiegazione anche i racconti delle sue tre Marie? Ma
allora, su quelle montagne un Architetto ben più importante
dell’architetto-pastore stava sviluppando un suo disegno nel quale in qualche
modo inavvertitamente anche lui era stato coinvolto! E quale poteva essere il
disegno? Quale il suo ruolo?…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Lo so che può
sembrare pazzesco, quello che dico” riprese l’architetto, ma se mi hai parlato
della “sugestione dei Celti”, forse sei l’unico che mi potrà capire. Per questo
te ne parlo”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Riprese
quindi a spiegargli che, a suo avviso, i
sacerdoti dei Celti, i Druidi, in effetti erano degli sciamani. Avevano la
capacità di vivere il viaggio estatico verso l’ultramondo e di controllare gli
spiriti che lo popolano, facendosi ubbidire da loro. Così riuscivano a guarire
anche gli ammalati facendoli compiere
con loro il viaggio dell’anima e costringendo gli spiriti che avevano indotto la malattia, a liberare gli uomini di cui si
erano impossessati.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Si era anche
convinto che il viaggio dell’anima dei nati con la camicia potesse risalire di
epoca in epoca, incrociandosi con il viaggio di altri benandanti defunti, per
incontrarsi con il viaggio dell’anima dei primi abitanti del luogo, cioè dei
Druidi. “Non riusciamo ad immaginare o concepire una situazione del genere,”
aggiungeva, “solo perchè non riusciamo ad immaginare la possibilità di un’altra
dimensione, nella quale spazio e tempo si annullano..”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Preso dal fascino
di questi racconti, Luciano non si era reso conto del passare del tempo. Quando
finalmente l’occhio gli cadde sulla finestra, s’accorse che il sole era già
tramontato e che stava facendosi buio. Lo prese all’improvviso la paura. Come
se in quella stanza si fosse diffuso d’un tratto l’odore di qualcosa che
segnalava un pericolo. Si sentì preso e pervaso da un bisogno urgente di
fuggire, di abbandonare quella casa. Si ricordò d’un tratto dei racconti delle
sue amiche d’infanzia, e si vide nella notte che stava incombendo, condotto da
quello strano architetto, a seguire interminabili processioni di morti...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Mi scusi” disse,
alzandosi di scatto e interrompendogli il racconto. “Scusami, ma non m’ero
accorto del passare del tempo. Avevo un impegno e devo correre, perché sono
terribilmente in ritardo”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">E corse in effetti
per quelle centinaia di metri che separavano il casolare dal luogo in cui aveva
parcheggiato la macchina. Corse, dopo aver salutato in fretta, ed aver promesso
che sarebbe tornato presto. Corse, sentendosele addosso quelle presenze, nella
luce incerta dell’imbrunire, nell’aria fresca della sera che lo sfiorava. Corse
per annegare nella foga della corsa,
l’idea degli spiriti che lo seguivano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Quando ebbe chiuso
con forza la portiera della macchina, si
sentì finalmente al sicuro. Nella familiarità dell’ambiente trovò la sicurezza
di chi si sveglia e riconoscendosi nei luoghi abituali, riesce a superare
l’ansia con la quale si è ripreso da un
incubo. Sapeva che c’erano ancora. Ma erano fuori, in un’altra dimensione,
dalla quale non potevano toccarlo. Le lamiere della macchina lo separavano e
proteggevano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Decise che non
sarebbe andato a dormire in paese, ma che sarebbe rientrato in città. Li
sentiva infatti che lo seguivano in folla, mentre scendeva per i ripidi
tornanti del S.Simeone, come se la macchina si lasciasse dietro una scia
luminosa. Una volta arrivato in paese, non avrebbe avuto il coraggio di uscire
dall’auto, mentre in città pensava
sarebbe stato diverso. E in effetti man mano che si allontanava dalle
montagne sentì che la scia si andava diradando, fino a sciogliersi del tutto.
Come aveva immaginato, non potevano lasciare i monti....<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "kelt"; font-size: 18.0pt;">Cap. 9<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "kelt"; font-size: 18.0pt;">Un sepolcro.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Nel suo
appartamento all’interno del grande condominio in città non aveva più paura,
tuttavia non gli riusciva di prendere sonno. Ripensava ai discorsi
dell’architetto. Nelle sue parole avevano trovato soluzione molte delle sue
domande. Il puzzle formato dalle tante cose che aveva letto e da quello che
aveva sentito negli strani racconti che si richiamavano in qualche modo ai
Celti, ora sembrava ricomporsi in un quadro che aveva una sua logica.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Era però la logica
d’un quadro astratto che un pittore aveva dipinto in preda ad un raptus, ad
un’allucinazione. Ci voleva la logica della pazzia per ammettere che tutti quei
racconti che gli erano stati fatti (e quante altre persone allora avevano
vissuto esperienze analoghe!) fossero riconducibili al fatto che su quelle
montagne si poteva vivere la facoltà di
mettersi in relazione con i morti e di risalire attraverso di loro nella
storia, per ritrovarsi nel mondo dei primi abitanti del luogo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> E il fatto che tutti i racconti risalissero ai
Celti, si giustificava proprio perchè che erano stati loro, i loro
druidi-sciamani a sviluppare questa facoltà, ed a trasmetterla come gene
ereditario ai loro discendenti. In questa prospettiva anche il sogno su Rodolfo
il Glabro che sembrava non aver nulla a che vedere con i Celti, poteva voler
significare, nella ripugnanza che suscitava il frate, l’esecrazione verso
l’azione cruenta condotta
dall’Inquisizione per eliminare i benandanti. Eliminando loro, eliminando i loro viaggi
dell’anima, si era in qualche modo eliminata anche la possibilità del ritorno
dei Celti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Con l’Inquisizione
il mondo delle fate benefiche, delle Agàne, del misterioso rapporto dell’uomo
con il mistero della vita nella natura, del positivo rapporto con l’invisibile,
era diventato il mondo delle streghe malefiche da bruciare, il rapporto
perverso da maledire, da sconfessare come peccato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ripensava alla
originale concezione della vita e della morte dei Celti, così come credeva
d’essere riuscito a ricostruirla. Era la sua, una ipotesi come quella di tanti
altri storici, perché i Celti con la
regola che si erano imposta di non tramandare se non oralmente la loro cultura,
avevano posto le condizioni più
favorevoli perché tutto di loro andasse perduto, facendo sì che a loro non si possa risalire se non per
ipotesi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Forse tutti quei
sogni così uguali in persone così diverse erano proprio il modo che i Celti avevano scelto per continuare a
trasmettere oralmente la loro cultura. I sogni come fonte storica!…Rise della
sua conclusione immaginando come si sarebbe arrabbiato il suo professore di storia al liceo se durante un’interrogazione, si fosse
permesso di aggiungere alle fonti tradizionalmente riconosciute, anche i sogni.
Eppure... <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Eppure l’originalità di quella cultura, come
gli era riuscito di ricostruire, stava appunto nell’originalità con la quale
veniva concepito il rapporto tra la vita terrena e quella ultraterrena. Nella
nostra cultura, si parlerebbe del rapporto tra la vita e la morte, ma già nei
termini usati il problema viene falsato. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ripensava a come
tutto fosse diverso rifacendosi all’idea della morte come azione e non come
stato. I modi di essere contrapposti
sono visibile ed invisibile, vivo con il corpo e vivo senza corpo, la morte è
solo il momento del trapasso…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Volendo riassumere
in una immagine quello che pensava d’avere capito, gli veniva in testa l’idea
d’una partita di calcio con una panchina infinita. L’allenatore secondo un suo
disegno, fa entrare un nuovo giocatore, e richiama in panchina a caso, uno alla
volta, quelli che stanno giocando. Il nuovo entrato viene accolto con un
applauso dai compagni già in campo, con
un applauso viene accompagnato anche quello che esce. Nel breve spazio di tempo
nel quale gli viene consentito di
giocare, ogni giocatore contribuisce positivamente o negativamente allo
sviluppo della partita. Alle volte è assolutamente ininfluente, altre
addirittura non riesce neppure a toccare
la palla. Ma la cosa è irrilevante, di fatto ha giocato! Ciò che conta, non è
il giocatore ma la partita.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Andava però anche scoprendo che, al di là
della partita, c’è una relazione stretta
tra chi ha giocato, tra chi gioca e chi deve ancora giocare, una relazione che
va al di fuori ed al di là della partita, che non si risolve nel gioco, ma vive
oltre il tempo passato in campo a giocare...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">All’alba decise di
riprendere la macchina per tornare sul S.Simeone a parlare con l’architetto.
Capiva che sarebbe tornato in pace con se stesso soltanto quando avesse trovato
pace con i Celti, esaurendo il desiderio di conoscenza nei loro confronti. Fino
a quel momento li avrebbe vissuti con angoscia come un incubo. Solo quando li
avesse ritrovati, li avrebbe vissuti con la serenità del figlio adottivo che è finalmente riuscito a
ritrovare il padre naturale...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Rise in macchina
con se stesso pensando a come l’ambiente politico locale avrebbe preso l’idea
balzana d’uno che si sente adottato dall’Italia, e vuole ritrovare nella
cultura celtica la sua origine naturale. Ma in effetti, l’idea d’un figlio che
vuole ad ogni costo ritrovare il proprio padre naturale, dava bene l’idea
dell’ansia che lo accompagnava nella ricerca, dell’impegno che metteva per
arrivare ad un risultato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Giunse
sull’altopiano che stava sorgendo il sole. Non si vedeva ancora, nascosto
dietro alle prealpi giulie ed al massiccio del Canin, ma tra una montagna e
l’altra era entrata una lama di luce che percorreva come un faro la pianura
oltre il forte di Osoppo. La lama si fondeva nella nebbia per sciogliersi ed
arretrare come un onda che risale verso le montagna e ritornare al sole che
finalmente spuntava dietro al Plauris,
facendo emergere l’ombra del S.Simeone
dalle opposte montagne di Peonis. Non era la prima volta che vedeva sorgere il
sole, ma era la prima volta che s’era fermato a notare i particolari della
scena, forse perché mai prima aveva visto la scena da un punto così importante
d’osservazione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Trovò l’architetto
già al lavoro, impegnato a fare il formaggio nella stanza tra la biblioteca e
il recinto degli animali. Le pecore belavano accalcandosi alla porta del
“tàmar” a controllare l’arrivo del forestiero. Tàmar, si sarebbe appunto
chiamato il recinto se ci si fosse trovati in
malga. Parola celtica? Poteva
essere. In effetti poteva avere senso
pensare che si fossero mantenute soltanto le parole che si riferivano alle cose
che il tempo non aveva cambiato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Sono passati
quasi tremila anni, ma ciò che sto facendo è identico a quello che in questi
luoghi, si faceva tremila anni fa,” sottolineò l’architetto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">L’aveva salutato
senza alcuna sorpresa, come se fosse stato sicuro di vederlo e anzi si
aspettasse la visita.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Già qui” gli aveva
detto vedendolo arrivare, ma avrebbe anche potuto dire “Così tardi? Ti
aspettavo all’alba!” Non aveva premesso alcuna parola di commento alla scena
della sera prima quando se n’era andato
così in fretta. Certamente non aveva creduto all’impegno del quale aveva detto
d’essersi ricordato all’ultimo momento. Forse
aveva capito il vero motivo di quella fretta improvvisa. Forse anche per
lui il percorso di avvicinamento ai Celti non era stato facile e quindi poteva capire
le difficoltà e le perplessità degli altri.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">In effetti, il
celta di tremila anni prima al suo posto per certi versi poteva essere diverso:
aveva diverso il colore della barba e dei capelli, diversa aveva forse la
foggia dei vestiti. Ma non troppo, perché
l’architetto con quella grande vestaglia colore verde muschio dalla
quale uscivano appena i calzoni alla zuava, forse era meno diverso di quanto si
potesse immaginare. Le “dalmine” ad esempio, che aveva ai piedi, con le suola
scavate nel legno, chiuse sopra da un pezzo di cuoio, potevano ben essere le
stesse calzature del celti. Forse a quel tempo erano completamente
incavate nel legno, come s’usa ancora in
Olanda… <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">E sotto, quei due
pezzi di ferro attaccati alla suola come ramponi, a evitare pericolose
scivolate, anche nel nome “glacìns” facevano pensare a strumenti venuti dalla
notte dei tempi…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">In un angolo, a
terra, c’era il fuoco acceso e sopra la “cjaldèrie”, il grande paiolo appeso
alla “cjàre”, il trespolo di legno che ruotava consentendo di allontanare senza
fatica il latte dal fuoco, quando avesse raggiunto la giusta temperatura. Il
latte si era rappreso, la cagliata era pronta per essere rotta e lavorata con
la “glòve”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Hai letto di
Menocchio?” gli chiese l’architetto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Sorrise. Anche a
lui era venuto in mente il mugnaio Menocchio, guardando il latte addensarsi e
diventare una massa consistente. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Attraverso la sua
storia puoi risalire a quella dei benandanti.” Su quel riferimento, anche Luciano era venuto in
mente d’aver letto che si discuteva tra gli storici locali se il mugnaio doveva essere considerato un
benandante. “Non so anch’io se lo sia stato, ma certamente è morto nella stessa
azione di repressione gestita dall’Inquisizione, che ha portato
all’eliminazione del fenomeno dei benandanti.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Menocchio era stato una originale figura di
eretico in Friuli, giustiziato per non aver voluto rinunciare alle proprie
convinzioni e soprattutto per il desiderio di credere soltanto a ciò di cui era
convinto. Considerava “mercanzie” le
sovrastrutture imposte dalla Chiesa ai credenti, per complicare inutilmente
un Vangelo che, a suo dire, si
poteva riassumere in quattro parole.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Muore con il corpo anche l’anima sosteneva, ma
resta lo spirito, e gli spiriti possono essere in relazione tra loro. Per
questa convinzione il mugnaio poteva essere ricollegato ai benandanti, e
attraverso questi ai Celti. Anche se la
sua eresia andava ben oltre, fino a ritenere che Cristo fosse solo uno dei
figli di Dio, “perchè anche noi, (tutti gli uomini) siamo figli di Dio, della
stessa natura di quello che è morto in croce”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Il motivo
però per il quale, ad ambedue, guardando
formarsi il formaggio, era venuto in mente Menocchio, era un altro: era la sua
originale cosmogonia. All’inizio, aveva cercato di spiegare agli inquisitori,
c’era il caos. Ma poi quel volume era diventato
una massa, appunto come si rapprende il formaggio nel latte. E infine
aggiungeva, con una immagine ancora più
ardita: “Come nel formaggio si formano i vermi, così si sono formati gli angeli.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Con l’immagine
del latte che si trasforma in formaggio e del formaggio che si trasforma in
vermi, cambiando natura,” aveva ripreso a dire l’architetto, mentre continuava
a tagliare la cagliata, “Menocchio cercava di spiegarsi e di ammettere
l’esistenza d’una natura diversa che nasce da una precedente e può esistere
senza di questa. Come i vermi si sono
sostituiti al formaggio, così la materia si è trasformata nella dimensione
spirituale degli angeli, così l’uomo può trasformarsi in una dimensione
extraterrena ed extracorporale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Allo stesso modo, qualche
migliaio d’anni prima i Celti, forse anche loro guardando al formarsi del
formaggio, erano arrivati all’idea dell’unicità del mondo in due diverse
dimensioni, che convivono assieme. Non esiste quindi un al di qua e un al di
là. Sullo stesso campo c’è chi gioca, chi ha già giocato e chi in panchina
aspetta di giocare. Ma lo stadio è lo stesso...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Vivono assieme
quelli che hanno il corpo, con quelli che non lo hanno più, ma i secondi sono
come avvolti in una membrana, che li rende invisibili. Molti ne avvertono la
presenza, ma pochi possono raccontare d’essere riusciti a stabilire un
contatto. Forse nel nascere con la membrana amniotica, si acquisisce una
particolare capacità di superare la barriera che impedisce ai vivi col corpo, di vedere i vivi senza corpo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Forse la “camicia”
è solo una allusione, e questa capacità è propria di alcuni, medium e
sensitivi, senza alcuna relazione alla modalità con la quale sono nati. Forse
invece il riferimento è più concreto,
perché in effetti la modalità del nascere influisce sulla modalità del
vivere, modificando le capacità sensoriali e di relazione proprie dei singoli
individui.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Forse. Una cosa
però è certa, che i nostri antenati Celti, erano tutt’altro che barbari, come
li definirono i conquistatori romani. Se ti fermi, voglio farti vedere una
cosa. Sono convinto di potermi fidare e che tu sappia mantenere un segreto.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">L’aveva lasciato
parlare senza mai interromperlo. Al suo invito aveva solo annuito, chiedendosi
quale altra sorpresa lo attendesse dopo la sorpresa dei discorsi appena
ascoltati.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Il sole era già
alto quando, finiti i lavori nella rudimentale latteria l’architetto aveva
aperto il recinto per portare al pascolo
il piccolo gregge. Si mise davanti e le pecore presero a seguirlo. Dietro
venivano le capre e infine Luciano che
chiudeva il corteo camminando in
silenzio e rimuginando su quale poteva essere il nuovo segreto che gli avrebbe rivelato lo strano
pastore alla guida del gregge.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Presero nella
direzione della cima del S.Simeone.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Lasciata però la
mulattiera che porta alla vetta, deviarono subito per un sentiero che
attraversa il monte a mezza costa, ed arrivarono in una radura circondata da
querce. Attorno il bosco era di faggi e colpiva la stranezza di quella macchia
di vegetazione diversa attorno alla radura. Non potè non pensare ai Celti ed al
culto che avevano per le querce che consideravano alberi sacri. Forse erano
stati loro a piantare quegli alberi diversi, portando le piantine come reliquie
dai loro paesi d’origine.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Qualche centinaio
di metri più avanti, s’apriva un altro avvallamento con un'altra radura,
segnata da grandi massi. Da lì il terreno cominciava a salire con una pendenza
maggiore e fra gli alberi c’erano sparsi dei grandi sassi. “Il cimitero
dei celti, la loro necropoli,” pensò tra sè, senza che l’architetto gli avesse
detto ancora niente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Era stata una
intuizione. Dei massi su un terreno in pendenza non sono evidentemente
sufficienti per dire che si tratta d’un cimitero dei Celti. In verità, leggendo
la storia dei ritrovamenti sui Celti, era rimasto sorpreso dal fatto che le
necropoli spesso erano poste su terreni in forte pendenza. La nostra idea del
cimitero richiama terreni pianeggianti, chissà perché loro usavano anche quelli
in salita? Forse solo perché c’erano i
massi che venivano utilizzati
come delle lapidi naturali, aveva pensato Luciano: invece che costruire la
lapide sopra la fossa, scavavano la fossa sotto alla lapide. Ma anche questa
era una sua interpretazione personale della quale non aveva trovato nessuna
conferma.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Ai piedi di quello che aveva immaginato fosse
il pendio cimiteriale, c’era un gruppo di
enormi massi. Erano simili a quelli che l’avevano colpito sul Sorantri.
Forse proprio attorno a quelle pietre che le forze della natura aveva staccato
e fatto emergere a dare il senso di qualcosa d’eterno, i Celti celebravano i
propri riti. Accanto, c’era una
montagnola d’una decina di metri di diametro e tre o quattro d’altezza. E’ una
conformazione naturale abbastanza frequente nel suolo in montagna, ma per la
posizione al margine inferiore di quello che aveva immaginato fosse un
cimitero, era logico sospettare che potesse essere una rialzo artificiale, un
tumulo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Così aveva infatti
pensato anche l’architetto e s’era messo a scavare un cunicolo alla base d’una delle
pareti laterali. Ci aveva messo mesi di lavoro perché voleva evitare il rischio
di far franare tutto. Ma i pastori hanno tanto tempo. Mentre il gregge pascola,
possono dedicarsi ad altre cose, e lui aveva preso a scavare attrezzandosi con
una paletta militare che poteva essere utilizzata sia come vanga che come
zappa. Procedendo nello scavo aveva rinforzato il cunicolo come si usa fare
nelle miniere, e finalmente, un giorno la piccola vanga che usava per lo scavo, gli era quasi
sfuggita di mano non trovando più resistenza nel vano che si era aperto
improvvisamente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="BlockText" style="margin-right: 56.65pt;">
Gli stava raccontando queste
cose mentre spostava un sistema di frasche intrecciate con il quale aveva
chiuso l’apertura. In effetti sotto quel cumulo di stecchi secchi, come se ne
trovano tanti nel bosco, era impossibile immaginare che s’aprisse un passaggio
secreto. Tolte le frasche, era apparso alla vista un cunicolo di quasi un metro
d’altezza e cinquanta centimetri di larghezza.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Seguimi!” gli
disse l’architetto, iniziando a strisciare carponi nella stretta galleria,
facendosi luce con una torcia elettrica.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">C’erano tre metri
circa di cunicolo. L’architetto ormai pratico l’aveva attraversato velocemente.
Luciano, avanzando, lo intravedeva in fondo. S’era già seduto dopo aver raggiunto il vano al quale portava il
cunicolo. Quando anche lui riuscì a sbucare ed a mettersi seduto, come aveva
visto fare l’architetto, non riuscì a trattenere una esclamazione di stupore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Visto, che
meraviglia!” commentò l’architetto. Poi
prese a spiegargli, come un esperto cicerone, accompagnando con le
parole il fascio di luce della torcia
elettrica che indirizzava sui particolari che gli andava indicando. Commentava
con le deduzioni ed interpretazioni che si era dato, analizzando i reperti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Il tumulo,” prese
a dire, “contiene una doppia camera lignea fatta di mezzi tronchi. All’interno
misura quattro metri per quattro, per uno di altezza, (era in effetti appena
sufficiente per consentire loro di stare seduti). Come si intuisce dai resti,
il pavimento era coperto da tessuti, ed altre stoffe pendevano alle pareti,
tenute insieme da fibule di bronzo.” Continuò la spiegazione evidenziando che
lungo una parete della camera si trovava un sofà di bronzo sul quale giaceva il
morto, la cui testa era sostenuta da un guanciale riempito di erbe.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Erano ancora ben
visibili parti dell’abito oltre a tessuti e pelli che lo coprivano. Portava un
cappello conico di corteccia di betulla che certamente segnalava il suo ruolo
nella società. Il rango del defunto però, senza dubbio un “principe celta”, era
rivelato dal tipico torquis d’oro. In una borsa, portava anche oggetti da
toeletta e tre ami da pesca. Una faretra con frecce pendeva al di sopra di lui.
Portava anche un pugnale il cui lato rivolto verso l’alto era ricoperto d’oro,
anche questo indubbiamente un segno del suo potere. D’oro erano rivestiti
anche la cintura e le “dalmines” con la
punta molto rostrata come le pantofole dei principi orientali. C’erano poi
sparsi, alla rinfusa, anche altri bracciali e altre fibule sempre in oro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">In un angolo c’era
un servizio da banchetto e da simposio: nove corni potori erano appesi alla
parete della camera, e su un tavolino stavano nove piatti in bronzo, con tre
vassoi dello stesso metallo di notevoli dimensioni. Si poteva immaginare quindi
che fosse stato allestito un banchetto funebre per nove persone. La bevanda
invece (che se si fosse potuta analizzare certamente sarebbe risultato
trattarsi di idromele) , era contenuta in un calderone di bronzo di fattura
greca, sul cui orlo erano raffigurati tre leoni. Accanto al bacile si trovava
anche una tazza d’oro ed una situla
carnica.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Usciamo!” disse
infine l’architetto, conclusa la sua presentazione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">In effetti pur non
essendo così piccolo lo spazio, che comunque prendeva aria a sufficienza dal
cunicolo, ci si sentiva mancare il respiro. Non era un problema di carenza d’aria. Era per la
prima volta che si trovava all’interno d’una tomba. Di quasi tremila anni
prima, certamente. Ma sempre d’una tomba si trattava. Nel buio squarciato dal
fascio di luce della torcia elettrica, la presenza del principe che era stato
inumato in quel luogo si sentiva ancora. Il vano sembrava pieno della sua
presenza, non c’era posto per gli intrusi. E chissà quali maledizioni erano
state poste a proteggere il sonno eterno del principe...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Certo, anche senza
credere alle maledizioni, la suggestione d’una tomba è sempre forte e con un
senso di liberazione respirò una boccata d’aria a pieni polmoni quando, uscendo
dal cunicolo, riuscì a rimettersi in piedi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Se hai studiato
qualcosa al riguardo...” riprese la lezione l’architetto appena fuori, “dovresti sapere che una tomba quasi
identica a questa è stata trovata a
Eberdingen-Hochdorf in Germania nel Wurtemberg settentrionale. Lì c’è anche un
carro, ma evidentemente da queste parti, su queste montagne, non aveva senso
andare con il carro, e quindi nel corredo funerario manca l’attrezzo”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="BlockText" style="margin-right: 56.65pt;">
Aveva letto infatti sul
monumentale volume “I Celti” pubblicato in occasione della grande mostra
allestita a Palazzo Grassi a Venezia nel 1991, di questa tomba. Mentre
l’architetto continuava nella sue interpretazioni ricordava che gli studiosi per la tomba in Germania
sostenevano che dimostrava l’esistenza d’una forte corrente di scambi commerciali
con gli Etruschi dell’Italia centrale. In una posizione geograficamente molto più avanzata, come quella delle alpi
carniche, a ridosso del mare adriatico,
era quindi possibile immaginare scambi
commerciali e culturali ancora più intensi con gli abitanti della Magna Grecia.
Non c’era quindi nulla di strano nel pensare che su quelle montagne fossero
arrivati dei mercanti greci, seicento anni prima di Cristo. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Era salito
sull’altopiano per confrontarsi con l’architetto e trovare pace con i Celti. Ora si ritrovava invece con in testa una strana
teoria sui benandanti, un teorema ancora più originale sulla storia dei Celti e
nel cuore il vuoto che gli aveva lasciato quella tomba, e la paura per aver
violato il riposo di quell’antico guerriero...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Rientrando in
paese, in macchina, stava pensando che forse l’idea di liberarsi dei Celti
approfondendo la loro conoscenza non era stata poi così intelligente. Non si
spezza un amore continuando ad inseguire l’amante. Forse era preferibile smettere di inseguire i Celti, se non voleva
finire coinvolto e travolto in un incubo. La decisione estrema alla quale era
arrivato l’architetto, era un segnale da non trascurare...O forse l’approccio
doveva essere diverso…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "kelt"; font-size: 18.0pt;">Cap. 10<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "kelt"; font-size: 18.0pt;">L’archeologa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ci sarà pur
qualcuno che ha studiato in modo scientifico queste cose?” si chiedeva il
giorno dopo, aggirandosi tra gli scavi archeologici del colle di Mazeit a
Verzegnis. Aveva letto soltanto dei libri che trattavano della storia dei Celti
a livello europeo. Li aveva letti nel tentativo di superare con i dati della
ricostruzione storica le suggestioni che lo avevano collegato ai Celti in modo
tanto originale quanto poco scientifico. Ma dalle letture aveva finito di
trovare una conferma alle sue suggestioni, soprattutto quando gli autori
cercavano di interpretare i pochi dati a disposizione, per una ricostruzione di
quella che era stata la cultura dei Celti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Anche nel caso
specifico della storia dei Celti in Friuli (se c’era stata una storia dei Celti
in Friuli), avrebbe dovuto smetterla di cercare quella che ormai chiamava
“l’atmosfera dei Celti” e che andava a rivivere, fermandosi nei siti che,
secondo le tradizioni o le leggende, avevano visto la loro presenza. Doveva
ritornare ai dati certi ai dati archeologici. Avrebbe dovuto riferirsi al elementi concreti, avrebbe
dovuto confrontarsi con qualcuno che si fosse impegnato a ricavare i dati sulla
storia dei Celti in Friuli, attraverso una seria indagine archeologica e non
con un architetto che, in un momento di depressione, s’era invaghito dei Celti
fino a decidere di andare a vivere in qualche modo con loro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Non era la prima
volta che visitava quel luogo. Come un reduce visita volentieri i luoghi della
memoria, legati alle vicende della guerra alla quale anch’egli ha partecipato,
così anche lui era diventato un cultore del “luoghi della memoria” della storia
dei Celti, e per le sue passeggiate sceglieva ormai quasi esclusivamente i
luoghi ove, da quanto aveva letto, erano stati rinvenuti dei reperti, oltre a
Raveo, appunto Verzegnis, e poi Paularo, Lauco, Socchieve e il S.Simeone.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Non c’era mai nessuno in quei luoghi e
restò quindi molto sorpreso quel giorno accorgendosi d’essere stato preceduto
da qualcuno. Accanto agli scavi dai quali era emersa una torre forse d’origine
celtica, c’era una donna come assorta, intenta a guardare i resti della torre.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Disturbo?” chiese avvicinandosi, usando
la domanda come saluto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Lei si riscosse, a quella voce
imprevista, lo guardò sorpresa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Perché dovrebbe?” chiese infine, stando
al gioco dei convenevoli.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “E’ la prima volta che trovo qualcuno!”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Ci viene spesso?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Io? Direi proprio di sì. E lei?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Io ci lavoro.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Come ci lavora?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Ho organizzato e diretto io, questi
scavi.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Lei è Giulia …?. L’ho trovata citata in
tanti saggi. E’ uno dei massimi esperti sui Celti in Italia.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Non esageriamo! É da tanto tempo che me
ne occupo, a partire da quando studiavo all’Università. Ho studiato il fenomeno della loro diffusione
soprattutto in Lombardia, partecipando a numerose campagne di scavo. Poi il mio
interesse si è spostato sui Celti in Friuli.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Come mai?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “E’ una storia molto complessa e se vuole
anche molto strana.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Immagino che le possa apparire
indiscreto e forse anche maleducato proponendomi con queste domande. Non ci
siamo neppure presentati...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Luciano spiegò in breve chi fosse e come
da appena un anno si fosse scoperta questa “insana passione” per la storia dei
Celti. Parlò evidentemente d’una sorta di hobby, senza fare cenno ai sogni,
all’architetto ed a tutto quello che gli stava capitando, a causa di questi progenitori
che stavano invadendo ogni giorno di più la sua vita personale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Sono nata qui, poi la mia famiglia si è
trasferita a Milano. Ho vissuto la mia vita in città ed alla fine, in pensione
ho deciso di ritornare. Perché? Non glielo saprei veramente dire. Mi pareva
d’avere una motivazione forte, per decidermi ad una scelta di vita così
definitiva. Ma ora non sono più sicura d’aver deciso per il meglio, anzi, alle volte mi pare di non sapermi dare una
risposta neppure sulle motivazioni della scelta. Sarà perchè avevo cominciato
ad interessarmi dei Celti in Friuli, sarà
perchè sentivo la nostalgia dei luoghi della mia infanzia, delle mie
vacanze da ragazza, sarà per cento altri motivi, comunque sono tornata. Abito
nella casa laggiù, la casa nella quale
sono nata, proprio lì, di fronte ai Celti”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Così dicendo indicava una vecchia
casa rimessa a nuovo. La facciata bianca
era segnata trasversalmente per tutta la lunghezza da una balaustra di legno scuro, ancorata alle travi
del tetto, da montanti ravvicinati pure di legno. Nei riquadri marcati dal
legno era incastonata una fila regolare di finestre bordate di pietra, ed al
centro spiccava una grande porta ad arco. Il motivo si ripeteva al piano terra,
simmetrico.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Anche nei ricordi
della sua infanzia, pensò Luciano, c’era
una grande linda come quella, nella casa del nonno. Bambino, a sera, si fermava
a volte a tenergli compagnia ed a guardare alla valle che diventava sempre più
cupa. Il nonno fumava la pipa e gli raccontava
le storie dell’Ebreo errante, e ogni tanto si interrompeva dicendogli: “Guarda,
c’è un’altra macchina!”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Come un bambino,
si divertiva a contare le macchine che passavano sulla strada nel fondovalle. Anche lui guardava allora, tra le assi della balaustra,
quel punto di luce che si muoveva nel buio della valle. Sembra soltanto un
punto di luce, commentava il nonno, ma è un’automobile, ci sono degli uomini.
Tutto dipende dai punti di vista, da qui è una luce, se fossimo invece al bordo
della strada, sarebbe una macchina. Tutto è una questione di punti di vista…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ma la balaustra
della casa del nonno aveva un senso. Da lì si dominava tutta la valle ed era
bello fermarsi con l’occhio che spaziava lontano, fino giù nella pianura, a
parlare dei punti di vista. La balaustra che aveva davanti invece, non aveva
orizzonti, dava direttamente contro la collina. Che senso poteva avere,
fermarsi alla sera a contemplare una collina…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">O forse era stata
fatta a posta, per passare le ore, soprattutto nelle notti di plenilunio a
contemplare il colle di fronte, il colle dei Celti, vedendoli muoversi nel
gioco delle ombre degli alberi mossi dalla brezza, sentendoli respirare nel
fruscio delle fronde, cogliendo il loro richiamo nel rumore d’un ramo spezzato,
nel gemito d’un tronco scheggiato. Forse anche la donna che ora guardava gli
scavi, da bambina, prima d’andare a letto, s’era fermata sulla linda con il
nonno che le raccontava dei Celti invece che dell’Ebreo errante…E poi li aveva
visti nei sogni di bambina muoversi sul colle, e le era rimasto il desiderio di
ritornare a scoprirli…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Tutte
fantasticherie! Fantasie sue, nate pensando che tutti debbano avere con i Celti
il rapporto sentimentale che aveva lui. No, per quella donna, i Celti erano
senza dubbio un argomento di studio, il suo approccio era razionale e scientifico,
ed era casuale che fosse nata di fronte
al colle di Mazeit.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Non mi pare molto soddisfatta della
scelta di tornare.” Commentò per stare al suo discorso, non avendo il coraggio di interrogarla
sul suo rapporto con i Celti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “In ogni decisione di tornare c’è in
fondo l’idea di poter far tornare il passato, e invece è proprio il ritorno a
far sentire più profondo il vuoto che ci separa da un passato che, in quanto
tale, non ci appartiene più...Ci si dovrebbe fermare ad alimentare la speranza del
ritorno, a farla vivere nel desiderio, nell’illusione che quello che è stato
possa tornare. Il ritorno invece è come l’alba che cancella i sogni nella luce
banale del quotidiano..”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Ma forse,” sorrise tra sè,” tutto è meno
complicato e meno filosofico... Sono tornata
in un paese che non è più quello d’un tempo. E’ un paese morto, senza
più un luogo ove potersi incontrare, dove sentire che esiste una comunità fatta
di rapporti tra persone. Non c’è più alcuna vita di paese. E non è bello vivere
in un paese morto...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Luciano condivideva appieno di discorsi
di Giulia, ma piacevolmente sorpreso dalla sua disponibilità a parlare, voleva
approfittarne di quella coincidenza così favorevole per tornare ai Celti. Si vedeva che aveva vissuto in città. Un
estraneo, ad una donna del posto, avrebbe fatto fatica a cavare un
“buongiorno”. Lei invece gli aveva parlato liberamente anche del suo rapporto
con i luoghi, forse allora gli sarebbe riuscito di farla parlare anche del suo
rapporto con i Celti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Mi scusi se approfitto di questo
incontro così casuale per chiederle qualche informazione sui Celti. Quando si
dice, le coincidenze... Proprio venendo qui, stamattina, mi dicevo che avrei
dovuto cercare qualche esperto...e, mi
sono incontrato proprio con lei...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> La libertà con la quale la donna gli
aveva parlato, avrebbe potuto indurlo a parlarle liberamente dei sogni che gli
erano stati raccontati, e soprattutto della tomba che gli aveva fatto vedere
l’architetto. Ma in lui la riservatezza del montanaro prevaleva. Restava
comunque e prima di tutto un carnico, di poche parole.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Sa,” prese a dire “io mi sono fatta una
ricostruzione di tipo letterario, sono arrivato a pensare persino che da queste
parti si sia incontrato con i Celti nel VI secolo avanti Cristo, anche Pitagora”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.25pt;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Giulia sorrise.
Con la fantasia si può tutto. Ma i reperti che abbiamo trovato sono successivi
al terzo secolo. Forse la nuova spinta all’emigrazione dai luoghi dell’Europa
centrale, che portò i Celti ad occupare anche Roma, li spinse ad est ad occupare
le Alpi Carniche ed il Carso. É probabile quindi che anche i Carni siano
d’origine danubiana e siano arrivati agli inizi del 300 avanti Cristo. Certo non si può escludere che prima di
questa ondata, il territorio fosse già occupato da altri Celti, le tombe
scoperte a Socchieve risalvono all’VIII - V secolo, un’ascia trovata ad Imponzo
sotto il colle di S.Floriano è ancora precedente, mentre risale al VI secolo la
fibula trovata sui resti murari venuti alla luce lungo la strada che sale alla
Pieve di S.Pietro. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.25pt;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">È tuttavia
difficile distinguere ciò che è riconducibile ai Celti da ciò che non lo è. E’
fuori di dubbio infatti che i romani, al
loro arrivo su questi territori, trovarono una situazione multietnica, con due
gruppi dominanti, uno venetico ed un gallo carnico.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Ma in conclusione in Carnia che cosa si
è trovato di veramente celtico?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Interessanti soprattutto i ritrovamenti
nella necropoli di Paularo che si sviluppa su terrazzi artificiali che si
adeguano al pendio...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “In pendio?” ripetè Luciano, soddisfatto
d’avere trovato una ulteriore conferma dell’idea che si era fatta dei cimiteri dei Celti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Si, a terrazzi sovrapposti, ed anche le
tombe sono sovrapposte come se più generazioni successive fossero state sepolte
nella stessa tomba di famiglia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Le più antiche
risalenti al 7° secolo sono in pozzetti contenenti le ceneri, poi ci sono delle
olle contenenti le ossa...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “E a Raveo?” la interruppe, sorpreso che
non avesse iniziato il racconto da quello che, s’era convinto fosse il sito celtico meglio conservato, il
villaggio di Lauriscia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Ma! Il villaggio sul Sorantri, pare
piuttosto di epoca romana...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Come romano?” chiese sorpreso per la
sicurezza con la quale l’esperta smontava d’un colpo il punto centrale dal
quale era partita tutta la sua ricostruzione sui Celti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Sono state trovate fibule di età
imperiale ed anche monete di Costantino”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Ma questo non vuol dire che il villaggio
non sia stato costruito precedentemente.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Non si può escludere nessuna teoria,
finchè non si hanno conferme o smentite. Anzi in una valletta sottostante, ove sono emersi dei
reperti riferibili alla presenza d’un santuario, la cronologia va dall’8°
secolo per un coltellino e al 6° secolo per una piccola pisside.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Quindi al 6° secolo c’era già qualcuno,”
constatò soddisfatto Luciano, pensando ancora alla visita di Pitagora.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Certamente, come c’era già qualcuno qui,
dove siamo, sul colle di Mazeit, anche se ancora non siamo riusciti a
dimostralo con i nostri scavi. Sul colle attorno infatti, sono stati fatti vari
ritrovamenti casuali, da parte di persone che usano il metaldetector per
ricercare reperti archeologici. E’ stata trovata una laminetta votiva bronzea
con iscrizione venetica riportante un nome “Boijos Totojeno”, che fa supporre
sul colle ci sia stato un santuario, e fibule risalenti certamente al 6° secolo
avanti Cristo.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “E dagli scavi che cosa è emerso?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Nulla di particolarmente interessante
ancora. L’interesse di chi procede con metodo nello scavo archeologico é
diverso da quello di chi si interessa ai ritrovamenti. Per noi conta la storia,
non il pezzo in sè...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Eppure il pezzo ha un fascino profondo.
Lo puoi vedere in qualche modo rivivere. Con la fibula rivive la rudimentale
fucina nella quale quasi tremila anni fa, su queste montagne qualcuno
realizzava l’oggetto, dopo averlo immaginato e progettato. Attorno alla fibula
riprende vita il mantello che l’oggetto chiudeva sulla spalla, e la donna che
portava quel mantello. La donna che aveva ricevuto in dono quella fibula, in
un’occasione importante della sua vita. E i pensieri, i sentimenti, le emozioni
di quella donna, sembra quasi che nell’oggetto,
riescano ad attraversare la storia, per rivivere nell’immaginazione
dell’uomo del duemila, che guarda compreso e ammirato la raffinatezza di quei
manufatti.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Certo. Ma è un fatto individuale. Nello
scavo l’emozione è un’altra: quella della storia che avanza cancellando gli
individui, come un rullo compressore che
copre il passato a strati. Ed ogni strato ha una storia, una voce...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Siamo partiti, ripulendo gli strati
superficiali, quelli della dimenticanza e della noncuranza. La torre, venuta
meno lo scopo per cui era stata costruita, è servita a chissà quali altri
scopi: ricovero per i cacciatori, ultimamente è stata anche utilizzata come stalla. Siamo così risaliti al momento
cruciale della storia del manufatto: i segni evidenti d’un incendio, databile
al 7° secolo dopo Cristo. Una data alla quale si possono far risalire i
ritrovamenti di tanti altri incendi. E in quei resti si vede allora la Carnia,
come tutta l’Italia, messa a ferro e fuoco dalle invasioni barbariche.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Nella torre non siamo ancora riusciti a
raggiungere il piano di calpestio, e non è quindi possibile esprimere opinioni
sulla sua fondazione. Ma negli scavi fatti a lato, sono emerse concentrazioni
di frammenti di tegoloni romani, un piano di calpestio rettangolare, costituito
da ciottoli collocati senza malta, su una roccia naturale di base, ed
all’interno si è rinvenuto un frammento di cesoie a molle...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “E nient’altro?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Poco per chi pensa che l’archeologia sia
soprattutto ricerca di tesori nascosti. Tanto, se ci si sforza di leggere quei resti e di confrontarli con
altri analoghi, nel tentativo di recuperare il tesoro della storia d’un
luogo...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Capisco. E mi scusi per la battuta
stupida, ma in effetti il tesoro fa più effetto, anche perché dietro il mistero
del ritrovamento d’un tesoro c’è sempre il mistero del perché sia stato
nascosto...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Abile come giustificazione. Ma per la
sua curiosità le confermo che sono stati trovati anche dei veri tesori, come le
399 monete raccolte in una situla di bronzo rinvenute a Colza di Enemonzo
vicino ad una antica via di collegamento tra le vallate. Per l’esattezza 359
vittoriati romani e quaranta tetradrammi celtici del Norico occidentale.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Nascosti vicino alla strada, pensava Luciano.
Da chi? E perchè? Da uno che avrebbe voluto tornare a riprenderseli, e non ha
potuto. Perchè? Morto? Dove? Forse proprio a causa di quelle monete nascoste.
Perché poi 399 e non 400? <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Si è riusciti a definire,”
continuava Giulia, “che sono stati nascosti attorno al 125 avanti Cristo. Erano
gli anni della conquista da parte dei romani che poi si concluse nel 115 con il
trionfo per la vittoria sui Gallo Carni, celebrato dal console Emilio Scauro.
Come al solito la storia riporta solo le vittorie, chissà invece quali tante
altre sconfitte, come quelle del povero avaro di Colza, anche dietro alla
storia dell’invasione romana”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Dal tetto verde del campanile di Villa di
Verzegnis presero a diffondersi dentro il bosco che ricopre il
colle di Mazeit i rintocchi della campana di mezzogiorno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Mi scusi, ma devo rientrare per il
pranzo,” s’interruppe bruscamente la signora.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Mi scusi lei se l’ho intrattenuta con le
mie chiacchiere.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “E’ stato un piacere.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “La posso rivedere?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Certo!”, disse a mo’ di saluto,
prendendo a scendere in fretta per la vecchia strada che portava al castello di
Mazeit.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Grazie!” aggiunse Luciano, come risposta
al saluto, e rimase solo a guardare i resti della torre. Il suono della campana
pareva infrangersi contro quelle pietre rimesse a nudo per farle rivivere, per
farle parlare. Certo, la signora avrebbe continuato a scavare con i suoi
studenti, e avrebbe trovato l’origine della torre. Sarebbe stato importante?
Forse sì. Ma di quella torre non si sapeva poi cosa fosse diventata... La torre
d’un castello? Probabilmente sì, dal momento che la strada del paese che porta
da quella parte, ha il nome appunto di
“via del castello”. Un castello del quale non si aveva traccia nella storia. E
dove era finito? Probabilmente i muri
delle case del paese, costruiti con le pietre del castello, avrebbero
potuto raccontare la sua storia...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma perché infine doveva porsi anche il
problema della storia del castello di Mazeit? Per quello che era il suo
problema, la ventura di trovare quella donna, una esperta, gli aveva consentito
di saperne molto di più, ma soprattutto, nella disponibilità della signora a
continuare il discorso, aveva trovato una strada per risalire alla storia dei
Celti, meno precaria e fantasiosa di quella dei sogni.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“ A meno che, alla
donna, la scienza non abbia fatto
perdere la poesia delle cose!”. Perché a lui, d’essere erudito sulla storia dei
Celti, in fondo non interessava, desiderava molto di più riprodurre la suggestione dei Celti, per poterla rivivere,
per riuscire in qualche modo a immedesimarsi nel loro modo di vivere e di
pensare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">I rintocchi della
campana continuavano ad infrangersi contro le rocce, a penetrare negli
anfratti, a lambire le foglie degli alberi a sciogliersi nel muschio del bosco,
e la donna, ormai al piede del colle, correva sulla strada verso casa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Aveva mai sentito
in città quei suoni? Non capiva la donna il vantaggio d’aver abbandonato il
suono muto delle campane che scende a
sporcarsi tra le cortine di case insensibili, a infangarsi nel rumore del
traffico, per ritrovare quel suono di
voce che riemerge dal tempo per penetrare nuovamente la terra e farla vibrare nel tremore d’un eco
sussurrato?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Proprio in quel sussurro, lui sentiva riemergere la voce
dei Celti. Forse questo doveva capire anche lei prima di mettersi a studiare i
Celti...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<h1>
<o:p> </o:p></h1>
<h1>
<o:p> </o:p></h1>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<h1>
<span style="font-size: 18.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Cap. 11 <o:p></o:p></span></h1>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "kelt"; font-size: 18.0pt;"> Artenia.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Sono tornati!” lo
aveva aggredito così, appena le aveva aperto la porta, e l’espressione voleva
essere un saluto, ed allo stesso tempo una richiesta di aiuto. Era visibilmente
spaventata.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Chi, sono
tornati?”, chiese lui. Se ci avesse pensato avrebbe capito da sè il significato
dell’espressione, ma così di brutto, mentre ancora stava aprendo la porta,
senza che neppure si fosse reso conto di chi aveva davanti…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Era Maria da Mede.
La fece entrare e la fece accomodare sul divano: “Vuoi qualcosa?” chiese
preoccupato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“No. No. Sono
tornati...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Capiva che aveva
bisogno soltanto di sfogarsi e di raccontare e la lasciò parlare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Erano mesi ormai,
prese a dire, che non faceva i sogni da incubo che gli aveva raccontato l’anno
prima. Forse era proprio da quando
glieli aveva raccontati. Pensava
d’esserne fuori, che fosse un modo di essere, superato con l’età, un po’ come
il ciclo delle mestruazioni, e invece la notte precedente le erano tornati.
Aveva sognato di nuovo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Non c’era più
Rinaldo e il cimitero, c’erano soltanto le persone vestite in modo strano con
le quali si chiudeva a volte il suo
sogno ricorrente. Si trovava nel prato del castello.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Sai a quale luogo
mi riferisco?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Certo. Viene
anche chiamato la cort dal Salvàn (il cortile del Salvàn). Il nome mi ha sempre
incuriosito ed ho anche cercato di trovare a che cosa potesse riferirsi. Ma
senza esiti credibili. Forse, sulla base di qualche leggenda, Salvan potrebbe
stare per uomo selvatico, per uomo preistorico, ad indicare che il luogo era
abitato prima dei romani”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Vedi, tu lo sai,
io no. Io non lo sapevo. Fino a ieri
sera sapevo soltanto che si chiamasse il prato del Castello, e tante
volte, andando a funghi avevo avuto modo
di notare che c’erano in effetti i ruderi di qualcosa che poteva essere stato
un castello”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">S’era dunque
trovata in sogno, prese a raccontare, tra quei ruderi e attorno a lei c’era una
folla di persone. Erano tutti vestiti con una tunica che restava molto sopra al
ginocchio e sotto avevano dei calzoni dello stesso colore della tunica. Alcuni
avevano anche un mantello, messo di traverso e chiuso da una fibbia su una
spalla, invece che sul petto, come sono di solito i mantelli. Tutti avevano i
capelli lunghi e tutti erano vestiti allo stesso modo, sì che a fatica,
soltanto dai lineamenti del volto, si distinguevano le donne dagli uomini.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Accanto a lei, seduto sullo stesso muretto, in un
posto sopraelevato, c’era un giovane. Nel vestito le ricordava il giovane che
nei sogni precedenti, sulla tomba prendeva il posto di Rinaldo, e la folla
d’ombre che si muoveva con lui. Gli altri erano raccolti sotto, chi in piedi e
chi seduto, come se dovessero ascoltare un discorso. Era evidente che
s’attendevano che loro due prendessero a parlare. Ma lei non sapeva che dire,
si trovava come un attore in una scena che non è la sua, senza conoscere la
parte. Un vecchio che stava davanti, in prima fila, come il suggeritore a
teatro, la sollecitò ad iniziare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Parla!”, le
disse. Ma lei non aveva neppure l’idea di che cosa avrebbe dovuto dire.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ora che ha il
Salvàn finalmente al suo fianco, Artenia può raccontarci la sua storia,”
aggiunse il vecchio rivolto agli altri. Sentendosi chiamare con quel nome, fu
come se d’un tratto si fosse ricordata del suo personaggio, e nel sogno aveva quindi preso a narrare le vicende della
sua vita.<b><o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Sono nata e
vissuta laggiù,” e così dicendo aveva indicato con il braccio teso, la sella che
s’apre a fianco del monte Simeone, sopra il lago di Cavazzo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“La finestra tra
la Carnia ed il Friuli” pensò Luciano, “attorno alla quale si era sviluppato il
racconto della perpetua di Luciano. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">In effetti
l’ultima catena delle prealpi carniche in quel punto, sembra interrompersi per
lasciare uno spazio vuoto dal quale si vede la pianura, e in primo piano, sul
fondale, emerge il colle del castello di Artegna. Proprio per questo, per il
vantaggio dato dal fatto che i due punti erano in ottica tra loro, la storia
riporta che, ancora in epoca romana erano sorti i due castelli di S.Lorenzo in
montagna e di S.Martino in pianura. Dal castello in montagna si poteva
segnalare a quello in pianura, l’arrivo delle orde dei barbari, dando al
sistema dei castelli della pianura friulana almeno un giorno di vantaggio per
organizzarsi. Non meno d’un giorno infatti,
avrebbero dovuto impiegare le
truppe avvistate dalle torri del castello di S.Lorenzo per raggiungere,
seguendo il corso del Tagliamento, il
castello di S.Martino.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ma forse, anche se
mancano notizie al riguardo, questa opportunità strategica era stata sfruttata
ancora prima dei romani e infatti Maria nella parte di Artenia, ricordava
proprio d’essere nata nel villaggio di Magnàn che sorgeva sul colle di S. Martino,
mentre lì dove s’erano ritrovati a rievocare il loro racconto c’era il
villaggio di Salvàn. (Ecco perché, pensò Luciano, il luogo porta i due nomi di prato del
castello e di corte del Salvàn!).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Lo sappiamo che
sei nata laggiù,” la interruppe il vecchio, “perché fin laggiù si era spinto il
nostro popolo. Era venuto da oltre da oltre le alte montagne della catena del
Cogliàn, e s’era distribuito in tanti villaggi sulle montagne che degradano
verso la pianura, fino alle ultime propaggini delle alture di Magnàn. Ogni
villaggio era autonomo, e viveva allevando il bestiame in comunità ed anche
praticando l’agricoltura. La terra era di tutti, il bosco era di tutti, e tutti
potevano servirsene, aiutandosi a vicenda, per diminuire la fatica d’ognuno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Tutti avevano il
necessario, e tutti allo stesso modo erano consapevoli che non avesse senso
darsi da fare per procurarsi il superfluo. Vivevano quindi in perfetta armonia
tra loro, in un rapporto di assoluta sintonia con la natura e con l’ambiente,
pronti però a prendere le armi ed a difendersi, se qualcuno avesse minacciato
la pace dei loro villaggi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Nelle feste erano
soliti riunirsi in località prestabilite. Per la festa di Imbolc, nel secondo mese dell’anno, nel pieno
dell’inverno per invocare l’arrivo della primavera, si riunivano invece a rotazione in uno dei villaggi, a
festeggiare e celebrare assieme i riti in onore del Dio Unico e delle sue
manifestazioni”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Quell’anno
appunto,” riprese Artenia, “gli abitanti di Magnàn, assieme ad altri villaggi,
s’erano dati convegno al villaggio di Salvàn”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> S’era mosso il giorno prima della festa tutto
il villaggio: uomini, donne e bambini.
Nelle capanne sul colle avevano lasciato soltanto i vecchi, che non potevano
sottoporsi alla fatica di quasi dieci ore di viaggio. Raggiunto Salvàn, dopo
aver superato l’erta salita che dal greto del torrente But, porta al costone di
roccia sul quale era stato costruito il villaggio, si erano sistemati come
ospiti nelle varie capanne. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Su come passare la
notte in tanta gente nei piccoli tuguri non c’era problema, perché la notte
intera e il giorno dopo si sarebbe fatto festa mangiando e danzando. Il piacere
degli Dei nel ricevere i festeggiamenti sarebbe stato il piacere degli uomini
nel celebrarli. Su cosa mangiare c’erano ancora meno problemi, perchè da giorni
la gente del villaggio, uomini e donne, non faceva altro che preparare pietanze
per la festa, come ancora s’usa in qualche paese della Carnia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Lei aveva sedici
anni, e s’era da tempo preparata a quella festa alla quale avrebbe partecipato
per la prima volta con la libertà che le derivava dall’aver raggiunto la
maggiore età.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Da giorni non
facevo altro che immaginare quanto avrei danzato, quanto avrei cantato, quanto
mi sarei divertita a stuzzicare i coetanei. M’imbattei invece con lui e tutti i
miei programmi ed i miei propositi si dissolsero come d’incanto”. Così dicendo
indicava con una punta di rancore il giovane che le stava seduto accanto. “Lo
vidi, e m’innamorai di lui”. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">L’altro fece per
dire qualcosa, forse avrebbe voluto scusarsi o quantomeno spiegarsi, fornendo
la sua versione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“lo so,”
l’interruppe lei, “che tu non hai fatto niente, che non hai nessuna colpa.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ma neppure lei!
Non era stata lei a sceglierlo. Lei non
l’aveva neppure notato. Non aveva avuto
il tempo di osservare se era bello o se era brutto, non aveva avuto modo di
parlare con lui, per capire se era
simpatico od antipatico. Non sapeva nulla di lui e tuttavia se n’era
innamorata, come se le fosse scoppiato dentro un fuoco che aveva bisogno di
alimentarsi con l’immagine di lui. Qualcuno, senza dubbio, aveva fatto un sortilegio. Non poteva essere
diversamente...e lei era rimasta coinvolta.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Dalla dimensione
degli spiriti o dalla dimensione del piccolo mondo dei folletti, qualcuno era
uscito e il vortice delle coincidenze aveva voluto che fosse entrato in lei. Lo
spirito giocherellone, aveva deciso di prendersi gioco di lei costringendola a
dipendere da quel ragazzo che portava lo stesso nome del villaggio. Nella danza
non voleva accompagnarsi ad altri che a lui, lo seguiva ovunque, ovunque faceva
in modo che si imbattesse in lei.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Lui non voleva
saperne di lei e della sua corte perché
in generale non voleva saperne delle donne, era innamorato della caccia
e della guerra, non sapeva parlare che di
armi e di animali. E la sua
insistenza lo allontanava ancora di più, perché anche allora, l’uomo nei
confronti della donna voleva essere cacciatore. Salvàn che era poi veramente un
cacciatore, non riusciva a sopportare la sensazione d’essere cacciato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Abito laggiù” le
indicò lei quando la luce del sole nell’aria fresca del mattino, aveva sciolto
il buio della notte e consentiva di vedere distintamente nella pianura, oltre
la sella del Simeone, il colle di Magnàn. Ma a lui non piaceva guardare
lontano, a lui non piacevano gli orizzonti, aveva imparato a guardare nel bosco
per riconoscere le tracce degli animali, e sapeva cogliere ogni minimo
dettaglio, risalendo dai particolari a stabilire quale animale era passato, ed anche quanto tempo prima era passato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">In due giorni non
era riuscita a strappargli neppure la promessa che si sarebbero rivisti.
Vivevano in due mondi opposti, lei amante del respiro profondo dell’orizzonte,
della voce flebile delle distanze, della suggestione delle albe e dei tramonti,
lui affascinato dal silenzio del bosco, dalle particolarità distintive delle
piante, dall’odore del muschio, dal piacere del sangue...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Alla sera quando
tutta la gente aveva smesso le danze per guardare oltre la sella di Bordano il
falò che i vecchi rimasti a Magnàn avevano acceso, quasi a voler significare il
loro desiderio d’essere ancora presenti alla festa, lei tenendolo per mano gli
aveva detto: “Ci potremo parlare anche noi con il fuoco. Alla sera tu
l’accenderai e io da laggiù lo vedrò, e risponderò accendendo un altro
fuoco...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Con il fuoco,
no,” le aveva risposto senza avvertire la poesia di quella proposta, “non
vorrei spaventare gli animali...”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Non c’era
evidentemente alcuna possibilità di colloquio tra loro due, aveva dovuto
purtroppo constatare sconsolata, e ciononostante lei continuava a sentirsi
condizionata dall’urgenza di vederlo, succube della necessità di sentirlo, come
fosse stata stregata.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Eppure,” intervenne il vecchio, “la nostra
era cultura della libertà e
dell’indipendenza”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Anche lei, donna, portava i calzoni e vestiva
come l’uomo. Al di là dell’esteriorità c’era una vera ed assoluta parità tra i
sessi. Nella loro cultura, erano riusciti a liberare l’idea del piacere dallo
scopo, per farne una esperienza da vivere in sè come fatto assoluto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">In questo,
dicevano, si distingue l’uomo dall’animale. Nell’animale il piacere è uno
stimolo per favorire e rendere possibile la procreazione e la continuazione
della specie, nella evoluzione della
loro cultura erano riusciti a superare la condizione di natura, distinguendo la
procreazione dal piacere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Il piacere dei
sensi era un dono che gli dei avevano dato agli uomini e che gli uomini
dovevano esercitare. Onorare gli Dei significava prima di tutto utilizzare al
meglio i doni avuti. Se qualcuno ti fa un dono e tu non lo utilizzi, offendi
chi è stato generoso nei tuoi confronti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">È vero che gli
occhi sono stati dati all’uomo perché possa vedere dove mette i piedi e poter
quindi camminare. Ma l’uomo ha imparato
ad usarli, prescindendo dal fine, e se ne serve per portare nella propria
mente, il piacere della luce e dei colori.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Così come la vista
deve essere esercitata a godere delle bellezze della natura, l’udito a godere
del piacere della musica e il gusto a gioire dei piaceri della tavola, così
doveva essere esercitato il piacere che coinvolge tutto il corpo. Senza limiti,
se non nel fatto che il piacere d’ognuno non può realizzarsi a danno per gli
altri. Se il tuo piacere si esalta nella condivisione dell’altro è necessario
che tu sappia creare le condizioni perché si verifichi prima una completa
sintonia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">La scelta per la
procreazione, per avere figli, era un’altra cosa. Non aveva nulla a che vedere
con il piacere personale. La scelta andava fatta pensando che il figlio avrebbe
unito ai caratteri propri, quelli della persona prescelta per unirsi ai fini
della continuazione della specie. Negli animali, a volte, la scelta viene fatta
anche in funzione del fatto che maschio e femmina devono stare assieme fino
alla completa autonomia del figlio. Ma loro,
avevano superato anche questo condizionamento, organizzando la comunità
per assolvere al compito di educare i figli. Vi provvedevano infatti i Druidi
che educavano i bambini di tutta la comunità, sostituendosi ai genitori...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Lo so, lo so,”
riprese Artenia che non capiva perché il vecchio stesse richiamando tutte
quelle cose sulla loro cultura, come se lei fosse una estranea e non dovesse
essere scontato che le sapeva già. “E malgrado queste fossero anche le mie idee
e le mie convinzioni, io m’ero invaghita di costui”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Non si era chiesta se sarebbe stato l’uomo giusto per il suo
piacere, non sapeva se sarebbe stato l’uomo giusto per i suoi figli, eppure lo
voleva. Così, alla cieca, per i figli e per il piacere. Non c’era altra
spiegazione per un comportamento così illogico se non nello spirito burlone che
aveva deciso di prendersi gioco di lei.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Tornata al suo
villaggio, per giorni e giorni, cocciuta nella sua speranza, ogni sera lei
aveva acceso un grande falò, raccogliendo le legna nel bosco a fianco del colle
di Magnàn, ed ogni volta aveva aspettato invano di vedere un fuoco accendersi
sul pianoro di Salvàn alle falde del monte Diverdalce. Invano, mentre il
folletto che l’aveva presa rideva di lei della sua attesa vana. Quel riso gli scoppiava dentro facendola impazzire,
doveva ad ogni costo zittirlo. Il fuoco che lei accendeva, non riusciva a
spegnere il fuoco che si portava dentro. Vedeva il fumo distendersi in ampie
volute per perdersi contro il cielo nero della notte. Pensava che quel fumo
potesse rappresentare la sua preghiera, ma la sua richiesta saliva invano, come
risposta le tornava soltanto il buio senza fine della notte…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Capiva che c’era
per lei soltanto una via d’uscita..<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ed una sera, dopo
aver atteso ancora una volta invano la risposta del fuoco, si lasciò cadere nel
burrone delle Laurisce, lei che Lauriscia non era...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Alla vita non si
può rinunciare”, aveva sentenziato il vecchio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“L’uomo”, aveva
poi continuato “ha il dovere di vivere tutto il tempo che gli è stato assegnato
con il corpo. Se muore prima è costretto a restare nella sofferenza
dell’incertezza tra la vita e la morte. Questo è ciò che ti è capitato, dannata a vivere nel limbo
dove non c’è nè vita né morte.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Questa è la
condizione dell’uomo. Per questo i nostri guerrieri combattono strenuamente,
per essere sicuri che la loro morte è intervenuta solo quando è veramente
scaduto il loro tempo di vivere. Quando la morte arriva al momento dovuto, è
infatti la felice conquista dell’immortalità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Per questo i
guerrieri si ornano degli scalpi degli avversari, vinti dopo una difesa strenua
condotta fino all’ultimo: sono i resti dei corpi delle persone alle quali loro
hanno aperto le porte dell’immortalità e che, per questo, li accompagnano con
la loro gratitudine e la loro benevolenza”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Anche questa volta
Maria aveva riportato le parole del vecchio, alternando il discorso indiretto a
quello diretto, come se stesse recitando un copione imparato a memoria. Più che
dal racconto del destino di Artenia, Luciano era stato colpito da tante strane
notizie sulla cultura dei Celti. Le ultime parole gli svelavano in qualche modo
il mistero di questi antenati che, secondo gli storici, si ornavano degli
scalpi dei nemici, ed anche bevevano nei teschi trasformati in coppe.
Dimostravano così, secondo gli storici latini, la loro ferocia e la loro
barbarie. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ma la rivelazione
del sogno di Maria, rovesciava
radicalmente il concetto, con una interpretazione che aveva però dell’assurdo.
Come si può immaginare la gratitudine di chi hai ucciso? E proprio per il fatto
di averlo ucciso!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Altrettanto originale anche l’idea di distinguere il
piacere in sé, dal fine della procreazione. Non l’aveva però letto da nessuna
parte. Era una invenzione del sogno di Maria. Ma come poteva essersi inventata
una teoria del genere? Anche se in verità, pensò, questa concezione avrebbe in
qualche modo permesso di superare lo stupore di Diodoro Siculo di fronte alla
tendenza all’omosessualità dei Celti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Benché le donne
celtiche siano graziose, scrive lo storico, gli uomini non vogliono avere a che
fare con loro. Preferiscono di gran lunga l’amplesso con i rappresentanti del
loro stesso sesso, giacciono su pelli di animale e vi si rotolano con un amante
per parte. La cosa più sorprendente è che non danno alcun peso a dignità e
decenza, offrendo anzi il loro corpo senza alcuna inibizione. E non lo
ritengono affatto vergognoso, offendendosi addirittura, se qualcuno rifiuta gli
approcci.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Alla luce d’una
filosofia che richiedeva di vivere il piacere per il piacere, senza remore e
condizionamenti, senza complessi di colpa ed inibizioni, quello che per lo
storico era indecenza potrebbe essere stata soltanto assoluta libertà di
costumi, libertà che, come aveva detto il vecchio, deve trovare un limite solo
nella libertà degli altri.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">E d’altra parte,
Maria non poteva neppure sapere del costume dei Celti di non allevare i figli
in famiglia. E questa rivelazione del
suo sogno, trovava invece una sicura conferma in Cesare, quando dice che I
Galli ammettevano i figli alla loro presenza in pubblico solo quando avevano
raggiunto l’età per il servizio militare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Strano del
resto era in assoluto l’intero sogno:
che senso poteva avere un innamoramento determinato da un folletto?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Era evidentemente
un richiamo alla leggenda di Cascugnìt, il folletto (lo sbilf) che faceva
perdere la testa alle donne, e forse la leggenda risaliva proprio ai Celti,
pensò Luciano. A credere alla leggenda, Artenia, senza accorgersi aveva sentito
le melodie dolci e struggenti, colme di
una infinita dolce tristezza che lo sbilf sa suonare con il suo flauto. E le
donne che sentono quel suono, vivono come trasognate, come se la loro
mente fosse finita fuori dal mondo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma le leggende sono difficili da capire al di
fuori del contesto culturale nel quale sono nate. In questo caso, pensava
Luciano, sia per capire Artenia che la leggenda di Cascugnìt, sarebbe stato necessario capire a fondo
l’idea, che avevano i Celti, ma anche
altri popoli, dell’esistenza di due mondi, del visibile e dell’invisibile, in
una continua interferenza tra loro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Un’idea che di
primo acchito può sembrare strana, ma forse è la stessa che è stata recuperata anche dal cristianesimo,
nell’immagine d’una continua convivenza
dell’individuo con il suo angelo custode.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Maria concluso il
suo racconto, s’aspettava da lui qualche parola di rassicurazione se non di
conforto, Luciano se ne stava invece in silenzio ad elucubrare fantastiche
relazioni tra i folletti e gli angeli custodi!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Allora?” gli
chiese Maria dopo un po’, interrompendo l’ardito arzigogolare del suo pensiero.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Allora che?”
disse riscotendosi. “I sogni sono sogni, non c’è una logica, non c’è una
spiegazione. Al massimo possiamo studiarci la cabala, e giocarceli al lotto”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Cercava di
sdrammatizzare, ma in effetti era lui per primo ormai a non credere si
trattasse veramente soltanto d’un sogno.
Era in qualche modo una sorta di allegoria sulla spiritualità dei Celti, legata
alla convinzione che il mondo visibile ed invisibile convivano nella realtà. Se
nel buio inciampiamo in un sasso, possiamo anche non capire che cosa è stato,
ma il nostro scontro con il mondo dell’insensibile ha lasciato un grande dolore
alla nostra sensibilità. Allo stesso modo la nostra sensibilità può scontrarsi
con il mondo dell’invisibile, e pur senza capire quale ne sia l’origine, trarne
un profondo dolore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Credeva di capire
che per i Celti la trama della vita dell’uomo di sviluppava su due orditi
diversi che si sovrapponevano ed intrecciavano: l’ordito del visibile e quello
dell’invisibile. Per l’uno la nostra vita è una successione condizionata di
cause ed effetti, per l’altro è una interpolazione continua di stimoli,
suggestioni e suggerimenti, derivati da un altro mondo che convive con il
nostro, nel nostro spazio, ma che non è visibile perché è in un altro tempo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Chi è già vissuto,
e forse anche chi deve ancora nascere, convive con chi sta vivendo, per cui
nella vita d’ogni uomo si mescolano più desideri di vita. Nei luoghi, i nostri
pensieri si incontrano con tanti altri pensieri che sono stati legati a quei
luoghi, ed alle volte capita che vi lasciamo il pensiero che avevamo arrivando,
per prendere quello d’un altro, lasciato a suo tempo, che riprende a vivere in
noi e con noi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Chissà quale altra
storia s’era intrecciata con quella di Artenia rendendole incomprensibile la
propria, al punto di indurla a volervi rinunciare, lasciandosi cadere nel
burrone delle Laurisce!…<o:p></o:p></span></div>
<h4 align="left" style="margin-right: -0.05pt;">
<span style="font-weight: normal; mso-bidi-font-weight: bold;">Cap. 12<o:p></o:p></span></h4>
<h4 align="left" style="margin-right: -0.05pt;">
Le aganis</h4>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<b><span style="font-family: "kelt"; font-size: 18.0pt;"> <o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Stava ancora pensando all’originale
concetto di libertà di costumi dei Celti che si ricavava dal sogno raccontato
da Maria
il giorno prima, quando dovette andare ad aprire, perché qualcuno aveva
suonato alla porta. Trovandosi davanti l’altra Maria, s’immaginò d’istinto il
motivo della visita.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Sono tornati, non e’ vero?» le chiese,
pensando fosse logico e prevedibile che, come l’altra volta, al sogno di Maria
da Mede, dovesse far seguito quello di Maria la Svualda..<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Scusami, posso entrare?» si era
preparata a dire lei, ma la domanda con la quale era stata accolta, l’aveva
presa in contropiede. Si fermò sorpresa e stupita, come a cercare di
raccapezzarsi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Come fai a saperlo?» chiese infine,
sconcertata.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Non lo so in effetti”, rispose lui
facendola entrare, «ma lo posso immaginare.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Cosa stesse immaginando in verità non lo
capiva neppure lui, pensò, mentre lei si accomodava sul divano. Sentiva che
c’era un disegno che si stava sviluppando e del quale faceva parte ormai anche
lui. Ma quale fosse il disegno, e soprattutto dove potesse andare a parare
quella storia, della quale di trovava ad essere involontario protagonista, non
aveva idea.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Cosa hai saputo di nuovo questa volta?»
e il tono doveva essere stato spazientito e sgarbato, malgrado la sua
intenzione di essere educato e cortese.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Scusami,» disse infatti lei, «se ti
disturbo, se hai altro da fare posso tornare un’altra volta.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «No, no. Non mi disturbi. Anzi, desidero
anch’io sentire il tuo racconto.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Lo desiderava veramente? O avrebbe voluto
piuttosto chiamarsi fuori, come di fronte ad un cruciverba troppo complicato e
per il quale sentiva l’inutilità di giungere alla soluzione? Forse Maria gli avrebbe
raccontato un sogno, come quelli del giorno prima, dal quale avrebbe potuto
ricavare un altro tassello della storia
e della cultura dei Celti. Ma cosa avrebbe potuto farne? A chi avrebbe potuto
raccontare che stava ricostruendo la storia attraverso i sogni?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Anche la storia di Artenia, soprattutto
con quei commenti del vecchio sulla parità tra uomo e donna, nella cultura dei
Celti, non trovava molti riscontri negli studi che andava facendo. Secondo
alcuni storici non si poteva escludere che i Celti avessero molto sviluppato il
concetto di parità tra i sessi. Ma da qui ad affermare che distinguevano la
funzione procreatrice da quella sessuale, il salto non era da poco. Eppure,
come poteva essersi inventata un discorso del genere una donna senza cultura?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Il sogno che le avrebbe raccontato Maria
la Svualda non riguardava però una nuova pagina della cultura celtica, ma
piuttosto lo strano collegamento che, attraverso quei sogni, sembrava volersi
realizzare tra i Celti e la realtà contemporanea, passando attraverso i segni
che nelle varie epoche si erano stratificati su quelle montagne.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Al racconto infatti anche Maria ritenne
di dover premettere una leggenda, confermandogli una delle tesi che stava
cercando di approfondire: quella secondo cui quegli strani sogni non erano che
sviluppi di leggende locali. Di norma
nei sogni infatti si mescola la realtà vissuta da un individuo e la sua
interpretazione fantastica, così anche in quegli strani sogni sembravano mescolarsi elementi di
leggende ormai consolidate nella tradizione orale, con elaborazioni fantastiche
che in qualche modo sembravano voler spiegare quelle leggende. Ma come
facevano, donne senza alcuna cultura, a sviluppare quelle elaborazioni, a
creare quelle relazioni così originali?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> In un certo senso, come lo psicologo dal
sogno individuale può risalire alla personalità dell’individuo, così
l’antropologo avrebbe potuto fare una operazione analoga, ricostruendo la
personalità d’un popolo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma che senso ha parlare di personalità
d’un popolo?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Dovette infine smettere le sue
considerazioni fantastiche, preso dal racconto che Maria aveva preso a fargli
della leggenda delle tre Madri.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Era una storia che si raccontava di
solito d’estate, nei fienili d’alta montagna. Alla fine di giugno o ai primi di
luglio, ogni anno, con pochi giorni di differenza, a seconda dell’andamento
della stagione più o meno piovosa, ci si trovava a falciare i prati del Duròn.
Ogni anno, immancabilmente, si abbattevano dei temporali particolarmente
violenti che costringevano ad abbandonare il lavoro nei prati, per rifugiarsi
al riparo in qualche stavolo. E lì, con la regolarità con la quale a Natale si
ascolta lo stesso passo del Vangelo, si sentiva il racconto della leggenda
della madre di S.Pietro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Dice la leggenda che S.Pietro aveva una
madre particolarmente invidiosa. Quando morì, non ci fu verso, dato che nel
aldilà sembra che le raccomandazioni non funzionino, S.Pietro non riuscì a
farla entrare. Si può immaginare con quale cuore il povero uomo fu costretto a
condannare sua madre alle pene del Purgatorio!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Da quel giorno, non gli riusciva più di
godere delle bellezze del Paradiso, ed anche il suo lavoro aveva preso a farlo
in maniera svogliata, sì che, pare, in qualche caso per errore era finito in
Paradiso chi doveva andare all’Inferno, e viceversa. Il Signore, preoccupato
per l’infelicità del suo apostolo, ma soprattutto per i gravi pasticci che gli stava combinando, e che finivano per
mettere in discussione anche i criteri della giustizia divina, fu costretto a
richiamarlo:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Se vai avanti così, sono costretto a
toglierti le chiavi del Paradiso e passarle a qualcun altro.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Hai ragione Signore! Ma vorrei vedere
te, a sapere che tua madre sta soffrendo le pene del Purgatorio.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Sai bene che non si può fare nulla
finchè non ha scontato la sua pena!»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Il Signore era irremovibile, e S.Pietro
sempre più disperato e distratto, commetteva ancora nuovi errori.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Gli uomini sono fatti così, fanno d’ogni
cosa un principio irremovibile, se non ci fossero le donne!... E in effetti
anche quella volta dovette intervenire una donna. Fu la madre del Signore a
convincerlo che una eccezione non sposta il mondo, inventando per
l’occasione il proverbio secondo il
quale, anzi, l’eccezione conferma la regola.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Se è così!» disse il Signore, che si faceva
convincere facilmente da sua madre. Come quella volta a Cana quando aveva
trasformato l’acqua in vino, cedette anche stavolta, e concesse a Pietro, come
regalo per il suo onomastico, che come e’ noto cade il ventinove di giugno, di
tirare su dal Purgatorio sua madre. Cedette, ma con un compromesso: la doveva
tirare su ogni giorno, facendola rientrare alla sera, e la doveva sollevare,
appesa ad una treccia di aglio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Perchè mai il Signore era andato ad
inventarsi la treccia di aglio? Chissà? Forse perchè l’aglio purifica, e si sa
che al Signore piacciono i simboli tant’è che ne ha riempito la Chiesa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Comunque, a S.Pietro che aveva avuto quel
grande favore, non stava certo di fare domande, e non ne fece. Cercò una
treccia di aglio molto robusta e la calò nel Purgatorio. Sua madre vi si
aggrappò, e così riuscì a tirarla su, vicino a sé, in Paradiso.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Non da sola però,
perchè altre anime gli si erano aggrappate alle gonne, e S.Pietro che era tanto
forte quanto generoso, aveva tirato su un intero grappolo di anime purganti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Se S.Pietro nella sua grandezza d’animo,
faceva finta di non vedere che altre anime approfittavano della situazione, non
così sua madre. Se non fosse bastato il fatto che era invidiosa di natura, si
mise di mezzo anche la madre del diavolo, senz’altro sollecitata da suo figlio.
Girava infatti nelle viscere della terra terribilmente arrabbiato per il
sopruso che gli veniva inflitto e manifestava la sua rabbia facendo scaricare
ogni giorno lampi tremendi, e rispondendo con tuoni paurosi, che facevano
tremare la crosta terrestre.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Come puoi permettere che si approfittino
di te?» ripeteva la madre del diavolo a quella di S.Pietro, ogni sera quando
questa rientrava in Purgatorio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «In effetti, è per me soltanto che mio
figlio lancia la treccia!» si convinse infine lei. “Non mi par giusto
costringerlo ad affaticarsi per tirar su donne che neppure conosce. Non è tanto
per me, quanto per lui…”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Il giorno dopo (era il giorno di S.
Ermacora e Fortunato ed era già la tredicesima volta che saliva in Paradiso),
quando le altre anime presero ad attaccarsi a lei, aggrappandosi alla gonna,
cominciò a scuotersi ed a scrollarsi, per costringerle a staccarsi. Agitandosi
però strattonava anche la treccia, e S.Pietro aveva un bel daffare per evitare
che gli sfuggisse di mano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma se S.Pietro, con l’amore che portava
per sua madre, riuscì a resistere a quegli strattoni, non così la treccia, che
si spezzò d’un tratto, facendo precipitare la donna nuovamente nelle fiamme del
Purgatorio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Da quella volta, ogni anno dal giorno di
S.Pietro a quello di S.Ermacora e Fortunato, la madre dell’apostolo viene
tirata su in Paradiso con una treccia d’aglio. In quei giorni il diavolo
scatena la sua rabbia, facendo scoppiare quasi ogni giorno un violento
temporale. E più violento di tutti è quello che di solito scoppia l’ultimo
giorno, il dodici luglio, il giorno della festa dei martiri fondatori della
Chiesa di Aquileia: è infatti il temporale della rabbia tremenda di S.Pietro
contro sua madre, che a causa dell’invidia s’è persa il beneficio e la
grazia concessa dal Signore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Ogni anno, raccontava Maria, durante uno
di quei temporali, mentre i lampi sembravano voler incendiare il fienile, dove
assieme a tanta altra gente si erano rifugiati, e i tuoni crepitavano facendo
tremare la terra, aveva sentito sua madre raccontare la storia delle tre madri,
quasi fosse una sorta di scongiuro propiziatorio, per evitare che veramente i fulmini
colpissero il fienile.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> E la sera prima, in sogno, sua madre era
tornata, ripetendo ancora una volta il racconto. Ma poi mentre ancora infuriava
il temporale l’aveva presa per mano facendola uscire sotto alla pioggia. Erano
corse giù verso le forre del torrente Vinadia. Le nubi nere e basse, sembravano volessero unire
cielo e terra in un unico vortice. S’era fatto quasi buio, e i lampi
squarciavano la tenebra, caduta sulla terra, nera e pesante come quella che,
dice il Vangelo, era scesa dopo la morte
in croce del Signore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Non aveva mai saputo ci fosse un sentiero
per scendere nelle forre del torrente. E se anche l’avesse saputo, certo non
l’avrebbe percorso, con la paura che aveva del vuoto, con la paura che provava,
al solo sentire nominare l’orrido del Vinadia, dove s’aggiravano gli spiriti
dannati di tante persone che avevano utilizzato quei precipizi per suicidarsi.
Per andare poi dove? A vedere il letto che il torrente s’era scavato tra le
rocce...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> E ora invece, assieme a sua madre stava
scendendo, attraverso un sentiero che portava dentro al Vinadia. Ma non era il
solito sentiero di montagna, stretto, incavato dal susseguirsi dei passi nel
tempo. Era largo, come una mulattiera ed era incavato fortemente nella roccia,
come una galleria aperta su un fianco. Nella parete in roccia, c’era una
successione di graffiti e di incisioni.
Come se gli uomini che avevano scavato quella pietra, non paghi della fatica fatta per scalpellare
ed asportare il volume di roccia necessario per consentire l’agevole passaggio del sentiero, avessero
trovato anche la voglia e il tempo per lasciare un segno, un simbolo, una
lettera. O erano stati altri, anni o secoli più tardi, che per ricordo o
devozione a qualcuno o a qualcosa, avevano voluto riempire quella parete di
rudimentali ex voto? <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> La successione delle incisioni rupestri
comunque era ininterrotta, come se ci fosse stato un impegno a non lasciare
nessuno spazio inutilizzato, come se «gli artisti-sacerdoti della preistoria e
i pastori di tutti i tempi, avessero formato, giorno dopo giorno, un universo
di simboli». C’erano uomini stilizzati, animali e piante richiamati con un
segno, «tracce d’un mondo mitico sconosciuto».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Il pavimento della galleria era un
declivio in leggera pendenza, alternato da successioni irregolari di gradini.
Sul fianco esposto, correva un corrimano
di ferro, fissato di tratto in tratto a montanti pure di ferro, ancorati alla
base ed al tetto. La discesa era molto agevole, ma non per questa minore,
ricordava Maria, era la preoccupazione che si sentiva crescere dentro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Dove la stava portando sua madre? E come
mai nessuno le aveva detto prima che c’era quel sentiero che consentiva di
scendere agevolmente nelle forre dei Vinadia?».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Te l’avrei dovuto dire io!» intervenne
sua madre, come se avesse letto nel suo pensiero, «ma non ne ho avuto il tempo,
quando sono morta eri ancora troppo giovane per conoscere certi segreti...»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Quali segreti?»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Vedrai! Ti raccomando soltanto di non
farne parola, nè con il parroco nè con altri uomini di chiesa. Se venissero a
sapere, si abbatterebbe di nuovo la furia dell’Inquisizione a distruggere ogni cosa, come la grandine sul
ganoturco appena nato.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Che cosa avrebbero dovuto distruggere? E
quell’idea nel duemila d’un possibile ritorno dell’Inquisizione come un ciclone
che spazza via ogni memoria del passato, era semplicemente assurda. Non sarebbe
stato facile comunque, distruggere quel sentiero incavato nella roccia... Gli
ultimi gradini finivano proprio sul letto del torrente, costituito da una sorta
di lastra levigata di marmo grigio, all’interno della quale l’acqua s’era
scavata un canale più profondo. Nei giorni di pioggia, l’acqua tracimando dal
canale, invadeva senza dubbio anche la lastra, e quindi sarebbe stato
impossibile proseguire. Al momento invece,
l’acqua scivolava raccolta nel
suo canale, come in un ruscello, lasciando libero un passaggio a ridosso della
parete di roccia. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Incamminandosi su quel passaggio, avevano
preso a salire il torrente. Ma dopo solo qualche decina di metri, dietro una
insenatura ad angolo retto, si presentò un ambiente completamente diverso. Il
torrente scendeva da una cascata alta un tre quattro metri, e formava un
minuscolo lago. L’acqua mossa in vortici concentrici dal precipitare della
cascata, era limpida e lasciava intravedere il fondo, che pareva quello d’una
grande vasca artificiale di marmo. Ai lati restava un bordo sul quale era
possibile proseguire. Il passaggio portava ad un’apertura che restava tra la
cascata e la parete.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> L’acqua
infatti, scendeva come una lama
formando una sorta di tendina a chiusura di qualcosa. La tendina non era
del tutto tirata, lasciava uno spazio dal quale era possibile passare, per
entrare dietro alla cascata...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> C’era una grande grotta, sorretta da un
grande pilastro. L’impressione era quella di essere finiti sotto un enorme
fungo. L’acqua scendeva da sopra il cappello, formando il velo a tendina, nel salto tra la cappella
e la base. Il gambo era costituito da una grande colonna, rigonfia come proprio
il gambo di certi funghi, a reggere la roccia sovrastante. Il velo d’acqua non
impediva l’entrata della luce, anzi riflettendo quella poca luce che filtrava
in fondo all’orrido del Vinadia, pareva
la amplificasse, diventando l’acqua stessa in qualche modo una sorgente luminosa che rifletteva nella
grotta un chiarore diffuso, che consentiva di
vedere distintamente ogni cosa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Era una luce bianca, come quella della luna,
ma d’una intensità più viva e accesa, di quella di qualsiasi più luminoso
plenilunio. Nello strano chiarore
irreale, si distingueva nettamente che
il gambo del fungo era scolpito. C’erano tre donne, in un altorilievo
molto primitivo, come tre cariatidi. Si
davano le mani, dopo averle incrociate davanti alla propria persona, come a
stringersi in una catena umana che dovesse far forza per resistere a qualche
spinta esterna. Il riquadro delle tre donne era ripetuto identico, a formare
così una sorta di catena di donne, che reggeva l’impalcatura della grotta.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Sono le tre madri,» le spiegava sua
madre. Ma la spiegazione non aveva per lei alcun significato. Non aveva mai
sentito parlare prima delle tre madri.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> In fondo, oltre la grande colonna
centrale, s’intravedeva una lama di luce più intensa. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Forse la grotta aveva un’apertura e
filtrava un raggio di sole,» aveva pensato, mentre seguiva sua madre che si era
mossa decisa in direzione di quella
luce, senza lasciarle il tempo di chiedere qualcosa di più su quelle sculture.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma non era così. C’era invece un’apertura che
dava in una stanza piena di luce. Sua madre entrò senza alcuna esitazione, e
lei la seguì...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Non era una stanza. Era un mare di luce.
Come se dalla grotta si fosse entrati nel cratere d’un vulcano costituito non
di lava ma di luce incandescente. Quando finalmente i suoi occhi si furono
abituati, non riuscì a trattenere un «Oh!» di sorpresa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Fai silenzio!» gli impose sua madre.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Scusa!» mormorò, estasiata dalla visione
che gli stava davanti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Non c’era una precisa fonte luminosa.
Erano le cose in effetti fatte di luce, come elementi di fosforo che brillano
nella notte. D’una luce bianca, come quella del fosforo, come quella della
luna, ma d’una intensità simile a quella di fari potentissimi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Non so come spiegartelo!» s’era
interrotta Maria, «non erano fari che illuminavano la scena, ma erano le cose,
le persone come fari di luce».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Luciano annuì per dire che aveva capito,
l’idea del vulcano di luce incandescente era in effetti molto espressiva, e si
chiedeva come avesse potuto una donna senza cultura arrivare ad una immagine
così poetica e così adeguata a rappresentare la
sensazione che voleva esprimere. Lei continuò a raccontare..<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Aveva l’impressione d’essere al bordo
superiore d’una enorme rosa bianca. I petali erano formati da tanti puntini
bianchi. Ogni punto era una persona, una donna, vestita d’un riflesso di luce
bianca, che sfumava in alto, in un riflesso di giallo, per i lunghi capelli
biondi. Infinite erano le presenze in quella sorta d’immenso stadio circolare.
Un brulicare di luce tutt’intorno e giù, in centro, in una piccola platea, come
i pistilli d’un fiore, tre donne, più grandi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Come si potevano distinguere da quella
distanza che sembrava infinita, se quelle a formare i petali, si vedevano solo
come puntini? Erano lontane e vicine allo stesso tempo, come se un occhio
potesse portare l’immagine da lontano e l’altro quella da vicino e le due
immagini potessero fondersi. Per una immagine erano lontane al centro della
rosa, come pistilli appena visibili, per l’altra erano vicine, al punto d’avere
la sensazione d’essere accanto a loro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Erano tre donne bellissime. La loro
bellezza non era qualcosa di definibile dai particolari, dai lineamenti del
volto. Era piuttosto una sensazione di bellezza e di armonia che prendeva al
guardarle. Si stringevano le mani, ma
non incrociando le braccia, come nella raffigurazione all’ingresso della
grotta, come invece i bambini che giocano a girotondo. Si muovevano facendo
veramente il girotondo? O erano ferme? Ed era ferma o in movimento quella
miriade di donne che faceva corolla alle tre? Non ricordava, ricordava solo la
sensazione di luce e di bellezza, l’immagine di vita, e la spiegazione che le
aveva dato sua madre...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Le tre donne al centro erano tre dee: le
tre madri. Una era la madre della notte, l’altra la madre del giorno, la terza
era la madre dell’alba e della sera, quando il giorno e la notte s’incontrano e
si fondono. La prima, quella della notte era rappresentata dalla luna piena,
quella del giorno dalla luna nera, la terza, che era la più importante, la
madre delle madri, sintesi delle altre due, era rappresentata da due quarti di
luna contrapposti a formare una sorta di «x».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> E mentre sua madre le spiegava queste
cose, simboli e volti si alternavano, sovrapponendosi e fondendosi: «Perché la
realtà e il suo simbolo sono la stessa cosa,» le spiegava. Come faceva a sapere
queste cose, a esprimere questi concetti, sua madre che a malapena sapeva leggere e scrivere?
Anche questo era un mistero.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> La madre della notte, continuava a dire,
è la madre del divenire. Nella notte quando si spegne la percezione dell’uomo,
la natura vive e si sviluppa. Lontano dall’occhio malevolo e nemico dell’uomo,
la natura respira l’umore della vita, si agita e turgida freme, spinta dalle
suo forze interne e cresce. Di giorno invece le cose si mostrano nel loro
essere statico, senza anima, per quello che servono e non per quello che sono.
Nella magia dell’alba e della sera infine, essere e divenire si fondono, le
realtà viene avvolta e sfumata, resa viva
dall’atmosfera del divenire.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Le tre donne che aveva visto raffigurate
nella grotta all’ingresso, continuava a spiegare sua madre, sulla colonna che
regge il mondo, erano le stesse che ora aveva la ventura di poter contemplare
ed ammirare, nello splendore di quella luce fantastica.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «E la moltitudine di donne
che fa da corolla alle tre dee?»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Sono le loro ancelle, le «agànes»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Le aganes? Le fate dell’acqua? Le fate
della notte?»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Proprio loro! Le fate del divenire...»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Maria si era fermata per chiedergli se ne
aveva mai sentito parlare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Certo che Luciano ne aveva sentito
parlare. Aveva anche cercato di ricostruire il senso della tradizione di questi
esseri misteriosi che tanta parte avevano in racconti e leggende. «Splendide se
visibili, ma in realtà orrende». E forse ora dal racconto di Maria riusciva a
comprendere quella che gli era sfuggito sui libri. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Le fate che escono dall’acqua e con il
loro umore fecondano la terra. Le fate dell’umore delle femmine in calore, le
fate degli esseri umani che riservano al buio della notte il momento magico
della procreazione, prima che si marcasse come peccato da nascondere, il
momento essenziale per la continuità della specie, della vita naturale
dell’uomo. Le fate demonizzate dal cristianesimo come streghe, per esorcizzare
il sesso di cui erano il simbolo, ora gli venivano ripresentate nella loro
simbologia originaria come le «fate del divenire». <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Anche delle tre
madri aveva già letto qualcosa. Gli archeologi avevano trovato diverse
raffigurazione del loro mistero, senza però riuscire a darsene una spiegazione.
Si sono trovati tre volti scolpiti sullo stesso blocco di pietra, oppure
soltanto le due facce contrapposte del giorno e della notte, nella stessa
pietra che rappresenta la sintesi, come nel simbolo delle due falci di luna
contrapposte, della terza dea.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Nel sogno, non ricordo d’aver fatto il
percorso inverso per uscire dal Vinadia,” aveva concluso Maria, “mi sono
svegliata con l’impressione d’essere
ancora in quella grande luce con una sensazione di pace e di serenità. Solo
oggi, durante il giorno, ripensando al sogno ho preso a preoccuparmi.
Soprattutto quando, non so come, mi sono messa in testa che non era un sogno ma
una visione... “<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Si guardarono per un po’ in silenzio, presi nei loro pensieri.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Che ne pensi?...» chiese infine lei, più
per rompere l’imbarazzo del suo sguardo che per cercare un risposta.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> “Non so! E se anche pensassi a qualcosa,
che importanza potrebbe avere il mio parere?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoHeading7">
Cap. 13</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "kelt"; font-size: 18.0pt;">Sul monte Dàuda.</span><span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Che doveva pensare?...»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Stava pensando che c’era senz’altro un
collegamento tra la leggenda della madre di S.Pietro e la visione delle tre madri. Se quella della visione risaliva
al pensiero dei Celti e quella raccontata da sua madre nel fienile era lo
sviluppo della stessa idea dopo duemila anni di cristianesimo, non poteva non
pensare che nell’evoluzione della
civiltà il concetto di sviluppo, almeno in certi settori, andava
rimesso in discussione. Quanto più
raffinata la leggenda dei Celti!…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Forse alle tre madri in qualche modo,
nella strana avventura che stava vivendo, doveva ricollegarsi anche il fatto
che aveva come tramite nei confronti dei Celti, tre Marie. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Stava pensando (e più si rafforzava in lui
l’idea e più gli sembrava assurda) d’essere diventato l’interlocutore ultimo,
d’un discorso che aveva come primo promotore qualcuno che dalla notte dei tempi
gli inviava dei messaggi attraverso il tempo e la storia. Da un lontano pianeta
qualcuno gli stava parlando. Il pianeta però non era in un punto indefinito
dello spazio, ma in un punto indefinito del tempo e della storia. E questo
qualcuno, per qualche strano motivo non s’era
sintonizzato direttamente con lui, ma gli mandava dei messaggi
indiretti, attraverso altre persone. Questo lui della notte dei tempi, rivelava
qualcosa nel sogno ad altre persone, e queste, come pedine di un gioco
incomprensibile, erano condizionate a venirgli a raccontare la loro esperienza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> All’altro capo del tempo, nel tempo
presente, c’era lui a raccogliere i fili
dei sogni, per ricomporli in un trama che avesse un senso logico, per
ricostruire un disegno che avesse un senso compiuto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma già tutto questo non aveva senso!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Eppure sentiva che avrebbe avuto altri
messaggi, che avrebbe incontrato altri involontari messaggeri. Forse anche lo
strano architetto del S. Simeone l’avrebbe aiutato a capire qualcosa di più, su
ciò che gli stava succedendo. Forse, (se veramente fosse riuscito a capirlo), avrebbe potuto essere proprio
quello strano personaggio a fornire la chiave che gli avrebbe consentito di
penetrare per ritrovare il bandolo di quell’intreccio sempre più complicato di
circostanze e coincidenze, di sogni ed intuizioni. O forse l’architetto era
invece soltanto un pazzo, e nella migliore delle ipotesi un illuso ed un
sognatore... Ma non stava mettendosi anche lui sulla stessa strada, preso dalla
mania di capire i Celti?...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> L’architetto aveva concepito la
fantasiosa teoria di poter risalire nella storia con il viaggio dell’anima,
come i benandanti. S’era isolato dal mondo per poter vivere ed interpretare
questa teoria, nel rapporto con i Celti. Ma, a ripensarci, in effetti gli aveva parlato solo
genericamente di questi ipotetici
viaggi, non gli aveva raccontato nessun particolare. Gli aveva parlato
soltanto della sensazione di poter sentire e vedere delle presenze
sull’altopiano, ma era una cosa quasi naturale, per uno che si era condannato a
vivere solo, e che quindi aveva sviluppato anche una sensibilità particolare. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Avrebbe voluto farsi passare per una
sorta di interlocutore privilegiato dei Celti, ma in fondo tutto ciò che gli
aveva raccontato era soltanto ciò che un ricercatore dilettante avrebbe potuto mettere assieme, unendo i dati di
qualche ritrovamento fortunato, come quello della tomba, con le notizie che si
potevano ricavare dai libri. In verità se qualcosa di originale Luciano l’aveva
scoperto, l’aveva scoperto non attraverso l’architetto ma attraverso i sogni
delle sue tre Marie.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Sogni? Visioni? O erano proprio questi,
delle tre donne, i viaggi dell’anima? Questo, del viaggio dell’anima, era un
termine che non accettava per principio... Che senso ha liberarsi del corpo,
per viaggiare con lo spirito nel tempo? Ma d’altra parte, se per viaggio
dell’anima si poteva intendere la possibilità di vivere in una dimensione senza
il proprio corpo, alla fine, ogni sogno (e soprattutto quei sogni così
particolari che gli erano stati raccontati), poteva ben essere considerato
viaggio dell’anima...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Del resto, se si era messo di nuovo in
macchina per andare a fargli visita, qualche credibilità la riconosceva anche all’architetto, qualche indicazione per
una via d’uscita, seppure soltanto a livello subconscio, se l’attendeva anche
da lui...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Incontrò il piccolo gregge in una radura
appena a fianco della strada, al limitare del bosco di faggi. Cercò uno slargo
ove parcheggiare la macchina. Mentre ancora faceva manovra, girava con lo
sguardo a cercare l’’architetto. Lo intravide infine all’ombra d’un grande
faggio ai bordi della radura, dalla parte opposta rispetto alla strada.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Ti stavo aspettando» gli gridò da
lontano l’architetto, mentre ancora scendeva dalla macchina.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Le espressioni di cortesia alle volte
sono ridicole, pensava Luciano, chiudendo l’automobile. Come faceva a sapere
che sarebbe arrivato, se aveva deciso di partire all’ultimo momento, d’impulso
e senza alcuna programmazione?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Come mai?» gridò anche lui, a mo’ di
saluto, stando al gioco dei convenevoli.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Ho un messaggio per te.» Luciano non
replicò. Prese ad attraversare la radura per raggiungerlo, girando al largo dal
gregge. Che messaggio poteva avere? Ma al di là del messaggio, lo intrigava di
nuovo l’incrocio delle coincidenze. Non s’era detto, commentando l’ultimo sogno
di Maria, che si aspettava di trovare altri messaggi? Ed ora l’architetto lo
riceveva proprio dicendogli che aveva un messaggio per lui, anzi precisando che
si aspettava che sarebbe arrivato a raccoglierlo...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Non potevi sapere che sarei venuto!» gli
disse infine, continuando a fare i pochi passi che ormai lo separavano da lui.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Forse no. Ma avevo come la sensazione di
avere l’incarico di raccontarti qualcosa, e non so perché, immaginavo che anche
tu avessi saputo che avevo qualcosa per te.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Che cosa avresti dovuto avere?»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Il racconto d’un viaggio dell’anima.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Il racconto d’un sogno, vorrai dire.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Non mi credi se ti dico che è più di un
sogno?»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Non è che non ti creda...» Avrebbe
dovuto spiegargli troppo cose, avrebbe dovuto dirgli di come ormai ne sapeva
fin troppo di sogni, che non erano sogni, che erano più di un sogno...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Va bene, ti credo,» aggiunse per tagliar
corto, «racconta.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Gli si era seduto accanto sul muschio
soffice, evidentemente curioso di sapere
quale nuova pagina gli si stesse aprendo del misterioso libro che qualcuno gli
stava leggendo, e come la pagina s’andasse a collocare ed inserire insieme alle
altre che stava raccogliendo. Gli tornò in mente Lauriscia che veniva
sacrificata per poter diventare la pagina d’una preghiera da inviare alla
divinità. Anche queste persone, con i loro sogni, sembravano pagine inviate,
per costruire un racconto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Ti ho raccontato che li avevo visti,»
iniziò l’architetto, «ma non era vero. O meglio li ho visti sì, tante notti, ma
erano processioni di anime fuori dal tempo, presenze di spiriti fuori dalla
storia, e questo pensavo che dovesse restare il mio rapporto con loro. Stanotte
invece li ho visti, i Celti, nel loro
tempo, in una pagina della loro storia. Stanotte mi hanno fatto capire come può
essere giunto fino a noi, pur trasformato e profondamente modificato un loro
rito. Stanotte ho vissuto con loro una loro cerimonia, ed ho capito tante cose
della loro vita e della loro cultura...Ma ciò che è strano, ed è il motivo per
il quale ti stavo attendendo, è la convinzione d’aver vissuto questi fatti per
te, per poterli raccontare a te…»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Avrebbe voluto interromperlo per
chiedergli come s’era addormentato prima del sogno, ma non ebbe il coraggio,
vedendolo come rapito nel suo ricordo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Continuò a raccontare l’architetto d’aver
appreso che vivevano sparsi sulle montagne, a gruppi più o meno numerosi, a
seconda dell’estensione dei terreni coltivabili e dei pascoli. Non in villaggi,
ma in sistemi di case sparse, distanziate tra loro, come sono ancora oggi gli
stavoli di alta montagna. Alle località davano il nome di çja (ancora oggi
forma abbreviata per dire casa, nella lingua carnica) con l’aggiunta d’un
suffisso ad indicarle, distinguendo le une dalle altre: çja-sas, çja-sis,
çja-cis, çja-vas. Nelle posizioni considerate strategiche, s’erano invece
sviluppati dei villaggi fortificati. In quel caso, le capanne erano raggruppate
e racchiuse da una cinta muraria, e l’abitato si chiamava çjar. All’incrocio
delle due valli principali dell’attuale Carnia, c’erano i villaggi di çjar-gne
e di çjar-andes, all’incrocio delle due valli più a ovest çjar-so, sullo
sperone del Sorantri, e ancora çjar-so e çjar-sevalis sulla strada che portava
al passo di Melède verso i villaggi della Carinzia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Ma quel che stai
dicendo è assurdo!” non potè fare a meno di esclamare Luciano, interrompendolo.
“In nessuno degli studi di toponomastica ho trovato una interpretazione del
genere. Anche se la tua interpretazione spiegherebbe perché il Gortani parlando
di çja-zaas, il mio paese, afferma che il nome è sicuramente di origine
celtica”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Non so che dirti.
In effetti anch’io non aveva letto prima niente di simile. Ma oggi, mi si è
formata nella mente questa convinzione. Comunque, su questi e su altri
particolari avremo modo di parlare un’altra volta”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ciò che l’aveva
veramente colpito, continuò a dire, e che sentiva la necessità di confidargli
con urgenza, era la scena della grande festa alla quale aveva potuto
partecipare. La festa di Belìne il dio del fuoco, sul monte di Dàuda, il dio
della notte.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Erano in tanti: una moltitudine. Erano
arrivati durante tutto il giorno dai vari villaggi e si erano radunati ai piedi
del monte Dàuda. Ogni gruppo aveva occupato la posizione che gli era stata
assegnata secondo la tradizione, sin dalla notte dei tempi, nella direzione
dalla quale era arrivato. Si era così formato alla base del monte un sistema
fatto di tanti raggruppamenti di persone, non molto distanti gli uni dagli
altri, che realizzavano una sorta di catena umana a cerchiare l’intera montagna.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Nella visione, guardando la scena
dall’esterno, aveva pensato ad un grande formicaio nel quale tutte le formiche
s’erano raccolte alla base, in tanti gruppi a formare una catena. Il sistema
delle formiche in posizione, circondava
l’intero formicaio e pareva in attesa d’un segnale...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Il segnale, per gli uomini, fu la
scomparsa dell’ultimo raggio di sole dietro alle dolomiti di Forni. Presero
allora a salire contemporaneamente, in tante processioni, dirette tutte alla
vetta del monte. Sul formicaio, sembrava si stessero distendendo, dal basso
verso l’alto, dei fili che si capiva avrebbero dovuto congiungersi sulla cima.
L’idea del filo era resa ancor più realistica dal fatto che le processioni si
muovevano all’interno del bosco, come un filo che viene inserito a raccogliere
l’ordito d’un tessuto dal colore diverso: un filo bianco nell’ordito verde cupo
del bosco di querce.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Ogni processione era organizzata allo
stesso modo. Salivano in fila indiana. Davanti c’era il sacerdote-druido,
riconoscibile dalla tunica bianca che gli scendeva fino ai piedi, dietro tutti
gli altri, prima le donne ed i bambini, dietro gli uomini, tutti vestiti allo
stesso modo, con una corta tunica bianca, fin sopra il ginocchio e sotto i
calzoni bianchi, stretti al malleolo con delle fibule ed ai piedi le
«dalmines».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Spiccava in questo filo bianco una
macchia rossa, subito dietro al druido. Era la Lauriscia più anziana, quella
più prossima al sacrificio. Vestiva una lunga tunica rossa. Ma al di là
del contrasto di quel rosso, con il
bianco delle altre tuniche, colpiva la stranezza di ciò che la ragazza portava
in testa. Aveva issato sopra al capo un
triangolo di metallo, di circa un metro di lato, fissato alla base ad una sorta di elmo. La ragazza assicurava
la stabilità della struttura che portava sopra la testa, afferrando con ambedue
le mani la base del triangolo, come fanno ancor oggi le donne in montagna,
quando portano un fascio di fieno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Più che intente a sorreggere il
triangolo, le mani sembravano alzate in un atteggiamento orante, come appese
all’asta di ferro trasversale per potersi mantenere in continuità
nell’espressione di preghiera, nella
modalità rituale che si trova riprodotta anche in qualche bassorilievo di
origine celtica.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Al triangolo, erano appesi dei nastri
d’uguale lunghezza, ma di diverso colore, che scendevano sulle spalle della
ragazza, coprendo la tunica rossa con una sorta di piviale multicolore. Sul
vertice in alto, a completare la stranezza di quell’originale trabiccolo, era
infisso un teschio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Era, evidentemente, quel triangolo con
quei nastri e quel teschio, l’insegna d’ogni singolo gruppo e quindi d’ogni
singolo villaggio. La stessa insegna per tutti, diversa soltanto nel teschio
che, trattandosi d’un vero teschio umano e non d’una imitazione, si riferiva
logicamente ad un diverso defunto. Era il teschio dell’eroe della çja o del
çjar, d’uno che era morto combattendo per la
difesa del proprio territorio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Come ricorda anche lo storico Diodoro
Siculo, per i Celti era normale
fregiarsi degli scalpi dei nemici uccisi in battaglia, e ornare le case
con questi teschi. Ma nella sua visione, continuava a raccontare l’architetto,
aveva appreso qualcosa di più. Ogni primogenito riceveva in eredità gli scalpi
conquistati dai propri antenati, impegnandosi ad aumentare la collezione ed a
trasferirla al suo primogenito. Gli altri figli dovevano attivarsi per dare
inizio ad una nuova collezione da tramandare ai discendenti. Con il primo
scalpo, si aveva diritto a trasmettere il nome, aveva così inizio una nuova
famiglia, ed una nuova discendenza. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma gli scalpi sul triangolo in testa alle
Lauriscie erano altri, non erano quelli dei nemici, ma quelli dei propri eroi,
riscattati per tenerli come protettori dei villaggi. Per questo lo stesso
Diodoro fa riferimento a una sorta di mercato degli scalpi, e dice che qualche
guerriero si era rifiutato di cederlo anche a peso d’oro. Non è che barassero,
acquistando gli scalpi che avrebbero dovuto conquistare in battaglia. C’era una
sorta di riscatto, degli scalpi dei propri caduti. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Gli
scalpi dei nemici proteggevano individualmente chi li aveva uccisi e le loro
famiglie, gli scalpi degli eroi, dei guerrieri che si erano sacrificati per il
bene di tutti, proteggevano la comunità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Aveva ragione Cesare,» non riuscì a
trattenersi dal commentare Luciano, come se ciò che gli stava raccontando
l’architetto fosse veramente una pagina di storia e non soltanto un sogno.
«Erano dei barbari! Come si può pensare di adornare la propria abitazione con
dei teschi, ed anche portarli in processione...»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Non capisco la tua meraviglia,» ribattè
l’architetto, «se ancor oggi andiamo in processione dietro a pezzi di ossa o
addirittura a pezzi di stoffa che
secondo leggende spesso improbabili potrebbero essere appartenuti a dei santi.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Ma in questo caso le reliquie hanno un
valore simbolico per richiamare la devozione per il santo.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Anche per i Celti erano certamente dei
simboli dei quali ci sfugge l’autentico profondo significato, per la diversa
formazione culturale. Che si trattasse d’una simbologia in positivo, che il
cristianesimo ha anche cercato di recuperare, senza riuscirci del tutto, lo
dimostra anche la leggenda del vescovo di Aosta.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Divagando dal racconto del sogno, prese
quindi a spiegargli di come, da quando s’era lasciato prendere dalla passione
per i celti, aveva ripreso i contatti con un amico d’università che abita a
Torino, anche lui interessato al mondo dei Celti, che in Piemonte hanno
lasciato tracce ben più significative di quelle che si ritrovano nelle Alpi carniche.
Nella lettura del libro «Il Piemonte delle Origini» di Massimo Centini, che gli
aveva fatto avere l’amico, era rimasto colpito dalla leggenda di San Grato
vescovo di Aosta dal 450 al 470. Si racconta infatti che il santo avrebbe fatto
un viaggio in Palestina per recuperare e portare a Roma la testa di S. Giovanni
il Battezzatore. Ottenendo poi dal Papa, come premio, la mandibola della
preziosa reliquia, che aveva riportato nella sua cattedrale ad Aosta.
L’iconografia di S.Grato che tiene tra le mani la testa di Giovanni
Battista, ha indotto qualche studioso a
individuare nel culto del santo una sorta di rivestimento cristiano del diffuso
rito del culto neolitico, ripreso dai Celti, delle teste mozzate»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Ma devo completarti il racconto del
viaggio,» s’interruppe d’un tratto, riprendendosi dalla divagazione sui Celti
in Piemonte. «Non portarmi ad altre digressioni con i tuoi commenti. Anche se,
capisci, non vedo dove stia la differenza tra i Celti che si scambiavano gli
scalpi, e il vescovo che torna trionfante con la mandibola di un santo»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Scusami,» disse Luciano, ripromettendosi
veramente di non interromperlo più, anche se quel raffronto tra gli scalpi dei
Celti e le reliquie dei santi avrebbe meritato un commento.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> In effetti si rendeva conto che non era
opportuno rompere il trasporto con il
quale l’altro non stava solo raccontando, ma in un certo modo rivivendo,
e reinterpretando alla luce delle sue teorie, ciò che diceva d’aver visto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Perché avevano consacrato quel monte e
non altri al Dio Dàuda? Ce n’erano altri attorno, più alti, ma erano sfregiati
dalla roccia nuda. Nel sistema montuoso sul quale si era collocata la maggior
parte dei loro villaggi, quella era la montagna più alta, interamente coperta
di vegetazione. Il bosco di querce saliva fitto, torno a torno su ogni
versante, fino in vetta. Sulla cima erano state tagliate alcune piante per
formare una radura. Al centro, era stato collocato un palo ricavato da un
tronco d’abete. Altissimo, s’andava via via rastremando per finire a punta, e
la punta sembrava perdersi all’infinito, nelle ombre della sera.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Sulla radura erano sbucati d’un tratto
come espulsi da quelle catene umane che salivano insinuandosi nel bosco di
querce, un centinaio di druidi ed altrettante Laurisce con il loro strani
copricapo. Dietro a loro, anche alcuni uomini per ciascuna processione, mentre
la massa della gente si era
intrattenuta dentro al bosco.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> I druidi portavano un ramo di vischio,
ormai secco, raccolto per la festa di Samhan dell’anno precedente. Accatastarono
i rami, vicino al palo formando un falò
e il druido più anziano accese il fuoco. Uscirono allora dal bosco, gridando il
nome di Beleno, dei gruppi di giovani in corrispondenza di ogni colonna. Erano i giovani che nell’anno precedente avevano
raggiunta la maggiore età, compiendo sedici anni. Tenevano sulla spalla
sinistra una fascina di stecchi, e nella mano destra una torcia. Si erano
accalcati attorno al fuoco acceso con i rami di vischio, per accendere la
propria torcia, e poi avevano preso a correre, l’uno dopo l’altro, come in una
corsa campestre.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Per la gente che in mezzo al bosco, non poteva
aver visto il fuoco, il grido dei giovani era stato come il segnale della sua
accensione, e tutti s’erano uniti ai giovani nell’invocazione a Beleno. Nell’ombra
che si faceva ormai più fitta pareva fosse la montagna a gridare l’invocazione.
Il grido scendeva di balza in balza, da ogni lato della montagna, a liberare
dagli spiriti maligni i prati ed i boschi e le case, fino al fiume che giù in
fondo alla valle luccicava riflettendo la luna.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Poi la preghiera aveva assunto un ritmo
più composto. Ogni druido a turno gridava una invocazione e la folla faceva eco
con un grido corale, come in chiesa, quando il prete nelle litanie dei santi
invoca ad uno ad uno martiri e santi, e il popolo in coro risponde «te rogamus
audi nos, ti preghiamo ascoltaci.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Intanto i giovani con le torce
continuavano a correre. Dovevano raggiungere la montagna di Harven che si erge
più alta e rocciosa di fronte al Dàuda. Li si vedeva salire, come un filo di
fuoco che si distendeva leggero contro il chiarore delle rocce.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Quando il filo si sciolse contro il nero
del cielo oltre la vetta, s’udì un grido all’unisono, e con il grido sulla cima
dell’Harven s’accese un altro fuoco.
Avevano accatastato le fascine che ognuno aveva portato fin lassù, ed avevano
incendiato il falò.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Sul Dàuda intanto, mentre si continuava
ad invocare Beleno, gli uomini che erano usciti sulla radura, assieme ai Druidi
e alle Laurisce, avevano preparato un falò in corrispondenza d’ogni catena
umana, con la legna che ogni
partecipante alla processione, aveva portato come offerta. Al fuoco sull’Harven
i Druidi avevano risposto incendiando ognuno il suo falò. La radura era diventata
un cerchio di fuoco, e in mezzo, il gruppo delle Laurisce sembrava dovesse
bruciare avvolto in quell’enorme rogo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Aveva avuto inizio allora la parte finale
e più suggestiva della cerimonia. Dall’alto dell’Harven, i giovani che in
quell’anno erano diventati uomini, invocavano
in coro Beleno, ed a turno, uno alla volta, lanciavano nel vuoto una
ruota di legno che era stata precedentemente accesa nel grande falò.
Accompagnata dal grido dei ragazzi, la ruota infuocata disegnava un grande
arco, ora più grande ora più piccolo, a seconda di come era riuscito il lancio,
per perdersi poi contro i ghiaioni dai quali emergevano le rocce della vetta
dell’Harven.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Ad ogni lancio, guardando a quella
scintilla che sembrava schizzata lontano dal fuoco acceso sulla cima, la folla
sul Dàuda, faceva eco al coro dei
ragazzi, ripetendo «Beleno».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Erano sul monte di Dàuda dio della Notte,
e invocavano il dio del fuoco e della luce. E’ nella notte infatti che vive il
fuoco, di giorno muore contro il riflesso della luce, di giorno la sua luce è
fioca, di notte invece risplende.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> E’ la notte la divinità della vita, è
nella notte che si forma il principio di vita d’ogni cosa...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Lanciate tutte le “cidules”, s’era spento
anche il fuoco sull’Harven e i ragazzi erano ridiscesi. Il centinaio di fuochi
invece in cerchio, sulla radura in vetta
al Dàuda, aveva continuato ad ardere per tutta la notte. Attorno al fuoco e
dentro al bosco, la gente aveva mangiato, aveva danzato, continuando ad
invocare la protezione del dio del fuoco e quella dell’eroe del proprio
villaggio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Le Laurisce s’erano disposte in cerchio,
accovacciate, con le gambe incrociate e le spalle rivolte al palo, sì che ogni
fuoco ardeva davanti a loro ed ai simboli racchiusi in quel triangolo che
portavano sopra la testa, sormontato dal teschio. Avrebbero dovuto resistere
tutta la notte in quella posizione, senza mangiare e senza bere, fino all’alba.
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Quando l’aurora aveva cominciato a
fessurare nel sangue il buio della notte, i Druidi avevano smesso d’alimentare
i fuochi lasciandoli spegnere lentamente
sì che, quando il sole era spuntato dietro il monte Amariana, e tutti s’erano
inchinati, secondo la legge, per non vederlo sorgere, non restavano che le
ultime braci.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> S’erano alzate allora le Laurisce
assieme, come al cenno d’un regista, girandosi verso il palo centrale. Aiutate
dai rispettivi Druidi avevano tolto i nastri appesi al triangolo e li avevano
annodati uno dopo l’altro. Ce n’era uno per ogni nato nell’anno appena
trascorso, nel loro villaggio. Avevano fatto una corda più o meno lunga, a
seconda del numero dei nastri di cui disponevano, legandola ad un anello di
ferro che era già infilato nel palo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Il Druido più anziano aveva allora
cominciato a chiamare ad uno ad uno il nome dei vari villaggi e delle varie
borgate. Al nome, la rispettiva Lauriscia, s’alzava, sollevando da terra il suo
nastro. Appariva evidente così, quanto
fosse più o meno vitale ogni singolo villaggio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma la diversità di lunghezza dei nastri
permetteva alle Laurisce di disporsi in cerchio attorno al palo, formando un
intrico ordinato di triangoli. Quando tutte si furono alzate, ad un nuovo
segnale del Druido anziano, fecero forza assieme tirando il rispettivo nastro,
e il cerchio centrale si sollevò all’altezza dei nastri. Presero allora a
muoversi, girando verso destra, al ritmo scandito dal battere delle mani dei
druidi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Con una mano dovevano mantenere in equilibrio
il triangolo sopra la testa, con l’altra tenere il nastro e muoversi a passo di
danza. Era la danza con la quale dovevano ingraziarsi Ogmios il dio del sole e
del giorno, dopo aver festeggiato Dàuda il dio della notte. E nella radura,
sulla cima del monte dedicato alla notte, quel groviglio in cerchio di nastri
come raggi di diversa lunghezza, di ragazze bianco vestite, di triangoli sacri,
voleva certamente in qualche modo alludere al ruotare del sole che si
muoveva su se stesso, come una ruota
(così credevano), per poter percorrere il cielo, segnando il ritmo delle ore. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Ed allo stesso tempo, ad essere
raffigurato sul monte, era il groviglio della terra, della natura, che si muove
e si agita ai primi fermenti di vita, alla luce del sole…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Che te ne pare?» con questa domanda
l’architetto aveva interrotto bruscamente il suo racconto e la sua riflessione
sul groviglio delle Laurisce.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Che gliene pareva? Come si poteva
rispondere? Ancora una volta non sapeva darsi una spiegazione. Trovava strano,
tanto per cominciare, che l’architetto avesse fatto quella ricostruzione così
particolareggiata, ambientandola in montagne che probabilmente non conosceva.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Erano invece per lui le montagne della
sua infanzia. Le montagne delle sue prime impressioni, di soddisfazione e
delusione assieme, che aveva poi tante volte provato raggiungendo una vetta.
Soddisfazione e delusione, i sentimenti contrastanti d’ogni cima conquistata,
anche nella vita. Nel desiderio d’arrivare si gonfia l’idea della felicità che
ci attende all’arrivo. La vetta invece è soltanto bella senza nessuna enfasi,
tanto meno bella che nell’immaginazione e nel desiderio, così poco definitiva, sempre circondata da altre più grandi, alle
quali non si può giungere, se non riprendendo a scendere. Anche la conoscenza
dei Celti era diventata per lui come una nuova vetta da conquistare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Ciò che più l’aveva colpito era l’idea
della notte come elemento positivo, come valore. Il concetto di notte come
negazione del giorno, nel racconto dell’architetto, veniva rovesciato in quello
di notte come principio del giorno. Come per l’uomo la notte uterina è il
momento nel quale si forma interamente l’essere che vedrà la luce del giorno,
così nella notte della natura, si concepisce e sviluppa la realtà del giorno
dopo. Il giorno come una recita programmata nei sogni della notte, movimenti
provati nei brividi del buio, nei fremiti della paura, presenze solo sentite,
avvertite nello sfumare dei contorni ad anticipare la cruda particolarità delle
cose.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Non so.» Riuscì a dire soltanto alla
fine, preso da queste sue riflessioni. In effetti non sapeva e non capiva.
L’architetto forse aveva potuto rivivere nel sogno concetti che aveva studiati come
appartenenti alla cultura dei Celti. Per potersi confrontare con lui, avrebbe
dovuto raccontare gli altri sogni che gli erano stati confidati. Ma come faceva
a fidarsi di quello strano
architetto-pastore, per farsi aiutare nel proposito di
riuscire a dipanare la matassa che gli si era venuta formando nella
mente attorno al nome dei Celti?...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<h5>
<span style="font-weight: normal; mso-bidi-font-weight: bold;">Cap. 14<o:p></o:p></span></h5>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "kelt"; font-size: 18.0pt;">Vivere da Celta.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Li univa l’interesse comune per i Celti
ma li divideva il diverso modo di affrontare e di interpretare l’argomento. Era
come se stessero studiando qualcosa in comune, ma in due lingue diverse senza
possibilità di comunicare e di capirsi. Il motivo del contrasto era forse anche
più profondo, ai Celti in verità ambedue erano finiti per rivolgersi non con
l’obiettivo di migliorare le proprie conoscenze, ma di capire il proprio modo
di vivere, e in qualche modo di dare un senso alla propria vita..<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Per l’architetto l’obiettivo esistenziale
era evidente, tant’è che si era lasciato determinare ad un radicale mutamento
del proprio modo di vivere. Per Luciano la scelta forse era stata meno
cosciente: dopotutto era finito nel mondo dei Celti per puro caso. Ma il caso
aveva anche voluto che vi fosse rimasto impigliato come una mosca nella tela
del ragno. E ad ogni movimento, finiva per restare coivolto sempre più. A
questo punto, avrebbe dovuto ammettere, il suo interesse andava ben oltre il
piano d’una semplice curiosità culturale. Anche per lui capire i Celti
diventava un modo per capirsi, per capire il suo rapporto con l’ambiente con la
storia dei luoghi nei quali era nato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma se le cose stavano così, allora anche
il confronto tra loro due non poteva fermarsi a capire i Celti, avrebbero
dovuto cercare di capirsi a vicenda, di
approfondire la conoscenza reciproca. Per capirsi però è necessario
conoscersi, rivelarsi l’un l’altro, e invece tra loro neppure sull’argomento
dei Celti c’era stata sincerità: non s’erano raccontati tutto ciò che veramente
sapevano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Stavano facendo ambedue la stessa
riflessione, arrivando alla medesima conclusione che se avessero voluto
continuare il loro rapporto, almeno sui Celti, avrebbero dovuto raccontarsi
tutto, senza segreti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Luciano stava appunto per dirgli che
avrebbe dovuto raccontargli di tutti quei sogni, ma fu anticipato dall’architetto:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Devo confidarti che sono un celta!» gli
disse, così, a bruciapelo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Luciano lo guardò con esitazione e
preoccupazione, come se gli avesse svelato d’essere un lupo mannaro. Che
rivelazione era mai quella? Trovava finalmente conferma il dubbio (che in
effetti non era mai riuscito ad
allontanare del tutto) che l’architetto fosse uscito di senno...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Cosa vuoi dire?» chiese infine, più per
la convinzione che un pazzo va sempre assecondato, che per un reale desiderio
di sapere che cosa avesse voluto intendere con quella uscita assolutamente a
sproposito.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Lo so che mi prendi per un pazzo. Ma
vieni, che si fa buio. Se vuoi continuiamo a parlare a casa mia.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Il sole in effetti era già tramontato da
molto. La notte avanzava come una nebbia che si infila mescolandosi all’ultima
luce del giorno. Era la nebbia che di solito entrava dentro, facendo rivivere
gli spiriti della paura. Ma qualcosa era cambiato in lui, da quella prima volta
quando era fuggito al calar della notte. Quella sera infatti la nebbia entrava
soffice e delicata come il sonno nella mente d’un bimbo, come la rassegnazione
nel cuore d’un vecchio. Senza paura questa volta, rassegnato come un vecchio e
sereno come un bambino, avrebbe subito l’arrivo della notte sull’altopiano del
S.Simeone in compagnia soltanto dell’architetto pazzo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> S’incamminò con lui, dietro al gregge,
determinato a subire il corso degli avvenimenti, lasciandosi trasportare nella
corrente, regolata da chi teneva la regia di quella strana sceneggiatura con i Celti nella quale era stato coinvolto
per recitare una parte che non aveva ancora capito quale potesse essere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">L’architetto
pareva avesse dimenticato anche l’argomento ed il motivo per cui Luciano aveva
accettato di essere suo ospite. Sembrava tutto preso dal problema di accudire
al gregge. Prima, sulla strada, per far in modo che le bestie procedessero
speditamente, richiamava quelle che s’attardavano ai bordi a brucare un ultimo
ciuffo d’erba, incitava quelle che rallentavano, le minacciava tutte facendo
vibrare nell’aria il bastone. Poi anche nel cortile davanti alla casa,
impegnato a farle entrare nei loro alloggiamenti. Si spingevano, si urtavano,
le une resistevano alle pressioni delle altre per passare davanti.
Qualcuna sembrava rinunciare a quella
gara a chi riusciva ad entrare per
prima, e tornava indietro, e lui doveva risospingerla dentro...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> In città, pensava Luciano, mentre seguiva
quelle manovre, prestava attenzione a quei gesti e sentiva quei richiami, la
scena non ha un collegamento tra storia e
vita. Anche in una città antica come Roma, i monumenti sono sullo sfondo
della scena, come ruderi, avanzi di qualcosa, scenari di cartapesta. La scena
che vive è quella del traffico impazzito, della folla che si agita, degli
individui che corrono per infiniti percorsi diversi, che casualmente si sono
incrociati sull’angusto spazio di un marciapiede. Sul fondale, si alternano
palazzi recenti ad altri più o meno antichi, ma non c’è relazione tra il
fondale e la scena. A Parigi o a Londra, la scena sarebbe la stessa, pur con
uno scenario diverso, una scena nata in quel momento, per l’occasione, mutevole
al mutare dell’occasione. Basta che sia domenica, invece che un giorno feriale,
e la scena assume sviluppi completamente
diversi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Lì invece, sull’altopiano, anche la scena
aveva dietro una storia ed una vita che si perdeva nella notte dei tempi. Il
gregge, il pastore, i gesti, e, in fondo, anche il fondale... tutto era come
tremila anni prima, e per tremila anni la scena si era ripetuta identica. Forse
anche i nomi erano rimasti gli stessi nella parlata locale, le «lòges» per i
ricoveri degli animali e il «tàmar» il cortile-recinto tipico delle malghe, fra
le casere dei pastori e gli alloggiamenti delle bestie. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Ma stava ripetendo riflessioni già fatte.
Lo continuava a colpire l’idea di qualcosa di immutabile nel tempo, sì da
apparire eterno...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Entrati in casa, l’architetto s’era messo
ad accendere il fuoco, mettendo sullo «spolèrt» il paiolo per la polenta.
Sistemata ogni cosa s’era infine seduto sull’impiantito a fianco, per poter
controllare quando l’acqua avesse preso a bollire.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Non ne ho parlato mai con nessuno,»
prese infine a dire, «per non essere preso per pazzo, ma con te mi pare sia
diverso. Forse perchè t’interessi allo stesso argomento o forse perchè mi hai
ispirato istintivamente fiducia, ho pensato che te ne avrei potuto finalmente
parlare. Finalmente, perchè un segreto diventa opprimente se non lo si può
condividere con qualcuno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> L’altra volta, quando sei quasi scappato,
ti avevo cominciato a dire che sono un benandante, con il potere di risalire
nella storia attraverso i miei viaggi dell’anima fino ad incrociarmi con i
viaggi dell’anima dei Druidi, i
sacerdoti dei Celti. Forse era così all’inizio, ma oggi non lo è più...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Oggi io sento di
non essere più me stesso. Sento di essere diventato uno di loro, come se avessi
venduto la mia anima, a qualcuno che vive al mio posto.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Anch’io ho letto di tanti racconti
popolari nei quali c’è qualcuno che vende l’anima al Diavolo, ma quella di
vendere l’anima ai Celti penso sia una originalità assoluta..»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Lo so che non è facile credere a ciò che
racconto, ma lascia comunque che io dica. Ho bisogno di parlare.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Facendo il medico gli era capitato una
infinità di volte di incontrare persone che avevano bisogno di sfogarsi a
parlare. Non aveva difficoltà a lasciarlo continuare, assecondandolo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Il bollore aveva cominciato a muovere
l’acqua nel paiolo, l’architetto s’era interrotto un momento, per versarvi la
scatola di farina gialla che aveva preparato. Anche la scatola era rudimentale
e sembrava uscita dal mondo dei Celti. Per fondo aveva un cerchio sottile di
legno, mentre i fianchi erano costituiti da una striscia anch’essa molto
sottile e di legno incurvata sino a prendere la forma rotonda del fondo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> La farina aveva formato una sorta di
montagnola gialla che galleggiava, circondata dalle bolle dell’acqua in
ebollizione. Sulla vetta tracciò con il mestolo di legno il segno d’una croce e
facendo poi pressione sul segno, divise la montagnola in quattro parti, e
quindi fece sciogliere le parti nell’acqua per far amalgamare in
modo uniforme l’impasto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Secondo la tradizione!» aveva commentato
Luciano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Secondo la tradizione,» aveva ripetuto
l’architetto e poi aveva ripreso a parlare del suo rapporto con i Celti,
ripetendo d’essere diventato uno di loro e d’aver preso a vivere la loro
spiritualità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Ma quale spiritualità se non sappiamo
quasi niente della loro cultura?»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Io so, ciò che sa chi ha preso la mia
anima! Ma anche senza questa voce, ciò che ci è rimasto nella ricostruzione
della loro cultura e’ sufficiente a farci capire l’originalità della loro visione della vita.
Il concetto di trinità ad esempio come chiave per conoscere ogni cosa nella
natura e nel mondo. La contraddizione di due elementi opposti che viene
assorbita nella sintesi dei due elementi. Tesi antitesi sintesi, come Figlio,
Spirito e Dio, come notte luce e giorno, come mortale, immortale e uomo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Ma se nel Panteon dei Celti sono state
ricostruite almeno cento divinità?».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «I romani hanno letto la teologia dei
Celti con i loro schemi mentali, ma l’Essere è unico, anche se infinite sono le
sue manifestazioni e quindi le possibili raffigurazioni. L’Essere è uno, in
perfetta sintonia con la natura da lui generata, nella quale l’uomo può vedere
e sentire le sue manifestazioni, negli animali come nelle piante. Sentire Dio
nei luoghi e nella loro capacità di parlare attraverso l’atmosfera che sanno
suscitare, attraverso la loro storia, sentire Dio nelle piante e nelle loro
capacità di parlare attraverso la loro vita, non è trasformare in Dio i luoghi
e le piante. Solo la stupidità dei romani ha potuto arrivare a questo volgare
travisamento.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> La maestosità del bosco di querce è il
luogo ove meglio l’uomo sente Dio, ma non e’ che Dio sia nel bosco di querce o addirittura sia il bosco di
querce. E’ una barbarie che i Celti non conoscono quella di pensare che Dio
possa essere in un luogo o addirittura in un cosa.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Ma e sul rapporto dell’uomo con Dio, che
è poi ciò che in verità conta per l’uomo, cosa hai potuto ricostruire .”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Che Dio va cercato nell’uomo e si può
trovare soltanto migliorando il rapporto dell’uomo con se stesso, e con la
natura che lo circonda. Secondo la concezione dei Veda, se hai letto qualcosa
al riguardo, cui si ispira la religione dei Celti.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Ma trovo una conferma indiretta di
questa concezione nell’epistola di S. Paolo ai Galati,» aggiunse quasi in una
esclamazione, mentre rovesciava sul tagliere di legno la polenta ormai cotta.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Cosa c’entra adesso S. Paolo con i
Celti?»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Come saprai Galati è un altro nome
dato dai greci ai Kèltoi,» riprese a
dire, mentre con un filo tagliava a spicchi la polenta fumante, «e il nome è
rimasto ad un popolo dell’Asia Minore che si è sviluppato attorno ad una
immigrazione e ad un insediamento di Celti mercenari. Ciò che sorprende nella
lettera di Paolo è che i Galati, da poco tempo convertiti, stanno già mettendo
in discussione il cristianesimo, anticipando le osservazioni di Lutero.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Siamo salvati per la morte di Cristo o per le
opere? Per la morte di Cristo, evidentemente, risponde Paolo, perchè in caso
contrario, «Cristo sarebbe morto per niente.
Abramo ebbe fiducia in Dio e per questo, per questa fede e non per
quello che ha fatto, Dio lo considerò giusto».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Mi pare di sentirli invece i Druidi
Galati, diventati sacerdoti cristiani a dire: «Ma è una barbarie pensare che
l’uomo si salva attraverso un sacrificio umano, tanto più se è quello del
figlio di Dio.» L’uomo può salvarsi solo attraverso una personale conquista
della salvezza, una personale ricerca di identificazione con la divinità. Da
qui, la deduzione che l’uomo si salva per mezzo della legge e delle opere e non
per mezzo della fede. La legge, sulla base del percorso già fatto da tanti
uomini, codifica un percorso ideale dell’uomo verso Dio, e costituisce quindi
uno schema all’interno del quale, l’uomo può sviluppare il proprio percorso
individuale.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Ad essere sincero,» lo interruppe
Luciano, «mi pare che tu abbia ricostruito un tuo schema sui Celti, ed ora vuoi
ricondurre obbligatoriamente ogni cosa a questo schema. Ti sei innamorato dei
Celti ed hai messo al centro del mondo e della storia l’oggetto del tuo amore.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText">
«Non è un
problema di sentimenti. Io sono razionalmente convinto del ruolo chiave che i
Celti hanno avuto nella storia dell’umanità.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Sono convinto con Karl Jaspers della
teoria dell’”epoca asse”, cioè del fatto che nel VI° secolo a. C., ci sia stata
una svolta cruciale nella storia culturale dell’umanità. Quasi in contemporanea
in cinque parti della terra cinque illuminati, superando il concetto di un
rapporto collettivo ed istituzionale dell’uomo con la realtà ultima, pervengono
alla concezione d’un rapporto individuale e personale con la divinità. Come ricorda Toynbee, Pitagora, Isaia,
Zarathustra, Buddha e Confucio intuiscono la possibilità che il singolo essere
umano ha di giungere ad un rapporto personale e diretto con la realtà
spirituale ultima, che sta nel e dietro l’universo, in cui l’uomo si trova.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Forse i cinque non hanno avuto alcun
contatto, e fu casuale la contemporaneità dell’intuizione, o forse invece, come
io sostengo, i cinque vennero a contatto con lo stesso ambiente culturale,
quello dei Celti, che nei secoli precedenti, partendo dalle zone di origine
nell’India del nord e quindi da un ambito a cultura vedica, si erano
distribuiti su una fascia di territorio che occupava le pianure centrali
dell’Eurasia, dall’India fino alla Francia, passando per il Kazakistan
l’Ucraina e l’Ungheria, influenzando con la propria cultura le civiltà allora
sviluppate, da quella cinese a quella indiana, da quella persiana a quella
ebraica, per finire a quella greca.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Avrebbe dovuto raccontargli, a commento
il sogno che aveva fatto Maria di Raveo su Pitagora, ma ritenne ancora di non
poter venire meno alla riservatezza alla quale si era impegnato con la sorella
del suo primario. Avevano da tempo finito di cenare, e continuavano a parlare
seduti sulle panche di legno attorno allo «spolèrt».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Tu prendi alcuni brandelli di verità, si
limitò a commentare Luciano, e li metti assieme in una trama fantastica, il
risultato può anche risultare credibile. Ma è il procedimento che non è
accettabile.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> «Perchè?...» chiese l’altro, svuotando la
pipa ormai spenta, nel palmo della mano. ”Se anche il procedimento non fosse
accettabile,” aggiunse, “è il risultato ciò che conta, ed io attraverso i Celti
sono riuscito a scoprire come vivere l’esistenza nella poesia del silenzio
interiore, come vivere il contatto con il trascendente che entra nella nostra
vita, trasformando i valori del visibile compenetrandoli con l’invisibile… <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<h6 style="margin-right: 28.3pt;">
<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
<h6 style="margin-right: 28.3pt;">
<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
<h6 style="margin-right: 28.3pt;">
<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
<h6 style="margin-right: 28.3pt;">
<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
<h6 style="margin-right: 28.3pt;">
<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
<h6 style="margin-right: 28.3pt;">
<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
<h6 style="margin-right: 28.3pt;">
<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
<h6 style="margin-right: 28.3pt;">
<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
<h6 style="margin-right: 28.3pt;">
<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
<h6 style="margin-right: 28.3pt;">
<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
<h6 style="margin-right: 28.3pt;">
<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
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<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
<h6 style="margin-right: 28.3pt;">
<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
<h6 style="margin-right: 28.3pt;">
<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
<h6 style="margin-right: 28.3pt;">
<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
<h6 style="margin-right: 28.3pt;">
<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
<h6 style="margin-right: 28.3pt;">
<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
<h6 style="margin-right: 28.3pt;">
<span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"> </span></h6>
<h6 style="margin-right: 28.3pt;">
<span style="font-size: 18.0pt; font-weight: normal; mso-bidi-font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Cap. 15<o:p></o:p></span></h6>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "kelt"; font-size: 18.0pt;">La fine dei Celti.</span><span style="font-family: "comic sans ms"; font-size: 11.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Luciano in tutta
questa storia del suo rapporto con Celti, direttamente, aveva avuto soltanto
quel breve sogno con Vinadia. Ma si era sempre più convinto che fosse stato
soltanto un sogno determinato dalla sugestione dei racconti delle tre Marie. A
lui ancora non era capitato di fare un vero «viaggio dell’anima». Sua madre non
gli aveva mai detto che era nato con la camicia. E se quella era la condizione
discriminante, doveva per forza limitarsi allo studio dei celti dai libri, e
attraverso il racconto degli altri. Non avrebbe potuto avere un contatto
diretto. Avrebbe voluto chiedere alle donne
che gli avevano raccontato i loro sogni sui Celti se avevano saputo per
caso d’essere nate con la camicia, ma non voleva correre il rischio d’essere
preso per pazzo. Solo l’architetto aveva ammesso quella condizione e collegato
ad essa il suo originale rapporto con i Celti. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">D’altra parte se
nascere con la membrana amniotica era una condizione particolare ed
eccezionale, era impossibile che la condizione si fosse verificata in tante
persone, allo stesso tempo. La condizione per il viaggio dell’anima doveva
essere un’altra, una sorta di stato di grazia, che consentiva di superare se
stessi in una forma di estasi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">La fede può
muovere le montagne. Ma non tutti riescono a lasciarsi abbandonare alla fede e
tantomeno ci sarebbe riuscito uno scettico come lui. Era senz’altro la barriera
dello scetticismo ad impedirgli di rompere la membrana che gli avrebbe
consentito di entrare in relazione con i vivi senza corpo. E forse anche la
paura, l’incapacità di fidarsi e di lasciarsi trasportare nel viaggio...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Ne aveva paura,
certamente, ma soprattutto dopo gli ultimi discorsi con l’architetto, allo
stesso tempo lo desiderava. Ormai non viveva più che nell’idea che un giorno o
l’altro sarebbe capitato anche a lui d’incontrarsi veramente con i Celti.
S’addormentava con quel pensiero, si svegliava con il rammarico di non aver
sognato nulla, neppure sogni banali.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">L’estate era
finita. Il sole d’ottobre appena tiepido, non riusciva a rompere il freddo
dell’altopiano del S.Simeone. Non era piacevole passeggiare nell’aria che
pungeva la pelle del viso. Aveva diradato di molto le sue visite all’architetto
e anche a Maria. Passava molto tempo chiuso nella casa riattata in paese,
cercando di scrivere qualcosa sull’esperienza che aveva vissuto, in quel breve
periodo. Era passato poco più di un anno dal primo racconto di Mede, e gli pareva
che tutto fosse ormai cambiato nella sua vita.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Il giorno dei
morti non l’aveva coinvolto. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Riti, canti e
preghiere gli erano parsi liturgie d’un’altra religione, da seguire con
rispetto, con attenzione culturale, ma senza alcun coinvolgimento sentimentale.
Alla sera, salendo in processione al cimitero, non aveva cantato come gli anni precedenti il «Benedictus». La
partecipazione alla processione fino al camposanto che gli era sempre parsa un
modo per far rivivere una tradizione, e quindi una forma di rispetto verso i
defunti, quella sera gli era sembrata una sceneggiata fuori luogo, e stonato
gli era parso anche il canto degli altri.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">In cimitero il
mare di lumini che gli anni precedenti gli aveva suscitato un’atmosfera di forte partecipazione e di grande
emozione, lo lasciava indifferente, infastidito quasi dal quel caotico mishmash
di fiori e lumini.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Rientrato a casa, era stato incerto se
riempire d’acqua i due secchi sul secchiaio. L’aveva fatto ricostruire
esattamente come se lo ricordava da bambino. Aveva rimesso al suo posto la
grande lastra di pietra incavata, che suo padre aveva spostato nell’orto a fare
da portafiori, quando avevano acquistato il lavello in acciaio inox. Aveva
fatto rifare i due archi in ferro battuto che lo sormontavano, ed ai quali
erano appesi i «cjaldìers» con i quali, ragazzo, andava, bilanciandoli sulla
spalla con l'arconcello, a prendere l'acqua alla fontana del paese.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Alla fine s’era
deciso e li aveva riempiti, come da bambino aveva visto fare sua nonna, e dentro ad uno aveva lasciato il
grande mestolo di rame, con il quale si attingeva per bere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">«È per i
morti» diceva la nonna, «stanotte escono
tutti, tornano nelle loro case. Saranno stanchi, hanno bisogno di bere”. Già da
bambino, aveva osservato che il giorno dopo l’acqua era la stessa. Nessuno era
stato a bere. Ma non glielo aveva fatto notare alla nonna. Anche lei gli
continuava a far trovare i doni nella calza, alle sera della Befana, pur
sapendo che aveva già scoperto che in verità la Befana era lei.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> Anche i grandi, era arrivato a pensare, hanno
bisogno di credere alle favole.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Aveva anche bevuto
con il «còp», con il mestolo, come da bambino. Chissà chi avrebbe bevuto dopo
di lui… E poi si era disteso sul divano. Avrebbe letto qualcosa, aspettando
l’arrivo del sonno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Le campane
suonavano a distesa. Avrebbero suonato tutta la notte. «Perché i morti
riconoscendo il suono delle loro campane, sapessero dove dirigersi, non si
perdessero nel buio della notte,» gli diceva sua madre. «Per questo le campane
d’ogni paese della valle, hanno un suono diverso!»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Il suono scendeva
a folate, alternando suoni vicini e suoni lontani, e in quell’alternarsi
sembrava dovesse raccogliere dalla profondità della notte le anime dei morti,
per riportarle nelle strade e nelle case del loro paese. E nell’incantesimo
dell’alternarsi di quei rintocchi si ritrovò in Lugniàasch. Riconosceva
distintamente il luogo. Ci andava spesso. S’era anche chiesto quale potesse
essere l’etimologia d’un nome così strano, senza riuscire a darsi una risposta.
Ora invece finalmente sentiva di aver intuito la spiegazione: era il bosco di Lug il dio dei Celti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">C’era in mezzo il
grande blocco di pietra dal quale usciva una sorgente d’acqua freschissima.
L’impressione, dicevano tutti, era che l’acqua sgorgasse dal sasso. E intorno
c’erano i grandi alberi. Enormi nel sogno, come nella realtà. Ma ora sono
castagni, quelli che vedeva erano invece querce, dalle grandi chiome, con i
rami che si allargavano ad intrecciarsi, formando una cupola che metteva il
sasso e la sorgente al centro d’una sorta di
tempio fatto di tronchi, di rami e di fronde.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Anche adesso, il
gruppo dei castagni attorno all’acqua, confina con il bosco di faggi, e da quel
bosco, come la nebbia quando d’autunno sale tra gli alberi, salivano e venivano
verso il sasso le ombre. Si chinavano a bere alla sorgente e diventavano
persone vestite, come nel racconto di Maria al convento, ma con il volto
coperto da una maschera.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Lo sapeva, l’aveva
studiato, l’aveva sentito nella leggenda di Bordana, riconosceva la festa
dell’inizio dell’inverno, della fase oscura dell’anno, la festa di Samhain, la
festa del racconto della perpetua di Bordano, sul monte S.Simeone. La
festa di Beltine il primo maggio aveva
aperto la fase chiara. C’era poi la festa di Imbolc all’arrivo della primavera
e quella di Lughnasadh, del declino
dell’estate, al primo di agosto. Ma la festa nella quale si sentiva coinvolto
nel sogno, era quella più importante, era la festa della notte nella quale si
rompe il velo che separa il visibile dall’invisibile, nella quale i vivi
invisibili possono tornare a parlare con i vivi visibili…così come amava fare
quella stessa notte, che per loro era la notte di Halloween il «piccolo popolo»
degli esseri non umani……<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Questo aveva
letto, ma ora gli si presentava l’occasione, come ai romani del paese di
Bordano, di partecipare di vivere l’esperienza di quella festa ed era confuso
ed emozionato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Nella folla
vestita di bianco, si perdevano i contorni dei singoli individui. La folla
sembrava un’unica nuvola dalla quale emergevano le maschere di legno scuro. I
volti di legno dalle orribili espressioni, danzavano come marionette mosse da
mani o da fili invisibili. Prima dolcemente, al ritmo d’una musica dalla
cadenza lenta, con le note che si staccavano
distanziate, come le gocce all’inizio del temporale. Poi in un movimento
sempre più sfrenato, accompagnato da uno scrosciare di note, che rendeva più
intensa nella voluttà del ritmo, la voluttà del movimento. Una danza sotto la
pioggia, con i fili d’acqua che filtrano nella pelle del viso, con l’acqua che
scende sui capelli, che impregna i vestiti, che penetra ed accarezza con un brivido di freddo tutto il corpo,
facendolo fremere e vibrare a quella carezza. Un movimento che nasce dalla
pioggia, che ritma sul corpo la stessa cadenza che imprime alle cose, alle
foglie degli alberi, ai fili d’erba, all’inerzia dei sassi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Non pioveva. Ma
l’immagine della danza sotto la pioggia gli veniva in mente a rendere l’idea
d’una musica che usciva dal bosco e univa in un unico fremito il bosco di
querce, la nebbia della folla biancovestita e le maschere di legno che
s’agitavano come impazzite, galleggiando sulla schiuma bianca resa
vibrante dal penetrare del suono.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Era una musica
strana, mai sentita prima. Contro il rullare sincopato di tamburi dal suono
cupo e secco, si sviluppava l’arpeggio struggente dei violini (o erano arpe?)
lacerato ad intervalli dal suono intenso degli strumenti a fiato. Non si vedeva
l’orchestra, nascosta nel fitto del bosco, e l’impressione era veramente che il suono uscisse dalle singole
piante, che gli alberi fossero gli orchestrali. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Era la danza degli
invisibili, raffigurati in quelle maschere, mentre il visibile s’era sciolto
nell’indistinto del bianco dei vestiti. Sapevano che sarebbe stata l’ultima
danza. Sarebbero arrivati i romani ad interromperla. Non capiva come, non
capiva perché, ma anche lui sapeva
dell’ineluttabile arrivo dei romani, come al vedere le nubi si sa che ci sarà
la grandine.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">«Perchè date per
scontato di arrendervi, di subire?» avrebbe voluto gridare, ma non sapeva a chi
avrebbe potuto gridarlo. Nessuno infatti gli aveva detto niente. La notizia che
i romani sarebbero arrivati era nell’aria, come era nell’aria il fatto che non
si sarebbero opposti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">«Ma se i romani vi
hanno sempre temuto come un popolo di feroci guerrieri, se vi siete venduti
come mercenari in ogni parte d’Europa? Come è possibile che pensiate di
rinunciare alla vostra storia ed alle vostre tradizioni, senza neppure tentare
una difesa?» gli pareva di continuare a chiedere senza sapere a chi. Si sentiva
capace di porsi a capo della rivolta, li avrebbe guidati lui contro i romani.
«Non si possono accettare supinamente i soprusi,» continuava a ripetere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Finalmente uscì
dalla folla danzante e gli venne incontro un uomo, che avvicinandosi si tolse
la maschera. Era un vecchio, con il volto segnato da profonde rughe come il
tronco delle querce, ma gli occhi erano ancora vivaci come quelli d’un ragazzo.
Aveva i lunghi capelli bianchi raccolti e sollevati in una sorta di criniera che
dalla fronte gli scendeva fino dietro le spalle. Due baffi enormi parevano
staccarsi dal naso come due trecce che gli arrivavano al petto. Era certamente
un’autorità, forse il capo dei Druidi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">«Anche l’uomo è
una triade,» gli disse come se avesse sentito il suo desiderio di combattere e
volesse rispondergli, «la forza del corpo, la spiritualità del pensiero, la
sintesi d’un corpo che pensa. Ma il corpo non può essere usato a difesa del
pensiero.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Non capiva.
Avrebbe voluto dirgli che tutta la storia dell’umanità è storia di guerre in
nome di idee.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">«Non per noi,»
continuò come se avesse inteso l’osservazione, «per noi al corpo si risponde
col corpo, al pensiero con il pensiero».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">«Ma se un altro
usa la forza, per difendere il suo pensiero?» sbottò con foga Luciano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">«Il pensiero
risponde con la desistenza.» Replicò il vecchio tranquillo. «Se l’idea è stata
sconfitta con la forza, alla fine riemerge, alla fine, contro la forza, vince
sempre l’idea.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">In quello, dal
bosco di querce uscì un grido. «In nome di Cristo!» ed a quel grido uscì
un’orda di soldati romani, con le spade in pugno. Si gettarono urlando sulla
folla inerme, e il bianco si tinse di rosso. Sempre più rosso. Fin che tutto fu
rosso, nel bosco di querce.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Luciano era fuggito, trascinandosi dietro il vecchio
che non voleva seguirlo e gli opponeva una resistenza decisa. «Devo seguire il
destino degli altri,» continuava a ripetere. “Non ha nessun senso” gli ripeteva
Luciano. Sentiva che aveva il dovere di
salvarlo. Lo portò infatti di forza a nascondersi in una grotta scavata dal
torrente che fiancheggia la radura di Lugniàsch. Se la ricordava bene, era
chiamata la grotta del Pagàn, ci andava da bambino con gli amici, a giocare
alla guerra.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Sull’immagine di
bambini che giocavano ad usare le armi si sovrapponeva ora la sua immagine di
anziano che teneva per mano quel vecchio con quella strana acconciatura e
quello strano vestito. E il vecchio piangeva...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">«Perché i romani,
in nome di Cristo?» gli chiese.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">«Da dove vieni?
Com’è che non sai?» domandò l’altro tra le lacrime. Poi, senza attendere
risposta, quasi a cercare nel racconto sfogo alla sua pena, prese a raccontare.
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Quando c’era stata
l’invasione dei romani il loro popolo aveva accettato di convivere con i
conquistatori. C’era spazio per tutti su quelle montagne! Ma avevano voluto
mantenere la loro identità, vivendo separati dai romani. Si erano sviluppati
quindi dei villaggi abitati soltanto da romani, con accanto villaggi abitati
solo da Carni. Ma non c’era alcun problema di convivenza: si accettavano a
vicenda, nella loro diversità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Finché i romani
non si convertirono al cristianesimo. I cristiani infatti con l’idea di essere
i depositari dell’unica verità, non potevano rinunciare al tentativo di imporre
la loro verità agli altri. Prima del nostro, era toccato già ad altri villaggi,
gli uomini uccisi, le donne violentate, i bambini presi come schiavi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">«Sapevamo che
sarebbe finita, come hai visto anche tu.
Se la storia potesse raccontare l’assurda
verità d’un popolo che credeva in un Dio che s’esprime nell’amore verso
il mondo, annientato in nome del Dio dell’amore per gli uomini...», dicendo
queste parole, come se avesse concluso il suo compito, s’era accasciato
con un profondo respiro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Nello stesso
respiro Luciano s’era svegliato, pensando a sua madre che gli raccomandava
sempre, ma inutilmente, di non andare nella
grotta del Pagàn, perché era
stregata. Si raccontava infatti che, in passato, vi erano stati trovati dei resti
umani e delle spille d’oro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">“Non è andata
esattamente così, non si può travisare la storia,” mormorava tra sé, da
sveglio, sorprendendosi ancora una volta per come gli capitava sempre più
spesso di confondere i sogni con la realtà, l’interpretazione fantastica con la
storia, “i falsi della storia scritta dai vincitori non possono giustificare i
falsi opposti, quelli della storia scritta dai vinti. Non è questa la storia
del cristianesimo…”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;"> <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText">
<div style="text-align: justify;">
Nella notte continuavano a disperdersi i rintocchi delle
campane dei morti. Era il respiro del tempo, della storia, un rintocco più
forte inspirato ed uno più tenue espirato, uno più forte che cadeva sul paese,
ed uno più leggero che sfumava contro le montagne. Un rintocco andava
lontano nel vuoto del tempo, raccoglieva
i pensieri delle persone, ormai sepolte dalla storia, e un altro tocco, più
forte, ributtava quei pensieri contro le povere case del piccolo paese.</div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Di tocco, in
rintocco il suono era risalito fin nella notte dei tempi ed aveva riportato le
voci dei primi uomini, che avevano segnato con la loro fatica i sentieri di
quella montagna.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Da qualche parte
si sarebbero potuti senz’altro trovare anche i segni della loro presenza. Come
l’architetto aveva trovato una tomba, altre se ne potevano trovare. Come sul
costone del Sorantri era venuto alla luce il villaggio di Raveo, e sul
S.Simeone, l’architetto aveva trovato la tomba, si sarebbero potuti
trovare anche i resti di altri villaggi,
di altre tombe. Si sarebbe potuto allestire un
museo. Ma si sarebbe comunque trattato d’una raccolta di cose morte, di resti senza voce.
Interessanti soltanto per un progetto d’attrazione turistica.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Le campane invece
portavano voci e parole che si scioglievano di nuovo nell’aria e di nuovo
vivevano. Non era soltanto il ricordo, ma l’orgoglio d’un popolo che si
sforzava di vincere la storia, attraverso il percorso sofferto dei viaggi
dell’anima, per riproporsi e vivere ancora nella voce degli uomini d’oggi. Un
popolo che voleva rivivere in tutte le contraddizioni che fanno la verità, sia
della storia degli individui che dei popoli.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt;">Un popolo che
aveva subito la forza del più forte, ma che non rinunciava a credere d’essere
il più grande, convinto che la grandezza dell’uomo è nella forza dell’animo e
del pensiero, nella capacità di essere se stessi in un rapporto armonico con la
natura, nel saper godere dell’attimo di visibilità nella storia, per
conquistare la serenità dell’eternità invisibile.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.0cm; margin-right: 56.65pt; margin-top: 0cm; tab-stops: 106.35pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 56.65pt;">
<br /></div>
Igino Piuttihttp://www.blogger.com/profile/01324847284356227709noreply@blogger.com1